Invecchiamento, un aiuto dalla super frutta
Basta sottoporre le pesche ai raggi Uv-B per rendere la frutta un super antiossidante naturale, utile contro l'invecchiamento
La frutta è ricca di antiossidanti, sostanze in grado di prevenire i danni dell’invecchiamento sulle cellule. All’università di Pisa sono riusciti ad aumentare questa capacità naturale. Infatti, nei laboratori del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali da anni si studiano gli effetti delle radiazioni ultraviolette sulla frutta. Scopo di queste ricerche è realizzare alimenti con proprietà nutraceutiche sempre più elevate, cioè in grado di prevenire o curare determinati problemi di salute.
Tutto merito dei raggi Uv-B
I ricercatori pisani, guidati dalla professoressa AnnaMaria Ranieri, hanno sottoposto delle pesche già raccolte alle radiazioni ultraviolette di tipo B (Uv-B). Questi raggi, in natura, hanno un ruolo fondamentale per fare in modo che la frutta mentre matura si arricchisca di sostanze antiossidanti, ma anche di vitamine e sali minerali. Irraggiando con gli Uv-B le pesche, si è riusciti ad aumentare la quantità di sostanze antiossidanti già presenti in modo naturale in questi frutti.
Bastano 36 ore di esposizione
Le pesche sono state messe in celle climatiche ed esposte ai raggi Uv-B. Dopo un giorno e mezzo gli studiosi hanno potuto verificare un notevole accumulo di antocianine, idroflavonoli e flavoni, tutte sostanze con una forte capacità antiossidante, cioè in grado di prevenire i danni dell’invecchiamento e dello stress sulle cellule.
Questo superfood potrà essere prodotto su larga scala
Allo studio hanno partecipato anche esperti dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, dell’university of Natural resources and life sciences di Vienna e il Leibniz institute of vegetable and ornamental crops di Erfurt in Germania. Tutti i ricercatori concordano sul fatto che l’irraggiamento Uv-B è un approccio ecocompatibile, cioè è possibile ottenere superfrutti, senza modifiche genetiche. Non solo, ma l’esperimento pisano è facilmente riproducibile anche fuori dai laboratori, ma in una serra tradizionale, per poter avere un’ampia produzione di superpesche.
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