10/11/2020

Sei resistente o resiliente?

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 10/11/2020 Aggiornato il 10/11/2020

Rappresentano due approcci diversi davanti alle avversità della vita: uno è quello di chi si oppone ai cambiamenti, perché li teme, l’altro è quello di chi trova risorse e si rialza anche nei momenti di crisi

resilienza

Oggi sentiamo parlare spessissimo di resilienza, un vocabolo che viene talvolta usato anche a sproposito, ma di cui è utile comprendere bene il significato in psicologia. Si tratta infatti di una qualità importante, che ci aiuta a superare con più facilità i momenti complicati della vita: lo assicura la psicologa clinica e psicoterapeuta Nicoletta Travaini nel volume “Tutto, tanto, sempre. Sensibilità e altri superpoteri” (Rizzoli).

Resistere ed essere resilienti sono due modi molto diversi di affrontare le avversità e le più svariate situazioni: con risultati (ed effetti sul nostro equilibrio psico-emotivo) a volte addirittura opposti

Risposte differenti

L’autrice spiega che resistere significa opporsi con la forza a un’altra forza contraria, mentre l’essere resilienti indica la capacità di rimbalzare, di essere elastici e flessibili, di assorbire un urto senza spezzarsi e, più specificamente, di superare le difficoltà che si incontrano senza abbattersi, senza perdere la fiducia in sé, reagendo in modo propositivo agli eventi traumatici e alle ferite che essi procurano, riprendendo la propria strada e riorganizzando in modo diverso il proprio equilibrio emotivo.

Accettare la realtà

Chi resiste alle sollecitazioni traumatiche, dolorose o destabilizzanti è una persona che cerca di opporsi al cambiamento, che lotta contro la realtà anziché accettarla, che si intestardisce a cercare di controllare situazioni che non dipendono dalla sua volontà, che si lamenta se le cose non vanno secondo le aspettative. Risultato? Una sofferenza che non è solo interiore, ma anche fisica: la psicosomatica insegna che tutto questo “combattimento” si ripercuote anche sul corpo, con tensioni muscolari localizzate, irrigidimenti e dolori, in genere alla schiena, alle spalle, alla nuca, alle mandibole. Anche la respirazione viene bloccata, quasi per un meccanismo di difesa e di protezione.

Chi è resiliente, invece, non perde la fiducia e affronta le situazioni spiacevoli o traumatiche con flessibilità, ritrovando l’equilibrio dopo avere superato il momento di crisi. Spesso hanno questo approccio le persone più sensibili, che provano maggiore sofferenza quando la vita le mette alla prova, ma che nel contempo hanno anche maggiore facilità a rialzarsi dopo essere cadute, a imparare dai propri errori, a trovare soluzioni per “risorgere”. Di solito escono anche più rafforzate dalle tempeste. Imparare a vivere senza evitare i cambiamenti, ma fidandosi di più delle proprie capacità, è un modo per crescere e per scoprire che spesso si possiedono più risorse di quelle che ci si aspetterebbe. Bisognerebbe addirittura guardare alle crisi come a opportunità, che fanno riflettere sulla propria vita e aiutano a capire se si è esattamente dove si voleva essere, o se c’è qualcosa da modificare.