VAGIRUX 18CPR VAG 10MCG
23,00 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 05/10/2023
Trattamento della vaginite atrofica da carenza estrogenica in donne in postmenopausa (vedere paragrafo 5.1).
Ogni compressa vaginale contiene: estradiolo emiidrato equivalente a 10 microgrammi di estradiolo. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- • Carcinoma della mammella in atto, pregresso o sospetto • Tumori maligni estrogeno-dipendenti in atto, pregresso o sospetti (es.
carcinoma endometriale) • Sanguinamenti genitali non diagnosticati • Iperplasia endometriale non trattata • Tromboembolismo venoso pregresso o in atto (trombosi venosa profonda, embolia polmonare) • Disordini trombofilici noti (es.
deficit di proteina C, di proteina S o di antitrombina, vedere paragrafo 4.4) • Malattie tromboemboliche arteriose in atto o recenti (esempio angina, infarto miocardico) • Disfunzione epatica acuta o storia di patologia del fegato fino al mancato ritorno alla normalità dei test di funzionalità epatica • Ipersensibilità nota al principio attivo o ad uno degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
• Porfiria. Posologia
- Vagirux può essere usato nelle donne con o senza utero intatto.
Posologia Le infezioni vaginali devono essere trattate prima dell’inizio della terapia con Vagirux.
Il trattamento può essere iniziato in qualsiasi giorno.
Dose iniziale Una compressa vaginale al giorno per due settimane.
Dose di mantenimento Una compressa vaginale due volte a settimana.
Per l’inizio ed il proseguimento del trattamento dei sintomi postmenopausali, si deve ricorrere alla più bassa dose efficace per la durata più breve possibile (vedere anche paragrafo 4.4).
Per i medicinali a base di estrogeni per uso vaginale la cui esposizione sistemica rimane entro il normale range postmenopausale, come Vagirux, non è consigliabile aggiungere un progestinico (vedere paragrafo 4.4 ‘Iperplasia endometriale e carcinoma’).
In caso la paziente dimentichi una dose, è opportuno che la assuma non appena lo ricorda.
L’assunzione di una dose doppia deve essere evitata.
Modo di somministrazione Vagirux è somministrato per via intravaginale come terapia estrogenica locale mediante un apposito applicatore.
Come somministrare Vagirux: 1.
Rimuovere l’applicatore dalla confezione.
2.
Tenendo premuto il tubo, tirare lo stantuffo dell'applicatore fino a quando non si ferma.
Premere una compressa vaginale dal blister separato e posizionarla saldamente nel supporto (estremità larga) del tubo dell'applicatore.
3.
Inserisca attentamente l’applicatore nella vagina fino a quando incontra resistenza (8-10 cm).
4.
Per fare fuoriuscire la compressa, prema con cautela il pulsante fino a che non si ferma.
La compressa viene così immediatamente protetta dalla parete vaginale.
Non cadrà stando in piedi o quando cammina.5.
Dopo ogni utilizzo, prima di un utilizzo successivo, pulire l'applicatore.
Pulire il tubo e lo stantuffo con sapone neutro e sciacquarli accuratamente con acqua calda di rubinetto.
Asciugare all'aria sia il tubo che lo stantuffo su una superficie pulita (ad esempio un tovagliolo di carta).
6.
Utilizzare l'applicatore fino a quando la confezione non si svuota (18 o 24 volte).
Successivamente, gettalo via nei rifiuti domestici. Avvertenze e precauzioni
- Per il trattamento dei sintomi della postmenopausa, la TOS deve essere iniziata solo per i sintomi che influiscono negativamente sulla qualità della vita.
In tutti i casi, un’attenta analisi dei rischi e dei benefici deve essere eseguita almeno ogni anno e la TOS deve proseguire solo se i benefici superano i rischi.
Esame clinico/follow-up Prima di iniziare o ricominciare una TOS, è opportuno valutare un’anamnesi personale e familiare completa.
L’esame fisico (comprendente il controllo della pelvi e del seno) deve essere guidato da tale valutazione anamnestica e dalle controindicazioni ed avvertenze per l’uso del farmaco.
Durante il trattamento si raccomanda di effettuare controlli clinici periodici la cui frequenza e natura devono essere adattate a ciascuna donna.
Alle pazienti occorre spiegare quali modifiche che riscontrano nel loro seno devono riferire al proprio medico o infermiere (vedere “Carcinoma mammario” sotto).
Devono essere eseguite indagini, compresa la mammografia, in linea con la pratica clinica attualmente accettata in base alle necessità cliniche del singolo caso.
Il profilo farmacocinetico di Vagirux mostra che vi è un assorbimento sistemico dell’estradiolo molto basso durante il trattamento (vedere paragrafo 5.2), tuttavia, essendo una TOS, deve essere considerato, in particolare per il lungo termine o per l'uso ripetuto di questo prodotto.
Condizioni che richiedono un particolare controllo Nel caso in cui qualsiasi delle seguenti condizioni dovesse presentarsi, essersi manifestata precedentemente, e/o essersi aggravata durante una gravidanza o un trattamento ormonale pregresso, la paziente deve essere controllata attentamente.
È da considerare che tali condizioni possono ripresentarsi o aggravarsi durante il trattamento estrogenico, in particolare: • Leiomioma (fibroma uterino) o endometriosi; • Fattori di rischio per malattie tromboemboliche (vedere di seguito); • Fattori di rischio per tumori estrogeno-dipendenti, es.
1° grado di eredità per carcinoma mammario; • Ipertensione; • Epatopatie (es.
adenoma epatico); • Diabete mellito con o senza complicanze vascolari; • Colelitiasi; • Emicrania o (severa) cefalea; • Lupus eritematoso sistemico; • Storia di iperplasia dell’endometrio (vedere di seguito); • Epilessia; • Asma; • Otosclerosi.
Il profilo farmacocinetico di Vagirux mostra che vi è un assorbimento sistemico dell’estradiolo molto basso durante il trattamento (vedere paragrafo 5.2).
Per questo la recidiva o l’aggravamento delle sopra menzionate condizioni sono meno probabili di quanto si osserva con il trattamento estrogenico sistemico.
Ragioni per una immediata sospensione della terapia La terapia deve essere sospesa nel caso venga rilevata una controindicazione e nelle seguenti situazioni: • Ittero o deterioramento della funzione epatica • Incremento significativo della pressione arteriosa • Comparsa di cefalea tipo emicrania • Gravidanza Iperplasia endometriale e carcinoma Le donne con utero intatto precedentemente trattate con estrogeni non bilanciati devono essere controllate attentamente al fine di escludere una possibile iperstimolazione/neoplasia maligna dell’endometrio prima di iniziare il trattamento con Vagirux.
Nelle donne che hanno l’utero intatto, quando vengono somministrati solo estrogeni sistemici per periodi prolungati, il rischio di iperplasia endometriale e carcinoma è aumentato.
Per i medicinali a base di estrogeni per uso vaginale la cui esposizione sistemica rimane nel normale range postmenopausale, come Vagirux, non è consigliabile aggiungere un progestinico.
Durante il trattamento con estradiolo 10 microgrammi compresse, in alcune pazienti può avvenire un modesto assorbimento sistemico, in particolare durante le prime due settimane di somministrazione quotidiana.
Comunque, la concentrazione plasmatica media di E2 (Cave (0-24)) in tutti i giorni considerati è rimasta all’interno del normale intervallo postmenopausale in tutti i soggetti (vedere paragrafo 5.2).
La sicurezza endometriale è incerta per somministrazioni a lungo termine (più di un anno) o per l'uso ripetuto di estrogeno somministrato localmente.
Pertanto, se ripetuto, il trattamento deve essere riesaminato almeno una volta all'anno, con particolare attenzione a eventuali sintomi di iperplasia endometriale o carcinoma.
In linea generale, la terapia sistemica estrogenica sostitutiva non dovrebbe essere prescritta per periodi superiori ad un anno senza effettuare un’altra valutazione clinica comprendente l’esame ginecologico.
Se dovessero comparire in qualsiasi momento della terapia sanguinamenti e spotting, deve esserne accertata la causa, eventualmente anche con la biopsia dell’endometrio, per escludere neoplasie maligne dell’endometrio.
Occorre raccomandare alla donna di contattare il medico in caso di sanguinamento o spotting durante il trattamento con Vagirux.
Una stimolazione sistemica estrogenica non bilanciata può portare alla trasformazione premaligna o maligna di foci residui di endometriosi.
Pertanto, si consiglia cautela nell’uso del prodotto in donne sottoposte ad isterectomia per endometriosi, specialmente in caso di endometriosi residua.
I seguenti rischi sono stati associati alla TOS sistemica e si verificano in misura minore ai medicinali contenenti estrogeni per uso vaginale, la cui l'esposizione sistemica estrogenica rimane nel normale range postmenopausale.
Tuttavia, devono essere presi in considerazione in caso di un uso a lungo termine e ripetuto del medicinale.
Cancro della mammella L’evidenza epidemiologica derivante da un’ampia meta-analisi suggerisce che non vi è alcun aumento del rischio di cancro della mammella nelle donne senza un’anamnesi del suddetto cancro che assumono estrogeni a basse dosi per via vaginale.
Non è noto se gli estrogeni per via vaginale a basse dosi stimolino una recidiva del cancro della mammella.
Carcinoma ovarico Il carcinoma ovarico è molto più raro del carcinoma mammario.
L’evidenza epidemiologica derivata da una vasta meta-analisi indica un leggero aumento del rischio nelle donne che assumono una terapia ormonale sostitutiva sistemica a base di soli estrogeni, tale rischio è maggiore entro 5 anni di utilizzo della terapia e si riduce col tempo dopo l’interruzione di essa.
Tromboembolie venose La TOS sistemica si associa ad un rischio da 1,3 a 3 volte maggiore di sviluppare tromboembolie venose (TEV), come la trombosi venosa profonda o l’embolia polmonare.
Il verificarsi di tali episodi è più probabile nel primo anno di TOS che negli anni successivi (vedere paragrafo 4.8).Pazienti con stati trombofilici noti hanno un aumentato rischio di TEV e l’uso di TOS potrebbe aumentare questo rischio.
La TOS è pertanto controindicata in questi pazienti (vedere paragrafo 4.3).
I fattori di rischio per la TEV generalmente riconosciuti comprendono l’uso sistemico di estrogeni, l’età avanzata, la chirurgia maggiore, una prolungata immobilizzazione, l’obesità (BMI >30 kg/m²), la gravidanza/il periodo postparto, il lupus eritematoso sistemico (LES) e il cancro.
Non c’è consenso unanime sul possibile ruolo favorente delle varici sugli episodi di TEV.
Come in tutti i pazienti nel periodo post-operatorio, è necessario considerare misure di profilassi per prevenire TEV successive all’intervento.
Se una prolungata immobilizzazione deve seguire l’intervento, si raccomanda di interrompere il trattamento della TOS da 4 a 6 settimane prima.
Il trattamento non deve essere ripreso fino a quando la donna non è completamente mobilizzata.
In donne che non hanno una storia personale di TEV ma che hanno un parente di primo grado con una storia di trombosi in giovane età, può essere proposto uno screening dopo attenta valutazione riguardo alle sue limitazioni (solo una parte di difetti trombofilici sono identificati dallo screening).
Se viene identificato un difetto trombofilico che ha come conseguenza trombosi nei membri della famiglia oppure se il difetto è ‘importante’ (es.
carenza di antitrombina, di proteina S o proteina C o combinazione di carenze), la TOS e controindicata.
Le donne già in trattamento cronico con anticoagulanti necessitano di un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio della TOS.
Se la TEV si manifesta dopo aver iniziato la terapia, è bene sospendere subito il trattamento.
Alle donne, qualora si presentino sintomi riferibili a possibili episodi tromboembolici (ad esempio tensione dolorosa alle gambe, dolore toracico improvviso, dispnea), deve essere raccomandato di contattare immediatamente il proprio medico.
Coronaropatia (CAD) I dati randomizzati controllati non hanno evidenziato un aumentato rischio di CAD in donne isterectomizzate in trattamento sistemico con solo estrogeni.
Ictus ischemico La terapia sistemica a base di soli estrogeni e associata ad un rischio di ictus ischemico aumentato fino a 1,5 volte.
Il rischio relativo non cambia con l’età o con il tempo dalla menopausa.
Tuttavia, poiché il rischio di ictus al baseline dipende molto dall’età, il rischio complessivo di ictus in donne che utilizzano la TOS aumenta con l’età (vedere paragrafo 4.8).
Altre condizioni Gli estrogeni sistemici possono causare ritenzione idrica, e quindi è opportuno monitorare attentamente le donne affette da cardiopatie o nefropatie.
Le donne con preesistente ipertrigliceridemia devono essere seguite attentamente durante la terapia sostitutiva con estrogeni o ormoni, in quanto rari casi di forti aumenti di trigliceridi nel plasma con conseguente pancreatite sono stati riportati con la terapia estrogenica in questa condizione.
Gli estrogeni esogeni possono indurre o esacerbare i sintomi dell’angioedema ereditario e acquisito.
Gli estrogeni aumentano la globulina legante della tiroide (TBG) portando ad un aumento della circolazione totale dell’ormone tiroideo (misurata come iodio legato alle proteine (PBI), dei livelli di T4 (metodo su colonna o dosaggio radioimmunologico) o livelli di T3 (dosaggio radioimmunologico).
La captazione di T3 e diminuita, riflettendo la TBG.
Le concentrazioni di T4 e T3 liberi rimangono inalterate.
Altre proteine leganti possono essere elevate nel siero, come la globulina legante i corticosteroidi (CBG), la globulina legante gli ormoni sessuali (SHBG) portando a un aumento rispettivamente dei corticosteroidi e steroidi sessuali circolanti.
Le concentrazioni degli ormoni biologicamente attivi o liberi sono immutate.
Altre proteine plasmatiche possono essere aumentate (substrato angiotensinogeno/renina, alfa-1-antitripsina, ceruloplasmina).
L’assorbimento sistemico minimo di estradiolo con somministrazione vaginale a livello locale (vedere paragrafo 5.2) può provocare effetti meno pronunciati sulle proteine leganti del plasma rispetto agli ormoni sistemici.
La TOS non migliora la funzione cognitiva.
Dallo studio WHI c’é una qualche evidenza di un aumentato rischio di probabile demenza in donne che iniziano la terapia combinata continua o la TOS con solo estrogeni dopo i 65 anni.
L’applicatore intravaginale potrebbe causare traumi locali minori, specialmente in donne con grave atrofia vaginale.
Vi sono limitate evidenze sui rischi associati alla TOS nel trattamento della menopausa precoce.
Tuttavia, il rapporto beneficio/rischio è più favorevole nelle donne più giovani rispetto a quelle più anziane a causa del basso livello di rischio assoluto presente nelle donne più giovani. Interazioni
- A causa della somministrazione vaginale e dell'assorbimento sistemico minimo, è improbabile che si verifichino interazioni farmacologiche clinicamente rilevanti con Vagirux.
Tuttavia, devono essere considerate le interazioni con altri trattamenti vaginali applicati localmente. Effetti indesiderati
- Eventi avversi da studi clinici: Più di 673 pazienti sono state trattate con estradiolo 10 microgrammi compresse vaginali in studi clinici, comprese oltre 497 pazienti trattate per 52 settimane.
Uno studio clinico di 6 settimane con Vagirux che ha coinvolto complessivamente 430 pazienti ha confermato il profilo degli eventi avversi noto dagli studi clinici iniziali.
Gli eventi avversi correlati all’uso di estrogeno, come il dolore al seno, l’edema periferico e i sanguinamenti postmenopausali, sono stati riportati con estradiolo 10 microgrammi compresse vaginali con frequenze molto basse, simili al placebo; tuttavia, se si verificano, si presentano prevalentemente solo all’inizio del trattamento.
Gli eventi avversi osservati in pazienti trattate con estradiolo 10 microgrammi compresse vaginali con una frequenza maggiore rispetto al placebo e possibilmente correlate al trattamento, sono riportati di seguito.
Esperienza post-marketing: In aggiunta alle reazioni avverse sopra menzionate, quelle presentate di seguito sono state riportate spontaneamente in pazienti trattate con estradiolo 25 microgrammi compresse vaginali e sono considerate possibilmente correlate al trattamento.Classe organico-sistemica Comune ≥1/100 e <1/10 Non comune ≥1/1.000 e <1/100 Infezioni e infestazioni Vulvovaginiti micotiche Alterazioni del sistema nervoso Cefalea Alterazioni del sistema vascolare Vampate, Ipertensione Alterazioni dell’apparato gastrointestinale Dolore addominale Nausea Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Eruzione cutanea Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Emorragia vaginale, sanguinamenti o disturbi vaginali Esami diagnostici Incremento ponderale
La frequenza di queste reazioni avverse spontanee é molto rara (<1/10.000 pazienti per anno).
• Tumori benigni e maligni (cisti e polipi compresi): carcinoma mammario, carcinoma endometriale; • Disturbi del sistema immunitario: reazioni di ipersensibilità generalizzata (es.
reazione/shock anafilattico); • Disturbi del metabolismo e della nutrizione: ritenzione idrica; • Disturbi psichiatrici: insonnia; • Patologie del sistema nervoso: emicrania aggravata; • Patologie vascolari: trombosi venosa profonda; • Patologie gastrointestinali: diarrea; • Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: orticaria, rash erimatoso, rash pruriginoso, prurito genitale; • Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella: iperplasia endometriale, irritazione vaginale, dolore vaginale, vaginismo, ulcera vaginale; • Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: inefficacia del farmaco; • Esami diagnostici: incremento ponderale, incremento degli estrogeni nel sangue.
Altre reazioni avverse sono state riportate in associazione con il trattamento sistemico con estrogeni/progestinici.
Poiché le stime sul rischio sono state tratte dall’esposizione sistemica, non è noto come questi si possano applicare ai trattamenti locali: • Malattie della colecisti; • Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: cloasma, eritema multiforme, eritema nodoso, porpora vascolare; • Probabile demenza oltre i 65 anni (vedere paragrafo 4.4). Effetti di classe associati alla TOS sistemica I seguenti rischi sono stati associati alla TOS sistemica e si verificano in misura minore ai medicinali a base di estrogeni per uso vaginale, la cui esposizione sistemica rimane nel normale range postmenopausale. Carcinoma ovarico L’uso di una TOS sistemica è stato associato ad un leggero aumento del rischio di una diagnosi di cancro dell’ovaio (vedere paragrafo 4.4).
Una meta-analisi di 52 studi epidemiologici ha riscontrato un aumento del rischio di cancro dell’ovaio nelle donne in trattamento con una TOS sistemica rispetto alle donne che non ne avevano mai fatto uso (RR 1,43, IC al 95% 1,31-1,56).
Per le donne di età compresa tra 50 e 54 anni che seguono una TOS da 5 anni, si registra circa 1 caso aggiuntivo su 2.000 donne trattate.
Nelle donne di età compresa tra 50 e 54 anni che non seguono una TOS, circa 2 donne su 2.000 riceveranno una diagnosi di cancro dell’ovaio nell’arco di 5 anni.
Rischio di tromboembolie venose La TOS sistemica è associata ad un aumentato rischio relativo da 1,3 a 3 volte maggiore di sviluppare tromboembolie venose (TEV), come trombosi venosa profonda o embolia polmonare.
Il verificarsi di un tale evento è più probabile nel primo anno di utilizzo della TOS (vedere paragrafo 4.4).
Sono presentati sotto i risultati dello studio WHI: Studi WHI - Rischio addizionale di TEV dopo più di 5 anni di utilizzo
* Studio in donne senza utero Rischio di ictus ischemico L’uso di TOS sistemica è associato ad un aumento fino a 1,5 volte del rischio relativo di ictus ischemico.Intervallo di età (anni) Incidenza per 1.000 donne nel braccio del placebo in un periodo di oltre 5 anni Risk ratio e 95% CI# Casi addizionali per 1.000 utilizzatrici di TOS Solo estrogeno orale* 50 - 59 7 1,2 (0,6 - 2,4) 1 (-3 - 10)
Il rischio di ictus emorragico non è aumentato durante l’uso di TOS.
Il rischio relativo non è dipendente dall’età e dalla durata del trattamento, ma come rischio di base è strettamente dipendente dall’età, il rischio totale di ictus nelle donne che usano TOS aumenterà con l’età, vedere paragrafo 4.4.
Studi WHI combinati- Rischio addizionale di ictus ischemico* dopo più di 5 anni di utilizzo
* Non è stata fatta nessuna differenziazione tra ictus ischemico ed emorragico.Intervallo di età (anni) Incidenza per 1.000 donne nel braccio del placebo in un periodo di oltre 5 anni Risk ratio e 95% CI # Casi addizionali per 1.000 utilizzatrici di TOS 50 - 59 8 1,3 (1,1 - 1,6) 3 (1 - 5)
Segnalazione di reazioni avverse sospette La segnalazione delle sospette reazioni avverse dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto consente un monitoraggio continuo del rapporto rischi/benefici del medicinale.
Gli operatori sanitari sono invitati a segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Vagirux non è indicato durante la gravidanza.
Se una gravidanza inizia durante il trattamento con Vagirux, il trattamento deve essere sospeso immediatamente.
I risultati della maggior parte degli studi epidemiologici su esposizioni fetali involontarie agli estrogeni indicano che non sussistono effetti teratogeni o fetotossici.
Allattamento al seno Vagirux non è indicato durante l’allattamento. Conservazione
- Tenere il blister nell’imballaggio esterno di cartone per proteggere il medicinale dalla luce.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.