Sesso: perché si finge l’orgasmo (e come smettere di farlo)
Lo fa una donna su due e, a sorpresa, anche il 28 per cento degli uomini. Ma se diventa un'abitudine può compromettere il rapporto e anche la propria serenità. Meglio imparare a comunicare i propri desideri
Poche sono disposte ad ammetterlo, ma studi recenti confermano che fingere l’orgasmo è ancora prassi comune per un numero considerevole di donne, anche se la frequenza con cui si simula il piacere non è sempre uguale per tutte.
Le intervistate che ammettono di essere ricorse alla recitazione almeno una volta nella vita si aggirano tra il 55 e il 67%, a cui si aggiunge un insospettabile 28% di uomini.
Se un’occasionale bugia bianca per non ferire i sentimenti del partner non è poi così grave, gli esperti raccomandano di non farne un’abitudine: nascondere la propria insoddisfazione può compromettere la serenità del rapporto.
I motivi per cui si finge
Come spiega la sessuologa Roberta Rossi nella sua guida al piacere femminile (Vengo prima io, Fabbri Editore, 2019), i motivi per cui si sceglie di non essere del tutto sinceri in fatto di piacere sono diversi. Non è detto che si finga sempre: a volte può essere un modo di accelerare i tempi, in altre la difficoltà a comunicare le proprie preferenze è tale che si preferisce recitare anziché affrontare apertamente la questione. Il senso di protezione verso i sentimenti del partner gioca un ruolo di primo piano, soprattutto quando si tratta di rapporti eterosessuali. Le donne che non riescono a raggiungere il piacere attraverso la penetrazione si sentono inadeguate e diverse dalle altre, anche per colpa dell’immaginario freudiano che considera “infantile” il cosiddetto orgasmo clitorideo. Peccato che la scienza abbia smentito l’idea stessa di “orgasmo vaginale”: il clitoride è sempre coinvolto e, come conferma il sessuologo Ian Kerner, è molto più frequente che all’orgasmo si arrivi con il sesso orale che con quello penetrativo.
È dura anche per lui
Neanche gli uomini sono esenti da timori riguardo le proprie prestazioni e una piccola percentuale ha iniziato ad ammettere di aver finto, aiutata dalla presenza del preservativo. Più che l’inibizione, a far adottare la strategia di fuga della finzione sono la paura di non essere all’altezza, di deludere o di far sentire l’altra persona incapace. Se da un lato l’immaginario culturale trascura le esigenze e le fantasie femminili, anche l’ego maschile subisce una forte pressione verso l’ideale dell’amante perfetto, quello che non deve chiedere mai e che soprattutto non ha debolezze. Anche per questo si preferisce mettere fine a un rapporto poco appagante fingendo, pur non di non affrontare conversazioni imbarazzanti.
La soluzione? Comunicare in maniera diretta e concreta
Per evitare di rimanere intrappolati in una dinamica che porta a fingere pur di compiacere, la strada migliore secondo l’esperta è imparare a comunicare i propri desideri e le proprie preferenze, magari accompagnando l’altro con le parole, i movimenti del corpo o con le proprie mani.
Il consiglio è valido per entrambi i sessi, ma soprattutto per le donne, dal momento che l’anatomia femminile è ancora percepita come misteriosa. Uno dei fraintendimenti più grandi riguarda il famigerato punto G (o meglio CUV), che non è propriamente un punto e non funziona come un interruttore, ma non è così scontato neppure capire quale tipo di stimolazione genitale è più adatto. Conoscere il proprio corpo è fondamentale per poter guidare l’altro, soprattutto perché non esiste una formula che garantisca a tutte lo stesso risultato. Gli orgasmi pirotecnici dei romanzi rosa sono un po’ fuorvianti rispetto al mondo reale, dove ogni esperienza è unica e legata a fattori complessi, tra cui l’umore, la salute o il livello di stress.
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