30/10/2020

Moda, tacchi alti: che passione… e che dolore!

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 30/10/2020 Aggiornato il 30/10/2020

I tacchi alti sono croce e delizia per le donne, che amano indossarli ma poi ne pagano spesso le dolorose conseguenze

tacchi alti gioie e dolori

“Chi bella vuole apparire, qualche pena deve soffrire”, dice un celebre proverbio. E infatti sono innumerevoli le volte che abbiamo indossato outfit non proprio comodi, solo perché ci stavano esteticamente bene. Vogliamo poi parlare delle scarpe? Non c’è cosa peggiore che avere mal di piedi, eppure in tante faticano a rinunciare ai tacchi alti, anche se dolorosi.

D’altra parte camminare a più di 10 cm da terra slancia la figura, ci fa sentire più femminili e glamour.

I dolori causati dai tacchi alti

Purtroppo non stiamo parlando di leggende metropolitane, ma di una realtà avvalorata dalla scienza. Un recente studio condotto dall’Institute of Health Sciences del Pakistan (pubblicato su Health Science Journal) ci dice, per esempio, che l’86% delle donne prova dolori causati dai tacchi alti. In particolare, il 77,5% è affetto da dolori all’avampiedi, mentre il 6% associa il dolore alla zona centrale della pianta.
Invece l’Hanseo University (in Corea del Sud) ha fatto uno studio sui danni provocati dai tacchi over 10 cm, prendendo come campione quaranta donne che li indossano regolarmente. Risultato? Se in un primo momento i tacchi rinforzano i muscoli della caviglia, successivamente provoca uno squilibrio muscolare e patologie come l’alluce valgo, che può associarsi al dito a martello se le scarpe sono anche troppo strette. Altra patologia purtroppo diffusa, come segnala una ricerca dell’Health and Social Care Information Centre del Regno Unito (pubblicata sul Daily Mail), è il neuroma di Morton, ovvero un disturbo ortopedico che interessa uno dei nervi che attraversa il piede.
Soffrite di cervicalgia (il comune dolore al collo)? Attenzione, perché potrebbero essere stati i tacchi alti a causarla.

La parola all’esperta

Il consiglio è di abbandonare la sindrome dello struzzo e di accettare la realtà. Angela Ravisato, dottoressa in podologia, ci consiglia di stare all’erta: «L’uso di scarpe con tacco alto influisce negativamente sul controllo neuromuscolare dell’equilibrio, con conseguente alterazione del sistema posturale. Studi cinematici e cinetici rivelano che indossare scarpe con tacco alto altera la deambulazione, la distribuzione pressoria plantare, le forze di reazione al suolo e le attività muscolari degli arti inferiori. Le alterazioni biomeccaniche e le deformità muscolo-scheletriche e ossee con maggiore incidenza sono le lesioni legamentose di caviglia, le degenerazioni articolari del ginocchio, dolori lombari e condizioni patologiche dell’avampiede. Il tacco alto provoca un aumento della pressione a livello della prima articolazione metatarso-falangea e a livello centrale dell’avampiede con diminuzione della pressione a livello del mesopiede e del tallone. Lo spostamento anteriore comporta rigidità del tendine d’Achille, instabilità articolare di caviglia e accorciamento dei muscoli del polpaccio».
E aggiunge: «Se le donne insistono ad indossare tacchi alti, dovrebbero almeno favorire un’altezza non superiore ai 4 cm e indossarle per meno di 4 ore e meno di tre volte a settimana per garantire comfort, benessere e soprattutto ridurre rischio di lesioni. Chi volesse ridurre i tempi di recupero, in caso di infortunio, può ricorrere alla laserterapia Theal Therapy».

Star sui tacchi e figuracce

Che dire poi degli infortuni causati dalle cadute. Un vero incubo per tutte le donne, anche per quelle che solitamente sanno muoversi agilmente. Pensiamo, per esempio, a Jennifer Lawrence: è rimasta celebre la sua caduta sui gradini del palcoscenico degli Oscar 2013, causata da un mix letale di tacchi alti e abito lungo.
Le figuracce però non risparmiano nessuno, nemmeno le top model: è rimasta negli annali la caduta in passerella di Naomi Campbell del 1993 (d’altra parte portava un tacco di 30 cm!) o quella di Bella Hadid nel 2016 (con un sandalo di 16 cm).

La rivoluzione ai piedi, che parte dalle star

Quindi che fare per evitare tutto questo? Ribellarsi ai tradizionali canoni di bellezza e rendersi conto che si può essere glamour e meravigliosamente femminili anche senza tacchi alti. D’altra parte la vita delle donne, ormai multitasking, è diventata talmente frenetica da costringere a mettere in primo piano la comodità. E lo sanno bene i vari designer che ormai da qualche tempo, nelle loro collezioni, hanno inserito dei modelli di scarpe più basse ma ugualmente trendy.
A dare il buon esempio, per prime, sono state delle star internazionali del calibro di Julia Roberts e Kristen Stuart, che non si fanno problemi a rinunciare alle scarpe alte persino in occasioni mondane e sul red carpet. Le due, durante un Festival di Cannes, sono arrivate persino a togliersi i sandali prima di salire la celebre scalinata rossa, nonostante il dress code rigidissimo che vige sulla Croisette. Una vera rivoluzione!
Invece in Giappone l’attrice e attivista Yumi Ishikawa ha fondato il movimento #KuToo, che si oppone alle rigide regole aziendali che le obbligano a indossare tacchi alti, tanto da aver presentato persino una petizione al governo.