Trasgressioni: ogni tanto fanno bene. Impara a darti il permesso
A volte autorizzarsi a fare e a dire ciò che si desidera, anche se non si rispettano convenzioni, regole e desideri altrui, è un utile training per assecondare i propri bisogni profondi. Cioè per essere più autentiche, soddisfatte e serene
Siamo tutte un po’ schiave delle convenzioni. Nelle relazioni sociali, sul lavoro, in famiglia, esistono delle figure di donna ideali (o presunte tali), cui tendiamo spesso a uniformarci o a ispirarci. Non tutte e non sempre ci adattiamo completamente alle regole imposte dalla società, ma spesso (troppo spesso) ci trasformiamo in carceriere di noi stesse. Nascondere le nostre peculiarità o soffocare i nostri bisogni più profondi, per aderire a canoni di comportamento e a modelli che arrivano dall’esterno, o alle richieste e ai desideri delle persone che ci stanno accanto, è un grande errore.
Giudicarsi, censurarsi e comprimersi può solo portare a negare ciò che siamo veramente e quindi generare ansia, frustrazione e infelicità.
Ascoltare la voglia di trasgressione
La psicologa clinica e psicoterapeuta Nicoletta Travaini, nel volume “Quaderno di decompressione per persone sensibili” (Red!), per regalare equilibrio e serenità anche alle persone più sensibili e inquiete suggerisce l’esercizio che si può definire del “Darsi un permesso”. Consiste nel provare qualche volta a rompere i tabù e i vincoli che ci mortificano e ci stritolano, ascoltando quella voce interiore che ci suggerirebbe di agire o di parlare in modo diverso da come gli altri si aspettano che facciamo: anziché zittirla, può essere molto utile seguirla. La tecnica è adatta a tutte.
L’esercizio da provare
L’esercizio vi offre delle “liberatorie” per essere come volete, anziché come altri vorrebbero che foste: sentirvi libere di dire o non dire, di fare o non fare, è molto rigenerante. In pratica, significa darvi il consenso a dire di no, se vi pare necessario, a uscire o a stare in casa tutte le sere, se questo vi fa sentire bene, a prendervi un giorno da dedicare solo a voi stesse, a mettervi al primo posto anziché in coda a tante altre priorità, a vestirvi in un certo modo se vi piace, a frequentare qualcuno se ne avete voglia. Significa anche autorizzarvi implicitamente a correre rischi o a commettere errori, insomma a non essere perfette (scoprendo che non è poi la fine del mondo). Essere autentiche è una conquista appagante.
All’inizio di ogni settimana, scrivete su un post-it ciò che vi autorizzate a fare (o a non fare) nei giorni successivi e tenetelo in evidenza: servirà a focalizzarvi sempre di più su voi stesse e sui vostri bisogni autentici (quelli che, una volta soddisfatti, fanno stare bene).
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