23/11/2024

Tumori femminili e consapevolezza: siamo davvero informate?

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 23/11/2024 Aggiornato il 23/11/2024

Un’indagine recente approfondisce il livello di consapevolezza sulle principali forme di neoplasia che colpiscono le donne e sugli strumenti diagnostici disponibili. Con qualche sorpresa nei risultati

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Durante lo scorso ottobre, mese dedicato alla prevenzione dei tumori femminili, la piattaforma MioDottore ha svolto una breve indagine su un campione di 10.000 donne, per approfondire il livello di conoscenza delle nozioni di base in tema di screening e di diagnosi precoce. Sono stati presi in esame specificamente il tumore del seno, con il percorso di prevenzione ideale da seguire, l’utilità del pap-test e quella dell’ecografia transvaginale. I risultati hanno mostrato che sia le conoscenze che l’assiduità con cui ci si sottopone a visite e indagini preventive variano in base all’età: e non sempre come ci si aspetterebbe.

In generale è emersa una discreta consapevolezza, ma solo il 56% delle donne italiane si sottopone regolarmente ai controlli consigliati.

Qualche idea ancora da chiarire

I dati raccolti evidenziano una crescita globale dell’informazione, prova che le ripetute campagne di sensibilizzazione sono efficaci, ma su alcuni aspetti le idee sono ancora troppo poco chiare.

  1. Se si parla di carcinoma mammario, il tumore femminile più frequente (30% del totale), l’86% delle intervistate sa che la combinazione di autopalpazione del seno e di periodici esami come l’ecografia e la mammografia può salvare la vita. La conoscenza di queste abitudini fondamentali sfiora la totalità nelle under 35 (93%). Meno documentate sono invece le donne sulle probabilità di sopravvivenza alla malattia a 5 anni dalla diagnosi, che si attesta all’88%. Solo il 30% del campione lo sa e le donne più mature sono addirittura più ottimiste rispetto ai dati reali: pensano infatti che la sopravvivenza raggiunga il 95% dei casi.
  2. Quando è il momento di cominciare a eseguire periodicamente il pap-test, per prevenire i tumori della cervice uterina che, secondo dati di Airc e dell’Istituto oncologico veneto, è la seconda neoplasia femminile con 2.500 nuovi casi all’anno? Fra i 18 e i 25 anni le donne sono più informate (il 50% di loro risponde correttamente “a partire dai 25 anni”), mentre la percentuale di chi ha le idee chiare scende con l’età e la media complessiva è intorno al 23%. Ancora troppo bassa.
  3. I vantaggi diagnostici dell’ecografia transvaginale sono il terzo tema oggetto delle interviste. Alla domanda “quali patologie possono essere individuate attraverso questo esame?” il 91% ha saputo dare la corretta risposta, ovvero che è soprattutto utile per individuare fibromi e cisti ovariche. Anche in questo caso le donne più giovani (under 25) sono più preparate, con un picco del 96%.