18/10/2021

Sesso e cibo: dimmi cosa mangi… e ti dirò come sei a letto

Veronica Colella Pubblicato il 18/10/2021 Aggiornato il 18/10/2021

Chi è più avventuroso in cucina viene percepito come più libertino e più sexy 

Beautiful young couple is feeding each other and smiling while cooking in kitchen at home

Quando si tratta di prime impressioni, anche quello che abbiamo nel piatto può fare la differenza. O meglio, possono farla le smorfie che facciamo davanti a cibi nuovi e insoliti.

Un atteggiamento aperto e curioso verso il cibo viene percepito come un segnale positivo anche dal punto di vista romantico e sessuale, almeno tra i ventenni.

A raccontarlo è un recente studio pubblicato sulla rivista Personality and Individual Differences, a cura di un team di ricercatori guidato dalla psicologa Hannah K. Bradshaw.

Il fascino dell’avventuriero

Per testare la loro ipotesi i ricercatori hanno invitato i primi 193 studenti a esprimere le loro preferenze, mostrando loro brevi descrizioni di persone del sesso opposto. Alcune venivano presentate come disponibili a provare cibi nuovi ed esotici durante un appuntamento, altre più riluttanti. Proprio come previsto, a risultare più desiderabili e attraenti sono state le persone gastronomicamente avventurose. Non tanto perché rendono la vita più facile a chi deve invitarle a cena, ma per via dei tanti sottointesi che inconsciamente si associano al comportamento alimentare. Allo stesso modo in cui l’appetito viene associato alla mancanza di disciplina, la flessibilità e la mancanza di pregiudizi riguardo il tipo di cucina lasciano immaginare un carattere più imprevedibile, giocoso e passionale rispetto a chi preferisce rimanere aggrappato alla sua comfort zone.

Aperti al piacere

Replicando l’esperimento in tre studi successivi, in cui 323 partecipanti sono stati invitati a condividere le prime impressioni su finti profili di siti d’incontri, la confusione tra libertinaggio alimentare e sessuale si è rivelata piuttosto persistente. Se questo dettaglio non passa inosservato agli occhi dei potenziali partner, spiegano i ricercatori, è perché apre la strada a tutta una serie di illazioni. A partire dal numero di partner sessuali precedenti – che si stima più alto rispetto a quello degli schizzinosi – fino alla maggiore apertura mentale verso le relazioni di pura passione e minimo impegno. Per qualche motivo ancora del tutto da chiarire, la seraficità con cui si affrontano spezie fluorescenti e combinazioni insolite suggerisce un atteggiamento meno rigido anche tra le lenzuola, incluso un livello più basso di sensibilità al disgusto sessuale. D’altro canto, chi è restio a provare sapori nuovi viene percepito come sessualmente più noioso. L’aspetto più curioso è che sia proprio l’atteggiamento verso il cibo a invitare questo genere di voli pindarici, mentre l’apertura mentale in fatto di hobby e interessi non sortisce lo stesso effetto.

Messaggi in codice

Qualche indizio sul legame privilegiato tra cibo e sesso lo offre anche l’immaginario musicale, pieno zeppo di ammiccamenti e allusioni maliziose. Per quanto la combinazione di questi due piaceri nella vita reale sfoci spesso in spiacevoli e appiccicosi incidenti, racconta il mini-documentario a tema prodotto dal canale YouTube Trash Theory, nella storia della musica pop i doppi sensi culinari si sprecano. La cantante jazz Bessie Smith si vantava di saper cucinare il dolce alla marmellata più buono della città già nel 1923, intendendo ovviamente tutt’altro. E nel 2004 la cantante R&B Kelis ha ottenuto una nomination ai Grammy per il tormentone Milkshake, eludendo ancora una volta il potere della censura.