Sinestesia: usa i sensi in modo creativo
Impara a sentire il sapore delle parole e a vedere il colore dei numeri. Usare i sensi due alla volta sviluppa la memoria e aiuta a esprimere meglio le proprie doti artistiche
La sinestesia è un fenomeno affascinante su cui si sta ancora indagando, in uno sforzo congiunto tra psicologia e neuroscienze. Una piccola parte della popolazione mondiale vede il mondo in maniera diversa dagli altri, ad esempio sentendo il sapore delle parole o vedendo i colori dei numeri.
Alcuni dei loro sensi si attivano in coppia, curiosa condizione che potrebbe riservare anche qualche vantaggio.
L’ipotesi in voga è che la sinestesia vada di pari passo con una spiccata sensibilità artistica, con la creatività, con capacità mnemoniche superiori alla media e con un’immaginazione più vivida. Sarà possibile allenarla o è riservata a pochi fortunati?
A ognuno la sua sinestesia
Chi ne fa esperienza la considera una via di mezzo tra un superpotere e una curiosa maledizione. Non tutte le forme di sinestesia sono uguali, anche se esistono forme più comuni di altre. La più celebre è quella descritta dal fisico premio Nobel Richard Feynman, che nella sua autobiografia confessava di essere sempre riuscito a vedere le lettere delle equazioni a colori. Un possibile vantaggio della sinestesia grafema-colore, la stessa manifestata da quei bambini che imparando a leggere sorprendono insegnanti e genitori affermando che una lettera è più blu o più gialla di un’altra, è la possibilità di ricordare più facilmente, per una ricchezza di associazioni a cui attingere. Esistono anche casi in cui la sinestesia attiva il gusto, facendo in modo che un nome sappia di cioccolato e un altro invece di liquirizia, oppure le sensazioni tattili, dove basta osservare una persona che viene toccata per condividerne le sensazioni.
Gli esempi più famosi
La sinestesia non avvantaggia solo gli scienziati dalla memoria prodigiosa, come Feynman. Secondo alcuni studiosi il legame tra sinestesia e creatività potrebbe aver influito sulla grandezza di figure come Mozart, Franz von Liszt, Duke Ellington, Vladimir Nabokov, Vincent Van Gogh e Vasilij Kandinskij. Queste ipotesi prendono spunto dalle loro biografie: Kandinskij, ad esempio, raccontava di sentire il richiamo musicale dell’anima dei colori quando il pennello strappava loro una parte di vita, mentre Nabokov era in grado di descrivere le tonalità associate a ogni lettera, un talento che pare condividesse con sua moglie e suo figlio.
Sinesteti si nasce o si diventa?
Difficile comprendere quanto peso abbia la componente genetica, che va pur sempre considerata nella sua interazione con l’ambiente. Secondo una ricerca dell’Università di Milano-Bicocca, la sinestesia può effettivamente essere indotta – almeno in laboratorio – aumentando in soggetti non-sinestetici il livello di eccitazione di determinate aree del cervello. Molti studiosi sostengono che potenzialmente chiunque potrebbe essere un sinesteta, ma non sempre si verificano le condizioni adatte perché questo meccanismo venga attivato o stimolato. Alcuni hanno scoperto di aver involontariamente favorito la loro sinestesia grafema-colore giocando con le lettere colorate dell’alfabeto Fisher-Price – come in una sorta di “imprinting”, scrive Le Scienze – mentre c’è chi ha sviluppato questa capacità in seguito a un ictus o a un incidente. Un altro metodo conosciuto, per quanto poco sano, è quello di aprire le porte della percezione con sostanze psichedeliche: i loro effetti temporanei in rapporto alla sinestesia sono stati riassunti e sistematizzati da David P. Luke e Devin B. Terhune in un lungo articolo apparso sulla rivista accademica Frontiers in Psychology (2013).
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