TIROFIBAN IB 1SA250ML 50MCG/ML
184,03 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 16/02/2018
Tirofiban è indicato per la prevenzione dell’infarto del miocardio precoce in pazienti adulti con sindrome coronarica acuta senza sopraslivellamento del tratto ST (NSTE–ACS) in cui l’ultimo episodio di dolore toracico si è manifestato nelle ultime 12 ore e con alterazioni all’ECG e/o enzimi cardiaci elevati. I pazienti che più verosimilmente traggono beneficio dal trattamento con tirofiban sono quelli ad alto rischio per lo sviluppo di infarto miocardico entro i primi 3–4 giorni successivi l’inizio dei sintomi di angina acuta compresi, ad esempio, coloro che probabilmente saranno sottoposti a un precoce intervento coronarico percutaneo (PCI). Tirofiban è inoltre indicato per la riduzione di eventi cardiovascolari maggiori in pazienti con infarto acuto del miocardio (STEMI) con PCI primario programmato (vedere i paragrafi 4.2 e 5.1). Tirofiban è usato con acido acetilsalicilico (ASA) ed eparina non frazionata.
1 ml di soluzione per infusione contiene 50 microgrammmi di tirofiban. Una sacca di 250 ml contiene 12.5 mg di tirofiban. Ogni sacca di 250 ml contiene circa 39,8 mmoli (916,28 mg) di sodio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Tirofiban è controindicato in pazienti ipersensibili al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti della preparazione elencati nel paragrafo 6.1 o in quelli che hanno sviluppato trombocitopenia durante una precedente somministrazione di un antagonista del recettore GP Ilb/IIIa.
Dal momento che l’inibizione dell’aggregazione piastrinica aumenta il rischio di sanguinamento, tirofiban è controindicato in pazienti con: • anamnesi positiva per ictus entro i 30 giorni precedenti o anamnesi positiva per ictus emorragico.
• anamnesi positiva per patologia intracranica (per es.
neoplasia, malformazione arterovenosa, aneurisma); • sanguinamento clinicamente rilevante in atto o recente (entro i 30 giorni precedenti il trattamento) (per es.
sanguinamento gastrointestinale); • ipertensione maligna; • trauma rilevante o intervento di chirurgia maggiore entro le sei settimane precedenti; • trombocitopenia (conta piastrinica < 100.000/mm³), alterazioni della funzione piastrinica; • alterazioni della coagulazione [per es.
tempo di protrombina > 1.3 volte la norma o INR (Rapporto Internazionale Normalizzato) > 1.5]; • insufficienza epatica severa. Posologia
- Questo medicinale è solo per uso ospedaliero da parte di medici specialisti esperti nella gestione di sindromi coronariche acute.
Tirofiban deve essere somministrato con eparina non frazionata e terapia antipiastrinica orale che include l’ASA.
Posologia In pazienti che sono trattati con una precoce strategia invasiva per NSTE–ACS ma per i quali non è stata pianificata una angiografia per almeno 4 ore e fino a 48 ore dopo la diagnosi, il tirofiban viene somministrato per via endovenosa ad una iniziale velocità di infusione di 0,4 mcg /kg/min per 30 minuti.
Alla fine dell’infusione iniziale, il tirofiban deve essere proseguito ad una velocità di infusione di mantenimento di 0,1 mcg /kg/min.
Il tirofiban deve essere somministrato con eparina non frazionata (usualmente un bolo endovenoso di 50–60 unità (U)/kg contemporaneamente all’inizio della terapia con tirofiban, poi di circa 1.000 U per ora, titolate sulla base del tempo di tromboplastina parziale attivata [APTT], che deve essere circa il doppio del valore normale) e terapia antipiastrinica orale, che include, ma non è limitata all’ASA (vedere paragrafo 5.1), salvo controindicazioni.
Nei pazienti con sindrome coronarica acuta (ACS) senza sopraslivellamento del tratto ST (NSTE–ACS) che dovranno essere sottoposti a PCI programmato entro le prime 4 ore successive alla diagnosi oppure nei pazienti con infarto del miocardio acuto per PCI primario, Tirofiban deve essere somministrato utilizzando un bolo iniziale di 25 mcg /kg somministrato in 3 minuti, seguito da un’infusione continua ad una velocità di 0,15 mcg /kg/min per un periodo di 12–24 ore e fino a 48 ore.
Il tirofiban deve essere somministrato con eparina non frazionata (dosaggio come sopra indicato) e terapia antipiastrinica orale, che include, ma non è limitata all’ASA (vedere paragrafo 5.1), salvo controindicazioni.
Anziani Non è necessario un aggiustamento del dosaggio per gli anziani (vedere paragrafo 4.4).
Pazienti con insufficienza renale grave Nell’insufficienza renale grave (clearance della creatinina <30 ml/min) la dose di tirofiban deve essere ridotta del 50 % (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di Tirofiban Ibisqus nei bambini di età inferiore ai 18 anni non è stata stabilita.
Non sono disponibili dati.
La tabella 1 viene fornita come guida per l’aggiustamento della dose in base al peso.
Tabella 1: Tabella di dosaggio
Inizio e durata della terapia con tirofiban In pazienti che sono trattati con una precoce strategia invasiva per NSTE–ACS ma per i quali non è stata pianificata una angiografia per almeno 4 ore e fino a 48 ore dopo la diagnosi, la dose di carico di tirofiban pari a 0,4 mcg /kg/min deve essere iniziata subito dopo la diagnosi.0,4 mcg /kg/min Dose di carico per la maggior parte dei pazienti 0,4 mcg /kg/min Dose di carico nell’insufficienza renale grave 25 mcg /kg Dose in bolo per la maggior parte dei pazienti 25 mcg /kg Dose in bolo nell’insufficienza renale grave Peso dei pazienti (kg) Velocità di infusione di carico per 30 min (ml/h) Velocità di infusione di mantenimento (ml/h) Velocità di infusione di carico per 30 min (ml/h) Velocità di infusione di mantenimento (ml/h) Bolo (ml) Velocità di infusione di mantenimento (ml/h) Bolo (ml) Velocità di infusione di mantenimento (ml/h) 30–37 16 4 8 2 17 6 8 3 38–45 20 5 10 3 21 7 10 4 46–54 24 6 12 3 25 9 13 5 55–62 28 7 14 4 29 11 15 5 63–70 32 8 16 4 33 12 17 6 71–79 36 9 18 5 38 14 19 7 80–87 40 10 20 5 42 15 21 8 88–95 44 11 22 6 46 16 23 8 96–104 48 12 24 6 50 18 25 9 105–112 52 13 26 7 54 20 27 10 113–120 56 14 28 7 58 21 29 10 121–128 60 15 30 8 62 22 31 11 129–137 64 16 32 8 67 24 33 12 138–145 68 17 34 9 71 25 35 13 146–153 72 18 36 9 75 27 37 13
La durata raccomandata dell’infusione di mantenimento deve essere di almeno 48 ore.
L’infusione di tirofiban e di eparina non frazionata può essere proseguita durante l’angiografia coronarica e deve essere mantenuta per almeno 12 ore e non oltre le 24 ore successive all’angioplastica/aterectomia.
L’infusione deve essere interrotta una volta che il paziente sia clinicamente stabile e non siano programmate dal medico curante tecniche d’intervento coronarico.
L’intera durata del trattamento non deve essere superiore a 108 ore.
Se il paziente, a cui è stata effettuata la diagnosi di NSTE–ACS viene trattato con una procedura invasiva, e sottoposto ad angiografia entro 4 ore dalla diagnosi, il regime in bolo di tirofiban pari a 25 mcg /kg deve essere iniziato all’inizio del PCI e l’infusione protratta per 12¬24 ore e fino a 48 ore.
Nei pazienti con infarto del miocardio acuto che saranno sottoposti a PCI primario, il regime in bolo di tirofiban pari a 25 mcg /kg deve essere iniziato prima possibile in seguito alla diagnosi.
Terapia concomitante (eparina non frazionata, terapia antipiastrinica orale, che include l’ASA) Il trattamento con eparina non frazionata va iniziato con un bolo endovenoso di 50–60 U/kg e quindi proseguito con un’infusione di mantenimento di 1.000 U per ora.
La dose di eparina è titolata in modo da mantenere un APTT di circa il doppio del valore normale.
Salvo controindicazioni, tutti i pazienti devono ricevere farmaci antipiastrinici orali, che include ma non è limitata all’ASA, prima di avviare il trattamento con Tirofiban (vedere paragrafo 5.1).
Questo trattamento deve protrarsi almeno per tutta la durata dell’infusione con Tirofiban Ibisqus.
La maggior parte degli studi sulla somministrazione di Tirofiban in aggiunta al PCI hanno utilizzato la combinazione di ASA con clopidogrel come terapia antipiastrinica orale.
L’efficacia della combinazione di Tirofiban con prasugrel e ticagrelor non è stata stabilita in studi clinici randomizzati controllati.
Se è richiesto un intervento coronarico percutaneo (PCI), l’eparina deve essere interrotta dopo il PCI e le guaine devono essere rimosse una volta che la coagulazione sia ritornata nella norma, per es.
quando il tempo di coagulazione attivata (ACT) è inferiore a 180 secondi (di solito 2–6 ore dopo l’interruzione dell’eparina).
Modo di somministrazione Istruzioni per l’uso Non prelevare la soluzione direttamente con una siringa dal contenitore.
Usare solo se la soluzione è chiara e la sacca sigillata.Non aggiungere medicinali supplementari o rimuovere la soluzione direttamente dalla sacca con una siringa.
ATTENZIONE: non usare i contenitori di plastica in serie successive.
Questa modalità di utilizzo può comportare embolia gassosa a causa dell’aria residua trascinata dal contenitore precedente, prima che sia completata la somministrazione del fluido dal contenitore successivo.
Preparazione per la somministrazione 1.
Sospendere il contenitore tramite l’occhiello di supporto.
2.
Rimuovere la protezione in plastica dalla via di deflusso nella parte inferiore del contenitore.
3.
Collegare il set per la somministrazione.
Attenersi alle istruzioni complete allegate al set.
Usare in accordo agli schemi posologici descritti nella tabella sopra.
Ove la soluzione ed il contenitore lo permettano, i farmaci parenterali devono essere esaminati prima dell’uso per particelle o variazioni di colore rilevabili visivamente.
Tirofiban deve essere somministrato solo per via endovenosa e può essere somministrato con eparina non frazionata attraverso Io stesso tubo di infusione.
Si raccomanda che tirofiban sia soministrato con un set da infusione calibrato, usando materiale sterile.
Prestare attenzione al fine di assicurare che non si verifichi il prolungamento del tempo d’infusione della dose iniziale e che siano evitati errori di calcolo della velocità di infusione, sulla base del peso del paziente, per la dose di mantenimento. Avvertenze e precauzioni
- Non è raccomandata la somministrazione di tirofiban da solo senza eparina non frazionata.
L’esperienza di somministrazione concomitante di tirofiban con enoxaparina è limitata (vedere i paragrafi 5.1 e 5.2).
La somministrazione concomitante di tirofiban ed enoxaparina è associata ad una maggiore frequenza di sanguinamene cutanei ed orali, ma non di sanguinamenti TIMI[*]*, quando comparata alla somministrazione concomitante di tirofiban ed eparina non frazionata.
[*]*I sanguinamenti TIMI maggiori sono definiti come una caduta del livello di emoglobina > di 50 g/l con o senza una localizzazione del sito di sanguinamento, emorragia intracranica o tamponamento cardiaco.
I sanguinamenti TIMI minori sono definiti come una caduta del livello di emoglobina > di 30 g/l ma < 50 g/l con identificazione del sito di sanguinamento o ematuria macroscopica spontanea, ematemesi o emottisi.
Il TIMI "loss no site" è definito come una caduta del livello di emoglobina > 40 g/l ma < 50 g/l senza identificazione del sito di sanguinamento Non si può escludere un aumento del rischio di sanguinamento serio associato alla somministrazione concomitante di tirofiban ed enoxaparina, particolarmente in caso di pazienti trattati con una dose aggiuntiva di eparina non frazionata in occasione di esami angiografici e/o PCI.
L’efficacia di tirofiban con enoxaparina non è stata accertata.
La sicurezza e l’efficacia di tirofiban con altre eparine a basso peso molecolare non sono state studiate.
L’esperienza sull’uso del tirofiban nelle seguenti malattie e condizioni è insufficiente; tuttavia, è prevedibile un aumentato rischio di sanguinamento.
Quindi, il tirofiban cloridrato non è raccomandato in: • rianimazione cardiopolmonare traumatica o protratta, biopsia d’organo o litotripsia entro le 2 settimane precedenti; • trauma severo o chirurgia maggiore > 6 settimane ma < 3 mesi precedenti; • ulcera peptica in fase attiva entro i 3 mesi precedenti; • ipertensione non controllata (> 180/110 mm Hg); • pericardite acuta; • vasculite in atto o anamnesi nota; • sospetta dissezione aortica; • retinopatia emorragica; • sangue occulto nelle feci o ematuria; • terapia trombolitica (vedere anche 4.5).
• Uso concomitante di medicinali che aumentano il rischio di sanguinamento ad un grado rilevante (vedere paragrafo 4.5).
Non c’è esperienza terapeutica con tirofiban cloridrato in pazienti per i quali è indicata la terapia trombolitica.
Di conseguenza l’uso del tirofiban non è raccomandato in combinazione con la terapia trombolitica.
L’infusione di tirofiban deve essere interrotta immediatamente se le circostanze fanno ritenere che sia necessaria la terapia trombolitica (inclusa l’occlusione acuta durante PCI) o se il paziente debba essere sottoposto ad intervento di bypass coronarico (CABG) d’urgenza o richieda una pompa a palloncino intraaortica.
Popolazione pediatrica Non c’è esperienza terapeutica con tirofiban in età pediatrica; perciò, l’uso di tirofiban Ibisqus non è raccomandato in questi pazienti.
Altre note e misure preventive I dati su una ri–somministrazione di tirofiban sono insufficienti.
Durante il trattamento con tirofiban i pazienti devono essere monitorizzati attentamente per i sanguinamenti.
Se è necessario il trattamento dell’emorragia, deve essere considerata la sospensione di tirofiban (vedere anche 4.9).
In caso di sanguinamenti maggiori o incontrollabili, il tirofiban deve essere interrotto immediatamente.
Tirofiban deve essere usato con particolare cautela nelle seguenti condizioni e gruppi di pazienti: • sanguinamenti recenti clinicamente rilevanti (entro l’anno); • puntura di un vaso non comprimibile entro le 24 ore precedenti la somministrazione di tirofiban; • procedura epidurale recente (incluse puntura lombare e anestesia spinale); • insufficienza cardiaca severa acuta o cronica; • shock cardiogeno; • insufficienza epatica da lieve a moderata; • conta piastrinica < 150.000/mm³, anamnesi nota per coagulopatia o anomalie della funzione piastrinica o trombocitopenia; • concentrazione emoglobinica inferiore a 11 g/dl o ematocrito < 34 %.
Deve essere usata particolare cautela durante la concomitante somministrazione di ticlopidina, clopidogrel, adenosina, dipiridamolo, sulfinpirazone e prostaciclina.
Efficacia in relazione alla dose La somministrazione di un bolo di 10 mcg /kg di tirofiban non ha dimostrato una non–inferiorità verso abciximab per quanto riguarda gli endpoints clinicamente rilevanti a 30 giorni (vedere paragrafo 5.1).
Pazienti anziani, pazienti di sesso femminile e pazienti con basso peso corporeo Pazienti anziani e/o di sesso femminile hanno avuto una incidenza più elevata di complicanze emorragiche rispetto ai pazienti più giovani o di sesso maschile, rispettivamente.
Pazienti con un basso peso corporeo hanno avuto una incidenza più elevata di sanguinamenti rispetto a pazienti con un peso corporeo più elevato.
Per tali ragioni Tirofiban deve essere usato con cautela in questi pazienti e l’effetto dell’eparina deve essere monitorizzato attentamente.
Funzione renale compromessa Negli studi clinici è stato evidenziato che il rischio di sanguinamento aumenta con la riduzione della clearance della creatinina e, dunque, anche con la ridotta clearance plasmatica del tirofiban.
Perciò, i pazienti con ridotta funzione renale (clearance della creatinina < 60 ml/min) devono essere monitorati attentamente per il sanguinamento durante il trattamento con Tirofiban Ibisqus e deve essere attentamente monitorato l’effetto dell’eparina.
Nell’insufficienza renale severa il dosaggio di Tirofiban Ibisqus deve essere ridotto (vedere anche paragrafo 4.2).
Via arteriosa femorale Durante il trattamento con tirofiban c’è un significativo incremento nell’incidenza di sanguinamenti, specialmente nell’area arteriosa femorale, dove viene introdotta la cannula del catetere.
Prestare attenzione al fine di assicurare che sia punta solo la parete anteriore dell’arteria femorale.
Le cannule inserite nelle arterie possono essere rimosse quando la coagulazione è tornata nella norma, per es.
quando il tempo di coagulazione attivata [ATC] è inferiore a 180 secondi, (generalmente 2–6 ore dopo la sospensione dell’eparina).
Dopo la rimozione della cannula guida deve essere assicurata, con un assiduo controllo, la validità dell’emostasi.
Misure generali di assistenza Il numero di punture vascolari e quello di iniezioni intramuscolari deve essere ridotto al minimo durante il trattamento con tirofiban.
Si deve utilizzare una via endovenosa solo in siti corporei comprimibili.
Tutti i siti di punture vascolari devono essere documentati e strettamente monitorati.
Deve essere considerato in modo critico l’uso di cateteri urinari, l’intubazione nasotracheale ed i sondini nasogastrici.
Monitoraggio dei valori di laboratorio La conta piastrinica, i livelli dell’emoglobina e dell’ematocrito devono essere determinati sia prima del trattamento con tirofiban che entro 2–6 ore dopo l’inizio della terapia con tirofiban e successivamente, durante la terapia, almeno una volta al giorno (o più frequentemente se c’è l’evidenza di una marcata riduzione).
Nei pazienti trattati in precedenza con antagonisti del recettore GP Ilb/IIIa (si può verificare reattività crociata), la conta delle piastrine deve essere immediatamente monitorata, ad es.
entro la prima ora dalla somministrazione dopo riesposizione (vedere paragrafo 4.8).
Se la conta delle piastrine scende sotto 90.000/mm³, deve essere effettuata una ulteriore conta delle piastrine al fine di escludere la pseudotrombocitopenia.
Se la trombocitopenia è confermata, tirofiban ed eparina devono essere interrotti.
I pazienti devono essere monitorati per i sanguinamenti e, se necessario, trattati (vedere paragrafo 4.9).Inoltre, il tempo di tromboplastina attivata (APTT) deve essere determinato prima del trattamento e gli effetti anticoagulanti dell’eparina devono essere attentamente monitorati con ripetute determinazioni dell’APTT e la dose deve essere aggiustata di conseguenza (vedere paragrafo 4.2).
Possono verificarsi sanguinamenti potenzialmente pericolosi per la vita, specialmente quando l’eparina viene somministrata con altri medicinali che influenzano l’emostasi, quali gli antagonisti del recettore GP Ilb/IIIa.
Informazioni importanti su eccipienti.
Questo medicinale contiene circa 39.8 mmoli (916.28 mg) di sodio per sacca di 250ml.
Da tenere in considerazione in persone con ridotta funzionalità renale o che seguono una dieta a basso contenuto di sodio. Interazioni
- L’uso di diversi inibitori dell’aggregazione piastrinica aumenta il rischio di sanguinamento, così come la loro associazione con eparina, warfarin e trombolitici.
I parametri clinici e biologici dell’emostasi devono essere monitorati regolarmente.
La somministrazione concomitante di tirofiban ed ASA (acido acetilsalicilico o aspirina) aumenta l’inibizione dell’aggregazione piastrinica in maniera maggiore rispetto all’ASA da solo, come misurata dal test di aggregazione piastrinica ex vivo indotta dall’adenosin difosfato (ADP).
La somministrazione concomitante di tirofiban ed eparina non frazionata aumenta il prolungamento del tempo di emorragia in maniera maggiore rispetto all’eparina non frazionata da sola.
Usando in concomitanza tirofiban con eparina non frazionata, ASA e clopidogrel si è verificata una più alta incidenza di sanguinamenti rispetto a quando sono stati usati insieme solo eparina non frazionata, ASA e clopidogrel (vedere anche 4.4 e 4.8).
Tirofiban ha prolungato il tempo di emorragia; tuttavia, la somministrazione concomitante di Tirofiban e ticlopidina non ha aumentato significativamente il tempo di emorragia.
L’uso concomitante del warfarin con tirofiban più eparina è stato associato con un aumentato rischio di sanguinamento.
Tirofiban non è raccomandato nella terapia trombolitica, insieme o a meno di 48 ore prima della somministrazione di tirofiban o insieme a farmaci che aumentano il rischio di sanguinamento in misura rilevante (per es.: anticoagulanti orali, altri inibitori GP IIb/IIIa parenterali, soluzioni di destrano).
Vi è un’esperienza insufficiente sull’uso di tirofiban nelle condizioni di cui sopra; si sospetta, tuttavia, un aumento del rischio di sanguinamento. Effetti indesiderati
- a.
Riassunto del profilo di sicurezza La reazione avversa più comunemente riportata durante la terapia con tirofiban, quando è stato usato contemporaneamente ad eparina, aspirina e terapia antipiastrinica orale, è stato il sanguinamento, che ha di solito comportato sanguinamento mucocutaneo lieve o sanguinamento lieve del sito di inserzione del catetere.
Sono stati riportati anche sanguinamento gastrointestinale, retroperitoneale, intracranico, emorroidale e post–operatorio, ematoma epidurale nella regione spinale, emopericardio ed emorragia polmonare (alveolare).
Le percentuali di sanguinamento maggiore e intracranico secondo i criteri TIMI negli studi principali di tirofiban sono stati rispettivamente <2,2% e <0,1%.
La reazione avversa più grave è stato il sanguinamento fatale.
Negli studi principali la somministrazione di tirofiban è stata associata a trombocitopenia (conta piastrinica <90.000/mm³), che si è verificata nell’1,5% dei pazienti trattati con tirofiban ed eparina.
L’incidenza di trombocitopenia grave (conta piastrinica <50.000/mm³) è stata dello 0,3%.
Le più comuni reazioni avverse al farmaco, che non hanno comportato sanguinamento, associate a tirofiban somministrato contemporaneamente ad eparina sono state nausea (1,7%), febbre (1,5%) e cefalea (1,1%) b.
Riassunto tabulato delle reazioni avverse Nella tabella 2 sono elencate le reazioni avverse basate sull’esperienza derivante da sei studi clinici controllati in doppio cieco (comprendenti 1.953 pazienti trattati con tirofiban più eparina) nonché le reazioni avverse riportate dall’esperienza post–marketing.
Nell’ambito della classificazione per sistemi e organi le reazioni avverse sono elencate in ordine di frequenza secondo le seguenti categorie: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Dato che gli eventi post–marketing derivano da segnalazioni spontanee su una popolazione di grandezza non definita, non è possibile determinare la loro esatta incidenza.
Pertanto, la frequenza di queste reazioni avverse è stata classificata come non nota.
Tabella 2: Effetti indesiderati derivanti da studi clinici e dall’esperienza post–marketing
* Relativa principalmente al sito di inserzione del catetere c.Classificazione per sistemi e organi Molto comune Comune Non comune Non nota Patologie del sistema emolinfopoietico Diminuzione acuta e/o grave (<20.000/mm³) della conta piastrinica Disturbi del sistema immunitario Gravi reazioni allergiche, incluse le reazioni anafilattiche Patologie del sistema nervoso Cefalea Sanguinamento intracranico, ematoma epidurale spinale Patologie cardiache Emopericardio Patologie vascolari Ematoma Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Emottisi, epistassi Emorragia polmonare (alveolare) Patologie gastrointestinali Nausea Emorragia orale, emorragia gengivale Emorragia gastrointestinale, ematemesi Emorragia retroperitoneale Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Ecchimosi Patologie renali e urinarie Ematuria Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Febbre Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura emorragia post–operatoria* Emorragia al sito di iniezione nel vaso Esami diagnostici Sangue occulto nelle feci o nelle urine Diminuzione dell’ematocrito e dell’emoglobina, conta piastrinica <90.000/mm³ Conta piastrinica < 50.000/mm³
Descrizione di reazioni avverse selezionate Sanguinamento Sia con il regime infusionale di tirofiban 0,4 mcg /kg/min sia con il regime in bolo di 25 mcg /kg, la frequenza di complicazioni emorragiche maggiori è bassa e non aumenta significativamente.
Nello studio PRISM–PLUS, utilizzando il regime infusionale di 0,4 mcg /kg/min di tirofiban, l’incidenza di sanguinamenti maggiori secondo i criteri TIMI è stata dell’1,4% per tirofiban in associazione con eparina e dello 0,8% per l’eparina da sola.
L’incidenza di sanguinamenti minori secondo i criteri TIMI è stata del 10,5% per tirofiban in associazione con eparina e dell’8,0% per l’eparina da sola.
La percentuale dei pazienti che hanno ricevuto una trasfusione è stata del 4,0% per tirofiban in associazione ad eparina e del 2,8% per l’eparina da sola.
Con tirofiban 25 mcg /kg in bolo, i dati dello studio ADVANCE suggeriscono che il numero di sanguinamenti è basso e non sembra essere significativamente aumentato rispetto al placebo.
Non vi sono stati sanguinamenti maggiori secondo i criteri TIMI o trasfusioni in entrambi i gruppi.
L’incidenza di sanguinamenti minori secondo i criteri TIMI con tirofiban 25 mcg /kg in bolo è stata del 4% paragonata all’1% nel gruppo placebo (p=0,19).
Nello studio On–TIME 2 non sono state riscontrate differenze significative nell’incidenza di sanguinamenti maggiori secondo i criteri TIMI (3,4% rispetto al 2,9% p =0,58) e di sanguinamenti minori secondo i criteri TIMI (5,9% rispetto al 4,4%; p=0,206) tra il regime in bolo con tirofiban 25 mcg /kg e il braccio di controllo.
La frequenza di sanguinamenti maggiori (2,4% rispetto all’1,6%; p=0,44) o minori (4,8% rispetto al 6,2%; p=0,4) secondo i criteri TIMI non differisce in modo significativo tra la dose di 25 mcg /kg di Tirofiban e la dose standard di abciximab, comparate nello studio MULTISTRATEGY.
In base alla valutazione di complicazioni emorragiche effettuata nell’ambito di una metaanalisi (n=4.076 pazienti con ACS), il regime in bolo con tirofiban 25 mcg /kg non aumenta in modo significativo la frequenza di episodi di sanguinamento maggiore, o trombocitopenia, se paragonato al placebo.
Considerando le prove del regime in bolo con tirofiban 25 mcg /kg rispetto all’abciximab, i risultati di uno studio singolo non mostrano una differenza significativa nei sanguinamenti maggiori tra i due trattamenti.
Trombocitopenia Diminuzioni acute della conta piastrinica o trombocitopenia si sono verificate più frequentemente durante la terapia con tirofiban rispetto al gruppo trattato con placebo.
Queste diminuzioni si sono rivelate reversibili a seguito dell’interruzione di tirofiban.
Sono state osservate diminuzioni acute e gravi (conta piastrinica <20.000/mm³) in pazienti senza storia clinica di trombocitopenia a seguito di ri–somministrazione di antagonisti del recettore GPIIb/IIIa e possono essere accompagnate da brividi, febbre bassa o complicazioni emorragiche.Dall’analisi degli studi che mettono a confronto il regime in bolo con tirofiban 25 mcg /kg e l’abciximab, si evince una frequenza significativamente più bassa di trombocitopenia per Tirofiban (0,45% rispetto all’1,7%; OR=0,31; p=0,004).
Reazioni allergiche Reazioni allergiche gravi (ad es.: broncospasmo, orticaria) comprese reazioni anafilattiche si sono verificate durante il trattamento iniziale (anche durante il primo giorno) e durante la risomministrazione di tirofiban.
Alcuni casi sono stati associati a trombocitopenia grave (conta delle piastrine <10.000/mm³).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza I dati relativi all’uso di tirofiban cloridrato in donne in gravidanza non esistono o sono in numero limitato.
Gli studi sugli animali non sono sufficienti a dimostrare una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Tirofiban non è raccomandato in gravidanza a meno che non sia chiaramente necessario.
Allattamento al seno Non è noto se tirofiban venga escreto nel latte umano.
Dati farmacodinamici/tossicologici disponibili in animali hanno mostrato l’escrezione di tirofiban cloridrato nel latte (vedere paragrafo 5.3).
Il rischio per i neonati non può essere escluso.
Deve essere presa la decisione se interrompere l’allattamento o astenersi dalla terapia con Tirofiban, tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna Fertilità In studi su ratti maschi e femmine trattati con differenti dosi di tirofiban non si sono avuti effetti sulla fertilità e sulla capacità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Tuttavia, gli studi sugli animali non sono sufficienti per trarre conclusioni circa la tossicità riproduttiva nell’uomo. Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.