VECTIBIX INFUS FL 5ML 20MG/ML

633,03 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: PANITUMUMAB
  • ATC: L01FE02
  • Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 17/01/2009

Vectibix è indicato per il trattamento dei pazienti adulti con cancro colorettale metastatico (mCRC) RAS wild-type: • in prima linea in associazione con FOLFOX o FOLFIRI. • in seconda linea in associazione con FOLFIRI in pazienti che hanno ricevuto in prima linea chemioterapia a base di fluoropirimidine (escludendo irinotecan). • come monoterapia dopo fallimento di regimi chemioterapici contenenti fluoropirimidine, oxaliplatino e irinotecan.
Ogni mL di concentrato contiene 20 mg di panitumumab. Ogni flaconcino contiene 100 mg di panitumumab in 5 mL, oppure 400 mg di panitumumab in 20 mL. Se preparato secondo le istruzioni riportate al paragrafo 6.6, la concentrazione finale di panitumumab non deve superare 10 mg/mL. Panitumumab è un anticorpo monoclonale completamente umano del tipo IgG2, prodotto in una linea cellulare di mammifero (CHO) mediante tecnologia del DNA ricombinante. Eccipienti con effetti noti Ogni mL di concentrato contiene 0,150 mmol di sodio, che è pari a 3,45 mg di sodio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Pazienti con storia di ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1, di grado severo o che abbia messo in pericolo la vita (vedere paragrafo 4.4).
Pazienti affetti da polrnonite interstiziale o fibrosi polmonare (vedere paragrafo 4.4).
L’associazione di Vectibix con chemioterapia contenente oxaliplatino è controindicata nei pazienti con mCRC e RAS mutato o con mCRC e status mutazionale di RAS non noto (vedere paragrafo 4.4).

Posologia

Il trattamento con Vectibix deve essere effettuato sotto la supervisione di un medico specializzato nell’utilizzo di terapie antitumorali.
L’evidenza dello status mutazionale di RAS (KRAS e NRAS) wild-type è richiesta prima di iniziare il trattamento con Vectibix.
Lo status mutazionale deve essere determinato da un laboratorio con adeguata esperienza che utilizzi un metodo validato per la diagnosi delle mutazioni KRAS (esoni 2, 3, e 4) e NRAS (esoni 2, 3, e 4).
Posologia La dose di Vectibix raccomandata è di 6 mg/kg di peso corporeo e viene somministrata ogni due settimane.
La modifica della dose di Vectibix potrebbe essere necessaria in caso di reazioni dermatologiche severe (grado ≥ 3) come segue:
Insorgenza di sintomi cutanei: grado ≥ 3¹ Somministrazione di Vectibix Esito Regolazione della dose
Alla prima insorgenza Non somministrare 1 o 2 dosi Miglioramento (grado < 3) Continuare l’infusione al 100% della dose originale
Non risolto Interrompere permanentemente
Alla seconda insorgenza Non somministrare 1 o 2 dosi Miglioramento (grado < 3) Continuare l’infusione all’80% della dose originale
Non risolto Interrompere permanentemente
Alla terza insorgenza Non somministrare 1 o 2 dosi Miglioramento (grado < 3) Continuare l’infusione al 60% della dose originale
Non risolto Interrompere permanentemente
Alla quarta insorgenza Interrompere permanentemente - -
¹Il grado maggiore o uguale a 3 è definito come severo o che mette in pericolo la vita Popolazioni speciali La sicurezza e l’efficacia di Vectibix non sono state studiate in pazienti con compromissione della funzione renale o epatica.
Non ci sono dati clinici a supporto dell’aggiustamento della dose negli anziani.
Popolazione pediatrica Non esiste alcuna indicazione per un uso specifico di Vectibix nella popolazione pediatrica nell’indicazione trattamento del cancro colorettale.
Modo di somministrazione Vectibix deve essere somministrato per via endovenosa, mediante pompa per infusione.
Prima dell’infusione, Vectibix deve essere diluito in una soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/mL (0,9%), fino a raggiungere una concentrazione finale non superiore a 10 mg/mL (per le istruzioni per la preparazione vedere paragrafo 6.6).
Vectibix deve essere somministrato con una linea periferica o un catetere a permanenza, dotato di un filtro in linea di 0,2 o 0,22 micrometri a basso legame proteico.
Il tempo di infusione raccomandato è di circa 60 minuti.
Se la prima infusione è tollerata, le successive infusioni possono essere somministrate in un tempo che va dai 30 ai 60 minuti.
Dosi superiori a 1.000 mg devono essere infuse nell’arco di circa 90 minuti (per le istruzioni per la manipolazione, vedere paragrafo 6.6).
Prima e dopo la somministrazione di Vectibix la linea di infusione deve essere pulita, facendovi fluire una soluzione di sodio cloruro, per evitare la miscelazione con altri medicinali o soluzioni endovenose.
Una riduzione della velocità di infusione di Vectibix potrebbe essere necessaria in caso di reazioni correlate all’infusione (vedere paragrafo 4.4).
Vectibix non deve essere somministrato come infusione endovenosa rapida o bolo endovenoso.
Per le istruzioni sulla diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.

Avvertenze e precauzioni

Tracciabilità Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.
Reazioni dermatologiche e tossicità dei tessuti molli In quasi tutti i pazienti (circa il 94%) trattati con Vectibix si manifestano reazioni di tipo dermatologico, un effetto farmacologico osservato con gli inibitori del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR).
Reazioni cutanee severe (grado 3 secondo l’NCI-CTC) sono state riportate nel 23% dei casi e reazioni cutanee che hanno messo in pericolo di vita (grado 4 secondo l’NCI-CTC) sono state riportate in meno dell’1% dei pazienti che hanno ricevuto Vectibix in monoterapia e in associazione con chemioterapia (n = 2.224) (vedere paragrafo 4.8).
Se un paziente dovesse sviluppare reazioni dermatologiche di grado 3 (CTCAE v 4.0) o di grado superiore, oppure reazioni che sono considerate intollerabili, vedere la raccomandazione per la modifica della dose nel paragrafo 4.2.
Negli studi clinici, in seguito allo sviluppo di reazioni dermatologiche severe (inclusa la stomatite), sono state riportate complicazioni infettive quali la sepsi e la fascite necrotizzante, che in casi rari hanno portato a morte e ascessi locali, che hanno richiesto incisioni e drenaggi.
I pazienti che manifestano reazioni dermatologiche gravi o tossicità dei tessuti molli o reazioni che peggiorano durante la somministrazione di Vectibix devono essere monitorati per rilevare l’eventuale sviluppo di sequele infiammatorie o infettive (incluse cellulite e fascite necrotizzante) e si deve istituire immediatamente un trattamento appropriato.
Complicazioni infettive pericolose per la vita e fatali, incluse fascite necrotizzante e sepsi, sono state osservate nei pazienti in trattamento con Vectibix.
Durante l’utilizzo post-marketing sono stati riportati rari casi di sindrome di Stevens-Johnson e di necrolisi epidermica tossica in pazienti trattati con Vectibix.
Sospendere o interrompere definitivamente Vectibix in caso di tossicità dermatologica o dei tessuti molli associata a complicazioni infiammatorie o infettive severe o pericolose per la vita.
Il trattamento e la gestione delle reazioni dermatologiche devono essere basati sulla gravità e potrebbero includere una crema idratante, una crema di protezione solare (fattore di protezione > 15 UVA e UVB), una crema steroidea ad uso topico (non più forte di idrocortisone all’1%) da applicare sulle aree interessate, e/o antibiotici orali (ad esempio doxiciclina).
Si raccomanda anche che i pazienti che riportano eruzione cutanea/tossicità dermatologiche facciano uso di filtri solari e cappelli, e limitino l’esposizione al sole dal momento che i raggi solari possono esacerbare qualsiasi reazione cutanea.
Ai pazienti potrebbe essere raccomandato di applicare una crema idratante e una di protezione solare su viso, mani, piedi, collo, schiena e torace ogni mattina durante il trattamento e di applicare una crema steroidea ad uso topico su viso, mani, piedi, collo, schiena e torace ogni notte durante il trattamento.Complicanze polmonari I pazienti con polmonite interstiziale o fibrosi polmonare pregressa o in atto sono stati esclusi dagli studi clinici.
Casi di malattia polmonare interstiziale (ILD), sia con esito fatale che non fatale, sono stati riportati principalmente nella popolazione giapponese.
In caso di insorgenza acuta o peggioramento di sintomi polmonari preesistenti il trattamento con Vectibix, deve essere interrotto e questi sintomi devono essere immediatamente indagati.
In caso di diagnosi di ILD, il trattamento con Vectibix deve essere permanentemente interrotto ed il paziente deve essere trattato in modo appropriato.
Nei pazienti con una storia di polmonite interstiziale o fibrosi polmonare, i benefici della terapia con panitumumab rispetto al rischio di complicanze polmonari devono essere considerati con attenzione.
Disturbi elettrolitici In alcuni pazienti è stata osservata una diminuzione progressiva dei livelli sierici di magnesio con conseguente ipomagnesemia severa (grado 4).
I pazienti devono essere monitorati per ipomagnesemia e conseguente ipocalcemia, prima di iniziare il trattamento con Vectibix, e quindi, periodicamente, fino a 8 settimane dopo il completamento del trattamento (vedere paragrafo 4.8).
È raccomandata una terapia integrativa con magnesio, secondo quanto appropriato.
Sono state osservate anche altre alterazioni elettrolitiche, inclusa ipocaliemia.
Il monitoraggio sopra indicato e l’integrazione di questi elettroliti secondo quanto appropriato, sono raccomandati.
Reazioni correlate all’infusione Considerando gli studi clinici nel mCRC in monoterapia e in associazione (n = 2.224), le reazioni correlate all’infusione (insorte entro 24 ore da un’infusione) sono state riportate nei pazienti trattati con Vectibix, incluse reazioni severe correlate all’infusione (grado 3 e 4 dell’NCI-CTC).
Durante l’utilizzo post-marketing, sono state riportate reazioni gravi correlate all’infusione, inclusi eventi rari con esito fatale.
Vectibix deve essere interrotto in modo permanente nel caso in cui, durante l’infusione o in qualsiasi momento dopo l’infusione, insorga una reazione severa o che metta in pericolo la vita [per esempio presenza di broncospasmo, angioedema, ipotensione, necessità di trattamento parenterale o anafilassi] (vedere paragrafi 4.3 e 4.8).
In pazienti in cui si siano verificate reazioni correlate all’infusione lievi o moderate (gradi 1 o 2 secondo CTCAE v 4.0) la velocità di infusione deve essere ridotta per la durata di quella infusione.
Si raccomanda di mantenere questa ridotta velocità di infusione per tutte le infusioni successive.
Sono state riportate reazioni di ipersensibilità verificatesi dopo più di 24 ore dall’infusione, incluso un caso fatale di angioedema, insorto dopo più di 24 ore dalla fine dell’infusione.
I pazienti devono essere avvertiti della possibilità di un’insorgenza tardiva della reazione ed istruiti a contattare il medico nel caso in cui si verifichino sintomi di una reazione di ipersensibilità.
Insufficienza renale acuta È stata osservata insufficienza renale acuta in pazienti che sviluppano diarrea severa e disidratazione.
I pazienti che manifestano diarrea severa devono essere istruiti a consultare urgentemente un operatore sanitario.
Vectibix in associazione con chemioterapia irinotecan, 5-fluorouracile in bolo e leucovorin (IFL) I pazienti trattati con Vectibix in associazione con il regime IFL [bolo di 5-fluorouracile (500 mg/m²), leucovorin (20 mg/m²) e irinotecan (125 mg/m²)] hanno manifestato un’elevata incidenza di diarrea severa (vedere paragrafo 4.8).
Per questo motivo la somministrazione di Vectibix in associazione con IFL deve essere evitata (vedere paragrafo 4.5).
Vectibix in associazione con bevacizumab e regimi chemioterapici È stata osservata una riduzione del tempo di sopravvivenza libero da progressione e un aumento dei decessi nei pazienti trattati con Vectibix in associazione con bevacizumab e chemioterapia.
Nei bracci di trattamento in cui era utilizzato Vectibix, in associazione con bevacizumab e chemioterapia, è stata osservata anche una più elevata frequenza di embolia polmonare, infezioni (soprattutto di origine dermatologica), diarrea, squilibri degli elettroliti, nausea, vomito e disidratazione.
Vectibix non deve essere somministrato in associazione con regimi chemioterapici contenenti bevacizumab (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Vectibix in associazione con chemioterapia a base di oxaliplatino nei pazienti con mCRC e RAS mutato o per i quali non sia noto lo status di RAS Vectibix in associazione con chemioterapia contenente oxaliplatino è controindicato nei pazienti con mCRC con RAS mutato o per i quali non sia noto lo status di RAS (vedere paragrafi 4.3 e 5.1).
Sono stati osservati una sopravvivenza libera da progressione (PFS) e una sopravvivenza globale (OS) inferiori nei pazienti affetti da tumori con KRAS mutato (esone 2) e ulteriori mutazioni di RAS (KRAS [esoni 3 e 4] o NRAS [esoni 2, 3, 4]) che ricevevano panitumumab in associazione con 5-fluorouracile infusionale, leucovorin e oxaliplatino (FOLFOX) versus FOLFOX da solo (vedere paragrafo 5.1).
Lo status mutazionale di RAS deve essere determinato da un laboratorio con adeguata esperienza utilizzando un metodo validato (vedere paragrafo 4.2).
Se Vectibix viene usato in associazione con FOLFOX si raccomanda che lo status mutazionale sia determinato da un laboratorio che partecipi ad un programma Esterno di Assicurazione della Qualità RAS oppure lo status wild-type sia confermato da un doppio test.
Tossicità oculari Sono stati riportati casi gravi di cheratite e cheratite ulcerativa, che possono comportare perforazione della cornea.
Quando i pazienti manifestano segni e sintomi indicativi di cheratite acuti o in peggioramento quali: infiammazione degli occhi, lacrimazione, sensibilità alla luce, annebbiamento della vista, dolore oculare e/o arrossamento degli occhi, i pazienti devono essere immediatamente valutati da uno specialista in oftalmologia.Se è confermata una diagnosi di cheratite ulcerativa, il trattamento con Vectibix deve essere sospeso o interrotto permanentemente.
Se è diagnosticata la cheratite, devono essere attentamente considerati i benefici ed i rischi di continuare la terapia.
Vectibix deve essere usato con cautela nei pazienti con una storia di cheratite, cheratite ulcerativa o grave secchezza oculare.
L’uso di lenti a contatto è anche un fattore di rischio per cheratiti ed ulcerazioni.
Pazienti con performance status ECOG 2 trattati con Vectibix in associazione a chemioterapia Per i pazienti con performance status ECOG 2, si raccomanda la valutazione del rapporto beneficio-rischio prima di iniziare Vectibix in associazione con chemioterapia per il trattamento del mCRC.
Un rapporto beneficio-rischio positivo in pazienti con performance status ECOG 2 non è stato documentato.
Pazienti anziani Nei pazienti anziani (≥ 65 anni di età) trattati con Vectibix in monoterapia non sono state osservate differenze complessive nella sicurezza o nell’efficacia.
Tuttavia, un aumentato numero di reazioni avverse gravi è stato riportato in pazienti anziani trattati con Vectibix in associazione con chemioterapia FOLFIRI o FOLFOX rispetto alla sola chemioterapia (vedere paragrafo 4.8).
Avvertenze per gli eccipienti Questo medicinale contiene 3,45 mg di sodio per mL equivalente a 0,17% dell'assunzione massima giornaliera raccomandata dall'OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto.

Interazioni

Dati da uno studio di interazione con Vectibix e irinotecan nei pazienti con mCRC indicano che la farmacocinetica di irinotecan e del suo metabolita attivo, SN-38, non é alterata quando i medicinali vengono somministrati insieme.
I risultati di un confronto incrociato tra studi indicano che i regimi contenenti irinotecan (IFL o FOLFIRI) non hanno effetto sulla farmacocinetica di panitumumab.
Vectibix non deve essere somministrato in associazione con il regime chemioterapico IFL o con regimi chemioterapici contenenti bevacizumab.
È stata osservata un’alta incidenza di diarrea severa quando panitumumab è stato somministrato in associazione con IFL (vedere paragrafo 4.4), ed è stato riportato un aumento della tossicità e della mortalità quando panitumumab è stato somministrato in associazione con bevacizumab e chemioterapia (vedere paragrafi 4.4 e 5.1).
L’associazione di Vectibix con chemioterapia contenente oxaliplatino è controindicata nei pazienti con mCRC che presentano RAS mutato o per i quali non sia noto lo status di RAS.
In uno studio clinico sono stati osservati una sopravvivenza libera da progressione e una sopravvivenza globale inferiori nei pazienti con tumori che presentavano RAS mutato e che ricevevano panitumumab e FOLFOX (vedere paragrafo 4.4 e 5.1).

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza In base all’analisi di tutti i pazienti con mCRC degli studi clinici trattati con Vectibix in monoterapia e in associazione con chemioterapia (n = 2.224), le reazioni avverse riportate più frequentemente sono le reazioni cutanee, verificatesi in circa il 94% dei pazienti.
Queste reazioni sono correlate agli effetti farmacologici di Vectibix, per la maggior parte sono di grado lieve o moderato, nel 23% dei casi di grado severo (grado 3 secondo l’NCI-CTC) e in < 1% mettono in pericolo di vita (grado 4 secondo l’NCI-CTC).
Per la gestione clinica delle reazioni dermatologiche, incluse le raccomandazioni di modifica della dose, vedere il paragrafo 4.4.
Le reazioni avverse riportate molto comunemente verificatesi in ≥ 20% dei pazienti sono state patologie gastrointestinali [diarrea (46%), nausea (39%), vomito (26%), stipsi (23%) e dolore addominale (23%)]; patologie sistemiche [affaticamento (35%), piressia (21%)]; disturbi del metabolismo e della nutrizione [diminuzione dell’appetito (30%)]; infezioni e infestazioni [paronichia (20%)]; e patologie della cute e del tessuto sottocutaneo [eruzione cutanea (47%), dermatite acneiforme (39%), prurito (36%), eritema (33%), e cute secca (21%)].
Tabella con elenco delle reazioni avverse I dati nella tabella sottostante descrivono le reazioni avverse riportate negli studi clinici in pazienti affetti da mCRC che hanno ricevuto panitumumab in monoterapia o in associazione con chemioterapia (n = 2.224) e le segnalazioni spontanee.
All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
  Reazioni avverse
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Molto comune (≥ 1/10) Comune (≥ 1/100, < 1/10) Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100)
Infezioni ed infestazioni Congiuntivite Paronichia¹ Esantema pustoloso Cellulite¹ Infezione del tratto urinario Follicolite Infezione localizzata Infezione agli occhi Infezione alle palpebre
Patologie del sistema emolinfopoietico Anemia Leucopenia 
Disturbi del sistema immunitario  Ipersensibilit๠Reazione anafilattica²
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Ipocaliemia Ipomagnesemia Diminuzione dell’appetito Ipocalcemia Disidratazione Iperglicemia Ipofosfatemia 
Disturbi psichiatrici Insonnia Ansia 
Patologie del sistema nervoso  Cefalea Capogiri 
Patologie dell’occhio  Blefarite Crescita eccessiva delle ciglia Lacrimazione aumentata Iperemia oculare Occhio secco Prurito oculare Irritazione degli occhi Cheratite ulcerativa1,4 Cheratite¹ Irritazione delle palpebre
Patologie cardiache  Tachicardia Cianosi
Patologie vascolari  Trombosi venosa profonda Ipotensione Ipertensione Rossore 
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea Tosse Embolia polmonare Epistassi Malattia polmonare interstiziale³ Broncospasmo Secchezza nasale
Patologie gastrointestinali Diarrea¹ Nausea Vomito Dolore addominale Stomatite Stipsi Emorragia rettale Bocca secca Dispepsia Ulcera aftosa Cheilite Malattia da reflusso gastroesofageo Labbra screpolate Labbra secche
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo¹ Dermatite acneiforme Eruzione cutanea Eritema Prurito Cute secca Fissure cutanee Acne Alopecia Ulcera cutanea Esfoliazione cutanea Eruzione esfoliativa Dermatite Eruzione cutanea papulare Eruzione cutanea pruriginosa Esantema eritematoso Eruzione cutanea generalizzata Eruzione cutanea maculare Eruzione cutanea maculo-papulare Lesione cutanea Tossicità cutanea Crosta Ipertricosi Onicoclasia Patologie delle unghie Iperidrosi Sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare Necrolisi epidermica tossica1,4 Sindrome di Stevens-Johnson1,4 Necrosi cutanea1,4 Angioedema¹ Irsutismo Unghia incarnita Onicolisi
Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo Dolore dorsale Dolore ad un arto 
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Stanchezza Piressia Astenia Infiammazione delle mucose Edema periferico Dolore toracico Dolore Brividi 
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura   Reazioni correlate all’infusione¹
Esami diagnostici Perdita di peso Riduzione del magnesio nel sangue 
¹Vedere il paragrafo sotto riportato “Descrizione di alcune reazioni avverse selezionate”.
²Vedere paragrafo 4.4 Reazioni correlate all’infusione.
³Vedere paragrafo 4.4 “Complicanze polmonari”.
4Necrosi cutanea, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica e cheratite ulcerativa sono ADR da panitumumab che sono state riportate durante l’utilizzo post-marketing.
Per queste ADR la classe di frequenza massima è stata stimata dal limite superiore dell’intervallo di confidenza del 95%, per la stima puntuale basata su linee guida normative per la stima della frequenza delle reazioni avverse da segnalazione spontanea.
La frequenza massima stimata dal limite superiore dell’intervallo di confidenza del 95% per la stima puntuale, ovvero 3/2.224 (o 0,13%).
Il profilo di sicurezza di Vectibix in associazione con chemioterapia consiste nelle reazioni avverse riportate per Vectibix (come monoterapia) e nelle tossicità del regime chemioterapico in associazione.
Non sono state osservate nuove tossicità o peggioramento delle tossicità già note in precedenza, al di là dell’effetto additivo atteso.
Le reazioni cutanee sono le reazioni avverse che si verificano più frequentemente nei pazienti che ricevono panitumumab in associazione a chemioterapia.
Altre tossicità che sono state osservate con maggiore frequenza di quella relativa alla monoterapia includevano ipomagnesemia, diarrea e stomatite, Queste tossicità hanno portato poco frequentemente all’interruzione permanente di Vectibix o della chemioterapia.
Descrizione di alcune reazioni avverse selezionate Patologie gastrointestinali La diarrea quando segnalata ha presentato per lo più un’intensità lieve o moderata.
La diarrea severa (grado 3 e 4 secondo l’NCI-CTC) è stata riportata nel 2% dei pazienti trattati con Vectibix in monoterapia e nel 16% dei pazienti trattati con Vectibix in associazione con chemioterapia.
Ci sono state segnalazioni di insufficienza renale acuta in pazienti che sviluppano diarrea e disidratazione (vedere paragrafo 4.4).
Reazioni correlate all’infusione Considerando gli studi clinici nel mCRC in monoterapia ed in associazione (n = 2.224), le reazioni correlate all’infusione (che si manifestano entro 24 ore da qualsiasi infusione) che possono includere sintomi/segni quali brividi, febbre o dispnea, sono state riportate in circa il 5% dei pazienti trattati con Vectibix, di cui 1% erano severe (grado 3 e 4 secondo l’NCI-CTC).
Un caso di angioedema fatale si è verificato in un paziente con carcinoma a cellule squamose testa-collo ricorrente e metastatico trattato con Vectibix in uno studio clinico.
L’evento fatale è insorto dopo una nuova esposizione successiva ad un precedente episodio di angioedema; entrambi gli episodi sono insorti dopo più di 24 ore dalla somministrazione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Reazioni di ipersensibilità insorte dopo più di 24 ore dall’infusione sono state riportate anche durante l’utilizzo post-marketing.
Per la gestione delle reazioni correlate all’infusione, vedere paragrafo 4.4.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Le eruzioni cutanee si sono manifestate più comunemente a livello di volto, torace superiore e schiena, ma potevano estendersi anche alle estremità.
In seguito all’insorgenza di reazioni cutanee e sottocutanee gravi, sono state osservate complicazioni infettive quali la sepsi, che in casi rari ha portato a morte, cellulite e ascessi locali, che hanno richiesto incisioni e drenaggi.
Il tempo mediano alla prima comparsa dei sintomi di reazione dermatologica è stato di 10 giorni, e il tempo mediano alla risoluzione, dopo l’ultima dose di Vectibix, è stato di 31 giorni.
La paronichia è stata associata a gonfiore delle pieghe ungueali laterali delle dita dei piedi e delle mani.
È noto che le reazioni dermatologiche (inclusi gli effetti sulle unghie), osservate nei pazienti trattati con Vectibix o con altri inibitori di EGFR, sono associate all’effetto farmacologico della terapia.
Considerando tutti gli studi clinici, le reazioni cutanee si sono verificate in circa il 94% dei pazienti che hanno ricevuto Vectibix in monoterapia o in associazione con chemioterapia (n = 2.224).
Queste reazioni sono consistite principalmente in eruzione cutanea e dermatite acneiforme e sono state per la maggior parte di entità lieve o moderata.
Reazioni cutanee gravi (grado 3 secondo l’NCI-CTC) sono state riportate nel 23% dei casi e reazioni cutanee che hanno messo in pericolo di vita (grado 4 secondo l’NCI-CTC) sono state riportate in meno dell’1% dei pazienti.
Complicazioni infettive pericolose per la vita e fatali, incluse fascite necrotizzante e sepsi, sono state osservate nei pazienti in trattamento con Vectibix (vedere paragrafo 4.4).
Per la gestione clinica delle reazioni dermatologiche, incluse le raccomandazioni di modifica della dose, vedere il paragrafo 4.4.
Durante l’utilizzo post-marketing sono stati riportati rari casi di necrosi cutanea, sindrome di Stevens-Johnson e di necrolisi epidermica tossica in pazienti trattati con Vectibix (vedere paragrafo 4.4).
Tossicità oculari Sono stati riportati casi gravi di cheratite e cheratite ulcerativa, che possono comportare perforazione della cornea (vedere paragrafo 4.4).
Altre popolazioni speciali Nel complesso, non sono state riportate differenze nella sicurezza ed efficacia di Vectibix nei pazienti anziani (con età ≥ 65 anni) trattati con Vectibix in monoterapia.
Tuttavia, è stato riportato un aumento degli eventi avversi gravi nei pazienti anziani trattati con Vectibix in associazione con chemioterapia FOLFIRI (45% versus 32%) o FOLFOX (52% versus 37%) rispetto alla sola chemioterapia (vedere paragrafo 4.4).
Gli eventi avversi gravi che hanno riportato il maggiore incremento includevano diarrea nei pazienti trattati con Vectibix in associazione sia con FOLFOX o con FOLFIRI e disidratazione ed embolia polmonare nei pazienti trattati con Vectibix in associazione con FOLFIRI.
La sicurezza di Vectibix non è stata studiata in pazienti con compromissione della funzione renale o epatica.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione (Agenzia Italiana del Farmaco - Sito web: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse).

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso di Vectibix in donne in gravidanza.
Gli studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto.
Tuttavia, è stato osservato come l’EGFR sia implicato nel controllo dello sviluppo prenatale e possa essere essenziale nello sviluppo dell’embrione, affinché organogenesi, proliferazione e differenziazione avvengano normalmente.
Per questo motivo, Vectibix potrebbe causare danni feta|i in caso di somministrazione a donne in gravidanza.
È noto che le IgG umane attraversano la barriera placentare e pertanto panitumumab può essere trasmesso dalla madre al feto in via di sviluppo.
Nelle donne in età fertile, si devono adottare misure contraccettive appropriate nel corso del trattamento con Vectibix e nei 2 mesi successivi alla somministrazione dell’ultima dose.
Qualora si usi Vectibix durante la gravidanza o nel caso in cui la paziente inizi una gravidanza durante l’assunzione di questo farmaco, dovrà essere informata del potenziale rischio di interruzione di gravidanza o danni fetali.
Allattamento Non è noto se panitumumab sia escreto nel latte materno.
Dato che le IgG umane sono secrete nel latte materno, in esso potrebbe essere secreto anche panitumumab.
Non è noto se possa essere assorbito e possa causare danni al neonato dopo l’ingestione.
Si raccomanda di non allattare con latte materno durante il trattamento con Vectibix e nel corso dei 2 mesi successivi alla somministrazione dell’ultima dose.
Fertilità Studi su animali hanno mostrato effetti reversibili sul ciclo mestruale e una ridotta fertilità nelle scimmie di sesso femminile (vedere paragrafo 5.3).
Panitumumab potrebbe influire sulla capacità di una donna di iniziare una gravidanza.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2°C - 8°C).
Non congelare.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.
Per le condizioni di conservazione dopo la diluizione, vedere paragrafo 6.3.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.