Il lockdown ci rende insoddisfatte anche del nostro corpo. Come ritrovare l’autostima
Lo stress da pandemia abbassa anche la fiducia in se stessi, fa sentire brutte e fuori forma. Lo racconta uno studio inglese, svelando desideri e frustrazioni
Piacersi è diventato sempre più difficile. Stress, vita sedentaria e modelli di riferimento diventano irraggiungibili durante questo secondo ciclo di restrizioni, uno studio dell’Anglia Ruskin University approfondisce gli effetti del primo lockdown, individuando un legame tra le ansie legate alla pandemia e quelle relative alla propria immagine.
Tra desiderio e insoddisfazione
All’indagine hanno partecipato 506 adulti residenti nel Regno Unito, con un’età media di 34 anni. I questionari proposti dai ricercatori sono serviti a valutare la quantità di eventi stressanti vissuti dai soggetti nel mese precedente, separando le preoccupazioni legate al contagio e alla pandemia dalle ansie individuali.
Non sono solo le donne a sentirsi più insoddisfatte del proprio corpo, desiderando ardentemente pancia piatta e gambe sottili, ma anche gli uomini, preoccupati di non essere abbastanza muscolosi o imponenti.
In situazioni di stress è piuttosto comune che l’insoddisfazione segua traiettorie tracciate dalle aspettative di genere, spiega lo psicologo sociale Viren Swami, soprattutto per via della pressione sociale a conformarsi a ruoli tradizionali. Per le donne il controllo del peso è una questione di autodisciplina, alimentata dalle continue esortazioni al miglioramento e alla cura di sé, mentre gli uomini seguono il modello egemone di mascolinità con i suoi richiami all’autosufficienza e alle esibizioni di forza.
Perché non è la solita ansia
In fatto di ansia e stress, la scorsa primavera ha generato la tempesta perfetta. Abbiamo dovuto modificare radicalmente i nostri ritmi quotidiani, con ricadute sulla qualità della dieta e sul riposo, imparare a convivere con la paura del contagio e abituarci a passare ancora più tempo davanti a uno schermo, spesso in mancanza di alternative. A renderci più insicuri potrebbero essere state proprio le maratone di televisione e internet, suggeriscono gli autori, anche a causa dell’omologazione dei canoni estetici proposti dai media. Questa sovraesposizione a ideali di magrezza e perfezione atletica potrebbe aver spinto chi è rimasto a casa sul divano a ruminare negativamente sul proprio aspetto, preoccupandosi più del dovuto di ogni rotondità guadagnata. Persino chi abbraccia una filosofia body positive non è immune ai paragoni, uscendone quasi sempre con il morale sotto le scarpe.
Stop alle false soluzioni
In tempi di incertezza, disciplinare il proprio corpo aiuta a sentirsi di nuovo in controllo. La preoccupazione degli autori è che questa esigenza, alimentata da un rimuginìo a ciclo continuo sui propri presunti difetti, porti a sviluppare abitudini sbagliate, dal salto dei pasti alle diete iperproteiche improvvisate da chi vuole mettere su massa velocemente. Ecco perché è consigliabile rivolgersi a un professionista quando i pensieri negativi sulla propria immagine sembrano fuori controllo, senza sottovalutare l’impatto di isolamento e paura sulla salute mentale.
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