Cervello: è diverso per uomini e donne?
Davvero il cervello maschile ha caratteristiche diverso da quello femminile? Gli studi danno qualche spiegazione più profonda e prospettano anche l'utilità per cure personalizzate
Il nostro cervello ha un sesso? La risposta è più complicata di quello che sembra: se è vero che esistono differenze riscontrabili nei cervelli degli uomini e delle donne, genetica e biologia non sono in grado di plasmare il nostro comportamento nel modo in cui lo intende il senso comune.
Attitudini differenti? Talenti diversi per lui e per lei? Può essere vero, ma non tutto dipende dalla biologia
Azioni ed emozioni sotto esame
Gli studi effettuati con la risonanza magnetica (fMRI) hanno evidenziato meccanismi diversi nell’elaborazione del linguaggio (inter-emisferica nei soggetti di sesso femminile, intra-emisferica in quelli di sesso maschile), una variazione nel volume dell’amigdala (il centro delle emozioni, più grande negli uomini), oppure nel volume della corteccia prefrontale e dell’ippocampo (deputati alla pianificazione, alla memoria e al controllo delle emozioni, più grandi nelle donne). Dopo decenni di sforzi per interpretare le differenze sessuali a livello neurale, molti ricercatori hanno però concluso che non esistono “collegamenti semplici” fra una specifica caratteristica e un dato comportamento. Piuttosto, pensieri, azioni ed emozioni sono il risultato di interazioni complesse e di molteplici fattori, di cui il sesso è solo una piccola parte.
Una profezia che si autoavvera
I nostri cervelli non sono asessuati, ma la prospettiva in cui le differenze vengono studiate andrebbe rovesciata: è quello che sostiene la neuroscienziata Gina Rippon, secondo la quale lo stereotipo per cui gli uomini sono per natura più bravi in matematica e che le donne hanno un dono per la comunicazione fa sì che lo diventiamo davvero, impegnandoci di più nelle attività in cui pensiamo di essere maggiormente portati. Il nostro cervello, dotato di un’estrema plasticità, risponderà a questi stimoli sviluppandosi in maniera leggermente differente.
Un mosaico di caratteristiche
Anche se le differenze esistono, non sono distribuite in maniera uniforme. Come spiega la psicologa e filosofa Cordelia Fine nel saggio “Testosterone Rex: Miti di scienza, sesso e società” (La Nave di Teseo), «Le differenze tra maschi e femmine non si “sommano” in modo tale da creare due tipi di natura umana; piuttosto, come le differenze sessuali nel cervello, creano “mosaici” di tratti della personalità, di atteggiamenti, di interessi e di comportamenti, alcuni più comuni nei maschi che nelle femmine, altri più comuni nelle femmine che nei maschi». Il singolo individuo presenta nella stragrande maggioranza dei casi caratteristiche “miste”: solo l’1% dei soggetti possiede tratti identificabili esclusivamente come “maschili” o “femminili”, categorie pur sempre viziate dal ruolo sociale e culturale attribuito alle differenze di genere. Gli stessi ricercatori, avverte Fine, non sono immuni: le metodologie sono spesso orientate da idee preesistenti su quello che un maschio o una femmina dovrebbero essere, rischiando di esagerare l’importanza delle differenze e sottovalutare le similarità.
Quando la differenza conta
Più che cercare di stabilire se le donne vengono davvero da Venere e gli uomini da Marte, soffermarsi su cosa rende diversi i nostri rispettivi cervelli è utile per trovare cure migliori e più efficaci. Malattie come il morbo di Parkinson e la SLA tendono a colpire più spesso gli uomini, mentre il morbo di Alzheimer, la sclerosi multipla e la depressione colpiscono maggiormente le donne. Tenere conto delle differenze genetiche, ormonali e strutturali legate al sesso potrebbe fornire una migliore comprensione sull’evoluzione e sul trattamento di alcune malattie neurodegenerative, proprio come ha migliorato la prevenzione e il trattamento delle malattie cardiovascolari.
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