ZARIVIZ IV 1FL 2G+F 10ML
11,88 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 01/10/2006
Di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertata o presunta origine da germi Gram–negativi "difficili" o da flora mista con presenza di Gram–negativi resistenti ai più comuni antibiotici. In dette infezioni il prodotto trova indicazione, in particolare: nei pazienti defedati e/o immunodepressi. E’ indicato, inoltre, nella profilassi delle infezioni chirurgiche.
Zariviz 250 mg/2 ml polvere e solvente per soluzione iniettabileIl flacone di polvere contiene: principio attivo: cefotaxime sodico 262 mg corrispondenti a 250 mg di cefotaxime. Zariviz 500 mg/2 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile Il flacone di polvere contiene: principio attivo: cefotaxime sodico 524 mg corrispondenti a 500 mg di cefotaxime. Zariviz 1 g/4 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile Il flacone di polvere contiene: principio attivo: cefotaxime sodico 1,048 g corrispondenti ad 1 g di cefotaxime. Zariviz 1 g/4 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare Il flacone di polvere contiene: principio attivo: cefotaxime sodico 1,048 g corrispondenti ad 1 g di cefotaxime. Zariviz 2 g/10 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso Il flacone di polvere contiene: principio attivo: cefotaxime sodico 2,096 g corrispondenti a 2 g di cefotaxime. Zariviz 2 g polvere per soluzione per infusione Il flacone di polvere contiene: principio attivo: cefotaxime sodico 2,096 g corrispondenti a 2 g di cefotaxime. Zariviz 1 g polvere per soluzione per infusione, con set per sacca infusionale Il flacone di polvere contiene: principio attivo: cefotaxime sodico 1,048 g corrispondenti ad 1 g di cefotaxime. Zariviz 2 g polvere per soluzione per infusione, con set per sacca infusionale Il flacone di polvere contiene: principio attivo: cefotaxime sodico 2,096 g corrispondenti a 2 g di cefotaxime. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità alle cefalosporine.
Zariviz è controindicato nei pazienti con precedenti di ipersensibilità al cefotaxime e/o ad altri componenti di Zariviz.
Possono esserci reazioni allergiche crociate tra penicilline e cefalosporine (vedere paragrafo 4.4).
Per forme farmaceutiche contenenti lidocaina: • ipersensibilità nota alla lidocaina o ad altri anestetici locali di tipo amidico • blocco cardiaco in assenza di pace–maker • insufficienza cardiaca severa • somministrazione endovenosa • neonati di età inferiore ai 30 mesi Posologia
- La dose e la via di somministrazione vanno scelte a seconda del tipo di infezione, della sua gravità, del grado di sensibilità dell’agente patogeno, delle condizioni e del peso corporeo del paziente.
La durata del trattamento con cefotaxime varia a seconda della risposta terapeutica; la terapia dovrebbe comunque essere continuata almeno fino a 3 giorni dopo lo sfebbramento.
Nel caso di somministrazione intermittente endovenosa, la soluzione deve essere iniettata in 3–5 minuti.
Durante la sorveglianza post–marketing del farmaco, casi di aritmia, che possono potenzialmente mettere a rischio la vita, sono stati riportati in pochi pazienti che avevano ricevuto una somministrazione endovenosa rapida di cefotaxime attraverso un catetere centrale venoso.
Adulti: la posologia di base è di 2 g al giorno (1 g ogni 12 ore) da somministrare per via intramuscolare o endovenosa.
Se necessario, può essere aumentata a 3–4 g e nei casi molto gravi fino a 12 g per via endovenosa, riducendo opportunamente l’intervallo tra le somministrazioni a 8–6 ore.
Per quanto riguarda la somministrazione per via endovenosa delle dosi più basse, si ricorre all’iniezione diretta da eseguire in 3–5 minuti (nel caso sia già in corso infusione venosa si può pinzettare il tubo circa 10 cm al di sopra dell’ago ed iniettare il cefotaxime nel tubo al di sotto della pinzettatura).
Alle dosi più elevate il cefotaxime può essere somministrato per infusione endovenosa breve (20 minuti) dopo aver sciolto 2 g in 40 ml di acqua per preparazioni iniettabili, soluzione fisiologica isotonica o soluzione glucosata, oppure per infusione endovenosa continua (50–60 minuti) dopo aver sciolto 2 g in 100 ml di solvente, plasma expanders.
Si raccomanda di non miscelare il cefotaxime con soluzioni di sodio bicarbonato o con aminoglicosidi.
Allorché si ricorra alla via endovenosa, è comunque consigliabile iniziare la terapia somministrando il cefotaxime direttamente in vena.
Pazienti particolarmente sensibili possono lamentare dolore dopo iniezione intramuscolare; per il trattamento di questi soggetti si consiglia l’impiego, fino a 2 volte il giorno, di un solvente contenente lidocaina cloridrato soluzione 1% (fatta eccezione per i soggetti ipersensibili alla lidocaina).
Questa soluzione va impiegata solo per via intramuscolare e quindi si deve assolutamente evitare la somministrazione endovasale.
Bambini: al di sotto dei 12 anni si possono somministrare 50–100 mg/kg, da suddividere in 2–4 somministrazioni giornaliere.
In alcuni casi estremamente gravi ed in pericolo di vita sono state raggiunte anche dosi di 200 mg/kg/die senza segni di intolleranza.
Nel prematuro la posologia non dovrebbe superare i 50 mg/kg/die dato che la funzionalità renale non è ancora pienamente sviluppata.
Il solvente contenente lidocaina cloridrato non va impiegato nei bambini al di sotto dei 12 anni, nei quali la somministrazione intramuscolare va effettuata con la soluzione in sola acqua per preparazioni iniettabili.
Nel caso dei flaconi con il set di trasferimento in plastica non è necessaria alcuna siringa in quanto l’ago di trasferimento è incorporato nel set omonimo.
Pertanto, per la preparazione della soluzione sono necessarie poche operazioni.
La procedura consueta è la seguente: dopo aver rimosso il cappuccio di sicurezza, il flacone viene connesso direttamente alla sacca in plastica per l’infusione (la parte superiore del set di trasferimento si adatta esattamente all’imboccatura d’immissione della sacca per infusione).
Premendo il flacone contro l’imboccatura, si porta l’ago a perforare il tappo di gomma e, premendo sulla sacca per infusione, parte del solvente ivi contenuto sarà trasferito nel flacone.
La ricostituzione del liofilizzato ha luogo agitando il flacone.
Infine, la soluzione ricostituita viene ritrasferita nella sacca per infusione capovolgendo il flacone e comprimendo più volte la sacca stessa.
Potrà a questo punto avere inizio la somministrazione del prodotto al paziente.
Pazienti con insufficienza renale Poiché la diminuzione della funzionalità renale influisce in maniera relativamente modesta sulla farmacocinetica del cefotaxime, la riduzione della dose è necessaria solo in caso di marcata insufficienza renale.
Nei pazienti con clearance della creatinina £ 5 ml/min la dose di mantenimento va dimezzata. Avvertenze e precauzioni
- Come con altri antibiotici, l’uso di cefotaxime, specialmente se prolungato, può dare luogo ad una aumentata crescita dei microorganismi non–sensibili.
Un attento esame delle condizioni del paziente è fondamentale.
Se durante la terapia insorgono superinfezioni devono essere prese misure appropriate.
Le cefalosporine di III generazione, come altre betalattamine, possono indurre resistenza microbica e tale evenienza è maggiore verso organismi opportunisti, specialmente Enterobacteriaceae e Pseudomonas, in soggetti immunodepressi e probabilmente associando tra loro più betalattamine.
• Reazioni anafilattiche Prima di iniziare la terapia con cefotaxime è necessaria un’anamnesi accurata al fine di evidenziare precedenti reazioni di ipersensibilità a cefotaxime, cefalosporine, penicillina o altri farmaci.
Prove cliniche e di laboratorio hanno evidenziato parziale allergicità crociata fra penicillina e cefalosporine.
L’utilizzo del cefotaxime è fortemente controindicato nei soggetti con precedenti di ipersensibilità di tipo immediato alle cefalosporine.
Alcuni pazienti in trattamento con cefotaxime hanno presentato reazioni gravi incluse reazioni di ipersensibilità con esito fatale (vedere paragrafi 4.3 e 4.8).
Il cefotaxime deve essere, pertanto, somministrato con estrema cautela a quei pazienti che hanno presentato reazioni d’ipersensibilita’ di tipo 1 alla penicillina.
Ai pazienti che hanno presentato forme di allergia, specie ai farmaci, si devono somministrare con cautela gli antibiotici, compreso il cefotaxime.
In caso di reazione allergica si deve interrompere la terapia ed istituire trattamento idoneo (amine vasopressorie, antiistaminici, corticosteroidi) o, in presenza di anafilassi, un immediato trattamento con adrenalina od altre opportune misure di emergenza.
• Eruzioni bollose gravi Sono stati segnalati, con cefotaxime, casi di eruzioni bollose gravi come sindrome di Stevens–Johnson o necrolisi epidermica tossica (vedere paragrafo 4.8).
I pazienti devono essere informati che se si manifestano reazioni cutanee e/o della mucosa devono contattare immediatamente il medico prima di continuare il trattamento.
• Patologie associate al Clostridium difficile.
Una diarrea, particolarmente grave e/o persistente, che si manifesta durante il trattamento o le prime settimane dopo il trattamento, può essere sintomatica di una patologia associata al Clostridium difficile (CDAD).
La CDAD può variare come intensità da lieve a rischiosa per la vita; la forma più grave è la colite pseudomembranosa.
E’ importante prendere in considerazione tale diagnosi in pazienti che presentano diarrea durante la terapia con cefotaxime.
La diagnosi di questa rara ma possibile condizione fatale può essere confermata con l’endoscopia e/o un esame istologico.
Se si sospetta una diagnosi di colite pseudomembranosa si deve interrompere immediatamente il trattamento con cefotaxime e si deve iniziare subito un’appropriata terapia con un antibiotico specifico.
La patologia associata al Clostridium difficile può essere favorita dalla stasi fecale.
Non devono essere somministrati farmaci che inibiscono la peristalsi.
Il trattamento con antibiotici a largo spettro altera la normale flora del colon e ciò può consentire la crescita di clostridi.
Alcuni studi hanno evidenziato che una tossina prodotta dal Clostridium difficile e’ la causa principale della colite associata alla terapia antibiotica.
Casi lievi di colite possono regredire con l’interruzione del trattamento.
Si consiglia la somministrazione di soluzioni di elettroliti e di proteine quando si manifestano casi di colite di media o grave entità.
Se la colite non regredisce con l’interruzione del trattamento o se è grave, bisogna somministrare vancomicina per via orale, che rappresenta l’antibiotico di scelta in caso di colite pseudomembranosa causata dal Clostridium difficile.
Cefotaxime deve essere prescritto con cautela in individui con anamnesi positiva per malattie gastrointestinali in particolare la colite.
• Reazioni ematologiche Durante il trattamento con cefotaxime, specialmente quando somministrato per lunghi periodi, possono svilupparsi leucopenia, neutropenia e più raramente agranulocitosi.
Per cicli di trattamento superiori ai 7–10 giorni, il numero dei globuli bianchi dovrebbe essere monitorato ed in caso di neutropenia si dovrebbe sospendere il trattamento.
Sono stati riportati alcuni casi di eosinofilia e trombocitopenia, rapidamente reversibili dopo sospensione del trattamento.
Sono stati riportati anche casi di anemia emolitica (vedere paragrafo 4.8).
• Pazienti con insufficienza renale Il dosaggio deve essere modificato sulla base della clearence della creatinina (vedere paragrafo 4.2).
L’uso contemporaneo di aminoglicosidi, probenecid o altri farmaci nefrotossici deve essere fatto con cautela (vedere paragrafo 4.5).
La funzione renale deve essere monitorata in questi pazienti, negli anziani ed in caso di insufficienza renale pre–esistente.
• Neurotossicità Dosi elevate di antibiotici betalattamici, incluso il cefotaxime, specialmente in pazienti con insufficienza renale, può portare ad encefalopatie (ad es.
perdita di coscienza, movimenti anomali e convulsioni) (vedere paragrafo 4.8).
I pazienti devono essere avvisati di contattare il medico immediatamente prima di continuare il trattamento se si manifestano reazioni di questo tipo.
• Precauzioni per la somministrazione Durante la sorveglianza post–marketing del farmaco sono state segnalate, in pochissimi pazienti che avevano ricevuto la somministrazione endovenosa rapida di cefotaxime attraverso un catetere venoso centrale, aritmie che possono mettere il paziente in pericolo di vita.
Il tempo consigliato per l’iniezione o l’infusione deve essere seguito (vedere paragrafo 4.2).
Vedere il paragrafo 4.3 per le controindicazioni relative alle formulazioni che contengono lidocaina.
L’irritazione dei tessuti nel punto di iniezione e.v.
è rara; essa può essere evitata iniettando il farmaco molto lentamente (3–5 minuti).
• Effetti sui test di laboratorio Come con altre cefalosporine, sono state segnalate in alcuni pazienti in corso di trattamento con cefotaxime, false positività dei test di Coombs.
Questo fenomeno può interferire con i test di compatibilità del sangue.
La somministrazione delle cefalosporine può interferire con alcune prove di laboratorio causando false positività della glicosuria con i metodi condotti con agenti riducenti non specifici (quali metodi di Benedict, Fehling, "Clinitest"), ma questo fenomeno non si verifica quando si utilizzano i metodi enzimatici (quale il metodo glucosio–ossidasi specifico).
• Assunzione di sodio La quantità di sodio contenuta nel cefotaxime sodico (48,2 mg/g) deve essere tenuta in considerazione. Interazioni
- Il cefotaxime non deve essere miscelato nella stessa siringa con altri antibiotici ed altri farmaci.
In corso d’infezione da Pseudomonas aeruginosa può essere indicato associare al cefotaxime un altro antibiotico anch’esso attivo nei confronti di questo particolare agente patogeno.
Uricosurici: il probenecid interferisce con il passaggio tubulare renale di cefotaxime, aumentando così l’esposizione al cefotaxime di circa 2 volte e riducendo la clearance renale di circa la metà a dosi terapeutiche.
A causa dell’elevato indice terapeutico di cefotaxime, non è necessario alcun aggiustamento della dose nei pazienti con funzionalità renale nella norma.
Un aggiustamento posologico può essere necessario nei pazienti con insufficienza renale (vedere paragrafi 4.4 e 4.2).
Il volume di distribuzione del farmaco non appare influenzato dalla somministrazione concomitante di probenecid per via orale.
Antibiotici aminoglicosidici e diuretici: come altre cefalosporine, il cefotaxime può potenziare gli effetti nefrotossici di farmaci nefrotossici come gli aminoglicosidi o i diuretici potenti (ad es.
furosemide).
L’impiego contemporaneo di aminoglicosidi, associazione che "in vitro" dà origine ad effetto sinergico od almeno additivo, può essere indicato in infezioni particolarmente gravi: i due antibiotici vanno comunque somministrati in siringhe separate; in questi casi è raccomandato il controllo costante della funzionalità renale.
La somministrazione di alte dosi di cefotaxime, contemporaneamente a saluretici ad alta efficacia (furosemide), non ha finora dimostrato di influenzare la funzionalità renale.
A scopo cautelativo si ricorda tuttavia che la funzionalità renale può essere compromessa dalla contemporanea somministrazione di alte dosi di cefalosporine e saluretici efficaci.
In questi pazienti la funzione renale deve essere monitorata (vedere paragrafo 4.4). Effetti indesiderati
* esperienza di post–marketing Altre patologie gastrointestinali: anoressia, glossite e pirosi gastrica.Classificazione per sistemi ed organi Molto comune (≥1/10) Comune (da ≥1/100 a <1/10) Non comune (da ≥1/1000 a <1/100) Raro (da ≥1/10000 a <1/1000) Molto raro (<1/10000) Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)* Infezioni ed infestazioni Superinfezione (vedere paragrafo 4.4) Patologie del sistema emolinfopoietico Leucopenia, eosinofilia, trombocitopenia Neutropenia, agranulocitosi (vedere paragrafo 4.4), anemia emolitica Disturbi del sistema immunitario Reazione di Jarisch–Herxheimer Reazioni anafilattiche, angioedema, broncospasmo, shock anafilattico Patologie del sistema nervoso Convulsioni (vedere paragrafo 4.4) Cefalea, capogiri, encefalopatia (perdita di coscienza, movimenti anomali) (vedere paragrafo 4.4) Patologie cardiache Aritmia conseguente ad una infusione rapida in bolo attraverso un catetere venoso centrale Patologie gastrointestinali Diarrea Nausea, vomito, dolore addominale, colite pseudomembranosa (vedere paragrafo 4.4) Patologie epatobiliari Aumento dei livelli degli enzimi epatici (ALAT, ASAT, LDH, gamma–GT, fosfatasi alcalina) e/o bilirubina Epatiti* (talvolta con ittero) Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Rash, prurito, orticaria Eritema multiforme, sindrome di Stevens–Johnson, necrolisi epidermica tossica (vedere paragrafo 4.4) Patologie renali ed urinarie Diminuzione della funzione renale/aumento della creatinina (specialmente quando prescritto con aminoglicosidi) Nefrite interstiziale Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Dolore nel sito di iniezione (somministrazione IM) Febbre, reazioni infiammatorie nel sito di iniezione, incluse flebiti/tromboflebiti Reazioni sistemiche alla lidocaina (somministrazione IM, poiché il solvente contiene lidocaina)
Il manifestarsi di diarree gravi e prolungate è stato messo in relazione con l’impiego di diverse classi diantibiotici.
In tale evenienza si deve considerare la possibilità di enterocolite che a volte può essere accompagnata da presenza di sangue nelle feci.
Una forma particolare di enterocolite che si verifica con l’utilizzo di antibiotici è la colite pseudomembranosa (nella maggior parte dei casi dovuta a Clostridium difficile).
Nel caso che l’indagine coloscopica ne confermi la diagnosi, l’antibiotico in uso deve essere sospeso immediatamente e si deve instaurare trattamento con vancomicina per os.
I farmaci inibitori della peristalsi sono controindicati.
Altre reazioni segnalate sono state indurimento e fragilità nella sede d’iniezione, vaginite da Candida, agitazione, confusione, astenia, sudorazione notturna.
Reazione di Jarisch–Herxheimer Durante i primi giorni di trattamento della borreliosi può svilupparsi una reazione di Jarisch–Herxheimer.
La comparsa di uno o più dei seguenti sintomi è stata riportata dopo alcune settimane di trattamento della borreliosi: rash cutaneo, prurito, febbre, leucopenia, aumento dei livelli degli enzimi epatici, difficoltà di respirazione, sensazione di disagio articolare.
Patologie epatobiliari Sono stati osservati l’aumento dei livelli degli enzimi epatici (ALAT, ASAT, LDH, gamma–GT e/o fosfatasi alcalina) e/o bilirubina.
Queste anomalie di laboratorio possono raramente superare anche di due volte il limite superiore dell’intervallo di normalità, compatibile con un modello di danno epatico, di solito colestatico e molto spesso asintomatico.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.Gravidanza e allattamento
- Gravidanza: Il cefotaxime attraversa la barriera placentare.
Studi condotti in varie specie animali non hanno evidenziato effetti teratogeni o embriotossici diretti o indiretti.
Tuttavia, la sicurezza di cefotaxime non è stata determinata nella gravidanza umana e pertanto il farmaco non deve essere utilizzato durante la gravidanza a meno che il beneficio previsto non superi i potenziali rischi.
Allattamento: Il cefotaxime passa nel latte materno, pertanto è consigliabile sospendere l’allattamento in caso di somministrazione del farmaco.
Non possono essere esclusi effetti sulla flora intestinale fisiologica del bambino allattato al seno che portano a diarrea, colonizzazione da parte di funghi lievito simili e sensibilizzazione del bambino.
Comunque, una decisione di continuare o no la terapia deve essere presa tenendo in considerazione il beneficio per il bambino dell’allattamento al seno e per la madre della terapia. Conservazione
- Conservare al riparo dalla luce.
Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.
Cerca farmaci per nome:
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.