Aumento del seno: i rischi più frequenti
È uno degli interventi più eseguiti in Italia e nel mondo, la mastoplastica additiva presenta poche complicazioni, sempre risolvibili, ma che è importante conoscere
Come sempre in chirurgia, anche quando si parla di interventi al seno, bisogna tener conto delle possibili complicazioni e che qualcosa possa andare storto. Chiara Botti, chirurgo plastico di Clinica Villa Bella a Salò (Brescia) spiega le quattro problematiche che si possono presentare con maggior frequenza quando si decide per un aumento del seno.
La prima è la contrattura capsulare ossia l’indurimento del seno. È la complicanza più diffusa, con un’incidenza tra l’1 e il 2%. Può capitare durante tutto l’arco di vita della protesi e le cause sono diverse, dalle infezioni (dovute a batteri presenti nella mammella e nei dotti o a bronchiti o tonsilliti non curate con antibiotici), alla contaminazione delle capsule con materiale estraneo. Si manifesta con l’indurimento del seno e si risolve rimuovendo la protesi e reinserendone una nuova.
Altra complicazione possibile è lo spostamento della protesi che può succedere nei primi due mesi dopo l’impianto per via di un movimento troppo energico con le braccia oppure se si fa molto esercizio nelle settimane immediatamente successive all’intervento. Trascorsi due mesi il tessuto intorno alla protesi si cicatrizza e la paziente può riprendere con regolarità la propria attività. Anche in questo caso la soluzione è tornare in sala operatoria per riposizionare la protesi nella giusta posizione.
La terza cosa che può andare storta è la rotazione. Capita con le protesi anatomiche che sono a forma di goccia e si possono girare cambiando anche la forma del seno. Può succedere quando il chirurgo realizza una “tasca” troppo larga per inserire la protesi, quando si passa da una protesi più grande a una più piccola senza ridimensionare la tasca e nel caso in cui la paziente esegue dei movimenti eccessivi con le braccia. La soluzione è rimettere la protesi nella posizione originaria: a volte si può risolvere con un’apposita manovra per girare la protesi, altrimenti si deve rioperare. Succede più frequentemente nei primi due mesi dopo l’intervento ma può capitare anche dopo.
La protesi infine può rompersi. La rottura della protesi di solito è successiva a un trauma ad esempio un incidente d’auto. L’incidenza è bassissima, tanto che le aziende forniscono gratuitamente una coppia di protesi per la sostituzione e, in alcuni casi, rimborsano anche il costo dell’intervento per il reimpianto. Bisogna tenere conto che le complicanze di un intervento sono difficili da gestire sia per il medico che per il paziente visto che la seconda operazione è più complessa della prima.
Per evitare il più possibile eventuali rischi è opportuno scegliere con cura il medico senza lasciarsi lusingare da prezzi bassi o offerte low cost, ma basandosi sull’esperienza dello specialista.
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