Cherimoya: il frutto del benessere

Redazione Pubblicato il 12/06/2018 Aggiornato il 12/06/2018

Dolce, ma poco calorico, questo frutto tropicale è ricco di fibre, vitamine e minerali che mantengono attivo l’organismo

chirymonia

Marc Twain, l’autore delle avventure di Tom Sawyer, lo definiva il “frutto più delizioso che l’uomo conosca”. La cherimoya, un frutto originario del Sud America, è coltivato anche nelle regioni meridionali italiane, in particolare in Calabria e in Sicilia.

Sul mercato italiano non è comunissima ma comincia ad essere richiesta da chi ha avuto l’opportunità di assaggiarla all’estero.

Dentro una scorza color verde con strutture geometriche che la fanno assomigliare al carciofo oppure a una pigna, l’Annona Cherimola nasconde una polpa bianca, dalla consistenza cremosa, con un profumo intenso e aromatico e un sapore dolce e insieme leggermente acidulo che ricorda un mix unico di banana e ananas, fragola e pera, a tratti persino quello della crema pasticcera.

Da sola o in compagnia

Il suo soprannome? Icecream fruit: basta infatti mettere la cherimoya matura in frigorifero oppure anche in freezer (ma non per troppo tempo), tagliarla a metà e gustarla con il cucchiaino come se fosse un gelato, eliminando i semi che possono essere velenosi. In alternativa si può frullare la cherimoya con latte oppure yogurt e ghiaccio in un milk shake goloso e nutriente.
La cherimoya è ricca infatti di zuccheri e ha circa 71 calorie per etto: attenzione quindi a non esagerare con le quantità se non si vuole ingrassare. Interessante è l’apporto di fibra che fa della cherimoya un frutto prezioso per mantenere attivo il transito intestinale e favorire l’eliminazione di scorie e tossine che appesantiscono.
Il frutto è ricco inoltre di vitamine, in particolare la A e la C, e di minerali, potassio, innanzitutto, ma anche sodio, calcio, ferro e magnesio. E’ proprio la presenza di un’alta percentuale di potassio che fa della cherimoya un frutto perfetto per controllare la pressione arteriosa e fornire energia contro la stanchezza.
Alcuni studi scientifici hanno dimostrato poi la validità di quello che la medicina popolare messicana conosce da secoli: l’effetto antidepressivo, antistress e scaccia-malinconia di questo frutto.