Catcalling e non solo: come reagire
In occasione della Settimana Internazionale contro la violenza nei luoghi pubblici, L’Oréal Paris conferma il suo impegno a favore del programma di formazione Stand Up.
Il primo passo? Riconoscerle per quello che sono, senza minimizzarle. Anche fischi e apprezzamenti per strada, il cosiddetto catcalling di cui tanto si parla in questi giorni dopo la denuncia via social di Aurora Ramazzotti, sono una molestia sessuale in luogo pubblico.
Un problema che sembra non conoscere remissione neppure in tempi di pandemia tanto da interessare, secondo i dati di una ricerca condotta da L’Oréal Paris in partnership con Ipsos, una donna su tre.
Il lockdown per altro ha incrementato quell’atmosfera di apprensione e ansia sociale facendola diventare la normalità: il 72% delle intervistate ritiene che l’uso della mascherina permetta ai molestatori di nascondersi e quindi di sentirsi più protetti e inosservati nell’atto della molestia. 1 donna su 2 ritiene che la possibilità di essere molestata in un luogo pubblico sia aumentata e il 42% delle intervistate dichiara di aver assistito ad almeno un episodio di molestia sessuale.
Un impegno a favore delle donne
In occasione della Settimana Internazionale contro la violenza nei luoghi pubblici che si tiene dall’11 al17 aprile, L’Oréal Paris torna ad affermare il suo incessante impegno a fianco delle donne perché possano avere la sicurezza e la forza per conquistare il posto che meritano nella società. Il marchio conferma il proprio impegno per proteggere l’autostima individuale attraverso il programma di formazione Stand Up Contro le molestie nei luoghi pubblici, in collaborazione con l’ONG Hollaback!. Stand Up punta a sensibilizzare la popolazione di tutto il mondo formando 1.000.000 di persone entro il 2021 con il metodo delle 5D che insegna a prendere posizione in maniera sicura quando si è vittima o testimone di un atto di molestia in luoghi pubblici. Ad oggi sono circa 150.000 le persone che hanno partecipato alle attività formative di Stand Up in Italia, Francia, Spagna, Argentina, Canada, Stati Uniti, Messico e India. Di recente il programma è stato lanciato in altri nel Regno Unito, Germania, Paesi Bassi, Grecia, Ucraina, Israele, Turchia, Indonesia e Caraibi, paesi a cui entro la fine dell’anno si aggiungeranno Thailandia, Cile, Pakistan, Egitto, Marocco, Libano, Svizzera, Polonia, Russia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Belgio, Brasile, Australia, Giappone, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita.
Per sapere cosa fare
Perché è così importante incrementare formazione e supporto a favore delle donne? Perché ben l’86% di chi è testimone di una molestia afferma di non sapere come intervenire. Oltre un quarto delle intervistate ritiene che non si intervenga durante un episodio di molestia perché non si sa come agire e il 34% dichiara che sarebbe intervenuta se avesse saputo cosa fare. Le donne raccontano inoltre l’attuale tendenza a modificare maggiormente i propri comportamenti per evitare le molestie: il 75% evita determinati luoghi, il 59% modifica l’abbigliamento e l’aspetto e il 54% evita determinati mezzi di trasporto, con una media del 10% in più rispetto al 2019.
Tutti sono coinvolti
L’obiettivo deve essere quindi quello di continuare a costruire uno spazio sicuro e inclusivo per tutti: per questo l’invito è ad unirsi a Stand Up visitando il sito www.standup-Italy.com, a imparare il metodo delle 5D e a condividere l’impegno e il sostegno al progetto postando sui social network la propria mano indicando le 5D e l’hashtag #WeStandUp.
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