Covid-19 e sogni: sono più vividi, più frequenti, spesso bizzarri
Non soffermatevi troppo sul significato: i sogni in questo periodo di isolamento e preoccupazione servono soprattutto a rielaborare le emozioni
In queste settimane diversi gruppi di ricerca in tutto il mondo stanno indagando le conseguenze dell’isolamento sulla qualità del sonno e sul ritmo sonno-veglia, inclusa l’Associazione Italiana Medicina del Sonno (AIMS). Tra gli effetti collaterali della pandemia sembrano esserci anche sogni più vividi e frequenti, condivisi da centinaia di persone su piattaforme come idreamofcovid.
Una volta tanto anche i sogni assurdi e incomprensibili degli altri ci affascinano quanto i nostri, perché dimostrano che non siamo gli unici a provare paura, ansia, nostalgia e una buona dose di alienazione.
Significativi, ma non troppo
Ma cosa dicono davvero di noi i nostri sogni? Frequenti risvegli e un sonno frammentato possono dare l’impressione che i sogni bizzarri o inquietanti siano in aumento, ma solo perché tendiamo a ricordarli con più precisione. C’è chi è perseguitato da incubi sul contagio e chi invece sogna di innamorarsi, chi viene invitato al matrimonio del gatto dei vicini e chi sogna di essere ricoverato d’urgenza dopo aver perso tutti i denti. I più superstiziosi potrebbero leggere quest’ultimo particolare come un presagio di morte, ma i sogni non sono premonizioni. Possono però raccontarci qualcosa sui nostri sentimenti, a patto di non prendere troppo sul serio i loro contenuti.
La funzione degli incubi
Anticamente si credeva che i sogni fossero messaggi divini, poi sono diventati una finestra sull’inconscio libero dalla repressione. Negli ultimi decenni le neuroscienze hanno dato il loro contributo allo studio dei sogni suggerendo che abbiano un ruolo nel fissare i ricordi, nell’approcciare i problemi in maniera non convenzionale e a processare le emozioni. Non è quindi un caso che gli incubi tendano a tormentarci proprio quando le emozioni negative sono una costante della nostra vita da svegli. Chi affronta le conseguenze di un evento traumatico deve spesso fare i conti con sonni agitati e scenari inquietanti, sia rivivendo l’esperienza all’origine del trauma che reinterpretandola in maniera metaforica.
I mille volti della pandemia
I ricercatori del sonno intervistati dal National Geographic, tra cui Luigi De Gennaro dell’Università La Sapienza di Roma e Perrine Ruby del Lyon Neuroscience Research Centre, hanno tracciato un parallelismo tra gli incubi da COVID e quelli vissuti da chi ha subito le conseguenze di altri eventi straordinari, come il terremoto del 2009 a L’Aquila. A essere perseguitati dagli incubi più realistici potrebbero essere gli operatori sanitari o i familiari delle vittime, che hanno affrontato direttamente le conseguenze della pandemia. Chi invece si sente minacciato da un nemico invisibile potrebbe vivere questa paura sognando un campionario di mostri senza volto, invasioni di insetti e apocalissi zombie.
Sogni sfrenati
Se invece degli incubi siete perseguitati da sogni illogici o imbarazzanti, magari preoccupandovi che la quarantena vi abbia svelato particolari di voi stessi che non avreste mai voluto sapere, potete rilassarvi. Già negli anni ’90 gli psichiatri Hobson e McCarley hanno messo in discussione le teorie di Freud sostenendo che il significato dei sogni sia più casuale di quanto si creda. Un’altra delle spiegazioni che la scienza ha fornito sulla vivace vita interiore dei sognatori, racconta Robert Sapolsky in L’uomo bestiale (Orme), ha invece a che fare con la limitata attività della corteccia prefrontale durante alcune fasi del sonno. Questa regione svolge un ruolo centrale nell’autodisciplina, nel rinviare la gratificazione e nel tenere a bada gli impulsi, il che spiegherebbe perché nei sogni possiamo essere più violenti, imprevedibili e sessualmente disinibiti che da svegli.
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