5 buoni motivi per (ri)cominciare a leggere
I dati rivelano che gli italiani leggono sempre meno. Un peccato, perché la lettura ha benefici dimostrati sul cervello, il benessere e le relazioni sociali
Italiani lettori scarsi e pigri: secondo gli ultimi dati Istat, nel 2015 il 42% degli italiani ha letto almeno un libro, ma una famiglia su 10 non ha alcun libro in casa, il 64,4% ne ha al massimo 100.
Le donne battono gli uomini: il 48,6% delle italiane sono lettrici, contro il 35% dei maschi.
Quasi un lettore su due si conferma “lettore debole”, cioè ha letto non più di tre libri in un anno. Riscoprire il piacere della lettura, invece, è utile per almeno 5 buoni motivi.
1. Aiuta a conoscersi meglio
La lettura ha una forte valenza introspettiva: mettendo in primo piano il rapporto con se stessi, favorisce l’instaurarsi di un dialogo interiore fondamentale per la crescita personale. Attraverso il confronto con i personaggi e le storie, invita a riflettere, ad andare più in profondità nell’analisi di sé e degli altri.
2. Favorisce le relazioni
Dimenticate i “secchioni”, i topi di biblioteca e gli stereotipi dei lettori taciturni e asociali. La lettura non favorisce l’isolamento, ma una solitudine “positiva”, perché consente di entrare in contatto con se stessi. Non è neppure un’attività passiva, anzi: apre e libera la mente, che viaggia e vola seguendo gli spostamenti dei protagonisti e i cambi di ambientazione. Incentiva l’incontro e il dialogo con gli altri, attraverso i gruppi di lettura e le serate tematiche nelle biblioteche.
3. Sviluppa la mente
Stimola lo sviluppo di competenze (memoria, attenzione, comprensione, pensiero critico) e amplifica il sapere. Una ricerca americana ha mostrato che, dopo aver terminato la lettura di un buon libro, le persone mostrano una maggiore attività nella corteccia temporale sinistra del cervello (responsabile della comprensione del linguaggio e del pensiero analitico).
4. Rende più empatici
Secondo uno studio newyorkese, la narrativa favorisce nelle persone lo sviluppo dell’empatia, che è la capacità di mettersi “al posto dell’altro” per condividerne sentimenti ed emozioni. I ricercatori sostengono che gli autori, non rivelando tutto dei loro personaggi, fanno sì che chi legge si sforzi di entrare nella loro mente, sviluppando doti come sensibilità, altruismo e comprensione.
5. Fa vivere nuove esperienze
La scienza ha dimostrato che sperimentare qualcosa durante la lettura è come farlo nella vita reale. Leggere, secondo il neuroscienziato Gregory Burns, non solo ci proietta nei panni del personaggio, ma ci fa “muovere” insieme a lui.
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