TRIZIVIR 60CPR 300+150+300MG

751,17 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: ABACAVIR SOLFATO/LAMIVUDINA/ZIDOVUDINA
  • ATC: J05AR04
  • Descrizione tipo ricetta: RNRL - LIMITATIVA NON RIPETIB.
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 10/10/2010

Trizivir è indicato per il trattamento di soggetti adulti con infezione da Virus dell'Immunodeficienza Umana (Human Immunodeficiency Virus, HIV) (vedere paragrafi 4.4 e 5.1). Questa combinazione fissa sostituisce i tre componenti (abacavir, lamivudina e zidovudina) usati separatamente alle medesime dosi. Si raccomanda che il trattamento venga iniziato con abacavir, lamivudina e zidovudina separatamente per le prime 6-8 settimane (vedere paragrafo 4.4). La scelta di questa combinazione fissa dovrebbe essere basata non solo sul criterio di potenziale aderenza ma prevalentemente sull'efficacia attesa e sui rischi correlati ai tre analoghi nucleosidi. La dimostrazione del beneficio di Trizivir si basa soprattutto sui risultati degli studi effettuati nel trattamento di pazienti mai trattati o moderatamente trattati con antiretrovirali, con malattia non avanzata. Nei pazienti con alta carica virale (>100.000 copie/mL) la scelta della terapia necessita di attenta considerazione (vedere paragrafo 5.1). Nel complesso, la soppressione virologica con questo regime di tre nucleosidi potrebbe essere inferiore a quella ottenuta con altre terapie multiple tra cui in particolare inibitori della proteasi potenziati o inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa, quindi l’impiego di Trizivir deve essere considerato solo in circostanze particolari (ad esempio co-infezione con tubercolosi). Prima di iniziare il trattamento con abacavir, deve essere eseguito uno screening per la presenza dell’allele HLA-B*5701 in ogni paziente affetto da HIV, a prescindere dalla razza (vedere paragrafo 4.4). Abacavir non deve essere utilizzato nei pazienti in cui sia nota la presenza dell’allele HLA-B*5701.
Ogni compressa rivestita con film contiene 300 mg di abacavir (come solfato), 150 mg di lamivudina e 300 mg di zidovudina. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Vedere paragrafi 4.4 e 4.8.
Pazienti con malattia renale all'ultimo stadio.
A causa del principio attivo zidovudina, Trizivir è controindicato nei pazienti con marcata neutropenia (<0,75 x 109/l) oppure con livelli molto bassi di emoglobina (<7,5 g/dl o 4,65 mmol/l) (vedere paragrafo 4.4).

Posologia

Posologia La terapia deve essere iniziata da un medico con esperienza nella gestione dell'infezione da HIV.
La dose raccomandata di Trizivir negli adulti (18 anni e oltre) è di una compressa due volte al giorno.
Trizivir può essere assunto con o senza cibo.
Nei casi in cui si renda necessaria la sospensione della terapia con uno dei principi attivi di Trizivir o una riduzione della dose, sono disponibili preparazioni separate di abacavir, lamivudina e zidovudina.
Popolazioni speciali Compromissione renale Mentre non è necessario alcun aggiustamento della dose di abacavir in pazienti con disfunzione renale, i livelli di lamivudina e zidovudina sono aumentati nei pazienti con compromissione renale a causa della ridotta clearance (vedere paragrafo 4.4).
Pertanto, poiché possono essere necessari aggiustamenti della dose, si raccomanda di utilizzare preparazioni separate di abacavir, lamivudina e zidovudina nei pazienti con compromissione renale severa (clearance creatinina ≤30 mL/min).
Il medico è invitato a fare riferimento ai singoli Riassunti delle Caratteristiche del Prodotto di questi medicinali.
Trizivir non deve essere somministrato a pazienti con malattia renale all’ultimo stadio (vedere paragrafi 4.3 e 5.2).
Compromissione epatica Abacavir è principalmente metabolizzato dal fegato.
Nei pazienti con compromissione epatica moderata o severa non ci sono dati clinici disponibili, pertanto, l’uso di Trizivir non è raccomandato a meno che non sia ritenuto necessario.
Nei pazienti con compromissione epatica lieve (Child-Pugh score 5-6) è richiesto uno stretto controllo, incluso il monitoraggio dei livelli plasmatici di abacavir, se fattibile (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Anziani Attualmente non sono disponibili dati di farmacocinetica nei pazienti di età superiore ai 65 anni.
Tuttavia è consigliata speciale attenzione in questa classe di età a causa delle modifiche associate all’età stessa come la diminuita funzionalità renale e le alterazioni dei parametri ematologici.
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di Trizivir non sono state stabilite negli adolescenti e nei bambini.
Nessun dato è disponibile.
Aggiustamenti della dose nei pazienti con reazioni avverse ematologiche Possono rendersi necessari aggiustamenti nella posologia di zidovudina se i livelli di emoglobina scendono al di sotto di 9 g/dl o 5,59 mmol/l o la conta dei neutrofili scende al di sotto di 1,0 x 109/l (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Poichè non è possibile l'aggiustamento della posologia di Trizivir devono essere usate preparazioni separate di abacavir, lamivudina e zidovudina.
Il medico è invitato a fare riferimento ai singoli Riassunti delle Caratteristiche del Prodotto di questi medicinali.

Avvertenze e precauzioni

Le avvertenze speciali e le precauzioni relative ad abacavir, lamivudina e zidovudina sono incluse in questo paragrafo.
Non ci sono ulteriori avvertenze e precauzioni relative all'associazione Trizivir.
Reazioni di ipersensibilità (vedere anche paragrafo 4.8) Abacavir è associato ad un rischio di reazioni di ipersensibilità (HSR) (vedere paragrafo 4.8) caratterizzate da febbre e/o rash con altri sintomi che indicano un coinvolgimento multi-organico.
Le HSR sono state osservate con abacavir, alcune delle quali erano pericolose per la vita e in rari casi ad esito fatale, quando non gestite in maniera appropriata.
Il rischio che si verifichi una HSR ad abacavir è elevato nei pazienti con test positivo per la presenza dell’allele HLA-B*5701.
Tuttavia, HSR ad abacavir sono state riportate con una frequenza minore nei pazienti che non possiedono questo allele.
Pertanto, deve sempre essere rispettato quanto segue: • la presenza o meno dell’allele HLA-B*5701 deve essere sempre confermata prima di iniziare la terapia.
• Trizivir non deve mai essere iniziato nei pazienti con positività per la presenza dell’allele HLA-B*5701, nemmeno nei pazienti con negatività per l’allele HLA-B*5701 che hanno avuto una sospetta HSR ad abacavir in un precedente regime terapeutico contenente abacavir (ad esempio Kivexa, Ziagen, Triumeq).
se si sospetta una HSR,Trizivir deve essere interrotto immediatamente, anche in assenza di allele HLA-B*5701.
Un ritardo nella sospensione del trattamento con Trizivir dopo l’insorgenza di ipersensibilità provoca una reazione pericolosa per la vita.
dopo l’interruzione del trattamento con Trizivir per motivi di sospetta HSR, Trizivir o qualsiasi altro medicinale contenente abacavir (ad esempio Kivexa, Ziagen, Triumeq)non devono mai più essere ripresi.
• la riassunzione di medicinali contenenti abacavir dopo una sospetta HSR ad abacavir può provocare un’immediata ricomparsa dei sintomi entro poche ore.
La ricomparsa dei sintomi è generalmente più grave della presentazione iniziale e può includere ipotensione pericolosa per la vita e morte.
• per evitare la riassunzione di abacavir, i pazienti che vanno incontro ad una sospetta HSR devono essere istruiti di eliminare le compresse rimanenti di Trizivir.
Descrizione clinica di HSR ad abacavir L’HSR ad abacavir è stata ben caratterizzata nel corso degli studi clinici e durante l’esposizione post marketing.
I sintomi generalmente insorgevano entro le prime sei settimane (tempo mediano di insorgenza 11 giorni) dall’inizio del trattamento con abacavir, anche se tali reazioni possono insorgere in qualsiasi momento durante il corso della terapia. Quasi tutte le HSR ad abacavir avranno febbre e/o rash.
Altri segni e sintomi che sono stati osservati come parte della HSR ad abacavir sono descritti in dettaglio nel paragrafo 4.8 (Descrizione delle reazioni avverse selezionate), inclusi sintomi respiratori e gastrointestinali.
È importante sottolineare che tali sintomi possono condurre ad una diagnosi errata di HSR come patologia respiratoria (polmonite, bronchite, faringite), o gastroenterite.
I sintomi correlati all’HSR peggiorano con il prosieguo della terapia e possono essere pericolosi per la vita.
Questi sintomi generalmente si risolvono dopo la sospensione di abacavir.
Raramente pazienti che hanno interrotto abacavir per ragioni diverse dai sintomi dell’HSR sono andati incontro a reazioni pericolose per la vita entro qualche ora dalla ripresa della terapia con abacavir (vedere paragrafo 4.8 Descrizione delle reazioni avverse selezionate).
La riassunzione di abacavir in tali pazienti deve essere fatta in un ambiente dove sia disponibile un pronto intervento medico.
Acidosi lattica Con l’uso di zidovudina è stata riportata acidosi lattica di solito associata ad epatomegalia e steatosi epatica.
Sintomi precoci (iperlattatemia sintomatica) che includono sintomi non gravi a carico dell’apparato digerente (nausea, vomito e dolore addominale), malessere non specifico, perdita di appetito, perdita di peso, sintomi respiratori (respirazione accelerata e/o profonda) o sintomi neurologici (compresa debolezza motoria).
L’acidosi lattica presenta un’alta mortalità e può essere associata a pancreatite, insufficienza epatica o insufficienza renale.
L'acidosi lattica è stata in genere osservata sia dopo i primi mesi di trattamento sia dopo molti mesi.
Il trattamento con zidovudina deve essere interrotto in caso di comparsa di iperlattatemia sintomatica e acidosi metabolica/lattica, epatomegalia progressiva o rapido incremento dei livelli di aminotransferasi.
Si deve prestare cautela nel somministrare zidovudina a pazienti (in particolare donne obese) con epatomegalia, epatite o altri noti fattori di rischio di malattia epatica e steatosi epatica (compresi alcuni medicinali e alcool).
I pazienti con infezione concomitante da epatite C e trattati con alfa interferone e ribavirina possono essere ad alto rischio.
I pazienti con aumentato rischio devono essere attentamente seguiti.
Disfunzione mitocondriale dopo esposizione in utero Gli analoghi nucleosidici e nucleotidici possono influire sulla funzione mitocondriale a livelli variabili, più pronunciati con stavudina, didanosina e zidovudina.
Ci sono state segnalazioni di disfunzione mitocondriale in neonati HIV negativi esposti, in utero e/o dopo la nascita, ad analoghi nucleosidici; queste riguardavano prevalentemente regimi terapeutici contenenti zidovudina.
Le principali reazioni avverse riportate sono disturbi ematologici (anemia, neutropenia) e disturbi del metabolismo (iperlattatemia, iperlipasemia).
Questi eventi sono stati spesso transitori.
Raramente sono stati riportati disordini neurologici ad insorgenza tardiva (ipertonia, convulsioni, comportamento anormale).
Non è noto attualmente se tali disordini neurologici sono transitori o permanenti.
Questi risultati devono essere tenuti in considerazione per qualsiasi bambino esposto in utero ad analoghi nucleosidici e nucleotidici che presenta manifestazioni cliniche severe di eziologia non nota, in particolare manifestazioni neurologiche.
Questi risultati non modificano le attuali raccomandazioni nazionali di usare una terapia antiretrovirale nelle donne in gravidanza al fine di prevenire la trasmissione verticale dell’HIV.
Lipoatrofia Il trattamento con zidovudina è stato associato con la perdita del grasso sottocutaneo che è stato collegato alla tossicità mitocondriale.
L'incidenza e la gravità della lipoatrofia sono legate all’esposizione cumulativa.
Questa perdita di grasso che risulta più evidente nel viso, negli arti e nei glutei, può non essere reversibile quando si passa ad un regime terapeutico privo di zidovudina.
I pazienti devono essere regolarmente valutati per i segni di lipoatrofia durante la terapia con zidovudina e con medicinali contenenti zidovudina (Combivir e Trizivir).
Qualora vi sia il sospetto di sviluppo di lipoatrofia, si deve passare ad un regime terapeutico alternativo.
Peso e parametri metabolici Durante la terapia antiretrovirale si può verificare un aumento del peso e dei livelli ematici dei lipidi e del glucosio.
Tali cambiamenti possono essere in parte correlati al controllo della malattia e allo stile di vita.
Per i lipidi, in alcuni casi vi è evidenza di un effetto del trattamento, mentre per l'aumento di peso non esiste un’evidenza forte che lo correli a un trattamento particolare.
Per il monitoraggio dei livelli dei lipidi ematici e del glucosio si fa riferimento alle linee guida stabilite per il trattamento dell'HIV.
I disturbi del metabolismo lipidico devono essere gestiti in maniera clinicamente appropriata.
Reazioni avverse ematologiche Ci si può attendere che nei pazienti in trattamento con zidovudina si verifichino anemia, neutropenia e leucopenia (di solito secondaria alla neutropenia).
Queste reazioni avvengono con maggior frequenza alle dosi più alte di zidovudina (1200 - 1500 mg/die) e in pazienti con una scarsa riserva di tessuto midollare prima del trattamento, in particolar modo in quelli con una malattia da HIV in fase avanzata.
Pertanto i parametri ematologici devono essere attentamente tenuti sotto controllo (vedere paragrafo 4.3) nei pazienti che ricevono Trizivir.
Questi effetti ematologici di solito non vengono osservati prima di 4-6 settimane di trattamento.
Nei pazienti con malattia da HIV sintomatica in fase avanzata, si raccomanda generalmente di effettuare i controlli ematologici almeno ogni due settimane per i primi tre mesi di terapia ed almeno ogni mese in seguito.
Nei pazienti con malattia da HIV in fase precoce le reazioni avverse ematologiche sono infrequenti.
A seconda delle condizioni generali del paziente, i test ematologici possono essere effettuati con minor frequenza, per esempio ogni uno-tre mesi.
Inoltre, può essere richiesto un aggiustamento della dose di zidovudina se si verificano anemia grave e mielosoppressione durante il trattamento con Trizivir, o nei pazienti con preesistente compromissione midollare, ad es.
emoglobina <9 g/dl (5,59 mmol/l) o conta dei neutrofili <1,0 x 109 /l (vedere paragrafo 4.2).
Poichè non è possibile un aggiustamento della dose di Trizivir, devono essere impiegate preparazioni separate di zidovudina, abacavir e lamivudina.
Il medico è invitato a far riferimento, per la prescrizione di questi farmaci, alle informazioni relative ai singoli medicinali.
Pancreatite Raramente si sono verificati casi di pancreatite nei pazienti trattati con abacavir, lamivudina e zidovudina.
Tuttavia, non è chiaro se questi casi siano stati provocati dal trattamento con altri medicinali o dalla malattia da HIV in corso.
Il trattamento con Trizivir deve essere interrotto immediatamente se si verificano segni clinici, sintomi, o anomalie di laboratorio indicativi di pancreatite.
Malattia epatica Se lamivudina viene impiegata in concomitanza per il trattamento dell’HIV e del virus dell’epatite B (HBV), nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di Zeffix sono disponibili ulteriori informazioni relative all’impiego di lamivudina contro l’HBV.
La sicurezza e l’efficacia di Trizivir non sono state stabilite nei pazienti con significativi disturbi epatici concomitanti.
Trizivir non è raccomandato nei pazienti con compromissione epatica moderata o severa (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
I pazienti con epatite cronica B o C e trattati con una terapia di combinazione antiretrovirale sono considerati ad aumentato rischio di reazioni avverse epatiche severe e potenzialmente fatali.
In caso di terapia antivirale concomitante per l’epatite B o C si faccia riferimento alle relative informazioni di tali medicinali.
Se Trizivir viene sospeso nei pazienti con infezione concomitante da virus dell’epatite B, si raccomanda un controllo periodico sia dei test di funzionalità epatica sia dei marker di replicazione dell’HBV, dal momento che la sospensione di lamivudina può condurre ad una riacutizzazione dell’epatite (vedere Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di Zeffix).
I pazienti con disfunzione epatica pre-esistente, comprendente l’epatite cronica attiva, presentano una aumentata frequenza di anomalie della funzionalità epatica durante la terapia antiretrovirale di combinazione e devono essere monitorati secondo la prassi consueta.
Qualora si evidenzi un peggioramento della malattia epatica in tali pazienti, si deve prendere in considerazione l’interruzione o la definitiva sospensione del trattamento.
Pazienti con co-infezione da virus dell’epatite B o C L’uso concomitante di ribavirina con zidovudina non è raccomandato a causa dell’aumentato rischio di anemia (vedere paragrafo 4.5).
Bambini e adolescenti Poiché i dati disponibili non sono sufficienti, non è raccomandato l'uso di Trizivir nei bambini e negli adolescenti.
In questa popolazione di pazienti le reazioni di ipersensibilità sono particolarmente difficili da identificare.
Sindrome da riattivazione immunitaria In pazienti affetti da HIV con deficienza immunitaria severa all’inizio della terapia antiretrovirale di combinazione (CART), può insorgere una reazione infiammatoria a patogeni opportunisti asintomatici o residuali e causare condizioni cliniche serie, o il peggioramento dei sintomi.
Tipicamente, tali reazioni sono state osservate entro le primissime settimane o mesi dall’inizio della terapia antiretrovirale di combinazione (CART).
Esempi rilevanti di ciò sono la retinite da citomegalovirus, le infezioni micobatteriche generalizzate e/o focali e la polmonite da Pneumocystis jirovecii.
Qualsiasi sintomo infiammatorio deve essere valutato e deve essere instaurato un trattamento, se necessario.
Sono stati anche segnalati disturbi autoimmuni (come il morbo di Graves e l’epatite autoimmune) in un contesto di riattivazione immunitaria; tuttavia il tempo di insorgenza segnalato è più variabile e tali eventi possono verificarsi molti mesi dopo l’inizio del trattamento.
Osteonecrosi Sebbene l’eziologia sia considerata multifattoriale (compreso l’impiego di corticosteroidi, il consumo di alcol, l’immunosoppressione grave, un più elevato indice di massa corporea), sono stati riportati casi di osteonecrosi soprattutto nei pazienti con malattia da HIV in stadio avanzato e/o esposti per lungo tempo alla terapia antiretrovirale di combinazione (CART).
Ai pazienti deve essere raccomandato di rivolgersi al medico in caso di comparsa di fastidi, dolore e rigidità alle articolazioni, o difficoltà nel movimento.
Infezioni opportunistiche I pazienti devono essere avvertiti che Trizivir o altre terapie antiretrovirali non guariscono l'infezione da HIV e pertanto essi possono continuare a sviluppare infezioni opportunistiche ed altre complicanze dell'infezione da HIV.
Pertanto i pazienti devono rimanere sotto stretta osservazione clinica da parte di medici esperti nel trattamento di tali patologie associate all’HIV.
Infarto del miocardio Studi osservazionali hanno mostrato un’associazione tra l’infarto del miocardio e l’impiego di abacavir.
Tali studi sono stati per la maggior parte condotti in pazienti già trattati con antiretrovirali.
I dati provenienti dagli studi clinici hanno mostrato un numero limitato di infarto del miocardio e non si può escludere un piccolo aumento del rischio.
Complessivamente i dati disponibili da studi osservazionali di coorte e da studi clinici randomizzati mostrano alcune contraddizioni cosicché non si può né confermare né smentire una relazione causale tra il trattamento con abacavir e il rischio di infarto miocardico.
Fino ad oggi, non è noto alcun meccanismo biologico per spiegare un potenziale aumento del rischio.
Quando si prescrive Trizivir, si devono intraprendere azioni per cercare di minimizzare tutti i fattori di rischio modificabili (ad esempio il fumo, l’ipertensione e l’iperlipidemia).
Somministrazione nei soggetti con compromissione renale moderata I pazienti con una clearance della creatinina compresa tra 30 e 49 mL/min trattati con Trizivir possono andare incontro ad un'esposizione a lamivudina (AUC) da 1,6 a 3,3 volte superiore rispetto ai pazienti con una clearance della creatinina ≥50 mL/min.
Non ci sono dati di sicurezza provenienti da studi randomizzati, controllati che confrontano Trizivir con i singoli componenti nei pazienti con una clearance della creatinina compresa tra 30 e 49 mL/min che hanno ricevuto lamivudina ad una dose aggiustata.
Negli studi registrativi originali di lamivudina in combinazione con zidovudina, esposizioni più elevate di lamivudina sono state associate a tassi più elevati di tossicità ematologiche (neutropenia e anemia), sebbene le interruzioni dovute a neutropenia o anemia si siano verificate ciascuna in <1% dei soggetti.
Possono verificarsi altri eventi avversi correlati a lamivudina (come disturbi gastrointestinali ed epatici).
I pazienti con una clearance della creatinina persistente tra 30 e 49 mL/min che vengono trattati con Trizivir devono essere monitorati per gli eventi avversi correlati a lamivudina, in particolare le tossicità ematologiche.
Se si manifestano neutropenia o anemia o un peggioramento delle stesse, si raccomanda un aggiustamento della dose di lamivudina, secondo le informazioni del riassunto delle caratteristiche del prodotto di lamivudina, che non può essere ottenuto con Trizivir.
Trizivir deve essere sospeso e devono essere usati i singoli componenti per ricostituire il regime di trattamento.
Trasmissione Sebbene un’efficace soppressione virale con la terapia antiretrovirale ha dimostrato di ridurre notevolmente il rischio di trasmissione sessuale, un rischio residuo non può essere escluso.
Si devono prendere precauzioni per prevenire la trasmissione in accordo con le linee guida nazionali.
Interazioni farmacologiche Al momento non sono disponibili dati sufficienti sull'efficacia e la tollerabilità di Trizivir somministrato in associazione con inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa (NNRTI) o inibitori della proteasi (PI) (vedere paragrafo 5.1).
Trizivir non deve essere preso con qualsiasi altro medicinale contenente lamivudina o medicinali contenenti emtricitabina.
L’uso concomitante di stavudina con zidovudina deve essere evitato (vedere paragrafo 4.5).
La combinazione di lamivudina con cladribina non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5).
Eccipienti Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per unità di dosaggio, cioè è essenzialmente ‘senza sodio’.

Interazioni

Trizivir contiene abacavir, lamivudina e zidovudina, pertanto qualsiasi interazione identificata con questi singoli componenti riguarda Trizivir.
Gli studi clinici hanno mostrato che non vi sono interazioni clinicamente significative tra abacavir, lamivudina e zidovudina.
Abacavir è metabolizzato dagli enzimi UDP-glucuroniltransferasi (UGT) e dall’alcool deidrogenasi; la somministrazione concomitante di induttori o inibitori degli enzimi UGT o di composti eliminati attraverso l’alcol deidrogenasi potrebbe alterare l’esposizione ad abacavir.
Zidovudina è per la maggior parte metabolizzata dagli enzimi UGT; la somministrazione concomitante di induttori o inibitori degli enzimi UGT potrebbe alterare l’esposizione a zidovudina.
Lamivudina è eliminata per via renale.
La secrezione renale attiva di lamivudina nell’urina avviene attraverso i trasportatori dei cationi organici (organic cation transporter- OCT); la somministrazione concomitante di lamivudina con inibitori OCT può aumentare l’esposizione a lamivudina.
Abacavir, lamivudina e zidovudina non sono metabolizzati in maniera significativa dagli enzimi del citocromo P450 (come il CYP3A4, CYP2C9 o CYP2D6) e non inducono nemmeno tale sistema enzimatico.
Lamivudina e zidovudina non inibiscono gli enzimi del citocromo P450.
Abacavir mostra un limitato potenziale di inibire il metabolismo mediato dal CYP3A4 e in vitro ha dimostrato di non inibire gli enzimi CYP2C9 o CYP 2D6.
Studi in vitro hanno dimostrato che abacavir può potenzialmente inibire il citocromo P450 1A1 (CYP1A1).
Pertanto, vi è un ridotto potenziale di interazioni con gli inibitori della proteasi antiretrovirale, con i non nucleosidi e altri medicinali metabolizzati dai principali enzimi P450.
Studi d’interazione sono stati condotti solo negli adulti.
L’elenco di seguito riportato non deve essere considerato esaustivo ma è rappresentativo delle classi studiate.
Farmaci per area terapeutica Interazioni Raccomandazioni relative alla co-somministrazione
Cambiamenti nella media geometrica (%) (Possibile meccanismo)
MEDICINALI ANTIRETROVIRALI
Didanosina/Abacavir Interazione non studiata. Non è necessario alcun aggiustamento della dose.
Didanosina/Lamivudina Interazione non studiata.
Didanosina/Zidovudina Interazione non studiata.
Stavudina/Abacavir Interazione non studiata. Associazione non raccomandata.
Stavudina/Lamivudina Interazione non studiata.
Stavudina/Zidovudina In vitro l’antagonismo dell’attività anti-HIV tra stavudina e zidovudina potrebbe risultare in una diminuzione dell’efficacia di entrambi i medicinali.
MEDICINALI ANTINFETTIVI
Atovaquone/Abacavir Interazione non studiata. Poichè i dati disponibili sono limitati il significato clinico non è conosciuto.
Atovaquone/Lamivudina Interazione non studiata.
Atovaquone/Zidovudina (750 mg due volte al giorno con il cibo /200 mg tre volte al giorno) Zidovudina AUC ↑33%
Atovaquone AUC ↔
Claritromicina/Abacavir Interazione non studiata. Somministrazione separata di Trizivir e claritromicina di almeno 2 ore.
Claritromicina/Lamivudina Interazione non studiata.
Claritromicina/Zidovudina (500 mg due volte al giorno/100 mg ogni 4 ore) Zidovudina AUC ↓12%
Trimetoprim/sulfametossazolo (Co-trimossazolo)/Abacavir Interazione non studiata. Non è necessario alcun aggiustamento della dose di Trizivir, a meno che il paziente non abbia insufficienza renale (Vedere paragrafo 4.2).
Trimetoprim/sulfametossazolo (Co-trimossazolo)/Lamivudina (160 mg/800 mg una volta al giorno per 5 giorni/300 mg singola dose) Lamivudina: AUC ↑40%
Trimetoprim: AUC ↔ Qualora venga richiesta la somministrazione concomitante con co-trimossazolo, si raccomanda che i pazienti siano monitorati clinicamente.
Alte dosi di trimetoprim/sulfametossazolo per il trattamento della polmonite da Pneumocystis jirovecii (PCP) e della toxoplasmosi non sono state studiate e devono essere evitate.
Sulfametossazolo: AUC ↔
(inibizione dei trasportatori dei cationi organici)
Trimetoprim/sulfametossazolo (Co-trimossazolo)/Zidovudina Interazione non studiata.
ANTIFUNGINI
Fluconazolo/Abacavir Interazione non studiata. Poiché sono disponibili solo dati limitati il significato clinico non è conosciuto.
Controllo dei segni di tossicità della zidovudina (vedere paragrafo 4.8).
Fluconazolo/Lamivudina Interazione non studiata.
Fluconazolo/Zidovudina (400 mg una volta al giorno/200 mg tre volte al giorno) Zidovudina AUC ↑74%
(inibizione dell’UGT)
ANTIMICOBATTERICI  
Rifampicina/Abacavir Interazione non studiata. Dati insufficienti per raccomandare un aggiustamento della dose.
Da potenziale a leggera diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di abacavir mediante induzione dell’UGT.
Rifampicina/Lamivudina Interazione non studiata. Dati insufficienti per raccomandare un aggiustamento della dose.
Rifampicina/Zidovudina (600 mg una volta al giorno/200 mg tre volte al giorno) Zidovudina AUC ↓48%
(induzione dell’UGT)
ANTICONVULSIVANTI
Fenobarbital/Abacavir Interazione non studiata. Dati insufficienti per raccomandare un aggiustamento della dose.
Da potenziale a leggera diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di abacavir mediante induzione dell’UGT.
Fenobarbital/Lamivudina Interazione non studiata.
Fenobarbital/Zidovudina Interazione non studiata.
Da potenziale a leggera diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di zidovudina mediante induzione dell’UGT.
Fenitoina/Abacavir Interazione non studiata. Dati insufficienti per raccomandare un aggiustamento della dose.
Monitoraggio delle concentrazioni di fenitoina.
Da potenziale a leggera diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di abacavir mediante induzione dell’UGT.
Fenitoina/Lamivudina Interazione non studiata.
Fenitoina /Zidovudina Fenitoina AUC ↑↓
Acido valproico/Abacavir Interazione non studiata. Poiché sono disponibili solo dati limitati il significato clinico non è conosciuto.
Controllo dei segni di tossicità di zidovudina (vedere paragrafo 4.8).
Acido valproico /Lamivudina Interazione non studiata.
Acido valproico /Zidovudina (250 mg o 500 mg tre volte al giorno/100 mg tre volte al giorno) Zidovudina AUC ↑80%
(inibizione dell’UGT)
ANTISTAMINICI (ANTAGONISTI DEI RECETTORI H2 DELL’ISTAMINA)
Ranitidina/Abacavir Interazione non studiata. Non è necessario alcun aggiustamento della dose.
Ranitidina/Lamivudina Interazione non studiata.
Interazioni clinicamente significative sono improbabili.
Ranitidina viene eliminata solo in parte dal sistema di trasporto renale dei cationi organici.
Ranitidina/Zidovudina Interazione non studiata.
Cimetidina/Abacavir Interazione non studiata. Non è necessario alcun aggiustamento della dose.
Cimetidina/Lamivudina Interazione non studiata.
Interazioni clinicamente significative sono improbabili.
Cimetidina viene eliminata solo in parte dal sistema di trasporto renale dei cationi organici.
Cimetidina/Zidovudina Interazione non studiata.
CITOTOSSICI
Cladribina/Lamivudina Interazione non studiata. Pertanto, l’uso concomitante di lamivudina con cladribina non è raccomandato (vedere paragrafo 4.4).
In vitro lamivudina inibisce la fosforilazione intracellulare di cladribina portando ad un potenziale rischio di perdita di efficacia di cladribina in caso di associazione in ambito clinico.
Alcune evidenze cliniche supportano anche una possibile interazione tra lamivudina e cladribina.
OPPIOIDI
Metadone/Abacavir (da 40 a 90 mg una volta al giorno per 14 giorni/600 mg singola dose, poi 600 mg due volte al giorno per 14 giorni) Abacavir: AUC ↔ Poiché sono disponibili solo dati limitati il significato clinico non è conosciuto.
Controllo dei segni di tossicità di zidovudina (vedere paragrafo 4.8).
Cmax ↓35%
Metadone: CL/F ↑22%
Metadone/Lamivudina Interazione non studiata. Aggiustamenti del dosaggio di metadone sono improbabili nella maggior parte dei pazienti; talvolta può essere richiesta una ri-titolazione di metadone.
Metadone/Zidovudina (da 30 a 90 mg una volta al giorno/200 mg ogni 4 ore) Zidovudina AUC ↑43%
Metadone AUC ↔
RETINOIDI
Composti retinoidi (ad esempio isotretinoina)/Abacavir Interazione non studiata. Dati insufficienti per raccomandare un aggiustamento della dose.
Possibile interazione considerata la stessa via di eliminazione attraverso l’alcol deidrogensi.
Composti retinoidi (ad esempio isotretinoina)/Lamivudina Nessuno studio di interazione farmacologica. Interazione non studiata.
Composti retinoidi (ad esempio isotretinoina)/Zidovudina Interazione non studiata.
URICOSURICI
Probenecid/Abacavir Interazione non studiata. Poiché sono disponibili solo dati limitati il significato clinico non è conosciuto.
Controllo dei segni di tossicità di zidovudina (vedere paragrafo 4.8).
Probenecid/Lamivudina Interazione non studiata.
Probenecid/Zidovudina (500 mg quattro volte al giorno/2 mg/kg tre volte al giorno) Zidovudina AUC ↑106%
(inibizione dell’UGT)
VARIE
Etanolo/Abacavir (0,7 g/kg singola dose/600 mg singola dose) Abacavir: AUC ↑41% Non è necessario alcun aggiustamento della dose.
Etanolo: AUC ↔
(Inibizione dell’alcol deidrogenasi)
Etanolo/Lamivudina Interazione non studiata.
Etanolo/Zidovudina Interazione non studiata.
Sorbitolo soluzione (3,2 g, 10,2 g, 13,4 g)/ Lamivudina Singola dose di lamivudina 300 mg soluzione orale Quando possibile, evitare la co-somministrazione cronica di Trizivir con medicinali contenenti sorbitolo o altri poli-alcoli ad azione osmotica o alcoli monosaccaridici (per esempio xilitolo, mannitolo, lactitolo, maltitolo).
Prendere in considerazione un monitoraggio più frequente della carica virale dell'HIV-1 qualora la co-somministrazione cronica non possa essere evitata.
Lamivudine:
AUC ↓ 14%; 32%; 36%
Cmax ↓ 28%; 52%, 55%.
Riociguat/Abacavir Riociguat ↑ In vitro, abacavir inibisce il CYP1A1.
La somministrazione concomitante di una singola dose di riociguat (0,5 mg) a pazienti con infezione da HIV che ricevono la combinazione di abacavir/dolutegravir/lamivudina (600mg/50mg/300mg una volta al giorno) ha portato ad una AUC (0-∞) di riociguat approssimativamente tre volte superiore rispetto alla AUC(0-∞) storica di riociguat riportata nei soggetti sani.
Potrebbe essere necessario ridurre la dose di riociguat.
Consultare il riassunto delle caratteristiche del prodotto di riociguat per le raccomandazioni sul dosaggio.
Abbreviazioni: ↑ = aumento; ↓=diminuzione; ↔= nessun cambiamento significativo; AUC=area sotto la curva della concentrazione in funzione del tempo; Cmax= concentrazione massima osservata; CL/F= clearance orale apparente.
Un peggioramento dell’anemia dovuta a ribavirina è stato riportato quando zidovudina è inclusa nel regime di trattamento dell’HIV, sebbene l’esatto meccanismo non sia ancora stato stabilito.
L’uso concomitante di ribavirina con zidovudina non è raccomandato a causa dell’aumentato rischio di anemia (vedere paragrafo 4.4).
Si deve prendere in considerazione la sostituzione di zidovudina nel regime di combinazione ART se tale regime è già stato intrapreso.
Ciò potrebbe essere particolarmente importante nei pazienti con nota storia di anemia indotta da zidovudina.
La terapia concomitante, specialmente la terapia acuta, con medicinali potenzialmente nefrotossici o mielosoppressivi (ad esempio pentamidina sistemica, dapsone, pirimetamina, co-trimossazolo, amfotericina, flucitosina, ganciclovir, interferone, vincristina, vinblastina e doxorubicina) può anche aumentare il rischio di reazioni avverse a zidovudina (vedere paragrafo 4.8).
Ove la terapia concomitante con Trizivir ed uno qualsiasi di questi medicinali si renda necessaria, ulteriore cautela dovrà essere posta nel monitoraggio della funzionalità renale e dei parametri ematologici e, se richiesto, la dose di uno o più farmaci deve essere ridotta.
Dati limitati provenienti da studi clinici non indicano un aumento significativo del rischio di reazioni avverse di zidovudina con co-trimossazolo (vedere informazioni sulle interazioni sopra riportate relative a lamivudina e a co-trimossazolo), pentamidina per aerosol, pirimetamina e aciclovir alle dosi usate in profilassi.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza Sono state riportate reazioni avverse durante la terapia per la malattia da HIV con abacavir, lamivudina e zidovudina, da sole o in associazione.
Poichè Trizivir contiene abacavir, lamivudina e zidovudina, si possono attendere reazioni avverse associate a questi composti.
Riassunto tabulare delle reazioni avverse riportate con i singoli principi attivi Le reazioni avverse riportate con abacavir, lamivudina e zidovudina sono elencate nella Tabella 1.
Esse sono riportate per organo, apparato/sistema e frequenza assoluta.
Le frequenze sono definite come molto comune (>1/10), comune (>1/100 a <1/10), non comune (>1/1000 a <1/100), raro (>1/10.000 a <1/1000), molto raro (<1/10.000).
Si deve porre particolare attenzione per escludere la possibilità di una reazione di ipersensibilità ogni qualvolta si manifesti ciascuno di questi sintomi.
Tabella 1: Reazioni avverse riportate con i singoli componenti di Trizivir
Abacavir Lamivudina Zidovudina
IMPORTANTE: per le informazioni sull'ipersensibilità ad abacavir, vedere le informazioni di seguito in Descrizione delle reazioni avverse selezionate Ipersensibilità ad abacavir
Patologie del sistema emolinfopoietico
  Non comune: neutropenia, anemia (entrambe talvolta gravi), trombocitopenia Comune: anemia, neutropenia e leucopenia
Molto Raro: aplasia eritrocitaria pura Non comune: trombocitopenia e pancitopenia con ipoplasia midollare
Raro: aplasia eritrocitaria pura
Molto raro: anemia aplastica
Disturbi del sistema immunitario
Comune: ipersensibilità  
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Comune: anoressia Molto raro: acidosi lattica Raro: anoressia, acidosi lattica in assenza di ipossiemia
Molto raro: acidosi lattica
Disturbi psichiatrici
   Raro: ansia, depressione
Patologie del sistema nervoso
Comune: cefalea Comune: cefalea, insonnia Molto comune: cefalea
Molto raro: neuropatia periferica (parestesie) Comune: vertigini
Raro: insonnia, parestesie, sonnolenza, perdita di concentrazione mentale, convulsioni
Patologie cardiache
   Raro: cardiomiopatia
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
  Comune: tosse, sintomatologia nasale Non comune: dispnea
Raro: tosse
Patologie gastrointestinali
Comune: nausea, vomito, diarrea Comune: nausea, vomito, dolore addominale, diarrea Molto comune: nausea
Raro: pancreatite Raro: aumenti dell'amilasi sierica, pancreatite Comune: vomito, dolore addominale e diarrea
Non comune: flatulenza
Raro: pigmentazione della mucosa orale, disgeusia, dispepsia, pancreatite
Patologie epatobiliari
  Non comune: transitori aumenti degli enzimi epatici (AST, ALT) Comune: innalzamenti dei livelli ematici degli enzimi epatici e della bilirubina
Raro: epatite Raro: disturbi epatici come grave epatomegalia con steatosi
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comune: rash (senza sintomi sistemici) Comune: rash, alopecia Non comune: rash e prurito
Molto raro: eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica. Raro: pigmentazione delle unghie e della pelle, orticaria e sudorazione
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
  Comune: artralgia, disturbi muscolari Comune: mialgia
Raro: rabdomiolisi Non comune: miopatia
Patologie renali e urinarie
   Raro: pollachiuria
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
   Raro: ginecomastia
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Comune: febbre, stato di torpore, affaticamento Comune: affaticamento, malessere, febbre Comune: malessere
Non comune: febbre, algie diffuse e astenia
Raro: brividi, dolore toracico e sindrome simil-influenzale
Molte delle reazioni avverse riportate nella tabella di seguito si verificano comunemente (nausea, vomito, diarrea, febbre, stato di torpore, rash) nei pazienti con ipersensibilità ad abacavir.
Pertanto, i pazienti con uno qualsiasi di questi sintomi devono essere attentamente controllati per la presenza di tale ipersensibilità (vedere paragrafo 4.4).
Molto raramente sono stati riportati casi di eritema multiforme, sindrome di Stevens - Johnson o necrolisi epidermica tossica senza poter escludere un’ipersensibilità ad abacavir.
In tali casi i medicinali contenenti abacavir devono essere definitivamente sospesi.
Descrizione delle reazioni avverse selezionate Ipersensibilità ad abacavir I segni e i sintomi di questa HSR sono elencati di seguito.
Questi sono stati identificati sia dagli studi clinici sia dalla farmacovigilanza post-marketing.
Quelli riportati in almeno il 10% dei pazienti con una reazione di ipersensibilità sono evidenziati in grassetto.
Quasi tutti i pazienti che sviluppano reazioni di ipersensibilità avranno febbre e/o rash (generalmente maculopapulare o orticarioide) come parte della sindrome, tuttavia reazioni si sono manifestate senza rash o febbre.
Altri sintomi principali includono sintomi gastrointestinali, respiratori o sistemici come stato di torpore e malessere.
Cute: Rash (generalmente maculopapulare o orticarioide) Tratto gastrointestinale: Nausea, vomito, diarrea, dolore addominale, ulcerazioni della bocca Tratto respiratorio: Dispnea, tosse, mal di gola, sindrome da distress respiratorio nell’adulto, insufficienza respiratoria Varie: Febbre, stato di torpore, malessere, edema, linfoadenopatia, ipotensione, congiuntivite, anafilassi Neurologia/psichiatria: Cefalea, parestesia Ematologia: Linfopenia Fegato/pancreas: Alterazione dei test di funzionalità epatica, epatite, insufficienza epatica Apparato muscoloscheletrico: Mialgia, raramente miolisi, artralgia, creatina fosfochinasi elevata Urologia: Creatinina elevata, insufficienza renale I sintomi correlati a questa HSR peggiorano con il prosieguo della terapia e possono essere pericolosi per la vita e in rari casi sono stati ad esito fatale.
La riassunzione di abacavir dopo una HSR ad abacavir provoca un’immediata ricomparsa dei sintomi entro poche ore.
Tale ripresentazione dell’HSR è generalmente più grave della forma verificatasi all’inizio e può comprendere sia ipotensione pericolosa per la vita e morte.
Reazioni simili si sono verificate raramente dopo la riassunzione di abacavir nei pazienti che avevano manifestato solo uno dei sintomi principali dell'ipersensibilità (vedere sopra) prima di interrompere abacavir; in rarissimi casi, sono state anche riferite reazioni di ipersensibilità in pazienti che avevano ripreso la terapia e che non avevano manifestato in precedenza sintomi di HSR (ossia, pazienti precedentemente considerati essere tolleranti ad abacavir).
Reazioni avverse ematologiche con zidovudina Anemia, neutropenia e leucopenia insorgono più frequentemente a dosi maggiori (1200 - 1500 mg/die) e in pazienti con malattia da HIV in fase avanzata (specialmente in caso di ridotta riserva midollare antecedente al trattamento) e particolarmente in pazienti con numero di cellule CD4 inferiore a 100/mm³.
Può rendersi necessaria la riduzione della dose o la sospensione della terapia (vedere paragrafo 4.4).
L'anemia può richiedere trasfusioni.
L'incidenza di neutropenia é altresì aumentata nei pazienti che presentano basse conte dei neutrofili, bassi livelli di emoglobina e vitamina B12 al momento dell'inizio della terapia con zidovudina.
Acidosi lattica Con l'uso di zidovudina sono stati riferiti casi di acidosi lattica, talvolta fatali, di solito associati a grave epatomegalia e steatosi epatica (vedere paragrafo 4.4).
Lipoatrofia Il trattamento con zidovudina è stato associato alla perdita del grasso sottocutaneo che risulta più evidente nel viso, negli arti e nei glutei.
I pazienti in trattamento con Trizivir devono essere frequentemente esaminati e interrogati per i segni di lipoatrofia.
Qualora si riscontri tale sviluppo, il trattamento con Trizivir non deve essere continuato (vedere paragrafo 4.4).
Parametri metabolici Durante la terapia antiretrovirale il peso e i livelli ematici dei lipidi e del glucosio possono aumentare (vedere paragrafo 4.4).
Sindrome da riattivazione immunitaria In pazienti affetti da HIV con deficienza immunitaria severa all’inizio della terapia antiretrovirale di combinazione (CART), può insorgere una reazione infiammatoria a infezioni opportunistiche asintomatiche o residuali.
Sono stati anche segnalati disturbi autoimmuni (come il morbo di Graves e l’epatite autoimmune) in un contesto di riattivazione immunitaria; tuttavia il tempo di insorgenza segnalato è più variabile e questi eventi possono verificarsi molti mesi dopo l’inizio del trattamento (vedere paragrafo 4.4).
Osteonecrosi Casi di osteonecrosi sono stati riportati soprattutto in pazienti con fattori di rischio generalmente noti, con malattia da HIV in stadio avanzato e/o esposti per lungo tempo alla terapia antiretrovirale di combinazione (CART).
La frequenza di tali casi è sconosciuta (vedere paragrafo 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sito web dell’Agenzia Italiana del Farmaco: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Come regola generale, quando si decide di usare un agente antiretrovirale per il trattamento dell’infezione da HIV nelle donne in gravidanza e di conseguenza per ridurre il rischio di trasmissione verticale dell’HIV al neonato, devono essere presi in considerazione i dati sull’impiego negli animali così come l’esperienza clinica nelle donne in gravidanza.
Nel caso specifico, l’impiego di zidovudina nelle donne in gravidanza con successivo trattamento dei bambini appena nati ha mostrato di ridurre il tasso di trasmissione materno-fetale dell’HIV.
Non ci sono dati sull'uso di Trizivir in gravidanza.
Una quantità moderata di dati su donne in gravidanza trattate con i singoli principi attivi abacavir, lamivudina e zidovudina in associazione indicano che non vi è alcuna tossicità a livello di malformazioni (più di 300 esiti di esposizione dal primo trimestre di gravidanza).
Una grande quantità di dati su donne in gravidanza trattate con lamivudina o zidovudina indicano che non vi è alcuna tossicità a livello di malformazioni (più di 3000 esiti di esposizioni dal primo trimestre di gravidanza di cui oltre 2000 esiti riguardavano esposizioni sia a lamivudina sia a zidovudina).
Una quantità moderata di dati (più di 600 esiti dal primo trimestre di gravidanza) indicano che non vi è alcuna tossicità a livello di malformazioni con l’uso di abacavir.
Il rischio di malformazioni è improbabile nell’uomo sulla base della menzionata moderata quantità di dati.
I principi attivi di Trizivir possono inibire la replicazione del DNA cellulare, zidovudina ha dimostrato di essere cancerogena per via transplacentare in uno studio nell’animale e abacavir ha mostrato di essere cancerogeno in modelli di studio negli animali (vedere paragrafo 5.3).
La rilevanza clinica di queste osservazioni non è conosciuta.
Per le pazienti con infezione concomitante da epatite che vengono trattate con medicinali contenenti lamivudina come Trizivir e che successivamente iniziano una gravidanza, deve essere presa in considerazione la possibilità di una recidiva dell’epatite legata alla sospensione di lamivudina.
Disfunzione mitocondriale Gli analoghi nucleosidici e nucleotidici sia in vivo che in vitro hanno dimostrato di causare un grado variabile di danno mitocondriale.
Sono stati riportati casi di disfunzione mitocondriale in neonati HIV-negativi esposti agli analoghi nucleosidici in utero e/o dopo la nascita (vedere paragrafo 4.4).
Allattamento Abacavir e i suoi metaboliti sono escreti nel latte delle femmine di ratto che allattano.
Abacavir è anche escreto nel latte materno umano.
Sulla base di più di 200 coppie madre/figlio in trattamento per l'HIV, le concentrazioni sieriche di lamivudina nei lattanti allattati al seno da madri in trattamento per l'HIV sono molto basse (meno del 4% delle concentrazioni sieriche materne) e progressivamente diminuiscono a livelli non rilevabili quando i lattanti allattati al seno raggiungono le 24 settimane di età.
Non esistono dati disponibili sulla sicurezza di abacavir e lamivudina quando somministrati a bambini di età inferiore a tre mesi.
Dopo somministrazione di una singola dose di 200 mg di zidovudina a donne con infezione da HIV, la concentrazione media di zidovudina era simile nel latte materno e nel siero.
Si raccomanda che le madri con infezione da HIV non allattino con latte materno i loro bambini in nessun caso al fine di evitare la trasmissione dell'HIV.
Fertilità Studi negli animali hanno dimostrato che né abacavir, né lamivudina né zidovudina hanno effetti sulla fertilità (vedere paragrafo 5.3).
Zidovudina ha mostrato di non interferire sul numero, sulla morfologia e sulla motilità degli spermatozoi nell'uomo.

Conservazione

Conservare a temperatura non superiore ai 30°C.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.