Cannes 2021: 11 minuti di applausi per Tre piani di Nanni Moretti
Il nuovo film di Nanni Moretti è l'unica opera italiana in concorso al 74esimo Festival di Cannes. Nel cast, oltre al regista, Margherita Buy, Alba Rohrwacher, Riccardo Scamarcio, Adriano Giannini
Mentre l’Italia si scontrava sul campo di calcio con l’Inghilterra e conquistava la Coppa degli Europei, Nanni Moretti presentava in concorso al 74esimo Festival di Cannes il suo film Tre piani, ricevendo ben undici minuti di applausi. Che sia un buon auspicio? Ce lo auguriamo, anche perché il regista esattamente dieci anni fa conquistava a Cannes la Palma d’Oro per La stanza del figlio. E sempre sulla Croisette presentava sei anni fa il suo ultimo film Mia Madre. Nanni ha un forte legame con questo festival, che nel tempo ha sempre dimostrato di apprezzare la sua arte.
Tre piani è il suo primo film non basato su un soggetto originale, ma su un’opera altrui. Per la precisione si tratta del romanzo omonimo dello scrittore israeliano Eshkol Nevo, uscito nel 2017.
Per questo lavoro il regista, oltre a ritagliarsi un ruolo per sé, ha messo insieme un cast meraviglioso composto da Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini, Elena Lietti, Alessandro Sperduti, Denise Tantucci, Nanni Moretti, Anna Bonaiuto, Paolo Graziosi, Stefano Dionisi e Tommaso Ragno.
Cosa racconta Tre piani
I tre piani del titolo sono quelli di una palazzina, dove vivono i protagonisti di queste storie intrecciate tra di loro.
Al primo piano vivono Lucio, Sara e la loro bambina di sette anni, Francesca. Nell’appartamento accanto ci sono Giovanna e Renato, che spesso fanno da babysitter alla bambina. Una sera Renato scompare con la bambina per molte ore e, quando finalmente i due vengono ritrovati, Lucio teme che a sua figlia sia accaduto qualcosa di terribile. La sua paura si trasforma in una vera e propria ossessione.
Invece al secondo piano vive Monica, alle prese con la prima esperienza di maternità. Suo marito Giorgio è un ingegnere e trascorre lunghi periodi all’estero per lavoro. Monica combatte una silenziosa battaglia contro la solitudine e la paura di diventare un giorno come sua madre, ricoverata in clinica per disturbi mentali. Giorgio capisce che non potrà più allontanarsi da sua moglie e sua figlia, ma forse è troppo tardi.
All’ultimo piano vivono Dora e Vittorio, entrambi giudici, con il figlio ventenne Andrea. Una notte il ragazzo, ubriaco, investe e uccide una donna. Sconvolto, chiede ai genitori di fargli evitare il carcere. Vittorio pensa che suo figlio debba essere giudicato e condannato per quello che ha fatto. La tensione tra padre e figlio esplode, fino a creare una frattura definitiva tra i due. Vittorio costringe quindi Dora a una scelta dolorosa: o lui o Andrea.
La parola a Nanni Moretti
Quello che si è visto durante la conferenza stampa è un Nanni Moretti particolarmente sorridente, che confessa: «Più passa il tempo e più mi piace fare questo lavoro». E continua: «Ho tenuto questo film fermo per più di un anno, perché attendevo la riapertura delle sale e non ne volevo sapere delle piattaforme streaming. Per me la visione in sala è indispensabile e non lo dico tanto da regista e da esercente, ma soprattutto da spettatore».
Su Tre Piani dice: «Mi è piaciuto fin da subito questo romanzo, perché affronta temi universali come la responsabilità che sta dietro a ogni nostra scelta. Il libro è diviso in tre parti, ma per il film ho preferito una struttura diversa, intrecciano le varie storie».
Mentre sulla scelta del cast: «Per questo lavoro non volevo protagonismi, ma un lavoro di qualità. Cercavo delle interpretazioni non spontanee bensì naturaliste e gli attori sono riusciti a far diventare questi personaggi delle persone autentiche. Tra di loro l’unica a non aver fatto il provino è stata Margherita Buy, perché questo è il quarto film di seguito che facciamo insieme. Era invece da tanto che desideravo lavorare con Alba Rohrwacher e finalmente ho trovato il ruolo perfetto per lei. Lo stesso vale per Riccardo Scamarcio, che ho sempre apprezzato per la sua capacità di affrontare ruoli molto diversi tra di loro e in particolare mi ha colpito la sua interpretazione in Euforia. Invece Elena Lietti l’ho scoperta grazie alle serie tv, in particolare a Il miracolo. Sono felice anche di avere lavorato con Adriano Giannini, Alessandro Sperduti e tutti gli altri».
E sul ruolo di Vittorio che si è ritagliato per sé dice: «Non l’ho scelto io, è il ruolo stesso che mi ha chiamato».
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