16/01/2019

Pizza: cinque cose che non sai

Roberta Camisasca Pubblicato il 16/01/2019 Aggiornato il 16/01/2019

Il 17 gennaio è il Pizza day, la giornata mondiale della pizza. Che, oltre che buona, è salutare. Le curiosità che vale la pena conoscere

Pizza day

Il 17 gennaio in tutti i continenti si celebra la Giornata mondiale della pizza: una ricorrenza molto amata soprattutto negli USA, dove per l’occasione vengono organizzati centinaia di eventi. E davvero a chi non piace la pizza? Eppure, a dispetto dell’indice di gradimento e notorietà, questo piatto non si conosce ancora del tutto. Ecco 5 curiosità segnalate da Assolatte.

Extralarge o bio? Essenziale o ricca? Una cosa è sicura: la pizza è sempre un cibo “top”, che piace a tutti!

Sana, buona e amatissima

Gli Italiani la amano. Ma non solo loro! E ha tante qualità importanti che vale la pena conoscere.

  1. È un piatto bilanciato e healthy se rispetta la tradizione italiana. A differenza di quella “american style”, la pizza made in Italy ha un profilo nutrizionale bilanciato: il frumento apporta carboidrati, la mozzarella proteine, l’olio d’oliva il giusto quantitativo di grassi mono e polinsaturi, il pomodoro licopene, dalle proprietà antiossidanti. Questo mix di nutrienti fa della pizza italiana un alimento protettivo, capace di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e di alcuni tipi di tumori dell’apparato digestivo, come quello del colon.
  2. Al supermercato ce ne sono in media 45 tipi. Tra rotonde e alla pala, farcite o margherite, extralarge o al trancio, biologiche e integrali, gluten free e senza lattosio, nei freezer della distribuzione moderna ci sono ben 45,9 referenze di pizze surgelate. Non c’è da stupirsi se gli italiani ne comprano sempre di più: quasi 48 milioni di chili in un anno, spendendo quasi 300 milioni di euro.
  3. È il cibo più ordinato a domicilio. In un anno le pizze ordinate dagli italiani per il food delivery, se allineate, coprirebbero circa 2.000 km di lunghezza, la distanza tra Napoli e Copenhagen!
  4. Esiste la pizza “salvavita”. Si chiama Pascalina e viene preparata secondo la ricetta validata dall’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale di Napoli. Grazie ai suoi ingredienti (farina ricca di fibre, friarielli, pomodori San Marzano, noci e olio extravergine d’oliva del Cilento), fornisce un corretto quantitativo di elementi nutritivi e rappresenta un pranzo completo. Per ogni pizza ordinata viene devoluto un euro alla ricerca sui tumori.
  5. C’è una versione “highlander” servita all’esercito americano che ha caratteristiche particolari: rimane fragrante per almeno 36 mesi, resiste al caldo africano e alle temperature polari e resta intatta anche se paracadutata da un aereo. È autoriscaldante e inattaccabile dagli insetti. Viene anche venduta online: chi l’ha provata l’ha recensita con entusiasmo sui social.