Convivenza: che battaglia!

Redazione Pubblicato il 02/01/2018 Aggiornato il 02/01/2018

Condividere con altri i propri spazi non è sempre facile e i motivi di screzio (o di liti furibonde) sono tanti e sempre in agguato. Una recente ricerca ci illustra le sfaccettature della guerra fra conviventi

liti domestiche

Bisogni diversi, gusti diversi, aspettative e aspirazioni diverse: intorno a questi cardini si intrecciano le mille battaglie della convivenza quotidiana. La panoramica è offerta da Life at home report 2017, una ricerca svolta per sei mesi da Ikea in 22 Paesi di tutti i continenti, con analisi sui social network e interviste dirette a un campione di oltre 21.000 adulti. I risultati fotografano le mille difficoltà di condivisione degli spazi domestici e il quadro è spesso impietoso: ciascuna di noi può almeno in parte identificarsi.

Si bisticcia per il disordine e per la violazione della propria privacy, perché i conviventi sono sempre distratti da chat e social, oppure perché non si condividono abbastanza le scelte domestiche

  1. La diversa percezione che i conviventi hanno del disordine è motivo di lite per il 49% degli intervistati. Per il 44% liberarsi di tutto ciò che si conserva in casa pur non usandolo migliorerebbe le cose, ma si tende sempre a rimandare. E’ quindi importante trovare dei compromessi: se uno è ordinato e l’altro getta e lascia a terra la sacca della palestra fino al giorno in cui la userà di nuovo, lo scontro è garantito.
  2. La violazione degli spazi altrui causa il 17% delle liti domestiche: per facilitare i rapporti è indispensabile che ciascuno mantenga proprie aree di privacy, cioè che riflettano storia e gusti personali. Ma mentre il 58% degli intervistati dichiara di saper negoziare apertamente con la persona con cui vive (e il 40% ammette di aver gettato via qualcosa dell’altro senza dirglielo), il 42% si piega silenziosamente a compromessi frustranti, che a lungo andare inquinano l’armonia dei rapporti. I casi più complessi? Quelli in cui uno dei partner va ad abitare nella casa già occupata dall’altro (il 40% dichiara di vivere con oggetti che odia, ma che non può gettare via).
  3. Condividere le scelte e le decisioni è un must per la pace fra conviventi, perché sentirsi soddisfatti e “a casa” negli ambienti in cui si vive è fonte di benessere per il 69% degli intervistati.
  4. La tecnologia è un tasto dolente nella guerra fra coinquilini: siamo sempre connessi con l’esterno, grazie a tutti gli strumenti hi-tech di cui disponiamo, ma il 33% ammette che questo finisce per diventare un limite nelle relazioni umane. Il 47%, per evitare polemiche, bandisce smartphone e tablet quando si è a tavola.
  5. Anche trasformazioni e lavori di ristrutturazione domestici sono motivo di screzi (21%), perché la casa è espressione dell’identità personale e per modificarla occorre accordo. Cosa rara. La regola: andare incontro ai bisogni di tutti e trovare soluzioni ai problemi più sentiti: ad esempio un intervistato su 5 vive malissimo le dimensioni ridotte degli spazi.