Aspettative: impara a gestirle in 6 mosse
Non bisogna smettere di sognare. Però è importante restare legati alla realtà, accettare che le cose non vadano esattamente come immaginato. E cercare di realizzare i propri desideri, non quelli di qualcun altro
Gestire le aspettative non è sempre così semplice. A volte aiutano a mettere a fuoco i nostri obiettivi e chiarire cosa vogliamo davvero, altre volte diventano una garanzia di delusione. Chi si sente scottato dal mancato avverarsi dei suoi desideri tende prima o poi a esibire la posa del cinico consumato, che non si aspetta più niente da nessuno.
C’è un’alternativa migliore alla morte dell’immaginazione, basta trovare un giusto mezzo tra il piacere dei sogni ad occhi aperti e la capacità di rimanere flessibili.
Impossibile non avere aspettative
Smettere di crearsi aspettative è praticamente impossibile, nonostante le dichiarazioni fataliste dei romantici disillusi. Un’aspettativa non è altro che una supposizione relativa a ciò che crediamo debba accadere. Formiamo regolarmente aspettative su noi stessi, sugli altri e sul mondo che ci circonda e questo ci permette di agire e di entrare in relazione con le altre persone. Quello che non dovremmo fare è lasciare che queste aspettative si gonfino a dismisura, trasformandosi in ingombranti illusioni, o che ci distolgano dal presente.
Per non farle pesare troppo
- Abbracciare l’idea che il futuro è incerto. Il pieno controllo degli eventi non è nelle nostre possibilità: tutto quello che possiamo fare è una previsione realistica, lasciando un po’ di spazio alla sorpresa. Essere previdenti e pianificare non è sbagliato: tuttavia, è importante mettere le cose in prospettiva e mantenere un certo grado di apertura all’imprevisto.
- Non ignorare i segnali. A volte volere fortemente qualcosa causa un po’ di cecità selettiva. I segnali che le cose potrebbero prendere una piega diversa ci sono, ma non li vogliamo vedere. La scena del film “(500) giorni insieme” dice tutto: nella metà sinistra dello schermo vediamo come Tom, romantico e sognatore, immagina che andranno le cose alla festa della sua ex, che lui spera di riconquistare. In quella destra la realtà, dove dopo una serie di conversazioni noiose con gli altri invitati Tom nota finalmente l’anello che la sua ex porta al dito.
- Non fissarsi sulla forma. “In Kafka sulla spiaggia” (Einaudi), lo scrittore Haruki Murakami valuta la possibilità di non saper riconoscere quello che si cerca (o che si vuole evitare), perché non si manifesta nella forma che ci si aspetta. Vale la pena di considerare quest’idea in senso più ampio: qualche volta dietro a un risultato diverso può esserci quello che cercavamo, in una forma che non avevamo previsto.
- Fidarsi di più. Troppe aspettative avvelenano anche i rapporti con gli altri, soprattutto nel caso di un partner che si trova a dover gestire richieste emotive irrealistiche. Le aspettative positive in amore e in amicizia sono quelle che creano complicità, basate sulla fiducia. L’altra persona può non comportarsi esattamente come vorremmo, eppure ci fidiamo che farà comunque del suo meglio per renderci felici.
- Gustare l’attesa senza sovraccaricarla di desideri. Come recitava un testo di Lessing, l’attesa del piacere è essa stessa piacere. Pregustare qualcosa di bello è una soddisfazione che non dovrebbe perdersi nessuno, invece aspettarsi che tutto debba corrispondere nei minimi dettagli alla nostra fantasia rovina le esperienze.
- Nessuno è al mondo per soddisfare le aspettative di qualcun altro. Se il peso che ci si sente addosso non deriva dai nostri desideri ma dalla volontà di assecondare quelli degli altri, è ora di fare un passo indietro. La paura che gli altri smetteranno di volerci bene o di rispettarci se non andiamo incontro alle loro aspettative è infondata. Se li deludiamo se ne faranno una ragione. Solo i bambini sotto i quattro anni sono autorizzati a essere tirannici.
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