Donne in carriera? Sì, senza imitare gli uomini
L'errore peggiore è assumere atteggiamenti maschili che non ci appartengono. Meglio puntare su caratteristiche tipicamente femminili come la capacità di stabilire relazioni o l'essere multitasking
Esiste (e resiste) la convinzione che il manager perfetto sia uomo, quindi tendiamo spesso a omologarci a comportamenti e atteggiamenti maschili per essere apprezzate e farci strada sul lavoro. Ma è un errore. Mascolinizzarsi, indurirsi, rinunciare alla propria femminilità e magari sacrificare la famiglia, pur di fare carriera, non è solo mortificante ma è controproducente. Anche nelle grandi multinazionali, ormai, si è capito che le donne in posizioni di rilievo sono tanto più efficienti e produttive sul lavoro, quanto più riescono a trovare un’armonia fra il loro privato, la loro essenza più profonda e i ruoli lavorativi che ricoprono.
La minore aggressività, la tendenza a essere empatiche, la capacità di ascolto, la predisposizione alla mediazione e all’eloquenza (sì, proprio quella che tanto spesso gli uomini ci rimproverano…) sono tutte qualità vincenti sul lavoro.
Più della ruvidezza, della prepotenza, della tendenza a comandare senza mezze misure, che sono invece più tipiche dei maschi.
Caratteristiche a confronto
Come sottolinea la coach Chiara Cecutti nel volume “Quando il manager è donna. Come fare carriera senza trasformarsi in un uomo” (Hoepli) mentre l’uomo ha una visione settoriale dei problemi, la donna ha di solito un’utilissima visione di insieme, inoltre è multitasking e sa relazionarsi più facilmente con colleghi e sottoposti per trovare le soluzioni ad hoc in ogni situazione. L’uomo è più razionale, la donna sa usare proficuamente il suo intuito. Nell’affrontare una situazione spinosa, l’uomo è più diretto, istintivo e immediato, la donna più riflessiva e attenta ad analizzare bene i dettagli. Nei rapporti con gli altri, la donna attribuisce grande importanza a stabilire buone relazioni e a essere comprensiva, mentre l’uomo ama dare ordini indiscutibili e direttive (ma qual è la vera leadership?).
Puntare sull’essere se stesse
La conclusione? Dobbiamo noi per prime convincerci che l’uomo non è il solo e unico capo possibile. Maschi e femmine hanno modi diversi di rapportarsi agli altri, alla vita e ai problemi lavorativi e non è affatto vero che gli uni siano migliori degli altri. Spesso, anzi, sono complementari e sinergici, quindi utili in modi diversi. Il segreto è rimanere se stesse, facendo fruttare al meglio le proprie caratteristiche: spesso cercare di modificare il proprio essere, imitando gli uomini, dà risultati inefficaci ed è fonte di ansia per chi lo fa.
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