17/11/2020

Conflitti: come disinnescarli in 5 mosse

Veronica Colella Pubblicato il 17/11/2020 Aggiornato il 18/11/2020

Alcune persone sembrano sempre in cerca di una scusa per litigare. Ecco qualche consiglio per tenerle a bada, senza lasciarsi intimidire

Frustrated millennial female worker sitting at table with colleagues, felling tired of working quarreling at business meeting. Upset stressed young businesswoman suffering from head ache at office.

Chi cerca continuamente il confronto mette a dura prova anche i caratteri più miti. Non tutte le provocazioni sono palesi, ma esiste un vasto campionario di frecciatine, critiche, commenti ambigui e piccole prepotenze a cui è difficile non reagire, che si tratti di un partner con la luna storta o di uno sconosciuto in rete che ci tiene a farci sapere la sua opinione (spesso non richiesta).

Rispondere al fuoco con il fuoco non è l’unica via d’uscita: come ci insegna la psicologa americana Susan Krauss Whitbourne, rispondere all’aggressività con la compassione è il modo migliore per non lasciarsi contagiare.

All’origine della rabbia

Non sempre chi è litigioso ha un vero motivo per prendersela con noi. Uno studio condotto dall’Università del Kansai, in Giappone, suggerisce che dietro alle forme più comuni di antagonismo ci sia una tendenza a ruminare su rabbia e frustrazione, che rende progressivamente più irascibili. Anziché essere un tratto immutabile di alcune personalità, l’aggressività si nutre dei sentimenti repressi e inascoltati. Ecco perché vale la pena di tentare la via della conciliazione, spiega Krauss Whitbourne, evitando di soffiare sulle braci del conflitto per ravvivarne la fiamma.

5 consigli per mantenere la calma

Non saremo tutti esperti di mindfulness o negoziatori di professione, ma possiamo essere d’aiuto agli altri e a noi stessi mantenendo un atteggiamento calmo e composto.

  1. Dai un nome ai sentimenti. Non è necessario fare finta di niente e neppure ricorrere a urla e recriminazioni. Se una persona si rivolge a noi in maniera aggressiva possiamo invitarla a un confronto aperto e sincero su quello che la fa arrabbiare, spezzando il circolo vizioso dei sentimenti repressi. Sperando che sentirsi accettata e ascoltata la aiuti a riesaminare la situazione con meno preconcetti, o che la nostra tranquillità sia contagiosa.
  2. Non prenderla sul personale. La rabbia degli altri non dovrebbe essere un nostro problema. Anche perché dietro ogni risposta sgarbata può esserci un retroscena che non conosciamo: lo strascico di un altro litigio, un semaforo che ha impiegato troppo tempo a diventare verde, un toast bruciato o una preoccupazione di natura più seria e personale. In ogni caso, è importante ricordare che non è colpa nostra se una persona è costantemente arrabbiata. Chi reagisce mettendosi sulla difensiva ha già accettato questa responsabilità, mentre lasciar scivolare l’offesa la respinge al mittente.
  3. Punta a un linguaggio neutrale. Di persona, al telefono o per iscritto, le parole con cui scegliamo di esprimerci sono importanti. A volte può essere utile una pausa, rimandando la discussione finché non si placano gli animi. L’importante è usare un tono pacato, scegliere termini semplici e alla portata di tutti, essere sintetici e consapevoli dei propri limiti. I fraintendimenti non si possono escludere del tutto, ma possono sempre essere chiariti.
  4. Non lasciarti intrappolare. Non bisogna cedere alla rabbia, soprattutto quando sappiamo che per l’altra persona ogni pretesto è buono per iniziare un litigio. Recriminazioni, accuse e attacchi personali danno soddisfazione solo quando colpiscono nel segno: se li lasciamo cadere nel vuoto, perdono potere.
  5. Offri qualche alternativa. Se si tratta di un atteggiamento radicato, l’invito a sfogare queste energie in maniera diversa potrebbe rendere la vita più facile a entrambi. Dalla palestra ai videogiochi, ci sono tanti modi sani per far fluire rabbia e aggressività senza che nessuno si faccia male, emotivamente o fisicamente.