25/09/2023

Milano Fashion Week Primavera/Estate 2024: collezioni iconiche tra tradizione ed evoluzione

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 25/09/2023 Aggiornato il 25/09/2023

Passano gli anni, ma ci sono dei codici stilistici che rimangono evergreen. Ce lo dimostrano le collezioni presentate da alcune maison iconiche durante la Milano Fashion Week

VERSACE-SS24-SHOW FINALE

Vi è mai capitato di vedere un abito e capire subito di chi fosse? Sicuramente si, perché ci sono maison che nel tempo hanno consolidato il proprio tratto distintivo, con dei codici stilistici ben identificabili, che però nel tempo hanno saputo evolversi, coniugandosi alle ispirazioni dei loro designer e non rimanendo mai imprigionati nel loop della ripetizione.

E così nel corso della Milano Fashion Week abbiamo ammirato le collezioni Primavera-Estate 2024 di maison iconiche, che guardano al futuro però mantenendo delle radici ben salde nella tradizione. Scopritele insieme a noi.

 

40 anni e non dimostrarli

Chi abbraccia totalmente questa filosofia è sicuramente Moschino che, per celebrare il suo 40esimo anniversario, ha chiesto a quattro celebri stiliste di creare una collezione ispirata ai modelli iconici di Franco Moschino dal 1983 al 1993. Ognuna di loro, nel corso del Fashion Show, è stata protagonista di un atto della stessa pièce teatrale.

Ad aprirla è stata Carlyne Cerf de Dudzeele, che ha reimmaginato i capi classici più amati da Franco riproponendoli per i giorni nostri, dando ad essi dei tratti chic, freschi, sobri e al tempo stesso giocosi. La designer ha dato la sua risposta alla domanda “cos’è un classico oggi, al giorno d’oggi?”.

Il secondo atto ha visto sfilare le creazioni di Gabriella Karefa-Johnson, che ha reimmaginato i tipici cappelli da cowboy, gli orecchini oversize e gli abiti all’uncinetto di Moschino dando un tocco eccentrico per le texture.

Ha sviluppato invece la vena più romantica e femminile di Franco il terzo atto, firmato da Lucia Liu, la quale ha lavorato sulla stratificazione, mescolando le carte dei capisaldi di Moschino creando nuovi motivi.

Infine nel quarto atto Katie Grand ha esplorato l’essenza del lavoro di Franco Moschino, applicando le sue idee (in particolare quella di unire il buon gusto all’allegria) al presente. «L’uso che faceva degli slogan era profondamente attraente e l’idea di crearne uno nuovo e chiamarlo Loud Luxury mi è venuta subito. Mi sembrava attuale» ha dichiarato la stilista.

 

Archivi evergreen

«Grafica e leggera. Questa è un’estate Versace all’insegna del colore e della brillantezza, della sartorialità e dei drappeggi morbidi. Adoro il contrasto tra i tailleur dal taglio geometrico e le trasparenze degli abiti da sera, il tweed dai colori pastello opachi e lo scintillante metal mesh. Le tecniche artigianali dell’Atelier sono applicate per realizzare capi estremamente raffinati. Questa collezione è allegra e tagliente. La donna Versace è libera e vibrante. L’uomo Versace è sicuro e audace» – così Donatella Versace presenta la collezione Primavera-Estate 2024 che ha sfilato alla Milano Fashion Week. E anche in questo caso, mentre si guarda alla contemporaneità, si fa a pescare dagli archivi: ci sono infatti dei capi intrecciati e annodati ispirati alla collezione Primavera-Estate 1995 dell’Atelier Versace, che riescono a dare nuova vita all’eredità del marchio ridefinendo le forme di abiti e top in georgette e jersey trasparente.

Anche Maximilian Davis, il talentuoso designer di Ferragamo, riesce ancora una volta a conquistarci. Per la Primavera-Estate 2024, infatti, esplora ed evolve i codici di Ferragamo infondendo la sua estetica distintiva in una visione fluida e organica, fondata su un dialogo continuo tra equilibrio e tensione.

«Ho voluto che ogni elemento sembrasse molto più leggero, non solo per i tessuti e le costruzioni, ma anche per la corrispondenza con il modo in cui le persone vogliono realmente vestirsi» – ha spiegato Davis – «C’è un sentimento di familiarità che riconosco nel modo di vestire e di vivere italiano: una naturalezza molto vicina allo spirito caraibico. È l’idea di poter seguire sempre il proprio ritmo e il proprio tempo».

Nella collezione troviamo anche dei contrasti ispirati all’Arte Povera, che spesso accostava materiali naturali ed elementi industriali, elevando la quotidianità attraverso una profonda riflessione concettuale. E così lini e cotoni semplici sono abbinati con eleganza e rigore, accoppiati sui rasi delle cappe o trattati per assumere l’aspetto della pelle.

 

Nuovi inizi

Durante la Milano Fashion Week c’è stato il tanto atteso debutto di Sabato De Sarno come direttore creativo di Gucci: l’hype era naturalmente alle stelle, alimentato da quella insegna rossa con la scritta Gucci Ancòra (ovvero il nome della collezione), comparsa in città, ma anche su manifesti e giornali. Che dire: gli “orfani” di Alessandro Michele e delle sue eccentricità non hanno mancato di far sentire la loro voce critica, ma noi invece siamo ben felici di questo ritorno a quella classe che ha sempre contraddistinto, in passato, la maison. Sabato De Sarno ha ripreso la tradizione Gucci e l’ha vivacizzata, con abiti grintosi per il giorno e scintillanti per la sera (c’è un mini-abito arancio con rete di cristalli da colpo di fulmine). Davvero niente male!

E a proposito di nuovi inizi come non raccontare quello di Fiorucci, il brand più democraticamente dirompente della moda è tornato nella sua Milano, vent’anni dopo che lo store del visionario fondatore Elio Fiorucci ha chiuso i battenti. La prima collezione della nuova direttrice creativa Francesca Murri, si intitola Home Is Where The Heart Is e dà inizio a una metamorfosi che coniuga lo spirito anticonformista, l’anima edonista e la visione globale propri della maison con i contesti, le passioni e i valori dei giovani progressisti di oggi. Ripercorrendo delicatamente la storia di Fiorucci senza imporne l’eredità, la collezione è un dolce slancio di ottimismo e libertà da indossare.

Tra i capi must have vi segnaliamo: le camicie in pelle e in poli-viscosa cropped caratterizzate da archi di frange che si irradiano dal cuore; la gonna dal taglio irregolare con volant neri a forma di arco abbinata a un body stampato. E attenzione perché, in omaggio al passato ispiratore della maison, viene riproposta per la prima volta dall’archivio la stampa di una banana matura disegnata originariamente da Andy Warhol per Elio Fiorucci. Invece un’altra T-shirt con spalline rimovibili riproduce l’invito alla festa per il 15° anniversario di Fiorucci, che si tenne allo Studio 54 di New York nel maggio 1983 e che vide la partecipazione di Madonna e i suoi ballerini.