Attacchi di panico: possono colpire chiunque?
Gli attacchi di panico colpiscono una persona su 10. Ma c'è una grande differenza fra un episodio sporadico e un disturbo cronico. Ecco come affrontare la crisi
Dai 6 ai 9 milioni di italiani, pari al 10-15% della popolazione, vanno incontro nel corso della vita a uno o più attacchi di panico. Circa il 2-3% sviluppa poi un vero e proprio disturbo di panico, cioè va incontro a crisi così numerose (almeno 5 o 6 al mese) e intense da condizionarne la vita.
La crisi di panico è un episodio improvviso di profondo malessere, che causa angoscia e paura anche senza un evento scatenante. Non ha nulla a che vedere con l’ansia e lo stress.
In questi casi la paura è una reazione normale e anche utile, il panico invece non è giustificato da una minaccia reale.
Sintomi molto intensi
I sintomi sono molto intensi, simili a quelli che precedono uno svenimento: palpitazioni, tremore, aumento della sudorazione, instabilità, formicolii, vertigini, ma anche paura di impazzire o morire. Il tutto dura pochissimo, dai 5 ai 20 minuti, ma lascia una “scia” di malessere che può durare diverse ore.
Colpisce di più le donne
Può colpire chiunque? Sì e no. Sappiamo che il disturbo di panico ha una base genetica e può scattare in seguito a particolari eventi (una separazione, un lutto, violenze, problemi finanziari), oppure non manifestarsi mai. Le donne risultano colpite con una frequenza doppia o tripla rispetto ai maschi, mentre non sono state evidenziate categorie professionali più a rischio.
Prima regola di pronto soccorso: respira
Come comportarsi in caso di attacco di panico? È fondamentale cercare di restare calmi e respirare il più lentamente possibile, magari utilizzando un sacchetto di carta. L’errore più comune consiste nell’accelerare il ritmo della respirazione: ciò attiva l’iperventilazione, che peggiora i sintomi.
Come ridurre l’ansia “anticipatoria”
Prima di recarsi in luoghi affollati (supermercati, negozi), affrontare una riunione, salire in aereo, alcune tecniche di rilassamento possono aiutare a ridurre l’ansia anticipatoria, scongiurando il rischio di un attacco. Una delle più semplici ed efficaci, chiamata “vipassana”, di origine indiana, consiste nell’imparare ad “ascoltare” le proprie sensazioni, lasciandole andare una dopo l’altra, senza soffermarsi su nessuna di esse, come si guarda scorrere l’acqua di un fiume. Anche la “respirazione consapevole” aiuta sciogliere la tensione: espirate forte quando l’ansia prende il sopravvento, immaginando che le sensazioni spiacevoli fuoriescano, poi inspirate pensando che, insieme all’aria, entrano gioia, pace, relax.
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