Fragilità: come imparare a reagire
Tutti hanno dei momenti in cui non trovano le risorse per affrontare le difficoltà, ma occorre attraversarli volendosi bene, dosando le forze correttamente e sapendo che sono solo fasi di transizione
È un tema di cui negli ultimi mesi, sui social, si è dibattuto molto, in particolare a proposito di donne famose e di alcune top-influencer: anche persone in apparenza felici, realizzate, di successo e prive di problemi, raccontano di avere (oppure di avere avuto) nella vita momenti in cui si sentono piccole e inadeguate. Si sentono fragili. Di fragilità, per capire meglio cosa sia e come affrontarla, abbiamo parlato con la psicologa clinica e psicoterapeuta Nicoletta Travaini, che affronta anche questo argomento nel volume “Tutto, tanto, sempre. Sensibilità e altri superpoteri” (Rizzoli).
«Sentirsi fragili significa non essere equipaggiati in quel particolare momento per il caos, per gli imprevisti, per lo stress» afferma l’esperta.
Chi è meno reattivo
La dottoressa racconta che spesso chi vive sempre nella propria zona di comfort, evitando accuratamente le sfide, i cambiamenti e le forti pressioni emotive, di fronte alle difficoltà vacilla più facilmente, ha paura e si sente fragile, perché non è abituato a reagire di fronte ai problemi. Al contrario, ci sono persone che proprio nello stress trovano lo stimolo a cercare soluzioni, a dare il meglio di sé, e in qualche modo si “allenano” a farlo abitualmente.
I momenti altamente sensibili
Al di là dell’indole, della propria natura e delle esperienze vissute, che rendono l’approccio di ogni singolo individuo diverso di fronte agli scogli e alle sfide della vita, la verità è che tutti noi abbiamo momenti in cui siamo più fragili. Sono quelli che l’esperta chiama “momenti altamente sensibili”: situazioni dolorose o anche gioiose, che hanno comunque un grande impatto emotivo e che ci destabilizzano, perché ci spingono fuori dalle nostre abitudini tranquillizzanti e ci fanno sentire soli, vulnerabili, persi davanti a qualcosa che non conosciamo. È una cosa assolutamente normale. Se queste situazioni della vita si protraggono molto a lungo, si diventa più fragili, ci si chiude in una posizione di resa e spesso si attende che sia la vita a scegliere per noi: rimandare le decisioni, lasciare che sia il caso a decidere, appare meno traumatico che scegliere come uscire dall’impasse.
Più consapevoli per dare il meglio di sé
È però importante sapere che queste fasi di transizione possono arrivare, ma vanno affrontate proprio come periodi di passaggio, con la consapevolezza che tutti, prima o poi, cadono per poi rialzarsi: la dottoressa Travaini ne parla anche nel suo TED talk su Youtube. Proprio quando si decide di affrontare le sfide, le difficoltà e i cambiamenti, in genere si trova in sé una forza inaspettata e si scopre di essere capaci di dare il meglio di sé, nonostante si fosse convinti del contrario. Un consiglio utile è sempre quello di “dosarsi”, risparmiando e indirizzando le proprie forze verso ciò per cui vale la pena di lottare: in questo modo ci prende cura di se stessi, ci si protegge e ci si mantiene meglio in equilibrio, anche nei periodi di maggiore buio.
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