TIXTELLER 56CPR RIV 550MG
254,56 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 01/01/2018
TIXTELLER è indicato per la riduzione delle recidive di episodi di encefalopatia epatica conclamata in pazienti di età ≥ 18 anni (vedere paragrafo 5.1). Si devono tenere in considerazione le Linee-guida ufficiali sull’uso corretto degli agenti antibatterici.
Ogni compressa rivestita con film contiene 550 mg di rifaximina.Eccipienti: Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- • Ipersensibilità alla rifaximina, ai derivati della rifamicina o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
• Casi di occlusione intestinale. Posologia
- Posologia Dose raccomandata: 550 mg due volte al giorno come trattamento a lungo termine per la riduzione delle recidive di episodi di encefalopatia epatica conclamata (vedere paragrafi 4.4, 5.1 e 5.2).Nel principale studio registrativo, il 91% dei pazienti ha assunto in concomitanza lattulosio (vedere anche il paragrafo 5.1).
TIXTELLER può essere somministrato con o senza cibo.
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di TIXTELLER nei pazienti pediatrici (di età inferiore a 18 anni) non sono state stabilite.
Popolazione anziana Non sono necessari aggiustamenti della dose perché i dati di sicurezza e di efficacia di TIXTELLER non hanno evidenziato differenze tra la popolazione anziana e i pazienti più giovani.
Compromissione epatica Non sono necessari aggiustamenti della dose nei pazienti con insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.4).
Compromissione renale Sebbene non siano previste modifiche della dose, occorre cautela nei pazienti con compromissione della funzionalità renale (vedere paragrafo 5.2).
Modo di somministrazione Il medicinale deve essere assunto per via orale, con un bicchiere d’acqua. Avvertenze e precauzioni
- Casi di diarrea da Clostridium difficile (CDAD) sono stati segnalati in associazione all’uso di quasi tutti gli agenti antibatterici, inclusa la rifaximina.
Non si può escludere una possibile associazione tra il trattamento con la rifaximina, la CDAD e la colite pseudomembranosa (PMC).
A causa della mancanza di dati e della possibile grave alterazione della flora intestinale con conseguenze sconosciute, la somministrazione concomitante della rifaximina con altre rifamicine non è raccomandata.
I pazienti devono essere informati che, malgrado il trascurabile assorbimento del farmaco (inferiore all’1%), la rifaximina, come tutti i derivati della rifamicina, può provocare una colorazione rossastra delle urine.
Compromissione epatica: usare con cautela nei pazienti con grave compromissione epatica (classe Child-Pugh C) e nei pazienti con punteggio MELD (Model for End-Stage Liver Disease) > 25 (vedere paragrafo 5.2).
Si consiglia cautela nel caso in cui sia richiesto l’uso contemporaneo di rifaximina e di un inibitore della glicoproteina P, come la ciclosporina (vedere paragrafo 4.5).
In pazienti in trattamento con warfarin che assumevano rifaximina sono stati segnalati sia aumenti che riduzioni dei valori del rapporto internazionale normalizzato -INR- (in alcuni casi associati a sanguinamento).
Nel caso in cui fosse necessaria la co-somministrazione, l’INR deve essere attentamente monitorato nel momento in cui il trattamento con rifaximina viene iniziato o sospeso.
Possono essere necessari aggiustamenti della dose degli anticoagulanti orali per mantenere il livello di anticoagulazione desiderato (vedere paragrafo 4.5).
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè è essenzialmente ‘senza sodio’. Interazioni
- Non vi è esperienza di somministrazione di rifaximina a soggetti in terapia con un altro agente antibatterico a base di rifamicina per il trattamento di un’infezione batterica sistemica.
I dati in vitro dimostrano che la rifaximina non inibisce gli isoenzimi del principale citocromo P-450 (CYP) responsabili del metabolismo dei farmaci (CYP 1A2, 2A6, 2B6, 2C8, 2C9, 2C19, 2D6, 2E1, e 3A4).
Negli studi di induzione in vitro, la rifaximina non è risultata essere un induttore del CYP1A2 e CYP2B6 ma un debole induttore del CYP3A4.
In soggetti sani, gli studi clinici di interazione farmaco-farmaco hanno dimostrato che la rifaximina non altera in misura significativa la farmacocinetica dei substrati del CYP3A4.
Tuttavia, in pazienti con funzionalità epatica compromessa non è possibile escludere che rifaximina, a causa della maggiore esposizione sistemica rispetto ai soggetti sani, possa ridurre l’esposizione ai substrati del CYP3A4 (p.es.
warfarin, antiepilettici, antiaritmici, contraccettivi orali) qualora somministrati contemporaneamente.
In pazienti in trattamento con warfarin che assumevano rifaximina sono stati segnalati sia aumenti che riduzioni dei valori del rapporto internazionale normalizzato (INR).
Nel caso in cui fosse necessaria la co-somministrazione, l’INR deve essere attentamente monitorato nel momento in cui il trattamento con rifaximina viene iniziato o sospeso.
Possono essere necessari aggiustamenti della dose degli anticoagulanti orali.
Uno studio in vitro ha evidenziato che la rifaximina è un substrato moderato della glicoproteina P (Pgp) ed è metabolizzato dal CYP3A4.
Non è noto se l’assunzione concomitante di farmaci inibitori del CYP3A4 possa aumentare l’esposizione sistemica alla rifaximina.
In soggetti sani, la somministrazione concomitante di una singola dose di ciclosporina (600 mg), un potente inibitore della glicoproteina P, con una singola dose di rifaximina (550 mg) ha determinato incrementi corrispondenti a 83 e 124 volte il valore medio di Cmax di rifaximina e AUC ∞.
Il significato clinico di questo incremento di esposizione sistemica non è noto.
Il potenziale di interazione con altri farmaci a livello dei trasportatori è stato valutato in vitro.
Questi studi suggeriscono che è improbabile un’interazione clinica tra la rifaximina e altri composti soggetti a efflusso tramite la P-gp e altre proteine di trasporto (MRP2, MRP4, BCRP e BSEP). Effetti indesiderati
- Studi clinici: La sicurezza della rifaximina in pazienti in remissione da encefalopatia epatica (EE) è stata valutata nell’ambito di due studi, uno studio di fase 3 randomizzato, in doppio-cieco, controllato verso placebo (RFHE3001) e uno studio in aperto a lungo termine (RFHE3002).
Nello studio RFHE3001 140 pazienti trattati con la rifaximina (alla dose di 550 mg due volte al giorno per 6 mesi) sono stati confrontati con 159 pazienti trattati con placebo, mentre nello studio RFHE3002 322 pazienti, di cui 152 provenienti dallo studio RFHE3001, sono stati trattati con la rifaximina 550 mg due volte al giorno per 12 mesi (66% dei pazienti) e per 24 mesi (39% dei pazienti), per un’esposizione mediana di 512,5 giorni.
Inoltre, in tre studi di supporto 152 pazienti con encefalopatia epatica hanno ricevuto dosi di rifaximina comprese tra 600 mg e 2.400 mg al giorno fino a un massimo di 14 giorni.
Nella tabella sottostante sono riportate tutte le reazioni avverse che si sono verificate in pazienti trattati con la rifaximina con un’incidenza ≥5% e superiore (≥1%) a quella osservata nei pazienti trattati con placebo nell’ambito dello studio RFHE3001.
Tabella 1: Reazioni avverse che si sono verificate in ≥5% dei pazienti trattati con la rifaximina e con un’incidenza superiore rispetto al placebo nello studio RFHE3001
La tabella 2 riporta le reazioni avverse osservate nello studio controllato verso placebo RFHE3001, nello studio a lungo termine RFHE3002 e dalla esperienza post-marketing, suddivise in base alla classificazione per sistemi e organi MedDRA e in base alla frequenza.Classe sistemico-organica MedDRA Evento Placebo Rifaximina N=159 N= 140 n % n % Patologie del sistema emolinfopoietico Anemia 6 3,8 11 7,9 Patologie gastrointestinali Ascite 15 9,4 16 11,4 Nausea 21 13,2 20 14,3 Dolore addominale superiore 8 5,0 9 6,4 Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Edema periferico 13 8,2 21 15,0 Piressia 5 3,1 9 6,4 Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Spasmi muscolari 11 6,9 13 9,3 Artralgia 4 2,5 9 6,4 Patologie del sistema nervoso Capogiri 13 8,2 18 12,9 Disturbi psichiatrici Depressione 8 5,0 10 7,1 Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea 7 4,4 9 6,4 Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Prurito 10 6,3 13 9,3 Eruzione cutanea 6 3,8 7 5,0
Le categorie di frequenza sono definite in base alla convenzione seguente: Molto comune (≥1/10); Comune (≥1/100, <1/10); Non comune (≥1/1.000, <1/100); Raro (≥1/10.000, <1/1.000); Molto raro (<1/10.000); Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.
Tabella 2: Reazioni avverse suddivise in base alla classificazione per sistemi e organi MedDRA e in base alla frequenza.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.Classificazione per sistemi e organi MedDRA Comune Non comune Raro Non nota Infezioni e infestazioni Infezioni da Clostridi, infezioni delle vie urinarie, candidiasi Polmonite, cellulite, infezioni delle vie respiratorie superiori, rinite Patologie del sistema emolinfopoietico Anemia Trombocitopenia Disturbi del sistema immunitario Reazioni anafilattiche, angioedemi, ipersensibilità Disturbi del metabolismo e della nutrizione Anoressia, iperpotassiemia Disidratazione Disturbi psichiatrici Depressione Stato confusionale, ansia, ipersonnia, insonnia Patologie del sistema nervoso Capogiri, mal di testa Disturbi dell’equilibrio, amnesia, convulsioni, disturbi dell’attenzione, ipoestesia, compromissione della memoria Patologie vascolari Vampate di calore Ipertensione, ipotensione Pre-sincope, sincope Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea Versamento pleurico Malattia polmonare cronica ostruttiva Patologie gastrointestinali Dolore addominale superiore, distensione dell’addome, diarrea, nausea, vomito, ascite Dolore addominale, emorragia da varici esofagee, bocca secca, disturbi allo stomaco Stipsi Patologie epatobiliari Alterazioni dei test di funzionalità epatica Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Eruzioni cutanee, prurito Dermatite, eczema Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Spasmi muscolari, artralgia Mialgia Dolore alla schiena Patologie renali e urinarie Disuria, pollachiuria Proteinuria Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Edema periferico Edema, piressia Astenia Esami diagnostici Anomalie del rapporto internazionale normalizzato Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura Cadute Contusioni, dolore procedurale
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazionireazioni-avverse . Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Non sono disponibili o sono limitati i dati relativi all’uso di rifaximina in donne in stato di gravidanza.
Gli studi sugli animali evidenziano effetti transitori sull’ossificazione e variazioni scheletriche nel feto (vedere paragrafo 5.3).
A scopo precauzionale, l’uso della rifaximina non è raccomandato durante la gravidanza.
Allattamento Non è noto se la rifaximina e i suoi metaboliti vengano escreti nel latte materno.
Non è possibile escludere un rischio per i neonati allattati al seno.
La decisione di interrompere l’allattamento al seno o di interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con la rifaximina deve essere presa tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento al seno per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.
Fertilità Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti sulla fertilità maschile e femminile. Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.