28/10/2020

La generosità ti fa bella

Veronica Colella Pubblicato il 28/10/2020 Aggiornato il 28/10/2020

Essere più disponibili fa bene all’anima ma anche allo specchio. Lo racconta uno studio dell’Università dell’Indiana, secondo cui la generosità potrebbe essere il prossimo beauty trend

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«Una persona con pensieri gentili non potrà mai essere brutta», scriveva Roald Dahl. Per essere attraenti infatti non è necessario avere un naso dritto o un sorriso regolare, ma lasciarsi illuminare il viso dalla gentilezza come se fosse un tubetto di crema all’olio di mango. A sostenerlo è uno studio condotto da Sara Konrath e Femida Hamdy, ricercatrici in filantropia e psicologia sociale.

Un circolo virtuoso  

Le opinioni che abbiamo sui belli possono essere piuttosto ambivalenti. Da un lato siamo pronti a concedere alle persone attraenti qualche vantaggio in più, dall’altro c’è chi associa alla bellezza caratteristiche negative come la vanità o l’egocentrismo, aspettandosi che chi ha un bel faccino sia anche più vuoto e superficiale. Una percezione che le ricercatrici cercano di smentire, suggerendo invece che i belli siano anche più generosi. Non sarebbe poi così strano se a mettersi più spesso in gioco, donando tempo ed energie agli altri, fossero le persone che si sentono meglio con loro stesse e che sono abituate a ricevere attenzioni positive.

In più, lo studio suggerisce anche che fare del bene promuova la bellezza interiore, rendendo effettivamente più attraenti le persone impegnate in atti di altruismo e generosità.

Questione di percezione?

Per mettere alla prova le loro ipotesi, Konrath e Handy hanno attinto ai dataset di tre studi che hanno preso in esame adulti in età più avanzata e giovani adulti, compreso un celebre studio longitudinale che ha seguito i soggetti dalla giovinezza alla maturità. A scanso di equivoci, chiariscono le studiose, non si tratta di una percezione mediata dal cosiddetto “effetto alone”, ovvero la propensione ad attribuire più caratteristiche positive alla stessa persona. Chi è stato chiamato a esprimere giudizi sull’aspetto dei soggetti non aveva a disposizione informazioni sul loro comportamento, ma si è basato su un mero fatto estetico. Tuttavia, dai dati pare che la bellezza vada a braccetto con la propensione per il volontariato, accompagnata nei soggetti più anziani anche da un comportamento più affettuoso. La ragione di questa correlazione non è ancora chiara, ma secondo le ricercatrici dovrebbe essere sufficiente per incoraggiarci a essere più aperti e disponibili verso gli altri.