Buoni propositi per l’anno nuovo. Come rispettarli
Ne facciamo una lunga lista ogni Capodanno e puntualmente li smentiamo. Gli esperti di Guida Psicologi suggeriscono qualche trucco per mantenere i buoni propositi a beneficio dell’autostima
Le promesse che facciamo a noi stesse sono le più difficili da mantenere. Durante le feste i buoni propositi ci aiutano a immaginare una versione del futuro in cui saremo finalmente più felici e più realizzate, ottimiste e piene di energia. C’è chi vuole perdere la zavorra delle cattive abitudini e chi si ripromette di fare tutte quelle cose che non ha mai il tempo di fare – viaggi, corsi, liste di lettura e altre passioni messe da parte – e anche chi si pone obiettivi più ambiziosi sul fronte del lavoro e delle relazioni.
Peccato che entro poche settimane le buone intenzioni si scontrino con la difficoltà di cambiare, facendo sì che molti desideri rimangano insoddisfatti. E anche la fiducia in sé stessi ne risente.
I vantaggi dei buoni propositi
Se formulati con lo spirito giusto, spiegano gli esperti di GuidaPsicologi.it, i buoni propositi possono essere uno stimolo al cambiamento. Aiutano a prendere (o riprendere) il controllo della propria vita attraverso piccoli passi gestibili, portano a un piacevole senso di realizzazione quando si raggiunge un obiettivo e migliorano l’autostima facendo sentire più motivato chi ha un traguardo a cui puntare.
Ma allora perché è tanto difficile mantenere lo slancio?
Perché non li rispettiamo
Dei milioni di persone che ogni anno scrivono i loro buoni propositi o se li ripetono allo specchio come un mantra, solo il 10% riesce effettivamente a portarli avanti. Molti gettano la spugna dopo qualche giorno o al massimo qualche settimana, riadagiandosi nella solita routine. Ognuno ha i suoi motivi per non tenere fede ai buoni propositi fatti a Capodanno, ma per gli esperti gli errori più comuni si fanno in partenza:
- Non si è davvero pronti per implementare i cambiamenti di cui si avverte il bisogno oppure mancano gli strumenti necessari per farlo davvero;
- Si perde motivazione quando non si riesce a monitorare i propri progressi;
- Ai buoni propositi manca un piano che anticipi sfide e difficoltà;
- Sembra un paradosso, ma la troppa insicurezza impedisce di riconoscere le proprie debolezze e di chiedere aiuto professionale quando se ne ha bisogno;
- Si tende a focalizzare l’attenzione su quello che si perderebbe cambiando le proprie abitudini e non su quello che si guadagnerebbe.
Le strategie per non mollare
Tenere un diario o utilizzare una app per monitorare i progressi potrebbe essere una buona idea per non perdersi d’animo, ma ancora più utile è assicurarsi di non porsi obiettivi fuori scala.
- Prima regola, semplificare. Obiettivi troppo generici, come il desiderio di rientrare nel peso dopo un periodo di stravizi, sono più difficili da perseguire. Semplificare significa anche essere precisi, ad esempio dandosi come obiettivo 1 kg a settimana per i prossimi 3 mesi.
- Pianificare i diversi passaggi da compiere. Tutto si ottiene un passo alla volta: seguendo lo stesso esempio, gli step da seguire possono essere mangiare sano, dormire bene, rispettare gli orari dei pasti e crearsi un calendario per avere una routine da seguire.
- Gli obiettivi devono essere SMART (Semplici, Misurabili, Raggiungibili, Realistici e in Tempo). Il modo migliore per non rinunciare in partenza? Darsi obiettivi ragionevoli, di cui è possibile tracciare i progressi e darsi delle tempistiche da seguire.
- Dividere i risultati in traguardi a breve, medio e lungo termine. Roma non è stata costruita in un giorno, come ricorda il detto. Questo metodo aiuta a mantenere la coerenza, essenziale per creare una nuova routine e dare alle connessioni cerebrali il tempo per abituarsi.
- Stabilire obiettivi piccoli e gestibili che portino a un risultato più grande. Per lo stesso motivo, chi vuole correre 20 km al giorno senza mai aver fatto neanche il giro del parco è meglio che inizi gradualmente: 500 metri per una settimana, poi aumentare le distanze fino a raggiungere il proprio obiettivo.
Qualche suggerimento su come scriverli
Anche il linguaggio con cui li formuliamo è importante. Ci sono parole che trasmettono un senso di potere, come “ottenere” e “realizzare”, particolarmente indicate per chi vuole annotare i buoni propositi su carta. Altrettanto importante è la consapevolezza delle priorità e della propria umanità. Per non chiedersi sforzi troppo grandi e superiori alle proprie effettive capacità, il consiglio degli esperti è di analizzare le diverse sfaccettature della vita – come salute, benessere mentale, relazioni, lavoro, senso di comunità e anche spiritualità – e proporre un solo scopo per ognuna.
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