Smartphone, disconnettiti con la mindfulness
Grazie a tanti esercizi di consapevolezza è possibile ritornare alle emozioni, ai rapporti umani basati sui cinque sensi. E liberarsi dalla schiavitù di una giornata tutta virtuale, fra chat, social e connessione costante
Viviamo perennemente connessi, in simbiosi con una serie di strumenti hi-tech che hanno cambiato profondamente le nostre abitudini e i nostri comportamenti, fornendoci aiuto e supporto nel lavoro, nello studio e nella comunicazione, ma spesso rendendoci tutti un po’ schiavi. A questa condizione ci si può sottrarre ricorrendo a esercizi diversificati di mindfulness, cioè di consapevolezza: li propone il blogger ed esperto di marketing Paolo Subioli nel suo libro “Ama il tuo smartphone come te stesso” (RED!)
Le apparecchiature elettroniche ci offrono un bombardamento di stimoli, servizi, opportunità che alla lunga, come le droghe, ci rendono dipendenti
Internet, le chat, i social ci proiettano in una realtà parallela ed evanescente, che indebolisce la nostra capacità di percepire, interpretare e vivere la realtà concreta. E’ una condizione tranquillizzante, in cui non occorre prendersi responsabilità né affrontare le paure del mondo concreto, una comoda via di fuga dai problemi: anche le relazioni online sembrano più facili, perché mediate e filtrate, prive degli aspetti complicati del rapporto diretto.
Un circolo vizioso
Si innesca però un circolo vizioso che ci fa perdere la vera capacità di empatia e alla fine ci rende più soli, in balia di un flusso di comunicazioni e informazioni continuo, ma superficiale e sfuggente. Dietro allo schermo dello smartphone dimentichiamo perfino di avere un corpo (chattare è una forma di relazione in cui nessuno dei cinque sensi viene messo in gioco). Come uscirne? Cercando di ritrovare consapevolezza e assumendoci delle responsabilità.
Mettersi in pausa…
Stabilire delle pause, camminare nel verde per centrarsi e recuperare se stessi, fissare con il partner zone e momenti tassativamente offline, cercare spazi di solitudine, dedicarsi ad attività creative, soffermarsi a riflettere su come è andata la giornata, seguire rituali di rilassamento profondo sono tutti mezzi per “disintossicarsi”. E’ provato che essere iperattivi, sempre connessi e multitasking ci rende più ansiosi e stressati, perciò è bene tornare al corpo, concentrarsi sul respiro, staccare il pilota automatico, fermarsi ad ascoltare, a guardare, a riflettere e a capire, ridere, telefonarsi, abbracciarsi. Riscoprire la concretezza, le emozioni dei rapporti diretti, il piacere di ritagliarsi spazi di relax senza connessione restituisce quiete alla mente.
Post sì ma consapevoli
Per utilizzare gli strumenti informatici e i social con parsimonia, solo quando servono davvero, bisogna imparare a postare consapevolmente, a riflettere su ciò che si legge o si scrive. Basterebbe ricordarsi che le tracce che lasciamo della nostra vita online sono lo specchio più completo di noi stessi e che esiste un karma digitale: tutto ciò che si può recuperare dalla memoria di pc, tablet e cellulari potrebbe avere conseguenze anche serie su di noi e sugli altri. Paradossalmente dovremmo poter regalare al partner le password di accesso ai nostri mondi virtuali: il modo più hi-tech per dirgli che non abbiamo segreti per lui.
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