Pandemia: stanche e annoiate? Ecco come ritrovare la motivazione
Giornate tutte uguali, poca concentrazione e tanta noia. A un anno dal primo lockdown il logoramento si manifesta anche così
Alla seconda primavera che osserviamo dietro a una finestra (o, se siete fortunate, sul balcone) è comprensibile sentirsi demotivatie e stanche. Sappiamo che in condizioni normali la noia ha anche i suoi effetti positivi, ma in questo periodo è difficile credere che questa cronica mancanza di stimoli possa aiutarci a tirare fuori idee brillanti. Tutto sembra diventato monotono, incluse le esortazioni a utilizzare il tempo libero (sempre che se ne abbia) per migliorarsi e sperimentare.
E diciamocelo, anche le distrazioni che un anno fa ci hanno aiutato a colmare l’attesa fino all’estate hanno perso il loro sapore. Ecco perché è ancora più importante non diventare pericolosamente annoiati.
La fatica di aspettare
La pandemic fatigue è ormai una vecchia amica. Già a dicembre l’Organizzazione Mondiale della Sanità metteva in guardia dalla tentazione di ignorare tutte le precauzioni per stanchezza. Alla paura e all’ansia in fondo ci si abitua, tanto da ridurre la percezione del pericolo e il carattere di eccezionalità che nei primi tempi ci aiutava a sentirci più vicini gli uni agli altri. A un anno di distanza è difficile sentirsi tutti sulla stessa barca, mentre le disparità risaltano più nettamente. In più, il senso di disconnessione che comporta la mancanza di socialità e la sensazione di non essere più in controllo della propria vita e del proprio futuro rendono insofferenti alle imposizioni per il bene comune. In questa situazione la noia sembra il minore dei nostri problemi, ma alcuni esperti invitano a non sottovalutarla.
Più aggressive
È difficile prevedere come la noia si rifletta sul comportamento individuale. In un articolo apparso su The Conversation, il ricercatore in psicologia sociale dell’Università dell’Essex Wijnand Van Tilburg riassume gli effetti positivi e negativi della noia. Studi precedenti hanno suggerito che la noia è effettivamente in grado di cambiare il modo in cui approcciamo problemi ed esercizi. A differenza della tipica noia da domenica pomeriggio, la noia cronica che affrontiamo in pandemia rischia di renderci più impulsivi e di alimentare la tendenza a cercare distrazioni immediate, come gli spuntini o i giochi sul cellulare, anziché concentrarci sullo studio o sul lavoro. E quando si tratta di perdita di motivazione, il confine tra noia e frustrazione si fa molto sottile. Le persone che si annoiano più facilmente tendono a essere meno soddisfatte e qualcuno potrebbe anche sfogare questo malessere con l’aggressività, come suggerisce uno studio del 2020 che ha messo alla prova il legame tra noia e tendenze sadiche.
Curiosità e creatività
Più incoraggianti gli studi che sottolineano gli effetti positivi della noia, che nelle giuste circostanze può anche accendere curiosità e creatività. Uno studio del 2013, a cura della British Psychological Society, sottolineava le potenzialità di una mente annoiata. Annoiarsi spinge a sognare a occhi aperti, a essere affamati di novità e a lasciar lavorare l’immaginazione. La stessa conclusione a cui sono giunti i colleghi americani della Texas A&M University, che nello stesso anno difendevano la tesi della noia come motore per il cambiamento e per la ricerca di nuove soluzioni in un articolo apparso su Behavioral Sciences. Come incanalare la noia verso la creatività e impedire che diventi frustrazione? Ascoltarsi è sempre un buon primo passo, senza sensi di colpa perché non si è in grado di reagire. E chiedendo il supporto di chi ci sta accanto se si ha il sospetto che dietro alla noia ci sia un disagio più profondo.
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