Sesso e cibo: dimmi cosa mangi… e ti dirò come sei a letto
Chi è più avventuroso in cucina viene percepito come più libertino e più sexy
Quando si tratta di prime impressioni, anche quello che abbiamo nel piatto può fare la differenza. O meglio, possono farla le smorfie che facciamo davanti a cibi nuovi e insoliti.
Un atteggiamento aperto e curioso verso il cibo viene percepito come un segnale positivo anche dal punto di vista romantico e sessuale, almeno tra i ventenni.
A raccontarlo è un recente studio pubblicato sulla rivista Personality and Individual Differences, a cura di un team di ricercatori guidato dalla psicologa Hannah K. Bradshaw.
Il fascino dell’avventuriero
Per testare la loro ipotesi i ricercatori hanno invitato i primi 193 studenti a esprimere le loro preferenze, mostrando loro brevi descrizioni di persone del sesso opposto. Alcune venivano presentate come disponibili a provare cibi nuovi ed esotici durante un appuntamento, altre più riluttanti. Proprio come previsto, a risultare più desiderabili e attraenti sono state le persone gastronomicamente avventurose. Non tanto perché rendono la vita più facile a chi deve invitarle a cena, ma per via dei tanti sottointesi che inconsciamente si associano al comportamento alimentare. Allo stesso modo in cui l’appetito viene associato alla mancanza di disciplina, la flessibilità e la mancanza di pregiudizi riguardo il tipo di cucina lasciano immaginare un carattere più imprevedibile, giocoso e passionale rispetto a chi preferisce rimanere aggrappato alla sua comfort zone.
Aperti al piacere
Replicando l’esperimento in tre studi successivi, in cui 323 partecipanti sono stati invitati a condividere le prime impressioni su finti profili di siti d’incontri, la confusione tra libertinaggio alimentare e sessuale si è rivelata piuttosto persistente. Se questo dettaglio non passa inosservato agli occhi dei potenziali partner, spiegano i ricercatori, è perché apre la strada a tutta una serie di illazioni. A partire dal numero di partner sessuali precedenti – che si stima più alto rispetto a quello degli schizzinosi – fino alla maggiore apertura mentale verso le relazioni di pura passione e minimo impegno. Per qualche motivo ancora del tutto da chiarire, la seraficità con cui si affrontano spezie fluorescenti e combinazioni insolite suggerisce un atteggiamento meno rigido anche tra le lenzuola, incluso un livello più basso di sensibilità al disgusto sessuale. D’altro canto, chi è restio a provare sapori nuovi viene percepito come sessualmente più noioso. L’aspetto più curioso è che sia proprio l’atteggiamento verso il cibo a invitare questo genere di voli pindarici, mentre l’apertura mentale in fatto di hobby e interessi non sortisce lo stesso effetto.
Messaggi in codice
Qualche indizio sul legame privilegiato tra cibo e sesso lo offre anche l’immaginario musicale, pieno zeppo di ammiccamenti e allusioni maliziose. Per quanto la combinazione di questi due piaceri nella vita reale sfoci spesso in spiacevoli e appiccicosi incidenti, racconta il mini-documentario a tema prodotto dal canale YouTube Trash Theory, nella storia della musica pop i doppi sensi culinari si sprecano. La cantante jazz Bessie Smith si vantava di saper cucinare il dolce alla marmellata più buono della città già nel 1923, intendendo ovviamente tutt’altro. E nel 2004 la cantante R&B Kelis ha ottenuto una nomination ai Grammy per il tormentone Milkshake, eludendo ancora una volta il potere della censura.
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