VANTAVO 4CPR 70MG+2800UI

17,90 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: ACIDO ALENDRONICO SALE SODICO TRIIDRATO/COLECALCIFEROLO
  • ATC: M05BB03
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine: No Il farmaco non contiene glutine
  • Presenza Lattosio: Il farmaco contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 28/07/2017

VANTAVO è indicato per il trattamento dell’osteoporosi postmenopausale in donne a rischio di insufficienza di vitamina D. Riduce il rischio di fratture vertebrali e dell’anca.
VANTAVO 70 mg/2.800 UI compresse Ogni compressa contiene 70 mg di acido alendronico (come sodio triidrato) e 70 microgrammi (2.800 UI) di colecalciferolo (vitamina D3). Eccipiente(i) con effetti noti Ogni compressa contiene 62 mg di lattosio (come lattosio anidro) e 8 mg di saccarosio. VANTAVO 70 mg/5.600 UI compresse Ogni compressa contiene 70 mg di acido alendronico (come sodio triidrato) e 140 microgrammi (5.600 UI) di colecalciferolo (vitamina D3). Eccipiente(i) con effetti noti Ogni compressa contiene 63 mg di lattosio (come lattosio anidro) e 16 mg di saccarosio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

- Ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
- Patologie dell’esofago e altri fattori che ritardano lo svuotamento esofageo, come stenosi o acalasia.
- Impossibilità a stare in piedi o seduti con il busto eretto per almeno 30 minuti.
- Ipocalcemia.

Posologia

Posologia La dose raccomandata è di una compressa in monosomministrazione settimanale.
I pazienti devono essere informati che in caso abbiano dimenticato di assumere la dose di VANTAVO, devono assumere una compressa al mattino successivo al giorno in cui se ne sono accorti.
Non devono prendere due compresse lo stesso giorno ma devono ricominciare ad assumere una compressa una volta a settimana, nel giorno prescelto come stabilito in precedenza.
A causa della natura del processo patologico dell’osteoporosi, VANTAVO deve essere utilizzato come terapia a lungo termine.
Non è stata stabilita la durata ottimale del trattamento con bifosfonati per l’osteoporosi.
La necessità di un trattamento continuativo deve essere rivalutata in ogni singolo paziente periodicamente in funzione dei benefici e rischi potenziali di VANTAVO, in particolare dopo 5 o più anni d’uso.
I pazienti devono assumere integratori di calcio se l’apporto di calcio con la dieta non è adeguato (vedere paragrafo 4.4).
Su base individuale, deve essere presa in considerazione una ulteriore integrazione con vitamina D che tenga conto di tutti gli apporti giornalieri di vitamina D assunti con gli integratori vitaminici e dietetici.
VANTAVO 70 mg/2.800 UI compresse L’equivalenza dell’assunzione di 2.800 UI di vitamina D3 di VANTAVO in monosomministrazione settimanale e di 400 UI di vitamina D in monosomministrazione giornaliera non è stata studiata.
VANTAVO 70 mg/5.600 UI compresse L’equivalenza dell’assunzione di 5.600 UI di vitamina D3 di VANTAVO in monosomministrazione settimanale e di 800 UI di vitamina D in monosomministrazione giornaliera non è stata studiata.
Anziani Negli studi clinici non è stata dimostrata alcuna differenza legata all’età nei profili di efficacia o di sicurezza dell’alendronato.
Non è pertanto necessario alcun aggiustamento della dose negli anziani.
Compromissione renale VANTAVO non è raccomandato in pazienti con compromissione renale quando la clearance della creatinina è minore di 35 ml/min, in quanto non vi sono esperienze in proposito.
Non è necessario aggiustare la dose nei pazienti con clearance della creatinina maggiore di 35 ml/min.
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di VANTAVO non sono state stabilite nei bambini di età inferiore a 18 anni.
Questo medicinale non deve essere usato nei bambini di età inferiore a 18 anni in quanto non vi sono dati disponibili per l’associazione acido alendronico/colecalciferolo.
I dati attualmente disponibili per l’acido alendronico nella popolazione pediatrica sono descritti nel paragrafo 5.1.
Modo di somministrazione Uso orale.
Per ottenere un adeguato assorbimento dell’alendronato: VANTAVO deve essere assunto solo con acqua di rubinetto (non acqua minerale) almeno 30 minuti prima di qualsiasi alimento, bevanda o medicinale (inclusi antiacidi, integratori di calcio e vitamine) della giornata.
È probabile che altre bevande (inclusa l’acqua minerale), alimenti ed alcuni medicinali riducano l’assorbimento di alendronato (vedere paragrafi 4.5 e 4.8).
Le seguenti istruzioni devono essere seguite esattamente per minimizzare il rischio di irritazione esofagea e delle reazioni avverse correlate (vedere paragrafo 4.4): • VANTAVO deve essere deglutito solo dopo essersi alzati dal letto per iniziare la giornata con un bicchiere colmo d’acqua (non meno di 200 ml).
• Il paziente deve deglutire VANTAVO solo intero.
Il paziente non deve frantumare o masticare o sciogliere in bocca la compressa a causa del rischio potenziale che si verifichino ulcerazioni orofaringee.
• Il paziente non deve distendersi per almeno 30 minuti dopo aver assunto VANTAVO e fintanto che non abbia mangiato qualcosa.
• VANTAVO non deve essere assunto al momento di coricarsi o prima di alzarsi dal letto all’inizio della giornata.

Avvertenze e precauzioni

Alendronato Reazioni avverse del tratto gastrointestinale superiore L’alendronato può causare irritazione locale della mucosa del tratto gastrointestinale superiore.
A causa del potenziale peggioramento della patologia di base, si deve agire con cautela nel somministrare l’alendronato a pazienti con patologie attive a livello del tratto gastrointestinale superiore, quali disfagia, patologie esofagee, gastrite, duodenite, ulcere o con storia recente (entro l’anno precedente) di patologie gastrointestinali importanti quali ulcera peptica o sanguinamento gastrointestinale attivo o chirurgia del tratto gastrointestinale superiore esclusa la piloroplastica (vedere paragrafo 4.3).
In pazienti con esofago di Barrett già noto, il medico deve valutare i benefici ed i rischi potenziali dell'alendronato su base individuale.
In pazienti in trattamento con alendronato sono state riportate reazioni a carico dell’esofago (alcune severe e con necessità di ospedalizzazione) quali esofagite, ulcere esofagee ed erosioni esofagee, raramente seguite da stenosi esofagee.
Il medico deve, pertanto, fare attenzione alla comparsa di qualsiasi segno o sintomo che indichi una possibile reazione esofagea ed avvisare il paziente di interrompere l’alendronato e rivolgersi al medico nel caso si verifichino sintomi di irritazione esofagea quali disfagia, odinofagia o dolore retrosternale o insorgenza o peggioramento di pirosi (vedere paragrafo 4.8).
Il rischio di reazioni avverse severe a livello esofageo sembra essere maggiore nei pazienti che non assumono l’alendronato in maniera appropriata e/o che continuano ad assumere l’alendronato dopo lo sviluppo di sintomi riferibili ad irritazione esofagea.
È molto importante che il paziente conosca e comprenda bene le modalità di assunzione del farmaco (vedere paragrafo 4.2).
Il paziente deve essere informato che se non vengono seguite queste precauzioni, può aumentare il rischio di problemi esofagei.
Mentre in ampi studi clinici con alendronato non è stato osservato un aumento del rischio, sono stati segnalati (dopo l’entrata in commercio del farmaco) rari casi di ulcere gastriche e duodenali, alcuni dei quali severi ed associati a complicanze (vedere paragrafo 4.8).
Osteonecrosi della mandibola/mascella L’osteonecrosi della mandibola/mascella, generalmente associata ad estrazione dentale e/o ad infezione locale (inclusa l’osteomielite), è stata riportata in pazienti oncologici in trattamento con regimi comprendenti i bifosfonati somministrati principalmente per via endovenosa.
Molti di questi pazienti erano trattati anche con chemioterapia e corticosteroidi.
L’osteonecrosi della mandibola/mascella è stata anche riportata in pazienti con osteoporosi in trattamento con i bifosfonati orali.
Quando si valuta il rischio dell’individuo di sviluppare osteonecrosi della mandibola/mascella devono essere presi in considerazione i seguenti fattori di rischio: • potenza del bifosfonato (massima per l’acido zoledronico), via di somministrazione (vedere sopra) e dose cumulativa• cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, inibitori dell’angiogenesi, fumo • un’anamnesi di malattia odontoiatrica, scarsa igiene orale, malattia periodontale, procedure odontoiatriche invasive e protesi dentarie con scarsa aderenza.
Prima di iniziare il trattamento con i bifosfonati orali in pazienti in condizione di salute dentale scadente deve essere presa in considerazione la necessità di un esame odontoiatrico con le appropriate procedure odontoiatriche preventive.
Durante il trattamento, questi pazienti devono, se possibile, evitare procedure odontoiatriche invasive.
Nei pazienti che hanno sviluppato un’osteonecrosi della mandibola/mascella durante la terapia con bifosfonati, la chirurgia odontoiatrica può esacerbare la condizione.
Per i pazienti che necessitano di procedure odontoiatriche, non ci sono dati disponibili per suggerire che l’interruzione del trattamento con i bifosfonati riduca il rischio di osteonecrosi della mandibola/mascella.
Il giudizio clinico del medico deve guidare il programma di gestione di ciascun paziente, sulla base della valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio.
Durante il trattamento con i bifosfonati, tutti i pazienti devono essere incoraggiati a mantenere una buona igiene orale, a sottoporsi a periodici controlli odontoiatrici, e a segnalare qualsiasi tipo di sintomo orale quale mobilità dentale, dolore o gonfiore.
Osteonecrosi del canale uditivo esterno È stata riferita osteonecrosi del canale uditivo esterno in concomitanza con l’uso di bifosfonati, prevalentemente in associazione a terapie di lungo termine.
Tra i possibili fattori di rischio dell’osteonecrosi del canale uditivo esterno sono inclusi l’uso di steroidi e la chemioterapia e/o fattori di rischio locali quali infezione o trauma.
L’eventualità di osteonecrosi del canale uditivo esterno deve essere valutata in pazienti trattati con bifosfonati che presentano sintomi a carico dell’orecchio come dolore o secrezione, o infezioni croniche dell’orecchio.
Dolore muscoloscheletrico Nei pazienti in trattamento con bifosfonati sono stati riportati dolori ossei, articolari e/o muscolari.
Nella esperienza post-marketing questi sintomi sono stati raramente severi e/o hanno causato disabilità (vedere paragrafo 4.8).
I tempi di esordio dei sintomi sono risultati variabili da un giorno a diversi mesi dall’inizio del trattamento.
Nella maggior parte dei pazienti l’interruzione del trattamento ha dato luogo ad un sollievo dai sintomi.
A seguito di una nuova somministrazione dello stesso medicinale o di un altro bifosfonato, un sottogruppo di pazienti è andato incontro ad una ricaduta dei sintomi.
Fratture atipiche del femore Sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bifosfonati per l’osteoporosi.
Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea.
Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato a evidenze di diagnostica per immagini di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa.
Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bifosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale.
È stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture.
Nei pazienti con sospetta frattura atipica femorale si deve prendere in considerazione l’interruzione della terapia con bifosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sul rapporto beneficio/rischio individuale.
Durante il trattamento con bifosfonati i pazienti devono essere informati di segnalare qualsiasi dolore alla coscia, all’anca o all’inguine e qualsiasi paziente che manifesti tali sintomi deve essere valutato per la presenza di un’incompleta frattura del femore.
Fratture atipiche di altre ossa In pazienti sottoposti a trattamento a lungo termine sono state segnalate anche fratture atipiche di altre ossa, come l’ulna e la tibia.
Come nel caso delle fratture femorali atipiche, queste fratture si verificano dopo un trauma minimo o nessun trauma e alcuni pazienti avvertono dolore prodromico prima di presentare una frattura completa.
Nei casi di frattura dell’ulna, questa può essere associata a carichi di stress ripetitivi associati all’uso a lungo termine di ausili per la deambulazione.
Compromissione renale Non si raccomanda l’uso di VANTAVO in pazienti con compromissione renale quando la clearance della creatinina è minore di 35 ml/min (vedere paragrafo 4.2).
Osso e metabolismo minerale Devono essere considerate con attenzione cause di osteoporosi diverse dalla carenza di estrogeni e dall’età.
L’ipocalcemia deve essere corretta prima di iniziare la terapia con VANTAVO (vedere paragrafo 4.3).
Anche altri disordini del metabolismo minerale (come la carenza di vitamina D e l’ipoparatiroidismo) devono essere trattati adeguatamente prima di iniziare la terapia con questo medicinale.
Il contenuto di vitamina D in VANTAVO non è adatto a correggere la carenza di vitamina D.
In pazienti affetti da queste condizioni cliniche deve essere effettuato il monitoraggio dei livelli del calcio sierico e dei sintomi di ipocalcemia nel corso del trattamento con VANTAVO.
A causa dell’effetto positivo dell’alendronato sull’incremento della mineralizzazione dell’osso, possono verificarsi diminuzioni dei livelli sierici del calcio e del fosfato specialmente nei pazienti che assumono glucocorticoidi nei quali l’assorbimento del calcio può essere ridotto.
Tali diminuzioni sono usualmente limitate ed asintomatiche.
Vi sono state tuttavia rare segnalazioni di ipocalcemia sintomatica, occasionalmente severa e spesso a carico di pazienti con condizioni predisponenti (es.: ipoparatiroidismo, deficit di vitamina D e malassorbimento del calcio) (vedere paragrafo 4.8).
Colecalciferolo La vitamina D3 può aumentare l’entità della ipercalcemia e/o ipercalciuria in caso di somministrazione a pazienti affetti da patologie associate a sovrapproduzione irregolare di calcitriolo (per es.
leucemia, linfoma, sarcoidosi).
In questi pazienti devono essere monitorati il calcio sierico ed urinario.
I pazienti affetti da malassorbimento possono non assorbire adeguatamente la vitamina D3.
Eccipienti Questo medicinale contiene lattosio e saccarosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, da malassorbimento di glucosio-galattosio, o da insufficienza di sucrasi isomaltasi, non devono assumere questo medicinale.
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè essenzialmente “senza sodio”.

Interazioni

Alendronato È probabile che cibo e bevande (inclusa l’acqua minerale), integratori di calcio, antiacidi e altri medicinali per somministrazione orale, se assunti contemporaneamente all’alendronato, interferiscano con l’assorbimento di quest’ultimo.
Di conseguenza, i pazienti devono lasciare trascorrere almeno 30 minuti dall’assunzione dell’alendronato prima dell’assunzione orale di qualsiasi altro medicinale (vedere i paragrafi 4.2 e 5.2).
Poiché l’uso dei Farmaci Antiinfiammatori Non Steroidei (FANS) è associato a irritazione gastrointestinale, si deve usare cautela durante il trattamento concomitante con alendronato.
Colecalciferolo Olestra, gli olii minerali, orlistat, e gli agenti sequestranti della bile (es.
colestiramina, colestipolo) possono ostacolare l’assorbimento di vitamina D.
Gli anticonvulsivanti, la cimetidina e i tiazidi possono incrementare il catabolismo della vitamina D.
Ulteriori integratori di vitamina D possono essere presi in considerazione su base individuale.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza Le reazioni avverse riportate più comunemente sono le reazioni avverse del tratto gastrointestinale superiore comprendenti dolore addominale, dispepsia, ulcera esofagea, disfagia, distensione addominale e rigurgito acido (> 1%).
Tabella delle reazioni avverse Le seguenti reazioni avverse provengono dagli studi clinici e/o dall’uso di alendronato dopo la sua immissione in commercio.
Con l’associazione di alendronato e colecalciferolo non è stata identificata alcuna ulteriore reazione avversa.
Le frequenze sono definite come: molto comune (≥ 1/10), comune (da ≥ 1/100 a < 1/10), non comune (da ≥ 1/1 000 a < 1/100), raro (da ≥ 1/10 000 a < 1/1 000), molto raro (< 1/10 000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Classificazione per sistemi e organi Frequenza Reazioni avverse
Disturbi del sistema immunitario Raro reazioni di ipersensibilità incluse orticaria e angioedema
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Raro ipocalcemia sintomatica, spesso in associazione con condizioni predisponenti§
Patologie del sistema nervoso Comune cefalea, capogiro
Non comune disgeusia
Patologie dell’occhio Non comune infiammazione dell’occhio (uveite, sclerite o episclerite)
Patologie dell’orecchio e del labirinto Comune vertigine
Molto raro osteonecrosi del canale uditivo esterno (reazione avversa di classe dei bifosfonati)
Patologie gastrointestinali Comune dolore addominale, dispepsia, stipsi, diarrea, flatulenza, ulcera esofagea*, disfagia*, distensione addominale, rigurgito acido
Non comune nausea, vomito, gastrite, esofagite*, erosioni esofagee*, melena
Raro stenosi esofagea*, ulcerazione orofaringea*, SUP (Sanguinamento, Ulcere, Perforazione) del tratto gastrointestinale superiore§
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Comune alopecia , prurito
Non comune eruzione cutanea, eritema
Raro eruzione cutanea con fotosensibilità, reazioni cutanee severe inclusa la sindrome di Stevens-Johnson e la necrolisi tossica epidermica
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Molto comune dolore muscoloscheletrico (osseo, muscolare o articolare) che talvolta è severo §
Comune gonfiore delle articolazioni
Raro osteonecrosi della mandibola/mascella‡ §, fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore (reazione avversa di classe dei bifosfonati)
Non nota fratture atipiche di altre ossa
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune astenia , edema periferico
Non comune sintomi transitori come da risposta della fase acuta (mialgia, malessere e raramente febbre), tipicamente associati all’inizio del trattamento
§ Vedere paragrafo 4.4
La frequenza negli studi clinici è stata simile sia nel gruppo trattato con medicinale che in quello trattato con placebo.
*Vedere paragrafi 4.2 e 4.4
Questa reazione avversa è stata identificata tramite il monitoraggio post-marketing.
La frequenza di “raro” è stata stimata in base a studi clinici rilevanti
.
Descrizione delle reazioni avverse selezionate Fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore Sebbene la fisiopatologia sia incerta, evidenze coerenti provenienti da studi epidemiologici suggeriscono un aumento del rischio di fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore con la terapia a lungo termine con i bifosfonati per l’osteoporosi postmenopausale, in particolare oltre i tre-cinque anni di utilizzo.
Il rischio assoluto di fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie delle ossa lunghe (reazione avversa della classe dei bifosfonati) rimane raro.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite l’Agenzia Italiana del Farmaco, sito web: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

VANTAVO deve essere utilizzato unicamente nelle donne in post-menopausa e pertanto non deve essere utilizzato durante la gravidanza o l’allattamento.
Gravidanza I dati relativi all’uso di alendronato in donne in gravidanza non esistono o sono in numero limitato.
Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva.
L’alendronato ha causato distocia dovuta all’ipocalcemia nei ratti in gravidanza (vedere paragrafo 5.3).
In studi sugli animali sono state osservate ipercalcemia e tossicità riproduttiva con alte dosi di vitamina D (vedere paragrafo 5.3).
VANTAVO non deve essere usato durante la gravidanza.
Allattamento Non è noto se alendronato/metaboliti siano escreti nel latte materno.
Il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso.
Il colecalciferolo ed alcuni dei suoi metaboliti attivi passano nel latte materno.
VANTAVO non deve essere utilizzato durante l’allattamento.
Fertilità I bifosfonati sono incorporati nella matrice dell’osso, dalla quale sono gradualmente rilasciati nell’arco di anni.
Il quantitativo di bifosfonati incorporati nell’osso dell’adulto, e quindi, il quantitativo disponibile per il rilascio nella circolazione sistemica, è direttamente correlato alla dose e alla durata dell’uso di bifosfonati (vedere paragrafo 5.2).
Non ci sono dati sul rischio fetale nell’uomo.
Tuttavia, vi è un rischio teorico di danno fetale, principalmente scheletrico, se una donna inizia una gravidanza dopo aver completato un ciclo di terapia con bifosfonati.
Non è stato studiato l’impatto sul rischio di variabili quali il tempo che intercorre tra la cessazione della terapia con bifosfonati e il concepimento, il tipo di bifosfonato usato, e la via di somministrazione (via endovenosa nei confronti della via orale).

Conservazione

Conservare nel blister originale per proteggere il medicinale dall’umidità e dalla luce.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.