Codice Carla: il film evento su Carla Fracci
Il film documentario di Daniele Luchetti che rende omaggio all'indimenticabile danzatrice sarà nelle sale dal 13 al 15 novembre
Il 27 maggio del 2021 se ne andava Carla Fracci, lasciando un vuoto enorme nel mondo della danza e della cultura, non solo italiana ma internazionale. Impossibile dimenticarla, anche perché c’è ancora tanto da dire e raccontare su di lei e lo dimostra Codice Carla, il film documentario scritto e diretto da Daniele Luchetti che ripercorre l’arte dell’étoile che ha fatto del corpo la sua massima espressione e un riferimento per tutti gli artisti venuti dopo di lei.
Codice Carla arriva ora al cinema come evento, dal 13 al 15 novembre (grazie alla distribuzione di Nexo Digital). Il consiglio è naturalmente di non perderlo.
Un racconto ispirazionale
Il progetto di Codice Carla (prodotto da Gloria Giorgianni con Tore Sansonetti per Anele con Luce Cinecittà e con Rai Cinema) parte da delle domande. Cosa si nasconde dietro tutte le interviste e gli aneddoti continuamente ripetuti? In che modo è diventata l’étoile che il mondo celebra ancora oggi? E come la sua esperienza può essere utile a tutti coloro che sognano di diventare artista?
Daniele Luchetti cerca di trovare una risposta concentrandosi sulla vita dell’artista invece che sulla sua biografia cronologica, con l’obiettivo di ispirare i giovani attraverso un’analisi di quella straordinaria esperienza.
«“Codice Carla” non è un film “su” Carla Fracci, piuttosto un racconto delle collisioni che il ragionare sulla sua figura hanno creato con la mia curiosità. Le domande che mi sono fatto indagando sulla biografia e repertorio mi hanno spinto a costruire un ritratto prismatico che riguarda lei e la sua carriera, ma anche la figura degli artisti performativi, coloro che attraverso il loro corpo si fanno forma e opera d’arte» – spiega il regista – «Alla fine, il sentimento che mi è rimasto raccontando questa storia non riguarda solo Carla Fracci, ma tutti noi narratori che con i corpi raccontiamo le storie. La forma del teatro all’italiana, che visto in pianta ha la stessa forma di un cervello umano, rende più facile una sorta di contagio tra neuroni specchio che viaggiano dal palcoscenico alla piccionaia. La concentrazione dell’attore, che diventa inconsapevolezza protetta dalla tecnica, la rappresentazione della morte, che non può che essere astrazione, tutto questo è una somma di temi che vanno ragionati in maniera consapevole da chi ama l’arte del narrare su scena o davanti ad una macchina da presa. Questo è un film dedicato a chi con i corpi racconta le storie. O a chi ama sedersi nella penombra di un teatro o di un cinema per essere travolto dalla spudoratezza e dalla generosità di attori, danzatori, artisti ad ogni titolo, a ritmo di musica, parole e colore».
Le interviste e la musica
Fondamentale per la realizzazione di questo speciale affresco su Carla Fracci è stato l’intreccio delle immagini di repertorio con le interviste a personaggi come Roberto Bolle, Jeremy Irons, Marina Abramovic, Carolyn Carlson, Eleonora Abbagnato, Alessandra Ferri, Enrico Rava, Chiara Bersani, Beppe e Francesco Menegatti, Luisa Graziadei, Vittoria Regina, Gaia Straccamore e Hanna Poikone.
A impreziosire il racconto, amplificandone l’impatto emotivo, sono le musiche degli Atoms For Peace edite da Thom Yorke e Sam Petts-Davies, con Thom Yorke che ricoprire anche il ruolo di Music Supervisor del film.
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