Disegnare fa bene al cervello: ecco perché

Redazione Pubblicato il 21/02/2018 Aggiornato il 21/02/2018

Disegnare, ma anche cucinare o costruire qualcosa, rallenta il declino cognitivo legato all’età e consente di tenere a bada stress e preoccupazioni

disegnare

È dimostrato che, quando il cervello si dedica ad attività creative, si stimolano diverse funzioni cognitive che consentono ai neuroni di mantenersi attivi e allenati.

Una di queste attività è il disegno, che trasforma una semplice attività ludica in un vero e proprio programma di allenamento per il cervello, che si articola in 3 fasi.

  1. Immaginate l’oggetto del disegno. Tra gli ingredienti mentali che permettono di eseguire una rappresentazione grafica, ci sono le cosiddette abilità visuo-spaziali, che consente di immaginare mentalmente la forma dell’oggetto che si desidera disegnare (per esempio un cane), cogliere i collegamenti spaziali tra le varie parti (le orecchie sono in alto rispetto al muso), trasformare le immagini e figurarsi i movimenti nello spazio (il cane potrebbe correre e poi sedersi). Queste funzioni attivano i neuroni che si trovano nelle aree posteriori del cervello (aree parieto-occipitali), le stesse che si attivano quando percepite immagini dall’esterno.
  2. Tenetela a mente. Un secondo ingrediente è la memoria di lavoro (o working memory) che, come una “lavagna cancellabile”, consente al cervello di tenere in mente la forma dell’immagine per il tempo necessario a compiere rotazioni mentali e operazioni di manipolazione delle caratteristiche grafiche.
  3. Disegnate. Una volta completata l’immagine mentale, è necessario tradurla in segni grafici, grazie all’attivazione del sistema motorio (prassia ideo-motoria), che permette di compiere fisicamente i gesti necessari per disegnare. Se l’oggetto del disegno nasce dall’immaginazione, occorre anche una certa dose di creatività che scaturisce dall’emisfero destro, per dare libero sfogo a fantasia ed emozioni.

Non vi piace disegnare?

Se non amate il disegno optate per le altre attività creative, dal bricolage alla sperimentazione di nuove ricette in cucina, tutte rappresentano un modo efficace e divertente per allenare le funzioni mentali, perché aiutano i neuroni a “fraternizzare”, cioè a mantenere quei legami che sono alla base del funzionamento cerebrale.

È dimostrato che sottoponendo il cervello a questa “ginnastica”, si possono migliorare tutte le abilità cognitive. Questa teoria è legittimata anche da studi condotti negli anni Cinquanta da Rita-Levi Montalcini e Viktor Hamburger (professore di embriologia), secondo cui la plasticità del cervello non cambia con il passare del tempo, ma ogni persona è in grado di apprendere nuove informazioni a qualunque epoca della vita, stimolando con attività piacevoli la propria creatività.