28/06/2021

Coppia: chi si somiglia si piglia?

Veronica Colella Pubblicato il 28/06/2021 Aggiornato il 29/06/2021

Vivere insieme non rende più simili, ma le coppie che durano a lungo sono quelle in cui i partner si somigliano. A raccontarlo è un recente studio pubblicato su Scientific Report

Gwyneth Paltrow and Brad Pitt (Photo by Kevin Mazur Archive/WireImage)

Osservando una stanza piena di coppie ben rodate non è difficile intuire chi è sposato con chi. Queste somiglianze di famiglia hanno colpito l’immaginazione di alcuni psicologi, interessati a scoprire se la convivenza sia un fattore chiave nel rendere i coniugi più simili. L’idea che amarsi per tutta la vita voglia dire diventare lo specchio l’uno dell’altra è molto romantica, ma uno studio pubblicato su Scientific Report avanza un’ipotesi molto più pragmatica.

Non sarà forse che le coppie che durano sono quelle in cui i partner hanno più cose in comune fin dall’inizio?

Somiglianze di famiglia

L’ipotesi della convergenza nell’aspetto fisico dei partner, molto popolare nelle università statunitensi, è stata formulata dallo psicologo sociale Robert Zajonc, affascinato dalle somiglianze riscontrabili nei volti di alcuni coniugi a 25 anni di distanza dal matrimonio. Nel 1987 mise alla prova la sua intuizione ideando un esperimento con un campione di 12 coppie eterosessuali: confrontando le immagini dei loro volti nel tempo sembrava proprio che la convivenza li avesse trasformati. Una possibile spiegazione di questo fenomeno, secondo Zajonc, andava ricercata nella sincronia della vita di coppia, dove i partner di lunghissima data si abituano inconsciamente a imitare le espressioni facciali dell’altro, finendo per esercitare gli stessi muscoli e sviluppare le stesse rughe.

L’uovo e la gallina

I risultati di Zajonc non sono mai stati replicati, anche per mancanza di tecnologie adeguate che potessero dimostrare la sua ipotesi in via definitiva. È quello che hanno cercato di fare i due ricercatori dell’Università di Stanford che hanno ripetuto il suo esperimento nel 2020, ampliando il campione a 517 coppie eterosessuali di cui è stato possibile confrontare le fotografie dei primi giorni da sposini con quelle scattate in un tempo variabile dai 20 ai 69 anni di convivenza. Allo studio hanno partecipato 153 volontari reclutati online e le stesse immagini sono state processate dall’algoritmo di riconoscimento facciale VGGFace2, molto più accurato dell’occhio umano. Il risultato? Le somiglianze ci sono eccome, ma non dipendono affatto dal tempo trascorso insieme. Piuttosto, lo studio sembra confermare la saggezza popolare per cui il simile tende a scegliere il simile.

Alla ricerca dell’anima gemella

La conclusione dei ricercatori è che forse gli opposti si attraggono, ma tendenzialmente non mettono su casa insieme. Non è un mistero che molte coppie di lunga durata tendano a somigliarsi sia nel fisico (per peso, altezza, età, salute e dieta) che nell’intelletto (per educazione, intelligenza, personalità, atteggiamento), nonché a condividere valori, interessi, confessione religiosa, etnia, classe sociale, stile di vita e persino livello di benessere psicologico. Si tratta però di similitudini di partenza e non di arrivo: ai tempi di internet, è ancora più facile constatare come molte di queste caratteristiche siano comuni ai partner ancora prima di incontrarsi. Una vita passata insieme non rende più simili, ma gioca un ruolo chiave nel mantenere queste similitudini attraverso gli anni. Le coppie che funzionano sono quelle in cui si continua a cambiare insieme, senza diventare mai troppo distanti