Manipolazione emotiva: se la riconosci, la eviti
Fare leva sulle emozioni e sui sensi di colpa è una tattica che nasconde insicurezza e frustrazione. Gli esperti di Guida Psicologi consigliano come reagire
Sfruttare debolezze e sensi di colpa è l’asso nella manica dei manipolatori emotivi, a cominciare da quei genitori che sottopongono i figli a ricatti affettivi e continue intromissioni. È anche la tattica preferita da chi in coppia tende all’egoismo e alla prevaricazione, o da chi in un rapporto di amicizia prende molto di più di quello che è disposto a dare, alimentando il proprio ego attraverso l’influenza esercitata sugli altri.
Molto spesso si tratta di un atteggiamento deliberato, ma non sempre chi lo mette in atto è davvero consapevole di quanto sia controproducente e disfunzionale.
Ecco qualche consiglio dagli esperti di GuidaPsicologi.it per capire come riconoscere i segnali della manipolazione emotiva, negli altri e in sé stessi.
Aggressivi, esigenti e tanto insicuri
Si potrebbe pensare che i manipolatori emotivi siano molto sicuri di loro stessi, ma non è così. Per quanto sia vero che tendono a percepirsi come i protagonisti assoluti del proprio film – relegando gli altri, se va bene, al ruolo di comparse – non brillano per le loro abilità sociali. Anzi, è probabile che ricorrano alla manipolazione e al ricatto proprio perché non sono in grado di essere abbastanza assertivi. Rigidi, infelici e profondamente insicuri, soffrono di bassa autostima ma hanno la tendenza a distribuire giudizi tranchant. Stargli vicino non è una passeggiata: non si accontentano mai di nulla, sono molto esigenti e hanno bisogno di avere sempre ragione. E guai a dirgli di no. La loro bassa tolleranza alla frustrazione li porta a reagire con rabbia, ricorrendo a critiche distruttive o persino a slanci di violenza.
Allo stesso tempo sono ottimi osservatori e possiedono grandi capacità oratorie, grazie alle quali influenzano e convincono, riuscendo a ribaltare le situazioni a loro vantaggio. In particolare, sono molto bravi a rilevare le debolezze degli altri e sfruttarle, cambiando tattica a seconda della situazione. A volte sono apertamente aggressivi, altre volte tendono al vittimismo: alternano i rimproveri continui o esagerati alla strategia opposta, dipingendosi come indifesi e indipendenti. E lentamente erodono l’autostima, il rispetto di sé e l’accettazione di sé dell’altra persona, rendendola insicura, triste e insoddisfatta.
Non farti calpestare!
La prima linea di difesa contro la manipolazione emotiva, ribadiscono gli esperti, è la consapevolezza di avere dei diritti fondamentali che nessuno può calpestare.
Diritto di esprimere i propri sentimenti, opinioni e idee
Diritto di stabilire le proprie priorità
Diritto a essere trattati con rispetto
Diritto di difendersi dall’aggressione esterna, fisica o emotiva
Diritto di dire NO senza sentirsi in colpa
Se si ritiene che questi diritti non vengano rispettati, gli esperti consigliano di mantenere le distanze e non sentirsi obbligati a rispondere alle loro domande o richieste. Prendere tempo aiuta, perché la pressione che esercitano chiedendo risposte rapide è un modo per mettere l’altro con le spalle al muro.
Una volta presa una decisione, è importante dimostrarsi risoluti e consapevoli. Chi è abituato a fare leva sul senso di colpa è anche un campione di rigiramento di frittata e cercherà di prendere l’altro per stanchezza, sperando di farlo cedere e ritornare sui suoi passi. Lasciare andare i sensi di colpa e lavorare sull’autostima, magari con l’aiuto di un percorso terapeutico, aiuta a rimanere saldi sulle proprie posizioni, così come allenare l’assertività. Stabilire dei limiti in modo chiaro e fermo non è facile, ma permette di arginare i tentativi di prevaricazione. Aprire una trattativa può essere una soluzione, a patto che esaudire la richiesta non implichi molto sforzo o sacrificio e che esista un beneficio per entrambe le parti. La comunicazione ideale è amichevole, naturale e rispettosa, in cui vengono convalidate le emozioni e i sentimenti di entrambi: mai perdere la calma e mai cedere all’insistenza.
Se il manipolatore sei tu
Non è detto che chi ha questa tendenza sia per forza un mostro: chi ha sufficiente capacità di autocritica potrebbe riconoscersi in alcuni di questi atteggiamenti. Se avete mai fatto leva sul senso di colpa dell’altro per averla vinta in una discussione, o se avete la tendenza a tenerlo stretto facendo richieste a ciclo continuo o esagerando il vostro bisogno di aiuto e attenzione, se vi sentite sempre insoddisfatte o vi siete accorte di considerare i rapporti con gli altri sempre e solo in chiave utilitaristica, rivolgervi a un professionista per avere delle linee guida potrebbe migliorare la qualità dei rapporti e portare alla luce problemi irrisolti.
Uno psicologo o uno psicoterapeuta possono aiutare a reindirizzare i comportamenti discutibili e sostituirli con altri più appropriati, oltre a riconoscere le proprie insicurezze e ridurre quei comportamenti aggressivi che tendono a fare vuoto intorno, perché non sono piacevoli per nessuno. Non è facile smettere di sentirsi al centro del mondo, soprattutto per gli insicuri, ma imparare a soddisfare i propri bisogni senza approfittare degli altri è necessario per riprendere il controllo della propria vita.
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