XETAMED 30CPR RIV 25MG
9,27 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 11/12/2020
Xetamed è indicato per il: - trattarnento della schizofrenia. - trattamento del disturbo bipolare: o Per il trattamento degli episodi maniacali di entità da moderata a grave nel disturbo bipolare o Per il trattamento degli episodi depressivi maggiori nel disturbo bipolare o Per la prevenzione delle recidive di episodi maniacali o depressivi nei pazienti affetti da disturbo bipolare che hanno risposto in precedenza al trattamento con quetiapina.
Xetamed 25 mg contiene 25 mg di quetiapina (come quetiapina fumarato). Eccipienti con effetto noto: 16,18 mg di lattosio (anidro) per compressa. Xetamed 50 mg contiene 50 mg di quetiapina (come quetiapina fumarato). Eccipienti con effetto noto: 32,36 mg di lattosio (anidro) per compressa. Xetamed 100 mg contiene 100 mg di quetiapina (come quetiapina fumarato). Eccipienti con effetto noto: 64,72 mg di lattosio (anidro) per compressa. Xetamed 150 mg contiene 150 mg di quetiapina (come quetiapina fumarato). Eccipienti con effetto noto: 97,08 mg di lattosio (anidro) per compressa. Xetamed 200 mg contiene 200 mg di quetiapina (come quetiapina fumarato). Eccipienti con effetto noto: 129,45 mg di lattosio (anidro) per compressa. Xetamed 300 mg contiene 300 mg di quetiapina (come quetiapina fumarato). Eccipienti con effetto noto: 194,17 mg di lattosio (anidro) per compressa. Xetamed 400 mg contiene 4O0 mg di quetiapina (come quetiapina fumarato). Eccipienti con effetto noto: 258,88 mg di lattosio (anidro) per compressa. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
La somministrazione concomitante degli inibitori del citocromo P450 3A4, come gli inibitori dell’HIV-proteasi, agenti antifungini azolici, eritromicina, claritromicina e nefazodone, è controindicata.
(Vedere anche paragrafo 4.5). Posologia
- Esistono diversi schemi di dosaggio per ciascuna indicazione.
Bisogna pertanto assicurarsi che i pazienti ricevano informazioni chiare sul dosaggio più appropriato per la loro patologia.
Xetamed può essere somministrato indipendentemente dai pasti.
Adulti: Per il trattamento della schizofrenia. Per il trattamento della schizofrenia, Xetamed deve essere somministrato due volte al giorno.
La dose giornaliera totale per i primi quattro giorni di terapia è di 50 mg (Giorno 1), 100 mg (Giorno 2),200 mg (Giorno 3) e 300 mg (Giorno 4).
Dal Giorno 4 in poi, bisogna procedere alla titolazione della dose fino a raggiungere la dose efficace standard pari a 300-450 mg/die.
Tale dose può essere variata in funzione della risposta clinica e della tollerabilità di ogni singolo paziente entro un range di 150-750 mg/die.
Per il trattamento degli episodi maniacali di entità da moderata a grave nel disturbo bipolare Per il trattamento degli episodi di mania associati a disturbo bipolare, Xetamed deve essere somministrato due volte al giorno.
La dose giornaliera totale per i primi quattro giorni di terapia è di 100 mg (Giorno 1), 200 mg (Giorno 2), 300 mg (Giorno 3) e 400 mg (Giorno 4).
Ulteriori adattamenti del dosaggio fino a 800 mg/die possono essere effettuati a partire dal Giorno 6 con incrementi di dose non superiori a 200 mg/die.
La dose può essere variata in funzione della risposta clinica e della tollerabilità individuale entro un range di 200-800 mg/die.
La dose efficace usuale varia da 400 a 800 mg/die.
Per il trattamento degli episodi depressivi maggiori nel disturbo bipolare Xetamed deve essere somministrato una volta al giorno, alla sera prima di coricarsi.
La dose giornaliera totale per i primi quattro giorni di terapia è di 50 mg (Giorno 1), 100 mg (Giorno 2), 200 mg (Giorno 3) e 300 mg (Giorno 4).
La dose giornaliera raccomandata è di 300 mg.
Negli studi clinici, non è stato osservato alcun beneficio aggiuntivo nel gruppo trattato con 600 mg, rispetto al gruppo trattato con 300 mg (vedere paragrafo 5.1).
Singoli pazienti possono trarre beneficio dalla somministrazione di una dose pari a 600 mg.
Dosi superiori a 300 mg devono essere somministrate da medici esperti nel trattamento del disturbo bipolare.
In singoli pazienti, nel caso si manifestassero problemi di tollerabilità, studi clinici hanno indicato che può essere considerata una riduzione della dose a un minimo di 200 mg.
Per la prevenzione delle recidive nel disturbo bipolare Per prevenire le recidive di episodi maniacali, misti o depressivi nel disturbo bipolare, i pazienti che hanno risposto a quetiapina per il trattamento acuto del disturbo bipolare devono proseguire la terapia allo stesso dosaggio.
La dose può essere variata in funzione della risposta clinica e della tollerabilità individuale entro un range di 300-800 mg/die in duplice somministrazione giornaliera.
È importante utilizzare la dose minima efficace per la terapia di mantenimento.
Anziani: Come per altri antipsicotici, Xetamed deve essere somministrato con cautela negli anziani, in particolare durante il periodo iniziale di somministrazione.
Può essere necessario che l’incremento progressivo della dose debba avvenire più lentamente e che la dose terapeutica giornaliera debba essere più bassa rispetto ai pazienti giovani, in funzione della risposta clinica e della tollerabilità di ogni singolo paziente.
Nei pazienti anziani la clearance plasmatica media di quetiapina è risultata ridotta del 30%-50% in confronto ai pazienti più giovani.
L’efficacia e la sicurezza non sono stati valutati nei pazienti con età superiore ai 65 anni con episodi depressivi associati a disturbo bipolare.
Popolazione pediatrica: Xetamed non deve essere utilizzato nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni, a causa della mancanza di dati che ne supportino l’uso in questa fascia d’età.
I dati al momento disponibili provenienti da studi clinici controllati verso placebo sono riportati ai paragrafi 4.4, 4.8, 5.1 e 5.2.
Compromissione della funzionalità renale: Non è necessario un aggiustamento del dosaggio nei pazienti con funzione renale compromessa.
Compromissione della funzionalità epatica: La quetiapina è ampiamente metabolizzata a livello epatico.
Pertanto, Xetamed deve essere impiegato con cautela in pazienti con compromissione epatica nota, particolarmente durante le fasi iniziali del trattamento.
La dose iniziale di quetiapina nei pazienti con compromissione epatica dovrebbe essere di 25 mg/die.
L’aggiustamento della dose deve essere effettuato con incrementi giornalieri di 25-50 mg/die fino a raggiungere la dose efficace, in funzione della risposta clinica e della tollerabilità di ogni singolo paziente. Avvertenze e precauzioni
- Poiché Xetamed è approvato per diverse indicazioni, si deve tener conto del profilo di sicurezza del farmaco rispetto alla diagnosi del singolo paziente e alla dose da somministrare.
Popolazione pediatrica La quetiapina non deve essere utilizzata nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni, a causa della mancanza di dati che ne supportino l’uso in questa fascia d’età.
Gli studi clinici con quetiapina hanno evidenziato che, in aggiunta al noto profilo di sicurezza osservato negli adulti (vedere paragrafo 4.8), alcuni eventi avversi si verificano con una frequenza superiore nei bambini e negli adolescenti rispetto agli adulti (aumento dell’appetito, innalzamento della prolattina sierica, vomito, rinite e sincope), o possono avere differenti implicazioni per bambini e adolescenti (sintomi extrapiramidali e irritabilità), mentre uno di questi non era mai stato riportato precedentemente negli studi condotti in soggetti adulti (aumento della pressione arteriosa).
Nei bambini e negli adolescenti sono state osservate anche alterazioni dei test di funzionalità tiroidea.
Inoltre, in termini di sicurezza, le implicazioni a lungo termine del trattamento con quetiapina sulla crescita e sulla maturazione non sono state analizzate oltre le 26 settimane.
Le implicazioni a lungo termine relative allo sviluppo cognitivo e comportamentale non sono note.
Negli studi clinici controllati con placebo nei pazienti bambini e adolescenti, la quetiapina è stata associata ad un aumento dell’incidenza di sintomi extrapiramidali (EPS) rispetto al placebo in pazienti trattati per schizofrenia, mania bipolare e depressione bipolare (vedere paragrafo 4.8).
Suicidio/pensieri suicidari o peggioramento clinico La depressione in disturbi bipolari è associata ad un aumentato rischio di pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio).
Tale rischio persiste fino a che si verifichi una remissione significativa.
Poiché possono non verificarsi miglioramenti durante le prime settimane di trattamento o in quelle immediatamente successive, i pazienti devono essere attentamente controllati fino ad avvenuto miglioramento.
Per esperienza clinica generale è noto che il rischio di suicidio può aumentare nelle prime fasi del miglioramento.
Inoltre, il medico deve considerare il rischio potenziale di eventi correlati al suicidio dopo brusca interruzione del trattamento con quetiapina, dovuti ai noti fattori di rischio della patologia in questione.
Anche altri disturbi psichiatrici per i quali viene prescritta la quetiapina possono essere associati ad un aumento del rischio di eventi correlati al suicidio.
Oltre a ciò, queste patologie possono esistere in co-morbilità con episodi depressivi maggiori.
Le stesse precauzioni seguite per il trattamento di pazienti con episodi depressivi maggiori devono perciò essere adottate durante il trattamento di pazienti affetti da altri disturbi psichiatrici.
I pazienti con un’anamnesi positiva per eventi correlati al suicidio, o coloro che mostrano un grado significativo di ideazione suicidaria prima dell’inizio del trattamento sono esposti ad un rischio maggiore di ideazione suicidaria o tentativo di suicidio, e devono pertanto essere sottoposti a stretta sorveglianza durante il trattamento.
Una metanalisi condotta su studi clinici controllati con placebo con farmaci antidepressivi in pazienti adulti con disturbi psichiatrici ha mostrato un aumentato rischio di comportamento suicidario con l’uso di antidepressivi rispetto al placebo nei pazienti di età inferiore a 25 anni.
Durante la terapia deve essere effettuato un attento monitoraggio dei pazienti, in particolare di quelli ad alto rischio, specialmente nelle fasi iniziali del trattamento e in seguito a variazioni del dosaggio.
I pazienti (e chi si prende cura di loro) devono essere avvertiti della necessità di controllare ogni eventuale peggioramento clinico, comportamento o ideazione suicidaria e variazioni inusuali del comportamento, e di richiedere immediatamente un intervento medico se tali sintomi si presentano.
In studi clinici controllati con placebo a più breve termine condotti su pazienti con episodi depressivi maggiori associati al disturbo bipolare è stato osservato un incremento del rischio di eventi correlati al suicidio nei pazienti adulti giovani (di età inferiore a 25 anni) trattati con quetiapina rispetto ai pazienti trattati con placebo (rispettivamente 3,0% e 0%).
Uno studio retrospettivo basato sulla popolazione relativo alla quetiapina per il trattamento di pazienti con disturbo depressivo maggiore ha mostrato un aumento del rischio di autolesionismo e suicidio in pazienti di età compresa tra 25 e 64 anni senza una storia di autolesionismo durante l'uso di quetiapina con altri antidepressivi.
Rischio metabolico Dato il rischio di peggioramento del profilo metabolico, incluse le variazioni del peso corporeo, del glucosio ematico (vedere iperglicemia) e dei lipidi, che è stato riscontrato nell’ambito di studi clinici, i parametri metabolici dei pazienti devono essere valutati all’inizio del trattamento e le variazioni di questi parametri devono essere controllate regolarmente durante il trattamento.
Il peggioramento di questi parametri deve essere gestito in modo clinicamente appropriato (vedere anche paragrafo 4.8).
Sintomi extrapiramidali Negli studi clinici controllati con placebo nei pazienti adulti trattati per episodi depressivi maggiori correlati a disturbo bipolare, la quetiapina è stata associata ad un aumento dell’incidenza di sintomi extrapiramidali (EPS) rispetto al placebo (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).
L’uso di quetiapina è stato associato allo sviluppo di acatisia, caratterizzata da una sensazione di agitazione soggettivamente spiacevole o disturbante e dalla necessità di muoversi, spesso accompagnata da un’incapacità a rimanere seduti o fermi.
Ciò è più probabile che si verifichi entro le prime settimane di trattamento.
Nei pazienti che manifestino questi sintomi, l’incremento della dose potrebbe rivelarsi dannoso.
Discinesia tardiva Qualora si manifestassero segni e sintomi di discinesia tardiva si deve considerare una riduzione del dosaggio o l’interruzione della terapia con quetiapina.
I sintomi di discinesia tardiva possono peggiorare o persino insorgere dopo l’interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.8).
Sonnolenza e capogiro Il trattamento con quetiapina è stato associato a sonnolenza e sintomi ad essa correlati, quali sedazione (vedere paragrafo 4.8).
Negli studi clinici per il trattamento di pazienti con depressione bipolare e disturbo depressivo maggiore, l’insorgenza di tale evento si verifica generalmente entro i primi 3 giorni di trattamento ed è principalmente di intensità da lieve a moderata.
I pazienti che manifestino sonnolenza di grave intensità possono richiedere controlli più frequenti per un periodo minimo di 2 settimane dall’insorgenza di sonnolenza, o fino al miglioramento dei sintomi, e deve essere presa inconsiderazione l’interruzione del trattamento.
Ipotensione ortostatica Il trattamento con quetiapina è stato associato ad ipotensione ortostatica e capogiro correlato (vedere paragrafo 4.8) i quali, analogamente alla sonnolenza, insorgono solitamente durante la fase iniziale di titolazione del dosaggio.
Ciò può aumentare il verificarsi di lesioni accidentali (cadute), specialmente nella popolazione anziana.
Pertanto, i pazienti devono essere avvertiti di fare attenzione fino a quando non saranno a conoscenza dei potenziali effetti del farmaco.
La quetiapina deve essere usata con cautela nei pazienti con patologie cardiovascolari note, patologie cerebrovascolari o con altre condizioni predisponenti all’ipotensione.
Una riduzione del dosaggio o una titolazione più graduale deve essere considerata se si verifica ipotensione ortostatica, soprattutto nei pazienti con patologia cardiovascolare soggiacente.
Sindrome da apnea notturna Nei pazienti che usano quetiapina è stata riportata la sindrome da apnea notturna.
Nei pazienti che assumono contemporaneamente medicinali che deprimono il sistema nervoso centrale e che hanno una storia pregressa o che sono a rischio di apnea notturna, come quelli in sovrappeso/obesi o di sesso maschile, la quetiapina deve essere usata con cautela.
Crisi convulsive Gli studi clinici controllati non hanno evidenziato differenze nell’incidenza di crisi convulsive nei pazienti trattati con quetiapina o placebo.
Non ci sono dati disponibili sull’incidenza di crisi convulsive in pazienti con storia di disturbi epilettici.
Come per gli altri antipsicotici, si raccomanda cautela nel trattamento di pazienti con storia di crisi convulsive (vedere paragrafo 4.8).
Sindrome maligna da neurolettici La sindrome maligna da neurolettici è stata associata al trattamento con farmaci antipsicotici,compresa quetiapina (vedere paragrafo 4.8).
Le manifestazioni cliniche includono ipertermia, alterazione dello stato mentale, rigidità muscolare, instabilità del sistema nervoso autonomo e aumento della creatinin-fosfochinasi.
In caso di comparsa di tali manifestazioni, il trattamento con quetiapina deve essere interrotto e deve essere instaurata un’appropriata terapia medica.
Neutropenia grave e agranulocitosi Negli studi clinici con quetiapina sono stati riportati casi di grave neutropenia (conta dei neutrofili <0,5x109/l).
La maggior parte degli episodi di neutropenia grave si è verificata entro un paio di mesi dall’inizio della terapia con quetiapina.
Non è stata osservata un’apparente correlazione con il dosaggio.
Durante l’esperienza di post-marketing, alcuni casi hanno avuto un esito fatale.
I possibili fattori di rischio per neutropenia comprendono pre-esistente riduzione del numero di globuli bianchi nel sangue (WBC) ed un’anamnesi di neutropenia iatrogena.
Tuttavia, alcuni casi si sono verificati in pazienti senza fattori di rischio pre-esistenti.
La somministrazione di quetiapina deve essere interrotta nei pazienti con una conta dei neutrofili <1,0x109/l.
I pazienti devono essere controllati per possibili segni e sintomi di infezione e la conta dei neutrofili deve essere regolarmente monitorata (fino a quando superi valori di 1,5x109/l) (vedere paragrafo 5.1).
La neutropenia deve essere tenuta in considerazione in pazienti con infezione o febbre, in particolare in assenza di chiari fattori predisponenti, e deve essere gestita in modo clinicamente appropriato.
I pazienti devono essere avvisati di riferire immediatamente la comparsa di segni/sintomi compatibili con agranulocitosi o infezione (es.
febbre, debolezza, letargia o mal di gola) in qualsiasi momento durante la terapia con Xetamed.
Tali pazienti devono avere una conta leucocitaria e conta assoluta dei neutrofili (ANC) eseguita tempestivamente, soprattutto in assenza di fattori predisponenti.
Effetti anticolinergici (muscarinici) La norquetiapina, un metabolita attivo della quetiapina, ha un’affinità di grado da moderato a forte per molteplici sottotipi di recettori muscarinici.
Questo contribuisce all’insorgenza di reazioni avverse farmacologiche (ADR) che riflettono gli effetti anticolinergici quando la quetiapina è usata a dosi raccomandate, quando viene usata in concomitanza ad altri medicinali con effetti anticolinergici e in caso di sovradosaggio.
La quetiapina deve essere usata con cautela nei pazienti che ricevono trattamenti con effetti anticolinergici (muscarinici).
La quetiapina deve essere usata con cautela nei pazienti con una diagnosi concomitante o una storia pregressa di ritenzione urinaria, ipertrofia prostatica clinicamente rilevante, ostruzione intestinale o condizioni correlate, aumentata pressione intraoculare o glaucoma ad angolo acuto (vedere paragrafi 4.5, 4.8, 5.1 e 4.9).
Interazioni Vedere anche paragrafo 4.5.
L’uso concomitante di quetiapina con potenti induttori enzimatici epatici come la carbamazepina o la fenitoina riduce sostanzialmente le concentrazioni plasmatiche di quetiapina, con possibili ripercussioni sull’efficacia della terapia.
Nei pazienti trattati con induttori enzimatici epatici, il trattamento con quetiapina può essere iniziato solo se il medico ritiene che i benefici della terapia superino i rischi della sospensione degli induttori enzimatici epatici.
È importante che ogni variazione riguardante gli induttori sia graduale e, se necessario, sostituita da un farmaco non induttore (per es.sodio valproato).
Peso corporeo Nei pazienti trattati con quetiapina è stato riportato un aumento del peso corporeo; i pazienti devono essere monitorati e trattati in maniera clinicamente appropriata in base alle linee-guida dell’antipsicotico utilizzato (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).
Iperglicemia Raramente sono stati riportati casi di iperglicemia e/o sviluppo o esacerbazione di diabete occasionalmente associato a chetoacidosi o coma, compresi alcuni casi con esito fatale (vedere paragrafo 4.8).
In taluni casi un precedente aumento del peso corporeo poteva rappresentare un fattore predisponente.
Pertanto, è consigliabile un appropriato monitoraggio clinico in base alle linee-guida dell’antipsicotico utilizzato.
I pazienti trattati con qualsiasi farmaco antipsicotico, quetiapina inclusa, devono essere monitorati per possibili segni e sintomi di iperglicemia (come polidipsia, poliuria,polifagia e debolezza), mentre i pazienti con diabete mellito o con fattori di rischio per diabete mellito devono essere regolarmente controllati per un possibile peggioramento del controllo del glucosio.
Il peso deve essere sottoposto a controlli regolari.
Lipidi Negli studi clinici con quetiapina sono stati osservati aumenti dei trigliceridi e del colesterolo LDL e totale e una riduzione del colesterolo HDL (vedere paragrafo 4.8).
Le variazioni dei lipidi devono essere gestite in modo clinicamente appropriato.
Prolungamento dell’intervallo QT La quetiapina, negli studi clinici e durante l’uso secondo le istruzioni riportate nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP), non è stata associata a incrementi persistenti dell’intervallo QT assoluto.
Nell’esperienza di post-marketing il prolungamento dell’intervallo QT è stato osservato con quetiapina a dosi terapeutiche (vedere paragrafo 4.8) e nel sovradosaggio (vedere paragrafo 4.9).
Come con altri antipsicotici è necessaria cautela nella prescrizione di quetiapina a pazienti con patologie cardiovascolari o anamnesi familiare di prolungamento del QT.
È necessario prestare cautela nella prescrizione di quetiapina con farmaci noti per allungare l’intervallo QT, o con neurolettici concomitanti, soprattutto nei soggetti anziani, nei pazienti con sindrome del QT lungo congenita, insufficienza cardiaca congestizia, ipertrofia cardiaca, ipokaliemia o ipomagnesemia (vedere paragrafo 4.5).
Cardiomiopatia e miocardite Cardiomiopatia e miocardite sono state riportate negli studi clinici e durante l’esperienza post-marketing, nei pazienti con sospetta cardiomiopatia o miocardite deve essere presa in considerazione l'interruzione della quetiapina.
Interruzione del trattamento Dopo improvvisa interruzione del trattamento con quetiapina, sono stati riportati sintomi da sospensione acuta quali insonnia, nausea, cefalea, diarrea, vomito, capogiro ed irritabilità.
Si consiglia un’interruzione graduale, nell’arco di un periodo di almeno 1-2 settimane (vedere paragrafo 4.8).
Pazienti anziani con psicosi correlata alla demenza L’uso della quetiapina non è autorizzato per il trattamento di psicosi correlata alla demenza.
In studi clinici randomizzati controllati con placebo condotti in una popolazione di pazienti con demenza trattati con alcuni antipsicotici atipici è stato osservato un aumento di circa 3 volte del rischio di eventi cerebrovascolari.
Il meccanismo di tale aumento del rischio non è noto.
Non può essere escluso un aumento del rischio per altri antipsicotici o in altre popolazioni di pazienti.
La quetiapina deve essere utilizzata con cautela nei pazienti con fattori di rischio per ictus.
In una metanalisi eseguita su farmaci antipsicotici atipici è stato riportato un incremento del rischio di morte rispetto al placebo nei pazienti anziani con psicosi correlata alla demenza.
Tuttavia, in due studi clinici con quetiapina controllati con placebo, della durata di 10 settimane nella stessa popolazione di pazienti (n=710; età media 83 anni; range: 56-99 anni), l’incidenza di mortalità nei pazienti trattati con quetiapina è stata del 5,5% rispetto al 3,2% nel gruppo trattato con placebo.
I pazienti in questi studi sono deceduti per varie cause in linea con quanto atteso per questa popolazione.
Questi dati non stabiliscono una relazione causale tra il trattamento con quetiapina e la morte nei pazienti anziani con demenza.
Pazienti anziani affetti da morbo di Parkinson (PD)/parkinsonismo Uno studio retrospettivo basato sulla popolazione relativo alla quetiapina per il trattamento di pazienti con disturbo depressivo maggiore (MDD ha mostrato un aumento del rischio di morte durante l'uso di quetiapina in pazienti di età > 65 anni.
Questa associazione non era presente quando i pazienti con PD sono stati rimossi dall'analisi.
Prestare attenzione se la quetiapina è prescritta a pazienti anziani con PD.
Disfagia Con la quetiapina è stata riportata disfagia (vedere paragrafo 4.8).
La quetiapina deve essere utilizzata con cautela nei pazienti a rischio di polmonite da aspirazione.
Stipsi e ostruzione intestinale La stipsi rappresenta un fattore di rischio per l’ostruzione intestinale.
Stipsi e ostruzione intestinale sono stati riportati con quetiapina (vedere paragrafo 4.8 Effetti indesiderati).
Sono compresi casi fatali in pazienti che hanno un maggior rischio di ostruzione intestinale, inclusi quelli in trattamento con terapie multiple concomitanti che riducono la motilità intestinale e/o quelli che potrebbero non riportare sintomi di stipsi.
I pazienti con ostruzione intestinale/ileo devono essere sottoposti a un attento monitoraggio e a cure urgenti.
Tromboembolismo venoso (VTE) Con l’uso di farmaci antipsicotici sono stati riportati casi di tromboembolismo venoso (VTE).
Poiché i pazienti trattati con antipsicotici presentano spesso fattori di rischio acquisiti per VTE, è necessario identificare tutti i possibili fattori di rischio per VTE prima e durante il trattamento con quetiapina e adottare appropriate misure preventive.
Pancreatite La pancreatite è stata evidenziata negli studi clinici e durante l'esperienza post-marketing.
Tra le segnalazioni post-marketing, mentre non per tutti i casi era possibile identificare i fattori di rischio, molti pazienti avevano fattori che sono noti per essere associati a pancreatite, come aumento dei trigliceridi (vedere paragrafo 4.4), calcoli biliari, e il consumo di alcool.
Informazioni aggiuntive I dati relativi all’uso di quetiapina in associazione con valproato di sodio o litio negli episodi maniacali acuti da moderati a gravi sono limitati; tuttavia, la terapia combinata è risultata ben tollerata (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).
I dati hanno evidenziato un effetto additivo alla 3° settimana.
Lattosio Xetamed compresse contiene lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
Sodio Il medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per compressa, cioè essenzialmente ‘senza sodio’.
Uso improprio e abuso Sono stati segnalati casi di uso improprio e abuso.
Potrebbe essere necessaria una certa cautela nel prescrivere quetiapina a pazienti con una storia di abuso di alcol o droghe. Interazioni
- Poiché la quetiapina esplica la sua attività principale sul sistema nervoso centrale, deve essere somministrata con cautela in associazione con altri farmaci ad attività centrale e con alcool.
Deve essere prestata cautela nel trattamento di pazienti che ricevono altri medicinali con effetti anticolinergici (muscarinici) (vedere paragrafo 4.4).
Il citocromo P450 (CYP) 3A4 è il principale enzima del sistema del citocromo P450 responsabile del metabolismo della quetiapina.
In uno studio di interazione in volontari sani, la somministrazione concomitante di quetiapina (dosaggio di 25 mg) con ketoconazolo, un inibitore del CYP3A4, ha causato un aumento dell’AUC di quetiapina di 5-8 volte.
Per tal motivo, l’uso concomitante di quetiapina con inibitori CYP3A4 è controindicato.
Si raccomanda inoltre di non assumere succo di pompelmo durante la terapia con quetiapina.
In uno studio in pazienti trattati con dosi multiple per la valutazione della farmacocinetica di quetiapina, somministrata prima e durante il trattamento con carbamazepina (noto induttore degli enzimi epatici), la co-somministrazione di carbamazepina ha aumentato significativamente la clearance di quetiapina.
Questo incremento della clearance ha ridotto l'esposizione sistemica alla quetiapina (valutata tramite AUC) in media del 13% rispetto alla somministrazione di quetiapina in monoterapia, sebbene in alcuni pazienti sia stato osservato un effetto più marcato.
Come conseguenza di tale interazione possono prodursi concentrazioni plasmatiche ridotte, che possono interferire con l’efficacia della terapia con quetiapina.
La somministrazione contemporanea di quetiapina e fenitoina (un altro induttore del sistema enzimatico microsomiale), ha indotto un marcato aumento della clearance della quetiapina, pari a circa il 450%.
Nei pazienti in trattamento con induttori degli enzimi epatici, il trattamento con quetiapina può essere iniziato solo se il medico ritiene che i benefici della terapia superino il rischio della sospensione degli induttori enzimatici epatici.
È importante che ogni variazione di tali induttori avvenga gradualmente e, se necessario, che venga sostituita da un farmaco non induttore (per es.
valproato di sodio) (vedere paragrafo 4.4) La co-somministrazione di antidepressivi a base di imipramina (un noto inibitore del CYP 2D6) o fluoxetina (un noto inibitore del CYP 3A4 e del CYP 2D6) non altera in modo significativo il profilo farmacocinetico della quetiapina.
La contemporanea somministrazione degli antipsicotici risperidone o aloperidolo non altera in modo significativo la farmacocinetica della quetiapina.
L’uso concomitante di quetiapina e tioridazina causa un incremento della clearance di quetiapina di circa il 70%.
La co-somministrazione di cimetidina non altera il profilo farmacocinetico di quetiapina.
La farmacocinetica del litio non viene alterata dalla contemporanea somministrazione di quetiapina.
Nell’ambito di uno studio clinico randomizzato, della durata di 6 settimane, che ha valutato l’impiegodi litio e compresse a rilascio prolungato di quetiapina rispetto al placebo e compresse a rilascio prolungato di quetiapina, in pazienti adulti affetti da mania acuta, è stata riscontrata un’incidenza più alta di eventi correlati extrapiramidali (in particolare tremore) sonnolenza e incremento ponderale nel gruppo di trattamento con l’aggiunta di litio, in confronto al gruppo di trattamento con l’aggiunta del placebo (vedere paragrafo 5.1).
La somministrazione contemporanea di valproato di sodio e quetiapina non influenza in modo clinicamente rilevante le farmacocinetiche dei due prodotti.
In uno studio retrospettivo su bambini e adolescenti che hanno ricevuto valproato, quetiapina o entrambi, è stata riscontrata un’alta incidenza di leucopenia e neutropenia nel gruppo in terapia con l’associazione dei due farmaci rispetto ai gruppi in monoterapia.
Non sono stati eseguiti studi formali di interazione con i farmaci cardiovascolari più comunemente utilizzati.
Occorre usare cautela quando la quetiapina viene somministrata in concomitanza con farmaci noti per determinare squilibri elettrolitici o allungamenti dell’intervallo QT.
Sono stati registrati casi di falso positivo nei risultati di test immunoenzimatici per il metadone e antidepressivi triciclici in pazienti che avevano assunto quetiapina.
Si raccomanda di confermare i risultati dubbi dei test di screening immunoenzimatici mediante appropriata tecnica cromatografica. Effetti indesiderati
- Le reazioni avverse al farmaco (ADR) più comunemente osservate con quetiapina (≥10%) sono sonnolenza, capogiro, cefalea, secchezza delle fauci, sintomi di astinenza (interruzione), aumenti dei livelli sierici di trigliceridi, aumenti del colesterolo totale (prevalentemente colesterolo LDL), diminuzioni del colesterolo HDL, incremento ponderale, diminuzione dell’emoglobina e sintomi extrapiramidali.
L’incidenza di ADR associate alla terapia con quetiapina, è riportata nella tabella seguente (Tabella 1) secondo il formato raccomandato dal Council for International Organizations of Medical Sciences (CIOMS III Working Group; 1995).
Tabella 1 ADR associate alla terapia con quetiapina Le frequenze degli eventi avversi sono classificate secondo la seguente convenzione: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000,<1/1.000), molto raro (<1/10.000), non noto (non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
(1) Vedere paragrafo 4.4.Classificazione per organi e sistemi Molto comune Comune Non comune Raro Molto raro Non noto Patologie del sistema emolinfopoietico Diminuzione dell’emoglobina22 Leucopenia1,28,diminuzione della conta dei neutrofili, aumento degli eosinofili27 Trombocitopenia, anemia, diminuzione della conta delle piastrine13 Agranulocitosi26 Neutropenia¹ Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità (incluse reazioni allergiche cutanee) Reazione anafilattica5 Patologie endocrine Iperprolattinemia15, diminuzione della T424 totale, diminuzione della T4 24 libera, diminuzione della T3 24 totale, aumento del TSH24 Diminuzione della T3 24 libera, ipotiroidismo21 Secrezione inappropriata dell’ormone antidiuretico Disturbi del metabolismo e della nutrizione Aumento dei livelli di trigliceridi nel sangue10,30 Aumento del colesterolo totale (principalmente colesterolo LDL)11,30 Diminuzione del colesterolo HDL17,30, Aumento ponderale8,30 Aumento dell’appetito, aumento della glicemia fino a livelli iperglicemici6,30 Iponatriemia19, Diabete mellito1,5 Sindrome metabolica29 Esacerbazione del diabete preesistente Disturbi psichiatrici Sogni anomali e incubi, ideazione suicidaria e comportamento suicidario20 Sonnambulismo ed altri eventi correlati come parlare nel sonno e disturbo dell’alimentazione correlato al sonno Patologie del sistema nervoso Capogiro4,16, sonnolenza2,16, cefalea, sintomi extrapiramidali1,21 Disartria Crisi convulsive, sindrome delle gambe senza riposo, discinesia tardiva1,5, sincope4,16 Patologie cardiache Tachicardia4, palpitazioni23 Prolungamento dell’intervallo QT1,12,18, Bradicardia32 cardiomiopatia e miocardite Patologie dell’occhio Visione offuscata Patologie vascolari Ipotensione ortostatica4,16 Tromboembolismo venoso¹ Ictus33 Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea23 Rinite Patologie gastrointestinali Secchezza delle fauci Stipsi, dispepsia, vomito25 Disfagia7 Pancreatite¹, ostruzione intestinale/ileo Patologie epatobiliari Aumento dei livelli sierici di alanina aminotransferasi (ALT)³, Aumento dei livelli di gamma-GT³ Aumento dei livelli sierici di aspartato-aminotransferasi (AST)³ Ittero5, epatite Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Angioedema5, sindrome di Stevens-Johnson5 Necrolisi tossica epidermica, eritema multiforme, reazione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), vasculite cutanea Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Rabdomiolisi Patologie renali e urinarie Ritenzione urinaria Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali Sindrome da astinenza neonatale da farmaci31 Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Disfunzioni sessuali Priapismo, galattorrea, gonfiore mammario, disturbi mestruali Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Sintomi di astinenza (interruzione)1,9 Astenia lieve, edema periferico, irritabilità, piressia Sindrome maligna da neurolettici¹, ipotermia Esami diagnostici Aumento della creatina-fosfochinasi ematica14
(2) Può verificarsi sonnolenza, generalmente durante le prime due settimane di trattamento, che si risolve solitamente proseguendo la somministrazione di quetiapina.
(3) In alcuni pazienti trattati con quetiapina sono stati osservati aumenti asintomatici (scostamento da normale a ≥3x ULN in qualsiasi momento) delle transaminasi sieriche (ALT, AST) o delle gamma-GT.
Tali aumenti sono stati generalmente reversibili proseguendo la terapia con quetiapina.
(4) Come con altri antipsicotici con attività alfa1 bloccante adrenergica, quetiapina può comunemente indurre ipotensione ortostatica, associata a capogiro, tachicardia e, in alcuni pazienti, sincope, specialmente durante la fase iniziale di titolazione (Vedere paragrafo 4.4).
(5) Il calcolo delle frequenze per queste ADR deriva esclusivamente dai dati di post-marketing.
(6) Glicemia a digiuno ≥126 mg/dL (≥7,0 mmol/L) o glicemia non a digiuno ≥200mg/dL (≥11,1mmol/L) in almeno un’occasione.
(7) Un aumento del tasso di disfagia con quetiapina rispetto al placebo è stato osservato solo negli studi clinici nella depressione bipolare.
(8) Basato su un aumento ponderale >7% rispetto al peso basale.
Si verifica prevalentemente durante le prime settimane di trattamento negli adulti.
(9) I seguenti sintomi da astinenza sono stati osservati più frequentemente in studi clinici in acuto, in monoterapia controllati verso placebo, che hanno valutato i sintomi da sospensione: insonnia, nausea, cefalea, diarrea, vomito, capogiro ed irritabilità.
L’incidenza di queste reazioni è diminuita significativamente dopo 1 settimana dall’interruzione del farmaco.
(10) Trigliceridi ≥200mg/dL (≥2,258 mmol/L) (pazienti con età ≥18 anni) o ≥150 mg/dL (≥1,.694 mmol/L) (pazienti con età <18 anni) in almeno un’occasione.
(11) Colesterolo ≥240 mg/dL (≥6,2064 mmol/L) (pazienti con età ≥18 anni) o ≥200 mg/dL (≥5,172 mmol/L) (pazienti con età <18 anni) in almeno un’occasione.
È stato osservato con frequenza molto comune un aumento del colesterolo LDL ≥30 mg/dL (≥0,769 mmol/L).
La variazione media tra i pazienti che hanno riportato questo aumento era pari a 41,7 mg/dL (≥1,07 mmol/L).
(12) Vedere testo sottostante.
(13) Piastrine ≤100 x 109/L in almeno un’occasione.
(14) Basati su segnalazioni da studi clinici di eventi avversi relativi ad aumento della creatinfosfochinasi non associato a sindrome maligna da neurolettici.
(15) Livelli di prolattina (pazienti >18 anni di età): >20 mcg/L (>869,56 pmol/L) maschi; >30 mcg/L (>1304,34 pmol/L) femmine, in qualunque momento di osservazione.
(16) Possono provocare cadute.
(17) Colesterolo HDL: <40 mg/dL (1,025 mmol/L) maschi; <50 mg/dL (1,282 mmol/L) femmine in qualsiasi momento.
(18) Incidenza di pazienti con QTc passato da <450 msec a ≥450 msec con un aumento ≥30 msec.
Negli studi clinici con quetiapina controllati con placebo la variazione media e l’incidenza di pazienti che hanno manifestato uno spostamento verso livelli clinicamente significativi sono simili nei gruppi trattati con quetiapina e placebo.
(19) Variazione da >132 mmol/L a ≤132 mmol/L in almeno un caso.
(20) Durante la terapia con quetiapina o subito dopo la sospensione del trattamento sono stati riportati casi di ideazione suicidaria e comportamenti suicidari (vedere paragrafi 4.4 e 5.1).
(21) Vedere paragrafo 5.1.
(22) La diminuzione dell’emoglobina a valori ≤13 g/dL (8,07 mmol/L) nei maschi e ≤12 g/dL (7,45 mmol/L) nelle femmine si è verificata in almeno un’occasione nell’11% dei pazienti trattati con quetiapina in tutti gli studi clinici, incluse le estensioni in aperto.
In questi pazienti la diminuzione massima dell’emoglobina in qualsiasi momento è stata in media di -1,50 g/dL.
(23) Queste segnalazioni si sono spesso verificate in corso di tachicardia, capogiro, ipotensione ortostatica e/o malattie cardiorespiratorie concomitanti.
(24) Basato sullo scostamento dal normale valore di base a valori potenzialmente clinicamente importanti in qualsiasi momento successivo in tutti gli studi clinici.
Le variazioni della T4 totale, T4 libera, T3 totale e T3 libera, sono definite come <0,8 x LLN (pmol/L) e la variazione della TSH è >5 mUI/L in qualunque momento.(25) Sulla base dell’aumentata percentuale di vomito nei pazienti anziani (≥65 anni di età).
(26) Variazioni dei valori basali dei neutrofili da ≥1,5x109/L a <0,5x109/L in qualsiasi momento durante il trattamento e rilevate in pazienti con neutropenia grave (<0,5x109/L) e infezione nel corso di tutti gli studi clinici sull’impiego di quetiapina (vedere paragrafo 4.4).
(27) Basato sullo scostamento dal normale valore di base a valori potenzialmente clinicamente importanti in qualsiasi momento successivo in tutti gli studi clinici.
Le variazioni degli eosinofili sono definite come >1x109 cellule/L in qualunque momento.
(28) Basato sullo scostamento dal normale valore di base a valori potenzialmente clinicamente importanti in qualsiasi momento successivo in tutti gli studi clinici.
Le variazioni dei globuli bianchi sono definite come ≤3x109 cellule/L in qualunque momento.
(29) Basato su segnalazioni di eventi avversi relativi a sindrome metabolica in tutti gli studi clinici con quetiapina.
(30) Negli studi clinici è stato osservato in alcuni pazienti un peggioramento di più di uno dei fattori metabolici come peso, glucosio ematico e lipidi (vedere paragrafo 4.4).
(31) Vedere paragrafo 4.6.
(32) Possono verificarsi all'inizio o in prossimità del trattamento e possono essere associate ad ipotensione e/o sincope.
La frequenza è basata sugli eventi avversi riportati di bradicardia ed eventi correlati in tutti gli studi clinici con quetiapina.
(33) Sulla base di uno studio epidemiologico retrospettivo non randomizzato.
In seguito all’uso di neurolettici sono stati riportati casi di prolungamento del QT, aritmia ventricolare, morte improvvisa inspiegabile, arresto cardiaco e torsioni di punta, che vengono considerati effetti di questa classe di farmaci.
Gravi reazioni avverse cutanee, tra cui sindrome di Stevens-Johnson (SJS), necrolisi epidermica tossica (TEN), reazione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) sono state riportate in associazione al trattamento con quetiapina.
Popolazione pediatrica Le stesse ADR sopra descritte per gli adulti devono essere considerate per i bambini e per gli adolescenti.
La tabella seguente riassume le ADR che si verificano con frequenza maggiore nei bambini e negli adolescenti (di età tra 10 e 17 anni) rispetto alla popolazione adulta oppure ADR che non sono state identificate nella popolazione adulta.
Tabella 2 ADR associate alla terapia con quetiapina nei bambini e negli adolescenti che si verificano con una frequenza più alta rispetto agli adulti o non sono state identificate nella popolazione adulta Le frequenze degli eventi avversi sono classificate secondo la seguente convenzione: molto comune (>1/10), comune (>1/100, <1/10), non comune (>1/1.000, <1/100), raro (>1/10.000, <1/1.000) e molto raro (<1/10.000).
(1) Livelli di prolattina (pazienti <18 anni di età): >20 mcg/L (>869,56 pmol/L) maschi; >26 mcg/L (>1130,428 pmol/L) femmine, in qualunque momento di osservazione.Classificazione per organi e sistemi Molto comune Comune Patologie endocrine Innalzamenti dei livelli di prolattina¹ Disturbi del metabolismo e della nutrizione Aumento dell’appetito Patologie del sistema nervoso Sintomi extrapiramidali3,4 Sincope Patologie vascolari Aumento della pressione sanguigna² Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Rinite Patologie gastrointestinali Vomito Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Irritabilità³
Meno dell’1% dei pazienti ha riportato un aumento dei livelli di prolattina >100 mcg/L.
(2) Basati sul superamento delle soglie clinicamente significative (adattate in base ai criteri del National Institute of Health) o aumenti >20 mmHg della pressione arteriosa sistolica o >10 mmHg della pressione arteriosa diastolica in qualsiasi momento di osservazione in due studi clinici in acuto (3-6 settimane) controllati con placebo condotti nei bambini e negli adolescenti.
(3) Nota: la frequenza ricalca quella osservata nei pazienti adulti, ma l’irritabilità potrebbe essere associata a diverse implicazioni cliniche nei bambini e negli adolescenti rispetto agli adulti.
(4) Vedere paragrafo 5.1 Segnalazione di sospette reazioni avverse La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del prodotto.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Primo trimestre La moderata quantità di dati pubblicati da gravidanze esposte (tra 300-1000 esiti di gravidanza), comprendenti reports individuali e alcuni studi osservazionali non suggeriscono un aumento del rischio di malformazioni dovute al trattamento.
Tuttavia, sulla base di tutti i dati disponibili, non può essere stabilita una conclusione definitiva.
Studi su animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Pertanto, quetiapina deve essere usata durante la gravidanza solo se i benefici giustificano i potenziali rischi.
Terzo trimestre I neonati esposti al trattamento con antipsicotici (fra cui quetiapina) durante il terzo trimestre di gravidanza sono a rischio di manifestare reazioni avverse, fra cui sintomi extrapiramidali e/o sintomi di astinenza che possono variare per gravità e durata dopo la nascita.
Sono stati segnalati casi di agitazione, ipertonia, ipotonia, tremore, sonnolenza, distress respiratorio o disturbi della nutrizione.
Di conseguenza, i neonati dovrebbero essere attentamente monitorati.
Allattamento In base a un numero molto limitato di dati ricavati da reports pubblicati sull’escrezione di quetiapina nel latte materno umano, il grado di escrezione di quetiapina alle dosi terapeutiche non sembra essere costante.
Data la mancanza di dati robusti, bisogna decidere se interrompere l’allattamento al seno oppure sospendere la terapia con Xetamed, tenendo conto del beneficio dell’allattamento al seno per il bambino e del beneficio della terapia per la madre.
Fertilità Gli effetti di quetiapina sulla fertilità dell’uomo non sono stati valutati.
Sono stati riscontrati effetti correlati a livelli elevati di prolattina nei ratti, benché non siano direttamente rilevanti per l’uomo (vedere paragrafo 5.3 Dati preclinici). Conservazione
- Nessuna precauzione particolare per la conservazione.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.