La forfora
La forfora, chiamata in termini medici Pityriasis capitis, è un disturbo del cuoio capelluto che colpisce dal 40 al 70 per cento delle persone adulte.
Di norma, le cellule del cuoio capelluto nascono dagli strati più profondi e, a mano a mano che maturano e invecchiano, vengono spinte dalle cellule più giovani verso la superficie, dove si devitalizzano e si staccano, sostituite dalle nuove.
Questo processo, che normalmente avviene in 30 giorni, nelle persone con forfora si verifica in soli 15-20 giorni a causa di un ricambio cellulare molto più veloce. Così, mentre nelle persone normali le cellule morte si staccano una a una risultando invisibili a occhio nudo, in chi soffre di forfora, proprio a causa della velocità, finiscono per staccarsi in grande quantità formando piccoli agglomerati che si presentano sotto forma delle tipiche scagliette bianche.
I sintomi
La forfora viene suddivida dagli esperti in Pityriasis simplex e Pityriasis steatoides.
La simplex è detta anche forfora secca: è caratterizzata da scaglie sottili di colore grigiastro e aspetto secco e farinoso che sono presenti su tutto il capo.
La steatoides, chiamata anche forfora grassa, è associata a un’eccessiva secrezione di sebo prodotto dalle ghiandole sebacee del follicolo pilifero. Si manifesta con scaglie di colore giallastro, di aspetto untuoso e di consistenza appiccicosa, che si concentrano sulle zone più grasse del cuoio capelluto: il vertice (o corona), la regione centrale e la zona vicina alle orecchie.
Le cause
All’origine del ricambio cellulare più veloce del normale ci sono diversi fattori.
Innanzitutto la seborrea, ossia un’eccessiva secrezione di sebo da parte delle ghiandole sebacee del cuoio capelluto, che può predisporre alla forfora grassa e di conseguenza favorire la proliferazione della Malassezia furfur (che una volta si chiamava Pityrosporum ovale), un lievito, cioè un fungo, che vive normalmente sulla nostra testa in equilibrio con altri microrganismi, ma che in alcune persone, quando trova le condizioni favorevoli (si nutre infatti degli acidi grassi del sebo), si sviluppa in modo eccessivo. Questa proliferazione causa una reazione infiammatoria, responsabile dell’aumentata velocità del ricambio cellulare e della conseguente desquamazione.
La forfora può anche essere scatenata da stress fisici o emotivi. Non bisogna poi dimenticare che trattamenti aggressivi per i capelli, come permanenti e decolorazioni ravvicinate, possono aumentare lo stato infiammatorio.
Le cure
La forfora, se trascurata, può causare un aumento della caduta dei capelli, in quanto l’infiammazione può danneggiare il follicolo e bloccarne l’attività.
Una visita dermatologica, con l’esame del cuoio capelluto e l’osservazione della tipica desquamazione, può confermare che si tratta veramente di forfora.
Il disturbo può essere affrontato con shampoo e lozioni a base di sostanze che contrastano la presenza del fungo, riducendo il ricambio delle cellule del cuoio capelluto, diminuendo l’infiammazione e rimuovendo le scagliette di cellule morte.
Sono utili gli shampoo a base di solfuro selenio e di zinco piritone, che rallentano la moltiplicazione delle cellule del cuoio capelluto.
Altri shampoo ad azione antifungina, invece, bloccano la proliferazione della Malassezia, riducendo l’eccessiva desquamazione.
Anche i prodotti naturali possono contribuire a risolvere il problema della forfora. Le lozioni contenenti rosmarino, bardana, betulla agiscono pulendo e purificando la pelle in profondità.
Le lozioni a base di achillea, calendula e tiglio svolgono un’azione disinfiammante. Prima dello shampoo si può applicare un impacco con lozione di rosmarino, lasciandolo in posa per trenta minuti. Questi prodotti si trovano in erboristeria e farmacia.