Tumori, speranze dalla ricerca italiana: l’esercito anti-cancro ha due armi in più
Nei globuli bianchi detti “neutrofili” e in una proteina che attiva le difese: qui si nascondono le nuove risorse a disposizione degli scienziati
Nuove speranze nella lotta ai tumori: arrivano tutte dalla ricerca italiana, in particolare dagli studi sostenuti dal Programma 5×1000 Airc guidato dal professor Alberto Mantovani, immunologo, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University.
Da una proteina un’arma di difesa
Il primo studio, diretto e coordinato da Humanitas e università Statale di Milano, pubblicato sulla rivista “Nature immunology”, ha portato alla scoperta di una molecola in grado di prevenire la formazione di metastasi. Il ruolo centrale in questa funzione verrebbe svolto da una proteina, la MS4A4A, in grado di attivare una risposta immunitaria protettiva nei confronti della diffusione del tumore.
Il segreto è nel dialogo tra cellule
La molecola è stata rintracciata in alcune cellule del sistema immunitario (il sistema di difesa naturale dell’organismo), esattamente i macrofagi e, associandosi al recettore Dectina-1, ne controllerebbe la funzione. Inoltre la MS4A4A innescherebbe una sorta di “dialogo” tra i macrofagi e le cellule “natural killer”, chiamate così perché hanno la facoltà di uccidere le cellule cancerogene.
Dopo 10 anni chiarito il meccanismo
Il gene responsabile di questa proteina era stato scoperto già 10 anni fa nei macrofagi associati a tumore, ma solo ora gli scienziati sono riusciti a chiarire il suo ruolo effettivo. “Nei tumori primitivi, che ancora non danno metastasi” ha spiegato Massimo Locati, docente di Immunologia all’università degli Studi di Milano e responsabile del laboratorio di Biologia dei leucociti di Humanitas, coordinatore dello studio “i macrofagi riconoscono la cellula tumorale e danno alle cellule “natural killer” il segnale di ucciderla. Per questa funzione MS4A4A si candida a essere un biomarcatore di macrofagi all’interno dei tumori, una scoperta estremamente importante, considerando che è stato recentemente riconosciuto il significato prognostico della presenza di macrofagi nei tumori”.
Neutrofili: i nuovi combattenti
La seconda ricerca ha portato alla scoperta di nuovi soldati nell’esercito che combatte il tumore. Si tratta di un tipo di globuli bianchi, i neutrofili, che all’interno di alcuni tumori avrebbero un ruolo importante nella resistenza contro la malattia, in particolare in alcuni tipi di sarcoma e nel tumore al colon-retto.
Anche il metodo è all’avanguardia
Lo studio, i cui risultati sono pubblicati sulla rivista “Cell”, è stato condotto da Andrea Ponzetta e coordinato da Alberto Mantovani e Sebastien Jaillon. “Oltre che per i risultati raggiunti” ha dichiarato il professor Mantovani “la ricerca è importante anche per il metodo utilizzato. Abbiamo infatti lavorato con approcci di bioinformatica su database pubblici di pazienti, verificando poi i dati anche su pazienti del nostro ospedale”.
Ti potrebbe interessare anche:
- Morbillo, l'Italia ai primi posti in Europa per numero di casi di contagio
- Soffri di mal di testa? Bevi meno caffè
- Pillola, usala bene anche in ferie
- Cuore, più rischi con il caldo
- Quando è nullo il testamento olografo?