Biografilm Festival: quando la vita invade il cinema
Documentari, fiction, cortometraggi e tanto altro per raccontare biografie di personaggi famosi e non, alla kermesse cinematografica bolognese arrivata alla sua dodicesima edizione
International celebration of lives: questo il sottotitolo del Biografilm Festival (a Bologna fino al 20 giugno) kermesse cinematografica bolognese che cresce di anno in anno. Arrivato alla sua dodicesima edizione, il festival continua a essere un mix eclettico di documentari e opere di fiction che raccontano biografie famose (quest’anno tra gli altri quelle del musicista di culto Miles Davis, del geniale fumettista Andrea Pazienza e dell’artista Marina Abramovic) o storie meno celebri, ma a cui vale la pena di dare luce.
Storie lontane nel tempo e nello spazio
Per esempio quella di Sonita, la giovane, bellissima e coraggiosa rapper afgana protagonista di un biopic omonimo, o le storie balli proibiti e dj ribelli in Iran (Raving Iran). Oppure quella, leggendaria e scabrosa, dei divi del porno anni ’70, celebrato nell’interessantissimo documentario Porno e libertà. O quella dei migranti che affollano la cittadina di Melilla, enclave spagnola in pieno Marocco, dove lo sguardo di Abou dal Mali cattura attraverso la telecamera le difficoltà che lui stesso sta vivendo, in Les sauters.
Divi e masterclass
Come in ogni festival che si rispetti, non mancano i divi. E il più atteso di tutti è stato l’italiano Luca Marinelli, nuovo bad boy nostrano protagonista di Non essere cattivo e vincitore di un David di Donatello per Lo chiamavano Jeeg Robot. Marinelli ha tenuto anche una masterclass sul mestiere di attore presso la Cineteca di Bologna, che ospita l’evento. Gridolini di gioia anche per Gael Garcia Bernal, protagonista fra gli altri de I diari della motocicletta e La mala educacion, nonché co-fondatore della rassegna messicana Ambulante, uno dei festival di documentario più importanti del mondo, a cui Biografilm rende omaggio.
Web e identità
Tra le sezioni di questa edizione poi c’è quella dedicata al web e al concetto di identità ed ego, cui è dedicato per esempio l’attesissimo film di Herzog sul mondo digitale, Lo and Behold, Reveries of the Connected World, come la vita da selfie della protagonista di A strange love affair with Ego, o come Zero Days di Alex Gibney (premio Oscar per Taxi to the Dark Side), che parla di virus informatici e cyber-spionaggio.
Musica, moda e volti da oscar
Tra le vite da scoprire ci sono anche quelle di sei ballerini che nel 1990 presero parte al tour iconico di Madonna “Blond Ambition”, che fece scandalo con il suo mix di sesso e religione, e che oggi sono attivisti gay: la loro storia è raccontata in Strike a pose di Ester Gould e Reijer Zwaan. Invece alla stilista che ha “inventato” il vintage, “creato” il ruolo di direttore creativo e ispirato Karl Lagerfeld è dedicato il documentario Anna Piaggi – Una visionaria della moda. Non mancano i film meno esotici e con volti amati dal grande pubblico: da Penélope Cruz di Ma Ma, ultimo lavoro di Julio Medem (regista di Lucia y el sexo) a Jake Gellenhall di Demolition, da Julianne Moore, Ethan Hawke e l’astro nascente Greta Gerwig di Maggie’s Plan a Kevin Spacey di Elvis & Nixon.
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