Shinrin-Yoku: nella natura selvaggia per ascoltare (e ritrovare) se stessi
Il forest bathing, nato dalla saggezza tradizionale giapponese insegna a staccare la spina e a immergersi nella natura per ricaricarsi e ritrovare il proprio io più profondo
Le filosofie orientali offrono spesso spunti di grande fascino, forse perché sono improntate a saggezza, equilibrio e benessere: obiettivi che tutte cerchiamo di raggiungere, sottraendoci allo stress e ai ritmi vorticosi della nostra vita. Avete mai sentito parlare di “bagno di foresta”? I giapponesi lo chiamano “Shinrin-Yoku” ed è un’arte di guarigione.
Significa lasciarsi abbracciare dalla natura: entrare in comunione con il sole, con un acquazzone, con la nebbia, contemplare l’alba o un tramonto, abbracciare un albero è per i giapponesi un modo per sentirsi parte del tutto e per trarre energie positive dalla natura che ci circonda.
Fuori dai sentieri battuti
Anche uscire dai sentieri battuti e avventurarsi nella boscaglia, osservando la flora e la fauna, può essere più faticoso ma estremamente rigenerante: perdi più insegna a superare i propri limiti, che a volte è un passaggio indispensabile per raggiungere la serenità. I bagni di foresta, secondo gli insegnamenti giapponesi, richiedono tempo e pazienza: per essere benefici devono seguire ritmi lenti, non bisogna né correre né programmare, ma riossigenarsi inspirando ed espirando l’aria fresca. Rilassandosi.
Camminare senza pensieri
L’approccio migliore per rigenerarsi, secondo lo Shinrin-Yoku, è camminare nella natura ascoltando solo se stessi, i propri bisogni, e liberando la mente da qualsiasi pensiero disturbante. L’iniziale senso di solitudine si trasforma presto in libertà, perché nella vita quotidiana si ha poco da dedicare all’introspezione e alla riflessione. Chi ha amici che provano lo stesso desiderio di immergersi nel verde può condividere con loro l’esperienza, a piedi o in bicicletta.
Sensi più pronti e attivi
La natura accende i sensi, li rende più attivi e pronti: i maestri giapponesi suggeriscono di togliersi le scarpe, per godere del contatto con l’erba o con la terra, di ascoltare il canto degli uccelli o il ronzio delle api, di lasciarsi coinvolgere dal gioco dei colori della natura, di cercare funghi o frutti di bosco da gustare. E se si vuole davvero uscire dagli schemi abituali, non c’è niente di meglio che tuffarsi nudi in un ruscello, addormentarsi nell’erba, cantare a squarciagola, perdersi fuori dal sentiero, esplorare una grotta o semplicemente stare seduti in silenzio o a fantasticare. Ritrovando così se stessi.
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