21/10/2021

Dall’ansia agli scatti d’ira: in pandemia aumentano gli squilibri emotivi. Come affrontarli

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 21/10/2021 Aggiornato il 21/10/2021

Da una recente ricerca emerge che il ricorso ai professionisti della psiche, specie dopo la fine del lockdown, cresce anche in giovane età. Un aiuto arriva anche da tecniche come lo yoga e la meditazione

Young woman visiting therapist counselor. Girl feeling depressed, unhappy and hopeless, needs assistance. Serious disease, unwilling pregnancy, abort or death of loved one, addiction to drugs concept

L’Osservatorio di ProntoPro ha condotto un’indagine per capire quale sia l’entità del ricorso alla consulenza psicologica da parte degli italiani in questo momento storico. Quanto ha inciso la pandemia nel benessere delle persone? E quanto è destabilizzante il ritorno alla “nuova normalità” che stiamo vivendo oggi?

Nel periodo successivo all’estate, e in particolare nel mese di settembre, le richieste di aiuto a professionisti del settore psicoemotivo sono cresciute del 40% rispetto ai mesi precedenti.

Il 20% arriva da giovani di età compresa fra i 18 e i 25 anni, mentre una consulenza su 10 ha come protagonisti ragazzi fra i 10 e i 18 anni. Sono dati inquietanti, che fotografano il senso di vuoto, di ansia e di insicurezza che permane nella popolazione, soprattutto in quella più giovane, nella fase in cui ci si sta riappropriando (fra incertezze e difficoltà) delle abitudini precedenti ai mesi del lockdown e delle restrizioni.

Richieste d’aiuto per risolvere il malessere

Tutto il 2021 è stato caratterizzato da un significativo ricorso a professionisti della mente per risolvere il malessere dilagante e per trovare sostegno: la prima impennata si è avuta alla fine del mese di marzo, in coincidenza con le riaperture post-confinamento. Ma che tipo di supporto psicologico è stato chiesto? Il 20% di chi ha scelto di farsi aiutare si è orientato verso uno psicoterapeuta, per fare fronte a difficoltà, disturbi e psicosi conclamati. Un ruolo meno importante (ma comunque significativo) è stato quello del consulente matrimoniale (5% delle richieste) e del life coach (4%).

I problemi più diffusi

L’analisi delle motivazioni che spingono da mesi gli italiani a consultare gli specialisti della psiche fa emergere che ansia, stress e attacchi di panico sono le problematiche più comuni: il 23% di chi ha chiesto aiuto lo ha fatto proprio per l’incapacità di gestire, da solo, stati d’animo violenti, spiacevoli e non abituali. Questo aspetto trova conferma anche in uno studio pubblicato lo scorso aprile dal Centro di riferimento per le scienze comportamentali dell’Istituto Superiore di Sanità: la ricerca ha rivelato infatti che le ripercussioni della pandemia sullo stato d’animo della popolazione hanno aggravato in modo significativo gli squilibri psicologici rispetto al periodo pre-Covid.

Il 19% delle richieste di aiuto ha riguardato problemi relazionali o di coppia, mentre il 18% è nato da difficoltà di gestione della propria personalità, in particolare di esplosioni improvvise di rabbia e scarsi livelli di autostima. Il 12% di chi si è rivolto a terapeuti lo ha fatto espressamente per affrontare uno stato depressivo, l’11% invece per cercare una generica consulenza, che desse un nome a emozioni mai provate prima. Non sono mancati coloro che hanno dovuto affrontare un trauma (7% delle richieste), disturbi alimentari e dipendenze (4%).

Con l’aiuto di yoga e meditazione

La ricerca di ProntoPro ha evidenziato che, in alternativa al ricorso ai professionisti della psiche, moltissimi italiani scelgono pratiche body&mind riequilibranti. La metà delle persone interpellate ha scelto lo yoga per ritrovare benessere e il numero dei seguaci della disciplina indiana è raddoppiato nel mese di settembre rispetto all’estate. Il 26% ha scoperto invece i corsi di meditazione e il 14% si è rivolto a un naturopata, per ritrovare l’energia vitale con soluzioni e tecniche dolci.