VALGANCICLOVIR TEV 60CPR 450MG

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Prezzo indicativo

VALGANCICLOVIR TEV 60CPR 450MG

Principio attivo: VALGANCICLOVIR CLORIDRATO
  • ATC: J05AB14
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio: Il farmaco contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 10/01/2015

Valganciclovir Teva è indicato per il trattamento di induzione e mantenimento della retinite da citomegalovirus (CMV) in adulti con sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). Valganciclovir Teva è indicato per la prevenzione della malattia da CMV in adulti e bambini (dalla nascita ai 18 anni di età) CMV-negativi che hanno ricevuto un trapianto di organo solido da un donatore CMV-positivo.
Ogni compressa contiene 496,3 mg di valganciclovir cloridrato che corrisponde a 450 mg di valganciclovir. Eccipiente con effetti noti Ogni compressa rivestita con film contiene 6,365 mg di lattosio (come lattosio monoidrato) Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Valganciclovir Teva è controindicato in pazienti con ipersensibilità a valganciclovir, ganciclovir o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1.
Valganciclovir Teva è controindicato durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.6).

Posologia

Posologia Attenzione - Per evitare il sovradosaggio è fondamentale attenersi rigorosamente alle raccomandazioni posologiche (vedere paragrafi 4.4 e 4.9). Dopo somministrazione orale, valganciclovir è rapidamente e largamente metabolizzato a ganciclovir.
Una dose di valganciclovir 900 mg due volte al giorno (bid) per via orale è terapeuticamente equivalente a una dose di ganciclovir 5 mg/kg bid per via endovenosa.
Trattamento della retinite da citomegalovirus (CMV) Adulti Trattamento di induzione della retinite da CMV Nei pazienti con retinite da CMV attiva, la dose raccomandata è di 900 mg di valganciclovir (due compresse di Valganciclovir Teva 450 mg) due volte/die per 21 giorni, da assumere ove possibile a stomaco pieno.
Un trattamento di induzione prolungato può aumentare il rischio di tossicità midollare (vedere paragrafo 4.4).
Trattamento di mantenimento della retinite da CMV Dopo il trattamento di induzione, o nei pazienti con retinite da CMV inattiva, la dose raccomandata è di 900 mg di valganciclovir (due compresse di Valganciclovir Teva 450 mg) una volta/die, da assumere ove possibile a stomaco pieno.
I pazienti in cui la retinite va incontro a peggioramento possono ripetere il trattamento di induzione; è tuttavia necessario considerare la possibilità di una resistenza virale al farmaco.
La durata del trattamento di mantenimento deve essere stabilita su base individuale.
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di valganciclovir nel trattamento della retinite da CMV non sono state stabilite da studi clinici adeguati e ben controllati condotti su pazienti pediatrici.
Prevenzione della malattia da CMV in caso di trapianto di organo solido Adulti Per i pazienti sottoposti a trapianto di rene, la dose raccomandata è di 900 mg (due compresse di Valganciclovir Teva 450 mg) una volta/die, da iniziare entro 10 giorni dopo il trapianto e proseguire per i 100 giorni successivi al medesimo.
È possibile continuare la profilassi fino a 200 giorni dopo il trapianto (vedere paragrafi 4.4, 4.8 e 5.1).
Per i pazienti sottoposti a trapianto di organi solidi diversi dal rene, la dose raccomandata è di 900 mg (due compresse di Valganciclovir Teva 450 mg) una volta/die, da iniziare entro 10 giorni dopo il trapianto e proseguire per i 100 giorni successivi al medesimo.
Ove possibile, le compresse devono essere assunte a stomaco pieno.
Popolazione pediatrica In pazienti pediatrici, a partire dalla nascita, sottoposti a trapianto di organo solido che sono a rischio di sviluppare la malattia da CMV, la dose raccomandata di Valganciclovir Teva in singola somministrazione giornaliera si basa sulla superficie corporea (BSA) e sulla clearance della creatinina (CrCl) derivata dalla formula di Schwartz (CrCLS), e si calcola usando l’equazione sotto riportata: Dose pediatrica (mg) = 7 x BSA x CrCLS (vedere la formula di Mosteller per la BSA e la formula di Schwartz per la clearance della creatinina riportate sotto).
Se la clearance della creatinina calcolata con la formula di Schwartz supera i 150 ml/min/1,73 m², nell’equazione si dovrà utilizzare un valore massimo di 150 ml/min/1,73 m²:
Mosteller BSA (m²) =√Height (cm) x Weight (kg)
√3600
Schwartz Creatinine Clearence (ml / min / 1.73m²) = k x Height (cm)
Serum Creatinine (mg / dl)
dove k = 0,45* per i pazienti di età < 2 anni, 0,55 per i maschi di età compresa tra i 2 e < 13 anni e le femmine di età compresa tra i 2 e i 16 anni, e 0,7 per i maschi di età compresa tra i 13 e i 16 anni.
Per i pazienti di età superiore ai 16 anni, fare riferimento al dosaggio per gli adulti.
I valori di k forniti si basano sul metodo di Jaffe per la misurazione della creatinina sierica e possono richiedere una correzione quando si utilizzano metodi enzimatici.
*Per appropriate sottopopolazioni può essere richiesta anche una riduzione del valore di k (ad esempio in pazienti pediatrici con basso peso alla nascita).
Per i pazienti pediatrici sottoposti a trapianto di rene, la dose raccomandata in mg (7 x BSA x CrCLS) una volta al giorno deve iniziare entro i 10 giorni successivi al trapianto e deve proseguire fino a 200 giorni dopo il trapianto.
Per i pazienti pediatrici sottoposti a un trapianto di organo solido diverso dal rene, la dose raccomandata in mg (7 x BSA x CrCLS) una volta al giorno deve iniziare entro i 10 giorni successivi al trapianto e deve proseguire fino a 100 giorni dopo il trapianto.
Tutte le dosi calcolate devono essere arrotondate al più vicino incremento da 25 mg per la dose effettivamente erogabile.
Se la dose calcolata supera i 900 mg, si dovrà somministrare una dose massima di 900 mg.
La soluzione orale è la formulazione da preferire poiché consente di somministrare una dose calcolata in base alla formula sopra riportata; è tuttavia possibile utilizzare Valganciclovir Teva se le dosi calcolate risultano comprese in un intervallo pari al 10% delle dosi disponibili per le compresse e il paziente è in grado di ingerire le compresse.
Ad esempio, se la dose calcolata è compresa tra 405 mg e 495 mg, si potrà assumere una compressa da 450 mg.
Si raccomanda di monitorare regolarmente i livelli di creatinina sierica e valutare le modifiche di altezza e peso corporeo e adattare la dose appropriata durante il periodo di trattamento profilattico.
Istruzioni particolari riguardanti la dose Popolazione pediatrica Il dosaggio in pazienti pediatrici sottoposti a trapianto di organo solido (SOT) deve essere personalizzato in base alla funzionalità renale del paziente, insieme alla superficie corporea.
Pazienti anziani La sicurezza e l’efficacia non sono state determinate in questa popolazione di pazienti.
Non sono stati condotti studi in soggetti adulti di età superiore ai 65 anni.
Poiché l’avanzamento dell’età comporta una riduzione della clearance renale, Valganciclovir Teva deve essere somministrato a pazienti anziani sotto stretto controllo dello stato funzionale dei reni (vedere tabella sottostante e paragrafo 5.2).
Danno renale I livelli di creatinina sierica o la clearance della creatinina stimata devono essere monitorati con attenzione.
Sono richiesti aggiustamenti della dose in base alla clearance della creatinina, come indicato nella tabella sotto riportata (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
La clearance della creatinina (mL/min) può essere stimata in base alla creatinina sierica, applicando la seguente formula:
Sesso maschile = (140 - età [anni]) x (peso corporeo [kg]
(72) x (0,011 x creatina sierica [micromoli / L])
Sesso femminile = 0,85 x valore maschile
CrCl (mL/min) Dose di induzione di valganciclovir Dose di mantenimento/prevenzione di valganciclovir
≥60 900 mg (2 compresse) due volte/die 900 mg (2 compresse) una volta/die
40-59 450 mg (1 compressa) due volte/die 450 mg (1 compressa) una volta/die
25-39 450 mg (1 compressa) una volta/die 450 mg (1 compressa) ogni due giorni
10-24 450 mg (1 compressa) ogni due giorni 450 mg (1 compressa) due volte alla settimana
<10 non raccomandata non raccomandata
Emodialisi Per i pazienti emodializzati (CrCl <10 mL/min) non è possibile fornire raccomandazioni riguardanti la dose; Valganciclovir Teva non deve pertanto essere utilizzato in questi pazienti (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Compromissione epatica La sicurezza e l’efficacia di valganciclovir nei pazienti con compromissione epatica non sono state stabilite (vedere paragrafo 5.2).
Pazienti con leucopenia, neutropenia, anemia, trombocitopenia e pancitopenia gravi Prima di iniziare la terapia, vedere il paragrafo 4.4.
In caso di peggioramento significativo delle conte ematiche durante la terapia con Valganciclovir Teva, si dovrà prendere in considerazione un trattamento con fattori di crescita emopoietici e/o l’interruzione della somministrazione (vedere paragrafo 4.4).
Modo di somministrazione Valganciclovir Teva è somministrato per via orale e, ove possibile, deve essere assunto a stomaco pieno (vedere paragrafo 5.2).
Precauzioni che devono essere prese prima della manipolazione o della somministrazione del medicinale Le compresse non devono essere rotte o frantumate.
Poiché Valganciclovir Teva è considerato un potenziale teratogeno e cancerogeno nell’uomo, si deve prestare attenzione durante la manipolazione di compresse rotte (vedere paragrafo 4.4).
Evitare il contatto diretto di compresse rotte o frantumate con cute o mucose.
In caso di contatto, lavare accuratamente con acqua e sapone; sciacquare accuratamente gli occhi con acqua sterile o con acqua normale qualora la prima non fosse disponibile.

Avvertenze e precauzioni

Ipersensibilità crociata Data la somiglianza di struttura chimica di ganciclovir, aciclovir e penciclovir, è possibile una reazione di ipersensibilità crociata con questi farmaci.
Si deve pertanto esercitare cautela quando si prescrive Valganciclovir Teva a pazienti con ipersensibilità nota ad aciclovir o penciclovir (o ai relativi profarmaci, rispettivamente valaciclovir e famciclovir).
Mutagenicità, teratogenicità, carcinogenicità, fertilità e contraccezione Prima di avviare il trattamento con valganciclovir, i pazienti devono essere informati dei potenziali rischi per il feto.
In studi con ganciclovir, condotti sull’animale, sono stati riscontrati gli effetti mutageni, teratogeni, cancerogeni e soppressori della fertilità.
Valganciclovir Teva va pertanto considerato un agente potenzialmente teratogeno e cancerogeno nell’uomo, che può provocare difetti di nascita e tumori (vedere paragrafo 5.3).
Sulla base di studi clinici e non clinici, si ritiene inoltre probabile che valganciclovir provochi un’inibizione temporanea o permanente della spermatogenesi.
Si deve indicare alle donne potenzialmente fertili di fare uso di un contraccettivo efficace durante e per almeno 30 giorni dopo il trattamento.
Si deve indicare agli uomini di utilizzare metodi contraccettivi di barriera durante il trattamento e per almeno i 90 giorni successivi, salvo nel caso in cui il rischio di gravidanza per la partner sia escluso con certezza (vedere paragrafi 4.6, 4.8 e 5.3).
Nel lungo termine, valganciclovir può provocare cancerogenicità e tossicità riproduttiva.
Mielosoppressione Nei pazienti trattati con valganciclovir (e ganciclovir) sono state osservate leucopenia, neutropenia, anemia, trombocitopenia, pancitopenia, insufficienza midollare e anemia aplastica gravi.
La terapia non deve essere avviata se la conta assoluta dei neutrofili è inferiore a 500 cellule/mcL, se la conta piastrinica è inferiore a 25.000/mcL, oppure se il livello di emoglobina è inferiore a 8 g/dL (vedere paragrafi 4.2 e 4.8).
Nei casi in cui la profilassi si protragga oltre i 100 giorni, si deve tenere in considerazione il possibile rischio per il paziente di sviluppare leucopenia e neutropenia (vedere paragrafi 4.2, 4.8 e 5.1).
Valganciclovir Teva deve essere usato con cautela nei pazienti con preesistente citopenia o anamnesi positiva per citopenia farmaco-correlata, e nei pazienti sottoposti a radioterapia.
Durante la terapia si raccomanda di effettuare un monitoraggio regolare della conta completa delle cellule ematiche e delle piastrine.
Nei pazienti con danno renale ed in quelli pediatrici deve essere garantita un più frequente monitoraggio ematologico, quantomeno ogni volta che il paziente si reca presso il centro trapianti.
Nei pazienti che sviluppano leucopenia, neutropenia, anemia e/o trombocitopenia gravi si raccomanda di prendere in considerazione il trattamento con fattori di crescita emopoietici e/o l’interruzione della somministrazione (vedere paragrafo 4.2).
Differenza della biodisponibilità con ganciclovir per via orale La biodisponibilità di ganciclovir dopo una dose singola da 900 mg di valganciclovir è pari a circa il 60%, rispetto a circa il 6% dopo somministrazione di 1.000 mg di ganciclovir (in capsule) per via orale.
Un’eccessiva esposizione a ganciclovir può essere associata a reazioni avverse potenzialmente letali.
Si consiglia pertanto di attenersi scrupolosamente alle raccomandazioni riguardanti la dose quando si istituisce la terapia, si passa dalla terapia di induzione a quella di mantenimento e nei pazienti che possono passare da ganciclovir per via orale a valganciclovir in quanto Valganciclovir Teva non può sostituire in modo biunivoco ganciclovir in capsule.
I pazienti che sostituiscono la terapia con ganciclovir in capsule devono essere informati del rischio di sovradosaggio nel caso in cui dovessero assumere un numero di compresse di Valganciclovir Teva superiore a quanto prescritto (vedere paragrafi 4.2 e 4.9).
Compromissione renale Nei pazienti con compromissione della funzione renale, sono necessari aggiustamenti della dose in base alla clearance della creatinina (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Valganciclovir Teva non deve essere utilizzato in pazienti emodializzati (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Uso con altri medicinali In pazienti che assumono imipenem-cilastatina e ganciclovir sono state riferite crisi convulsive.
Valganciclovir Teva non deve essere utilizzato in concomitanza con imipenem-cilastatina salvo nel caso in cui i potenziali benefici superino i potenziali rischi (vedere paragrafo 4.5).
I pazienti trattati con Valganciclovir Teva e (a) didanosina, (b) farmaci che inducono mielosoppressione (ad es.
zidovudina), o (c) sostanze che esercitano effetti sulla funzione renale devono essere sottoposti a un attento monitoraggio per rilevare eventuali segni di ulteriore tossicità (vedere paragrafo 4.5).
Lo studio clinico controllato in cui è stato utilizzato valganciclovir per la profilassi della malattia da CMV nel trapianto non comprendeva pazienti sottoposti a trapianto di polmone e intestino, come indicato nel paragrafo 5.1; l’esperienza nei pazienti sottoposti a questi tipi di trapianto è pertanto limitata.
Eccipiente Lattosio I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

Interazioni

Interazioni farmacologiche con valganciclovir Non sono stati eseguiti studi di interazione in vivo con valganciclovir.
Poiché valganciclovir è rapidamente e largamente metabolizzato a ganciclovir, si attendono le stesse interazioni farmacologiche associate a ganciclovir.
Interazioni di farmaci con ganciclovir Interazioni farmacocinetiche Probenecid La somministrazione di probenecid con ganciclovir per via orale ha determinato una riduzione statisticamente significativa della clearance renale di ganciclovir (20%) con conseguente aumento statisticamente significativo dell’esposizione (40%).
Queste variazioni sono risultate in linea con un meccanismo di interazione che prevede una competizione per la secrezione tubulare renale.
I pazienti che assumono probenecid e Valganciclovir Teva devono pertanto essere sottoposti a un attento monitoraggio per rilevare un’eventuale tossicità da ganciclovir.
Didanosina Le concentrazioni plasmatiche di didanosina sono risultate consistentemente aumentate quando questo farmaco è stato somministrato con ganciclovir per via endovenosa.
A dosi di 5 e 10 mg/kg/die di ganciclovir somministrato per via endovenosa, è stato osservato un aumento dell’AUC di didanosina tra il 38 e il 67%, a conferma di un’interazione farmacocinetica durante la somministrazione concomitante di questi due farmaci.
Non è stato osservato alcun effetto significativo sulle concentrazioni di ganciclovir.
I pazienti devono essere strettamente controllati per l’eventuale comparsa di tossicità da didanosina, come la pancreatite (vedere paragrafo 4.4).
Altri antiretrovirali Gli isoenzimi del citocromo P450 non influiscono sulla farmacocinetica di ganciclovir.
Pertanto non si prevedono interazioni farmacocinetiche con inibitori della proteasi e inibitori della trascrittasi inversa non nucleosidici.
Interazioni farmacodinamiche Imipenem-cilastatina Sono state riportate crisi convulsive in pazienti che assumevano contemporaneamente ganciclovir e imipenem-cilastatina e la possibilità di un’interazione farmacodinamica tra questi due farmaci non può essere esclusa.
Questi farmaci non devono essere utilizzati in concomitanza a meno che i potenziali benefici superino i potenziali rischi (vedere paragrafo 4.4).
Zidovudina Sia zidovudina che ganciclovir possono provocare neutropenia e anemia.
Quando somministrati contemporaneamente, può verificarsi un’interazione farmacodinamica.
Alcuni pazienti possono non tollerare la somministrazione concomitante di entrambi i farmaci a dosaggio pieno (vedere paragrafo 4.4).
Potenziali interazioni farmacologiche La tossicità può risultare aumentata quando ganciclovir/valganciclovir è somministrato in concomitanza con altri farmaci notoriamente mielosoppressivi o associati ad alterata funzionalità renale.
Questi includono nucleosidi (ad es.
zidovudina, didanosina, stavudina) e analoghi nucleotidici (ad es.
tenofovir, adefovir), immunosoppressori (ad es.
ciclosporina, tacrolimus, micofenolato mofetile), agenti antineoplastici (ad es.
doxorubicina, vinblastina, vincristina, idrossiurea) e agenti anti-infettivi (trimetoprim/sulfonamidi, dapsone, amfotericina B, flucitosina, pentamidina).
Pertanto, la somministrazione di questi farmaci in concomitanza con valganciclovir deve essere presa in considerazione solamente se i potenziali benefici superano i potenziali rischi (vedere paragrafo 4.4).

Effetti indesiderati

a) Riassunto del profilo di sicurezza Valganciclovir è un profarmaco di ganciclovir, che viene rapidamente e largamente metabolizzato a ganciclovir dopo somministrazione orale.
È prevedibile che gli effetti indesiderati notoriamente associati a ganciclovir si verifichino anche con l’uso di valganciclovir.
Tutte le reazioni avverse al farmaco osservate con valganciclovir nell’ambito degli studi clinici erano state in precedenza osservate con ganciclovir.
Pertanto, le reazioni avverse al farmaco segnalate con l’impiego di ganciclovir per via endovenosa od orale (formulazione non più disponibile) o con valganciclovir sono incluse nella relativa tabella delle reazioni avverse al farmaco di seguito riportata.
Nei pazienti trattati con valganciclovir/ganciclovir le reazioni avverse al farmaco più gravi e comuni sono state quelle ematologiche che includono neutropenia, anemia e trombocitopenia - vedere paragrafo 4.4.
Le frequenze riportate nella tabella delle reazioni avverse provengono da una popolazione aggregata di pazienti (n=1704) che ricevono una terapia di mantenimento con ganciclovir o valganciclovir.
Fanno eccezione la reazione anafilattica, l’agranulocitosi e la granulocitopenia, le cui frequenze derivano dall’esperienza successiva all’immissione in commercio del prodotto.
Le reazioni avverse sono elencate utilizzando la classificazione per organi e classi secondo MedDRA.
Le categorie di frequenza sono definite in base alla seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000) e molto raro (< 1/10.000).
Il profilo di sicurezza complessivo di ganciclovir/valganciclovir è coerente con quello segnalato nelle popolazioni affette da HIV o sottoposte a trapianto, ad eccezione del distacco della retina, riportato soltanto in pazienti con retinite da CMV.
Nella frequenza di alcune reazioni si riscontrano tuttavia delle differenze.
Valganciclovir è associato a un rischio più elevato di diarrea rispetto ganciclovir per via endovenosa.
Piressia, infezioni da candida, depressione, neutropenia severa (ANC <500/mcl) e reazioni cutanee sono segnalate più comunemente nei pazienti affetti da HIV.
Nei pazienti sottoposti a trapianto, invece, sono riportate con maggiore frequenza disfunzione renale ed epatica.
b) Elenco delle reazioni avverse al farmaco sotto forma di tabella
Classificazione per sistemi e organi Molto comune(≥1/10) Comune(≥1/100, <1/10) Non comune (≥1/1.000, <1/100) Raro (≥1/10.000, <1/1.000)
Infezioni ed infestazioni Infezioni da candida compresa candidiasi orale, infezione delle vie respiratorie superiori Sepsi influenza, infezioni del tratto urinario, cellulite  
Patologie del sistema emolinfopoietico Neutropenia, anemia Trombocitopenia, leucopenia, pancitopenia Insufficienza midollare Anemia aplastica, agranulocitosi*, granulocitopenia*
Disturbi del sistema immunitario  Ipersensibilità Reazione anafilattica* 
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Diminuzione dell’appetito Perdita di peso  
Disturbi psichiatrici  Depressione, stato confusionale, ansia Agitazione, disturbo psicotico, pensiero anormale, allucinazioni 
Patologie del sistema nervoso Cefalea Insonnia, neuropatia periferica, vertigini, parestesia, ipoestesia, crisi convulsive, disgeusia (alterazione del senso del gusto) Tremore 
Patologie dell’occhio  Compromissione della vista, distacco della retina**, miodesopsie, dolore oculare, congiuntivite, edema maculare  
Patologie dell’orecchio e del labirinto  Dolore auricolare Sordità 
Patologie cardiache   Aritmia 
Patologie vascolari  Ipotensione  
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Tosse, dispnea   
Patologie gastrointestinali Diarrea, nausea, vomito, dolore addominale Dispepsia, flatulenza, dolore addominale superiore, stipsi, ulcerazione della bocca, disfagia, distensione addominale, pancreatite  
Patologie epatobiliari  Aumento dei livelli di fosfatasi alcalina ematica, anomalie della funzionalità epatica, aspartato aminotransferasi aumentato, alanina aminotransferasi aumentata  
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Dermatite Sudorazione notturna, prurito, eruzione cutanea, alopecia Pelle secca, orticaria 
Patologie del sistema muscoloscheletrico, del tessuto connettivo e delle ossa  Dolore di schiena, mialgia, artralgia, spasmi muscolari  
Patologie renali e urinarie  Compromissione renale, riduzione della clearance renale della creatinina, aumento dei livelli di creatinina ematica Insufficienza renale, ematuria, 
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella   Infertilità maschile 
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Piressia, affaticamento Dolore, brividi, malessere, astenia Dolore toracico 
*Le frequenze di queste reazioni avverse provengono dall’esperienza successiva all’immissione in commercio del prodotto.
**Il distacco di retina è stato segnalato soltanto in pazienti con HIV trattati per retinite da CMV.
Descrizione di una selezione di reazioni avverse Neutropenia Non è possibile prevedere il rischio di neutropenia in base al numero dei neutrofili prima del trattamento.
Solitamente la neutropenia insorge durante la prima o la seconda settimana del trattamento di induzione.
Di norma, la conta cellulare rientra nei valori normali 2-5 giorni dopo la sospensione del farmaco o la riduzione della dose (vedere paragrafo 4.4).
Trombocitopenia I pazienti con bassa conta piastrinica (< 100.000/mcl) al basale, presentano un aumento del rischio di sviluppare trombocitopenia.
I pazienti con immunosoppressione iatrogena, a causa del trattamento con farmaci immunosoppressori, sono esposti a un rischio più elevato di sviluppare trombocitopenia rispetto ai pazienti affetti da AIDS (vedere paragrafo 4.4).
La trombocitopenia grave può essere associata a sanguinamenti potenzialmente letali.
Influenza della durata del trattamento o dell’indicazione terapeutica sulle reazioni avverse L’insorgenza di neutropenia severa (ANC <500/mcl) si osserva con maggiore frequenza nei pazienti con retinite da CMV (14%) in terapia con valganciclovir e ganciclovir per via endovenosa od orale rispetto ai pazienti sottoposti a trapianto di organo solido in terapia con valganciclovir o ganciclovir per via orale.
Nei pazienti trattati con valganciclovir o ganciclovir orale fino a 100 giorni dopo il trapianto, l’incidenza di neutropenia severa è risultata pari, rispettivamente, al 5% e al 3%, mentre nei pazienti trattati con valganciclovir fino a 200 giorni dopo il trapianto l’incidenza di neutropenia severa è risultata pari al 10%.
Rispetto ai soggetti con retinite da CMV, nei pazienti sottoposti a trapianto di organo solido trattati con valganciclovir e ganciclovir orale fino a 100 o 200 giorni dopo il trapianto, è stato riscontrato un aumento maggiore dei livelli di creatinina sierica.
Un’alterata funzionalità renale, tuttavia, rappresenta una caratteristica comune nei pazienti sottoposti a trapianto di organo solido.
Nei pazienti sottoposti a trapianto di rene ad alto rischio, il profilo di sicurezza complessivo di valganciclovir non è cambiato con l’estensione della profilassi fino a 200 giorni.
È stata riportata leucopenia con un’incidenza leggermente maggiore nel braccio trattato fino a 200 giorni, mentre l’incidenza di neutropenia, anemia e trombocitopenia è risultata simile in entrambi i bracci.
c) Popolazione pediatrica Valganciclovir è stato studiato in 179 pazienti pediatrici sottoposti a trapianto di organo solido che sono a rischio di sviluppare malattia da CMV (di età compresa tra le 3 settimane e i 16 anni) e in 133 neonati con malattia da CMV congenita sintomatica (di età compresa tra i 2 e i 31 giorni), con una durata di esposizione al ganciclovir compresa tra i 2 e i 200 giorni.
Le reazioni avverse segnalate con maggiore frequenza durante il trattamento negli studi clinici pediatrici sono state diarrea, nausea, neutropenia, leucopenia e anemia.
In soggetti sottoposti a trapianto di organo solido, il profilo di sicurezza complessivo nei pazienti pediatrici è risultato simile a quello degli adulti.
L'incidenza di neutropenia è risultata lievemente superiore nei due studi condotti su pazienti pediatrici sottoposti a trapianto di organo solido rispetto agli adulti, ma non è emersa una correlazione tra neutropenia ed eventi avversi infettivi nella popolazione pediatrica.
Un elevato rischio di citopenia in neonati e lattanti rende necessario un monitoraggio attento della conta ematica in questi gruppi di pazienti (vedere paragrafo 4.4).
In pazienti pediatrici sottoposti a trapianto di rene, il prolungamento dell’esposizione al valganciclovir fino a 200 giorni non è stato associato ad un aumento complessivo dell’incidenza di eventi avversi.
L’incidenza di neutropenia grave (ANC < 500/mcl) è risultata superiore nei pazienti pediatrici sottoposti a trapianto di rene trattati fino a 200 giorni rispetto ai pazienti pediatrici trattati fino a 100 giorni e rispetto a pazienti adulti sottoposti a trapianto di rene trattati fino a 100 o fino a 200 giorni (vedere paragrafo 4.4).
Sono disponibili soltanto dati limitati relativi a neonati o lattanti con infezione da CMV congenita sintomatica trattati con valganciclovir; tuttavia, la sicurezza sembra in linea con il profilo di sicurezza noto di valganciclovir/ganciclovir.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Contraccezione negli uomini e nelle donne Come risultato del rischio potenziale di tossicità riproduttiva e teratogenicità, le donne in età fertile devono essere informate sulla necessità di utilizzare metodi contraccettivi efficaci durante il trattamento con ganciclovir e per almeno 30 giorni dopo la sua conclusione.
Gli uomini sessualmente attivi devono essere informati sulla necessità di usare una protezione contraccettiva durante il trattamento con valganciclovir e per almeno 90 giorni dopo la sua conclusione, a meno che siano sicuri che la partner non sia a rischio di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 5.3).
Gravidanza La sicurezza dell’uso di valganciclovir in gravidanza non è stata stabilita.
Il suo metabolita attivo, ganciclovir, diffonde facilmente attraverso la placenta umana.
In base al meccanismo farmacologico d’azione e alla tossicità riproduttiva osservata in studi sull’animale con ganciclovir (vedere paragrafo 5.3) esiste un rischio teorico di teratogenicità nell’uomo.
Valganciclovir Teva non deve essere usato in gravidanza, salvo nel caso in cui il beneficio terapeutico per la madre superi il rischio potenziale di teratogenicità per il feto.
Allattamento Benché non sia noto se ganciclovir sia escreto nel latte materno umano, non si può escludere la possibilità che ciò avvenga e provochi reazioni avverse serie nel lattante.
I dati emersi dagli studi sugli animali indicano che ganciclovir è escreto nel latte di femmine di ratto in fase di allattamento.
È pertanto necessario interrompere l’allattamento durante il trattamento con valganciclovir (vedere paragrafi 4.3 e 5.3).
Fertilità Uno studio clinico di piccole dimensioni condotto su pazienti che avevano subito un trapianto di rene, trattati per 200 giorni con valganciclovir in profilassi al CMV, ha dimostrato un impatto di valganciclovir sulla spermatogenesi, riducendo la densità del liquido seminale e la motilità degli spermatozoi, misurati dopo completamento del trattamento.
Tali effetti dovrebbero risultare reversibili entro 6 mesi dopo interruzione di valganciclovir, riportando i livelli di densità del liquido seminale e la motilità degli spermatozoi, comparabili a quelli dei pazienti non trattati nel braccio di controllo.
Negli studi sugli animali, ganciclovir ha compromesso la fertilità in ambo i sessi di topo ed ha mostrato una inibizione della spermatogenesi ed una induzione di atrofia dei testicoli in topi, ratti e cani, a dosi clinicamente rilevanti.
Sulla base di studi clinici e non-clinici, ganciclovir (e valganciclovir) si ritiene possa causare inibizione temporanea o permanente della spermatogenesi umana (vedere paragrafi 4.4 e 5.3).

Conservazione

Questo medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione.

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