Gelato d’inverno: perché no?
Il successo, crescente anche quando le temperature precipitano, sono merito delle sue tante virtù: il gelato è un alimento completo che fornisce energia di pronto utilizzo senza far innalzare la glicemia
Chi ha detto che il gelato si può gustare solo in estate? Anno dopo anno le gelaterie registrano un incremento delle vendite nei mesi di dicembre e marzo e non c’è una distinzione tra Nord e Sud: da Milano a Palermo, il gelato resta uno dei dolci più richiesti, che fuori splenda il sole o scenda la neve.
Perché piace tanto
Innumerevoli i motivi di tanto successo. A cominciare dalla completezza nutrizionale. Nella coppetta troviamo proteine provenienti dal latte fresco, ricche di aminoacidi essenziali ad alta biodisponibilità, carboidrati, innanzitutto lattosio e saccarosio, “carburanti” di utilizzo immediato, vitamine A e B2, calcio e fosforo, provenienti dal latte e dalle uova e, se viene utilizzata la panna e non gli oli vegetali, acidi grassi “a catena corta”, rapidamente metabolizzati dall’intestino e utilizzati come energia prontamente disponibile.
A differenza di altri dolci, grazie alle basse temperature, il gelato fa aumentare in modo più lento e graduale la glicemia, con un risvolto positivo sul senso di sazietà.
Anche l’umore ne risente: basta un cucchiaino per “accendere” gli stessi centri del piacere nel cervello stimolati da una vincita di denaro o dall’ascolto della propria musica preferita.
Quando e quanto
Come snack spezza fame o dessert a fine pasto, potete concedervelo da 2 a 4 volte alla settimana (una pallina di gelato pesa 40-50 grammi e apporta circa 100 calorie). Chi è a dieta e fa regolarmente esercizio fisico può concedersi 2 palline a merenda una o 2 volte alla settimana. Per lo sportivo è uno spuntino rinfrescante e facilmente digeribile, possibilmente consumato dopo, e non prima, dell’allenamento: fornisce energia prontamente utilizzabile e, grazie al suo buon contenuto di liquidi, contribuisce a reintegrare l’acqua persa con il sudore.
Diet alert
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