Paura dei cambiamenti: come affrontarla
Se non riesci ad affrontare i cambiamenti, il tuo problema si chiama metathesiofobia. L’obiettivo è ridimensionare la paura di abbandonare la tua personale comfort zone
Stai per affrontare una nuova sfida professionale, un trasloco e il solo pensiero scatena il panico dentro di te? «Il cambiamento presuppone una trasformazione: purtroppo molte persone hanno una grande resistenza nei confronti di un’evoluzione, perché ne temono le conseguenze», dice la dottoressa Elisa Stefanati, psicoterapeuta specializzata in EMDR (terapia di desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) alla Casa di Cura Quisisana Ferrara. Quando la paura del cambiamento diventa una vera e propria fobia il termine corretto per definirla è metathesiofobia (metatesi è un gioco enigmistico che si risolve spostando una sola lettera in una parola per formarne un’altra).
Cambiare significa arrivare alla consapevolezza che qualcosa nella nostra vita non gira per il verso giusto o non funziona come vorremmo. E cambiare stravolgendo la nostra vita o cambiarne anche solo un aspetto a volte può essere doloroso e difficile.
Purtroppo, si possono influenzare negativamente anche amici, partner e colleghi.
I sintomi
Ci sono alcuni segnali di allerta che se persistenti non vanno ignorati: la comparsa di pensieri irrazionali, provare paura angosciante davanti all’incertezza, mettere in atto cambiamenti improvvisi e repentini nello stile di vita che tendono a fare evitare alcune situazioni, procrastinare le decisioni. Spesso le persone che temono un cambiamento hanno una vita sociale e relazionale deteriorata e limitano uscite, viaggi, gite e tendono a isolarsi. Questa resa agli eventi comporta quasi sempre rassegnazione, frustrazione e anche disturbi dell’umore.
Sul piatto della bilancia
L’unico modo di guardare in faccia le paure è mettersi in ascolto del nostro mondo interiore, perché le emozioni hanno sempre qualcosa da dirci. Albert Einstein diceva: “La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario”. La cosiddetta comfort zone è un perimetro in cui ci rinchiudiamo, restandone intrappolati per evitare di affrontare difficoltà e cambiamenti, talvolta inevitabili. Un esercizio pratico che può aiutare è dividere un foglio a metà e scrivere un elenco di motivazioni che ci spingono a rimanere in una situazione, elencando vantaggi e svantaggi rispetto a un’ipotetica situazione alternativa. «Questo solitamente aiuta a fare chiarezza e permette di fare emergere i timori che a volte rimangono sotto la punta della dell’iceberg della nostra consapevolezza», precisa. Quando la paura non è circostanziale ma legata ad aspetti di vita più radicati è consigliabile rivolgersi ad un esperto.
Dallo specialista
La terapia di desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari si è dimostrata una modalità di trattamento efficace per le fobie. Si tratta di un protocollo psicoterapico strutturato per individuare e rielaborare i ricordi traumatici sottostanti ad esperienze avverse e i fattori che le hanno scatenate. La psicoterapia con il metodo EMDR permette di modificare la percezione dell’evento traumatico e di ridurre l’impatto emotivo che provoca. In genere occorrono sei/otto sedute, ma tutto dipende sempre dal vissuto di ogni persona e da quanto profonde sono le esperienze traumatiche e la sofferenza psicologica.
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