TIBSOVO 60CPR RIV 250MG FL
20.555,06 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 31/01/2025
Tibsovo, in associazione con azacitidina, è indicato per il trattamento di pazienti adulti con nuova diagnosi di leucemia mieloide acuta (LMA) con una mutazione dell'isocitrato deidrogenasi 1 (IDH1) R132 che non sono idonei per la chemioterapia di induzione standard (vedere paragrafo 5.1). La monoterapia di Tibsovo è indicata per il trattamento di pazienti adulti con colangiocarcinoma localmente avanzato o metastatico con mutazione IDH1 R132, precedentemente trattati con almeno una linea di terapia sistemica (vedere paragrafo 5.1).
Ogni compressa-rivestita con film contiene 250 mg di ivosidenib.Eccipiente con effetto noto Ogni compressa-rivestita con film contiene lattosio monoidrato pari a 9,5 mg di lattosio (vedere paragrafo 4.4). Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati nella sezione 6.1; Somministrazione concomitante degli induttori potenti del CYP3A4 o dabigatran (vedere paragrafo 4.5); Sindrome congenita dell'intervallo QT lungo; Anamnesi familiare di decesso improvviso o aritmia ventricolare polimorfa; Intervallo QT/QTc > 500 msec, indipendentemente dal metodo di correzione (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Posologia
- Il trattamento deve essere avviato sotto la supervisione di medici esperti nell'utilizzo di medicinali antitumorali.
Prima di assumere Tibsovo, i pazienti devono avere la conferma di una mutazione IDH1 R132 tramite un test diagnostico appropriato.
Posologia Leucemia mieloide acuta La dose raccomandata è di 500 mg di ivosidenib (2 compresse da 250 mg) da assumere per via orale una volta al giorno.
Il trattamento con ivosidenib deve essere avviato il giorno 1 del ciclo 1 in associazione con azacitidina a 75 mg/m² di superficie corporea, per via endovenosa o sottocutanea, una volta al giorno nei giorni 1 - 7 di ciascun ciclo di 28 giorni.
Il primo ciclo di trattamento con azacitidina deve essere somministrato al 100% della dose.
Si raccomanda di trattare i pazienti per un minimo di 6 cicli.
Per la posologia e il modo di somministrazione dell'azacitidina, fare riferimento alle informazioni complete del prodotto per l'azacitidina.
Il trattamento deve proseguire fino a quando si osserva un beneficio clinico o fino a quando il trattamento non è più tollerato dal paziente.
Colangiocarcinoma La dose raccomandata è di 500 mg di ivosidenib (2 compresse da 250 mg) da assumere per via orale una volta al giorno.
Il trattamento deve proseguire fino alla progressione della malattia o fino a quando il trattamento non è più tollerato dal paziente.
Dosi dimenticate o ritardate Se si dimentica o non si assume una dose alla solita ora, le compresse devono essere assunte prima possibile entro 12 ore dalla mancata assunzione della dose.
Non devono essere assunte due dosi entro 12 ore.
Le compresse devono essere assunte come di consueto il giorno successivo.
Se la dose viene vomitata, non devono essere assunte compresse sostitutive.
Le compresse devono essere assunte come di consueto il giorno successivo.
Precauzioni da adottare prima della somministrazione e monitoraggio Prima dell'inizio del trattamento, è necessario eseguire un elettrocardiogramma (ECG).
Prima dell'inizio del trattamento, il QT corretto per la frequenza cardiaca (QTc) deve essere inferiore a 450 msec e, in caso di QT alterato, i medici devono rivalutare accuratamente il rapporto beneficio/rischio legato all'inizio del trattamento con ivosidenib.
Nel caso in cui il prolungamento dell'intervallo QTc sia compreso tra 480 msec e 500 msec, l'inizio del trattamento con ivosidenib deve restare eccezionale ed essere accompagnato da un attento monitoraggio.
Prima dell'inizio del trattamento un ECG deve essere eseguito, almeno ogni settimana durante le prime 3 settimane di terapia e successivamente mensilmente se l'intervallo QTc rimane ≤ 480 msec.
Le alterazioni dell'intervallo QTc devono essere gestite tempestivamente (vedere Tabella 1 e paragrafo 4.4).
In caso di sintomatologia suggestiva, è necessario eseguire un ECG come previsto dalla pratica clinica.
La somministrazione concomitante di medicinali noti nel prolungare l'intervallo QTc o di inibitori sia potenti che moderati del CYP3A4 può aumentare il rischio di prolungamento dell'intervallo QTc e deve essere evitata quando possibile durante il trattamento con Tibsovo.
Se non è possibile utilizzare un'alternativa adeguata, i pazienti devono essere trattati con cautela e monitorati attentamente per il prolungamento dell'intervallo QTc.
Prima della somministrazione concomitante, è necessario eseguire un ECG, un monitoraggio settimanale per almeno 3 settimane e successivamente come previsto dalla pratica clinica (vedere di seguito e i paragrafi 4.4, 4.5 e 4.8).
Prima dell'inizio del trattamento con Tibsovo è necessario valutare l'emocromo completo, e gli esami ematochimici almeno una volta alla settimana per il primo mese di trattamento, una volta ogni due settimane per il secondo mese e ad ogni visita medica per tutta la durata della terapia, come previsto dalla pratica clinica.
Aggiustamento posologico per la somministrazione concomitante degli inibitori potenti o moderati del CYP3A4 Se non è possibile evitare l'utilizzo di inibitori potenti o moderati del CYP3A4, la dose raccomandata di ivosidenib deve essere ridotta a 250 mg (1 compressa da 250 mg) una volta al giorno.
Se la somministrazione dell'inibitore potente o moderato del CYP3A4 viene interrotta, la dose di ivosidenib deve essere aumentata a 500 mg dopo almeno 5 emivite dell'inibitore del CYP3A4 (vedere sopra e i paragrafi 4.4 e 4.5).
Aggiustamenti posologici e raccomandazioni per la gestione delle reazioni avverse Tabella 1 - Aggiustamenti posologici raccomandati per le reazioni avverse
Il grado 1 è lieve, il grado 2 è moderato, il grado 3 è grave, il grado 4 è potenzialmente fatale.Reazione avversa Azione consigliata Sindrome da differenziazione (vedere paragrafi 4.4 e 4.8) • Se si sospetta una sindrome da differenziazione, somministrare i corticosteroidi sistemici per almeno 3 giorni e ridurre la dose solo dopo la risoluzione dei sintomi.
L'interruzione prematura può comportare la ricaduta dei sintomi.• Avviare il monitoraggio emodinamico fino alla risoluzione dei sintomi e per almeno 3 giorni. • Se persistono segni/sintomi gravi per più di 48 ore dopo l'inizio del trattamento con i corticosteroidi sistemici, interrompere la somministrazione di Tibsovo. • Se i segni/sintomi sono moderati o inferiori e al miglioramento delle condizioni cliniche, riprendere il trattamento con 500 mg di ivosidenib una volta al giorno. Leucocitosi (conta dei globuli bianchi > 25 x 109/L o un aumento assoluto della conta totale dei globuli bianchi > 15 x 109/L dal basale, vedere paragrafi 4.4 e 4.8) • Iniziare il trattamento con l'idrossicarbamide in conformità agli standard istituzionali di cura e con leucoaferesi come previsto dalla pratica clinica. • Ridurre la dose di idrossicarbamide solo dopo il miglioramento o la risoluzione della leucocitosi.
L'interruzione prematura può comportare la ricaduta.• Se non si riscontra un miglioramento della leucocitosi dopo l'inizio del trattamento con l'idrossicarbamide, interrompere la somministrazione di Tibsovo. • Se si riscontra una risoluzione della leucocitosi, riprendere il trattamento con 500 mg di ivosidenib una volta al giorno. Prolungamento dell'intervallo QTc > 480 a 500 msec (grado 2, vedere paragrafi 4.4, 4.5 e 4.8) • Monitorare e integrare i livelli di elettroliti come previsto dalla pratica clinica. • Revisionare e aggiustare il dosaggio dei medicinali concomitanti con effetti noti di prolungamento dell'intervallo QTc (vedere paragrafo 4.5). • Interrompere Tibsovo fino a quando l'intervallo QTc non torna ≤ 480 msec. • Riprendere il trattamento con 500 mg di ivosidenib una volta al giorno dopo il ritorno dell'intervallo QTc ≤ 480 msec. • Monitorare gli ECG almeno ogni settimana per 3 settimane e come previsto dalla pratica clinica dopo il ritorno dell'intervallo QTc ≤ 480 msec. Prolungamento dell'intervallo QTc > 500 msec (grado 3, vedere paragrafi 4.4, 4.5 e 4.8) • Monitorare e integrare i livelli di elettroliti come previsto dalla pratica clinica. • Revisionare e aggiustare il dosaggio dei medicinali concomitanti con effetti noti di prolungamento dell'intervallo QTc (vedere paragrafo 4.5). • Interrompere Tibsovo e monitorare l'ECG ogni 24 ore fino a quando l'intervallo QTc non torna entro 30 msec dal basale o ≤ 480 msec. • In caso di prolungamento dell'intervallo QTc > 550 msec, oltre all'interruzione di ivosidenib già programmata, considerare di porre il paziente sotto monitoraggio elettrocardiografico continuo fino a quando il QTc non torna a valori < 500 msec. • Riprendere il trattamento con 250 mg di ivosidenib una volta al giorno dopo il ritorno dell'intervallo QTc entro 30 msec dal basale o ≤ 480 msec. • Monitorare gli ECG almeno ogni settimana per 3 settimane e come previsto dalla pratica clinica dopo il ritorno dell'intervallo QTc entro 30 msec dal basale o ≤ 480 msec. • Qualora venga individuata un'eziologia alternativa per il prolungamento dell'intervallo QTc, la dose può essere aumentata a 500 mg di ivosidenib una volta al giorno. Il prolungamento dell'intervallo QTc con segni/sintomi di aritmia ventricolare potenzialmente fatale (grado 4, vedere paragrafi 4.4, 4.5 e 4.8) • Interrompere definitivamente il trattamento. Altre reazioni avverse di grado 3 o superiore • Interrompere la somministrazione di Tibsovo fino a quando la tossicità non si risolve al grado 1 o inferiore o non torna al basale, quindi riprendere il trattamento con 500 mg al giorno (tossicità di grado 3) o 250 mg al giorno (tossicità di grado 4). • Se si ripresenta una tossicità di grado 3 (una seconda volta), ridurre la dose di Tibsovo a 250 mg al giorno fino a quando la tossicità non si risolve, quindi riprendere il trattamento a 500 mg al giorno. • Se si ripresenta una tossicità di grado 3 (una terza volta) o una tossicità di grado 4, interrompere la somministrazione di Tibsovo.
Popolazioni speciali Anziani Non è richiesto un aggiustamento posologico nei pazienti anziani (età pari o superiore ai 65 anni, vedere paragrafi 4.8 e 5.2).
Non sono disponibili dati per i pazienti di età pari o superiore a 85 anni.
Compromissione renale Non è richiesto un aggiustamento posologico nei pazienti con compromissione renale lieve (eGFR da ≥ 60 a < 90 mL/min/1,73 m²) o moderata (eGFR da ≥ 30 a < 60 mL/min/1,73 m²).
Non è stata determinata una dose raccomandata per i pazienti con compromissione renale grave (eGFR < 30 mL/min/1,73 m²).
Tibsovo deve essere utilizzato con cautela nei pazienti con compromissione renale grave e questa popolazione di pazienti deve essere monitorata attentamente (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Compromissione epatica Non è richiesto un aggiustamento posologico nei pazienti con compromissione epatica lieve (classe A di Child-Pugh).
Non è stata determinata una dose raccomandata per i pazienti con compromissione epatica moderata e grave (classi B e C di Child-Pugh).
Tibsovo deve essere utilizzato con cautela nei pazienti con compromissione epatica moderata e grave e questa popolazione di pazienti deve essere monitorata attentamente (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Popolazione pediatrica La sicurezza e l'efficacia di Tibsovo nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni non sono state ancora stabilite.
Nessun dato disponibile.
Modo di somministrazione Tibsovo è per uso orale.
Le compresse vengono assunte una volta al giorno, all'incirca alla stessa ora.
I pazienti non devono mangiare nulla 2 ore prima e 1 ora dopo l'assunzione delle compresse (vedere paragrafo 5.2).
Le compresse devono essere deglutite intere con acqua.
I pazienti devono essere informati di evitare il consumo di pompelmo e succo di pompelmo durante il trattamento (vedere paragrafo 4.5).
I pazienti devono essere informati di non ingerire il gel di silice essiccante situato nel flacone di compresse (vedere paragrafo 6.5). Avvertenze e precauzioni
- Sindrome da differenziazione nei pazienti affetti da leucemia mieloide acuta È stata riscontrata una sindrome da differenziazione in seguito al trattamento con ivosidenib (vedere paragrafo 4.8).
Se non trattata, la sindrome da differenziazione può risultare pericolosa o fatale (vedere di seguito e paragrafo 4.2).
La sindrome da differenziazione è associata alla rapida proliferazione e differenziazione delle cellule mieloidi.
I sintomi includono: leucocitosi non infettiva, edema periferico, piressia, dispnea, versamento pleurico, ipotensione, ipossia, edema polmonare, polmonite, versamento pericardico, eruzione cutanea, sovraccarico di liquidi, sindrome da lisi tumorale e aumento della creatinina.
I pazienti devono essere informati in merito ai segni e ai sintomi della sindrome da differenziazione e avvisati di contattare immediatamente il proprio medico in caso di comparsa di tali segni/sintomi, e della necessità di portare sempre con sé la Scheda di Allerta per il paziente.
Se si sospetta la sindrome da differenziazione, somministrare i corticosteroidi sistemici e avviare il monitoraggio emodinamico fino alla risoluzione dei sintomi e per almeno 3 giorni.
Se viene riscontrata la leucocitosi, iniziare il trattamento con idrossicarbamide in conformità agli standard istituzionali di cura e con leucoaferesi come previsto dalla pratica clinica (vedere paragrafo 4.5).
Ridurre la dose di idrossicarbamide e corticosteroidi solo dopo la risoluzione dei sintomi.
I sintomi della sindrome da differenziazione possono ripresentarsi con l'interruzione prematura del trattamento con corticosteroidi e/o idrossicarbamide.
Interrompere il trattamento con Tibsovo se segni/sintomi gravi persistono per più di 48 ore dopo l'inizio del trattamento con corticosteroidi sistemici e riprendere il trattamento con 500 mg di ivosidenib una volta al giorno se i segni/sintomi sono moderati o inferiori e al miglioramento delle condizioni cliniche del paziente.
Prolungamento dell'intervallo QTc È stato riscontrato un prolungamento dell'intervallo QTc in seguito al trattamento con ivosidenib (vedere paragrafo 4.8).Prima dell'inizio del trattamento è necessario eseguire l'ECG, almeno ogni settimana durante le prime 3 settimane di terapia e successivamente mensilmente se l'intervallo QTc rimane ≤ 480 msec (vedere paragrafo 4.2).
Eventuali alterazioni devono essere gestite tempestivamente (vedere paragrafo 4.2).
In caso di sintomatologia suggestiva, è necessario eseguire un ECG come previsto dalla pratica clinica.
In caso di vomito e/o diarrea gravi, è necessario valutare le anomalie degli elettroliti sierici, in particolare l'ipokaliemia e il magnesio.
I pazienti devono essere informati in merito al rischio di prolungamento dell'intervallo QT, ai segni e ai sintomi correlati (palpitazione, vertigini, sincope o arresto cardiaco) ed essere avvisati di contattare immediatamente il proprio medico in caso di comparsa di tali segni/sintomi.
La somministrazione concomitante di medicinali noti nel prolungare l'intervallo QTc o di inibitori sia potenti che moderati del CYP3A4 può aumentare il rischio di prolungamento dell'intervallo QTc e deve essere evitata quando possibile durante il trattamento con Tibsovo.
Se non è possibile utilizzare un'alternativa adeguata, i pazienti devono essere trattati con cautela e monitorati attentamente per il prolungamento dell'intervallo QTc.
Prima della somministrazione concomitante, è necessario eseguire un ECG, un monitoraggio settimanale per almeno 3 settimane e in seguito come previsto dalla pratica clinica.
Se non è possibile evitare l'utilizzo di inibitori potenti o moderati del CYP3A4, la dose raccomandata di ivosidenib deve essere ridotta a 250 mg una volta al giorno (vedere paragrafi 4.2 e 4.5).
Se la somministrazione di furosemide (un substrato dell'OAT3) è clinicamente indicata per la gestione di segni/sintomi della sindrome da differenziazione, i pazienti devono essere monitorati attentamente per gli squilibri elettrolitici e il prolungamento dell'intervallo QTc.
Durante il trattamento con ivosidenib, i pazienti affetti da insufficienza cardiaca congestizia o alterazioni elettrolitiche devono essere monitorati attentamente tramite monitoraggio periodico di ECG ed elettroliti.
Il trattamento con Tibsovo deve essere interrotto definitivamente se i pazienti sviluppano un prolungamento dell'intervallo QTc con segni o sintomi di aritmia potenzialmente fatale (vedere paragrafi 4.2).
Nei pazienti con livelli di albumina inferiori al range normale o sottopeso Ivosidenib deve essere usato con cautela.
Compromissione renale grave Non sono state determinate la sicurezza e l'efficacia di ivosidenib nei pazienti affetti da compromissione renale grave (eGFR < 30 mL/min/1,73 m²).
Tibsovo deve essere utilizzato con cautela nei pazienti con compromissione renale grave e questa popolazione di pazienti deve essere monitorata attentamente (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Compromissione epatica Non sono state determinate la sicurezza e l'efficacia di ivosidenib nei pazienti con compromissione epatica moderata e grave (classi B e C di Child-Pugh).
Tibsovo deve essere utilizzato con cautela nei pazienti con compromissione epatica moderata e grave e questa popolazione di pazienti deve essere monitorata attentamente (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Tibsovo deve essere usato con cautela nei pazienti con compromissione epatica lieve (classe A di Child-Pugh) (vedere paragrafo 4.8).
Substrati del CYP3A4 Ivosidenib induce il CYP3A4 e può quindi diminuire l'esposizione sistemica ai substrati del CYP3A4.
I pazienti devono essere monitorati per la perdita di efficacia antifungina se l'uso di itraconazolo o ketoconazolo non può essere evitato (vedere paragrafo 4.5).
Donne in età fertile/metodi contraccettivi Prima di iniziare il trattamento con Tibsovo, le donne in età fertile devono sottoporsi a un test di gravidanza e devono evitare una gravidanza durante la terapia (vedere paragrafo 4.6).
Le donne in età fertile e gli uomini con compagne in età fertile devono utilizzare metodi contraccettivi efficaci durante il trattamento con Tibsovo e per almeno 1 mese dopo la somministrazione dell'ultima dose.
Ivosidenib può ridurre la concentrazione sistemica di contraccettivi ormonali, pertanto è raccomandato l'uso concomitante di un metodo di barriera di contraccezione (vedere paragrafi 4.5 e 4.6).
Intolleranza al lattosio Tibsovo contiene lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
Contenuto di sodio Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per ogni compressa, cioè essenzialmente "senza di sodio". Interazioni
- Effetto di altri medicinali su ivosidenib Induttori potenti del CYP3A4 Ivosidenib è un substrato del CYP3A4.
La somministrazione concomitante degli induttori potenti del CYP3A4 (ad es.
carbamazepina, fenobarbital, fenitoina, rifampicina, erba di san Giovanni [hypericum perforatum]) può diminuire la concentrazione plasmatica di ivosidenib ed è controindicata durante il trattamento con Tibsovo (vedere paragrafo 4.3).
Non sono stati condotti studi clinici per valutare la farmacocinetica di ivosidenib in presenza di un induttore del CYP3A4.
Inibitori moderati o potenti del CYP3A4 Nei soggetti sani, la somministrazione di una singola dose di 250 mg di ivosidenib e 200 mg di itraconazolo una volta al giorno per 18 giorni ha comportato l'aumento dell'AUC di ivosidenib del 169% (90% CI: 145, 195) senza alcuna variazione della Cmax.
La somministrazione concomitante di inibitori moderati o potenti del CYP3A4 aumenta la concentrazione plasmatica di ivosidenib.
Ciò può comportare l'aumento del rischio di prolungamento dell'intervallo QTc e, se possibile, durante il trattamento con Tibsovo devono essere prese in considerazione alternative adeguate che non siano inibitori moderati o potenti del CYP3A4.
Se non è possibile utilizzare un'alternativa adeguata, i pazienti devono essere trattati con cautela e monitorati attentamente per il prolungamento dell'intervallo QTc.
Se non è possibile evitare l'utilizzo di inibitori potenti o moderati del CYP3A4, la dose raccomandata di ivosidenib deve essere ridotta a 250 mg una volta al giorno (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
• Gli inibitori moderati del CYP3A4 includono: aprepitant, ciclosporina, diltiazem, eritromicina, fluconazolo, pompelmo e succo di pompelmo, isavuconazolo e verapamil; • Gli inibitori potenti del CYP3A4 includono: claritromicina, itraconazolo, ketoconazolo, posaconazolo, ritonavir, voriconazolo.
Medicinali noti nel prolungare l'intervallo QTc La somministrazione concomitante dei medicinali noti nel prolungare l'intervallo QTc (ad es.
anti-aritmici, fluorochinoloni, antagonisti dei recettori 5 -HT3, antimicotici triazolici) può comportare l'aumento del rischio di prolungamento dell'intervallo QTc e deve essere evitata quando possibile durante il trattamento con Tibsovo.
Se non è possibile utilizzare un'alternativa adeguata, i pazienti devono essere trattati con cautela e monitorati attentamente per il prolungamento dell'intervallo QTc (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Effetto di ivosidenib su altri medicinali Interazioni con i trasportatori Ivosidenib inibisce la P-gp e ha il potenziale di indurre la P-gp.
Di conseguenza, può alterare l'esposizione sistemica ai principi attivi che vengono trasportati principalmente dalla P-gp (ad es.
dabigatran).
La somministrazione concomitante di dabigatran è controindicata (vedere paragrafo 4.3).
Ivosidenib inibisce l'OAT3, il polipeptide trasportatore di anioni organici 1B1 (OATP1B1) e il polipeptide trasportatore di anioni organici 1B3 (OATP1B3).
Di conseguenza, può comportare l'aumento dell'esposizione sistemica ai substrati dell'OAT3 o dell'OATP1B1/1B3.
La somministrazione concomitante dei substrati dell'OAT3 (ad es.
benzilpenicillina, furosemide) o substrati sensibili dell'OATP1B1/1B3 (ad es.
atorvastatina, pravastatina, rosuvastatina) deve essere evitata quando possibile durante il trattamento con Tibsovo (vedere paragrafo 5.2).
Se non è possibile utilizzare un'alternativa adeguata, i pazienti devono essere trattati con cautela.
Se la somministrazione di furosemide è clinicamente indicata per la gestione di segni/sintomi della sindrome da differenziazione, i pazienti devono essere monitorati attentamente per gli squilibri elettrolitici e il prolungamento dell'intervallo QTc.
Induzione degli enzimi Enzimi del citocromo P450 (CYP) Ivosidenib induce i CYP3A4, CYP2B6, CYP2C8, CYP2C9 e può indurre il CYP2C19.
Di conseguenza, può comportare la riduzione dell'esposizione sistemica ai substrati di tali enzimi.
Durante il trattamento con Tibsovo, devono essere prese in considerazione alternative adeguate che non siano substrati del CYP3A4, CYP2B6, CYP2C8, CYP2C9 con un basso indice terapeutico o substrati del CYP2C19.
Se non è possibile evitare l'utilizzo di tali medicinali, i pazienti devono essere monitorati per la perdita di efficacia del substrato (vedere paragrafo 5.2).
• I substrati del CYP3A4 con un basso indice terapeutico includono: alfentanile, ciclosporina, everolimus, fentanil, pimozide, chinidina, sirolimus e tacrolimus.
• I substrati del CYP2B6 con un basso indice terapeutico includono: ciclofosfamide, ifosfamide e metadone.
• I substrati del CYP2C8 con un basso indice terapeutico includono: paclitaxel, pioglitazone e repaglinide.
• I substrati del CYP2C9 con un basso indice terapeutico includono: fenitoina e warfarin.
• I substrati del CYP2C19 includono: omeprazolo.
Itraconazolo o ketoconazolo non devono essere utilizzati in concomitanza con Tibsovo a causa della perdita attesa di efficacia antimicotica.
Ivosidenib può ridurre la concentrazione sistemica di contraccettivi ormonali, pertanto è raccomandato l'uso concomitante di un metodo di barriera di contraccezione per almeno 1 mese dopo la somministrazione dell'ultima dose (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
Uridina-difosfato glucuronosiltransferasi (UGT) Ivosidenib ha il potenziale di indurre gli UGT e di conseguenza, può ridurre l'esposizione sistemica ai substrati di tali enzimi (ad es.
lamotrigina, raltegravir).
Durante il trattamento con Tibsovo, devono essere prese in considerazione alternative adeguate che non siano substrati dell'UGT.
Se non è possibile evitare l'utilizzo di tali medicinali, i pazienti devono essere monitorati per la perdita di efficacia del substrato dell'UGT (vedere paragrafo 5.2). Effetti indesiderati
- Nuova diagnosi di leucemia mieloide acuta in associazione con azacitidina Riassunto del profilo di sicurezza Le reazioni avverse più comuni sono state vomito (40%), neutropenia (31%), trombocitopenia (28%), prolungamento del QT all'elettrocardiogramma (21%) e insonnia (19%).
Le reazioni avverse gravi più comuni sono state sindrome da differenziazione (8%) e trombocitopenia (3%).
Nei pazienti trattati con ivosidenib in associazione con azacitidina, la frequenza di interruzione di ivosidenib a causa di reazioni avverse è stata del 6%.
Le reazioni avverse che hanno comportato l'interruzione sono state prolungamento del QT all'elettrocardiogramma (1%), insonnia (1%), neutropenia (1%) e trombocitopenia (1%).
La frequenza di interruzione della dose di ivosidenib a causa di reazioni avverse è stata del 35%.
Le reazioni avverse più comuni che hanno comportato l'interruzione della dose sono state neutropenia (24%), prolungamento del QT all'elettrocardiogramma (7%), trombocitopenia (7%), leucopenia (4%) e sindrome da differenziazione (3%).
La frequenza di riduzione della dose di ivosidenib a causa di reazioni avverse è stata del 19%.
Le reazioni avverse che hanno comportato la riduzione della dose sono state prolungamento del QT all'elettrocardiogramma (10%), neutropenia (8%) e trombocitopenia (1%).
Tabella riassuntiva delle reazioni avverse Le frequenze delle reazioni avverse si basano sullo studio AG120 -C-009 che ha incluso 72 pazienti con nuova diagnosi di LMA randomizzati e trattati con ivosidenib (500 mg al giorno) in associazione con azacitidina.
La durata media del trattamento con Tibsovo è stata di 8 mesi (range da 0,1 a 40,0 mesi).
Le frequenze delle reazioni avverse si basano sulle frequenze degli eventi avversi per tutte le cause, in cui una percentuale degli eventi per una reazione avversa può avere altre cause diverse da ivosidenib, come la malattia, altri medicinali o cause non correlate.
Le frequenze vengono definite come: molto comune (≥ 1/10); comune (da ≥ 1/100,< 1/10); non comune (da ≥ 1/1.000 , < 1/100); raro (da ≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000).
All'interno di ogni gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine decrescente di gravità.
Tabella 2 - Reazioni avverse al medicinale riscontrate nei pazienti con nuova diagnosi di LMA trattati con ivosidenib in associazione con azacitidina nello studio clinico AG120-C-009 (N=72)
¹ Il termine raggruppato include vomito e conati di vomito.Colangiocarcinoma precedentemente trattato, localmente avanzato o metastatico Riassunto del profilo di sicurezza Le reazioni avverse più comuni sono state affaticamento (43%), nausea (42%), dolore addominale (35%), diarrea (35%), riduzione dell'appetito (24%), ascite (23%), vomito (23%), anemia (19%) ed eruzione cutanea (15%).Classificazione per sistemi e organi Frequenza Reazioni avverse Patologie del sistema emolinfopoietico Molto comune Sindrome da differenziazione, leucocitosi, trombocitopenia, neutropenia Comune Leucopenia Disturbi psichiatrici Molto comune Insonnia Patologie del sistema nervoso Molto comune Emicrania, vertigini Comune Neuropatia periferica Patologie gastrointestinali Molto comune Vomito ¹ Comune Dolore orofaringeo Patologie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo Molto comune Dolore alle estremità, artralgia, mal di schiena Esami diagnostici Molto comune Prolungamento del QT all'elettrocardiogramma
Le reazioni avverse gravi più comuni sono state ascite (2%), iperbilirubinemia (2%) e ittero colestatico (2%).
Nei pazienti trattati con ivosidenib, la frequenza di interruzione del trattamento a causa di reazioni avverse è stata del 2%.
Le reazioni avverse che hanno comportato l'interruzione sono state ascite (1%) e iperbilirubinemia (1%).
La frequenza di interruzione della dose di ivosidenib a causa di reazioni avverse è stata del 16%.
Le reazioni avverse più comuni che hanno comportato l'interruzione della dose sono state iperbilirubinemia (3%), aumento dell'alanina aminotransferasi (3%), aumento dell'aspartato amminotransferasi (3%), ascite (2%) e affaticamento (2%).
La frequenza di riduzione della dose di ivosidenib a causa di reazioni avverse è stata del 4%.
Le reazioni avverse che hanno comportato la riduzione della dose sono state prolungamento del QT all'elettrocardiogramma (3%) e neuropatia periferica (1%).
Tabella riassuntiva delle reazioni avverse Le frequenze delle reazioni avverse si basano sullo studio AG120-C-005 che ha incluso 123 pazienti con colangiocarcinoma precedentemente trattato, localmente avanzato o metastatico, randomizzati e trattati con 500 mg di ivosidenib una volta al giorno.
La durata media del trattamento con Tibsovo è stata di 2,8 mesi (range da 0,1 a 45,1 mesi; media (deviazione standard [SD]) 6,7 ([8,2 mesi]).
Le frequenze delle reazioni avverse si basano sulle frequenze degli eventi avversi per tutte le cause, in cui una percentuale degli eventi per una reazione avversa può avere altre cause diverse da ivosidenib, come la malattia, altri medicinali o cause non correlate.
Le frequenze vengono definite come: molto comune (≥ 1/10); comune (da ≥ 1/100, < 1/10); non comune (da ≥ 1/1.000 , < 1/100); raro (da ≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000).
All'interno di ogni gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine decrescente di gravità.
Tabella 3 - Reazioni avverse al medicinale riscontrate nei pazienti con colangiocarcinoma localmente avanzato o metastatico trattati con ivosidenib nello studio clinico AG120 -C-005 (N=123)
¹ Il termine raggruppato include eruzione cutanea, eruzione maculo-papulare, eritema, eruzione maculare, dermatite esfoliativa generalizzata, eruzione da farmaco e ipersensibilità ai farmaci.Classificazione per sistemi e organi Frequenza Reazioni avverse Patologie del sistema emolinfopoietico Molto comune Anemia Disturbi del metabolismo e della nutrizione Molto comune Riduzione dell'appetito Patologie del sistema nervoso Molto comune Neuropatia periferica, emicrania Patologie gastrointestinali Molto comune Ascite, diarrea, vomito, nausea, dolore addominale Patologie epatobiliari Comune Ittero colestatico, iperbilirubinemia Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Molto comune Eruzione cutanea ¹ Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione Molto comune Affaticamento Comune Svenimento Esami diagnostici Molto comune Aumento dell'aspartato aminotransferasi, aumento della bilirubina ematica Comune Prolungamento del QT all'elettrocardiogramma, aumento dell'alanina aminotransferasi, riduzione della conta dei globuli bianchi e riduzione della conta piastrinica
Descrizione di reazioni avverse selezionate Sindrome da differenziazione nei pazienti con leucemia mieloide acuta (vedere paragrafi 4.2 e 4.4) Nello studio AG120-C-009, nei 72 pazienti con nuova diagnosi di LMA trattati con Tibsovo in associazione con azacitidina, il 14% ha manifestato una sindrome da differenziazione.
Nessun paziente ha interrotto il trattamento con ivosidenib a causa della sindrome da differenziazione e in una minoranza di pazienti è stata necessaria l'interruzione della dose (3%) per gestire segni/sintomi.
Dei 10 pazienti che hanno manifestato una sindrome da differenziazione, tutti sono guariti a seguito del trattamento o dell'interruzione della dose di Tibsovo.
Il tempo medio di comparsa della sindrome da differenziazione era 20 giorni.
La sindrome da differenziazione si è manifestata già al 3° giorno e fino a 46 giorni dopo l'inizio del trattamento durante la terapia di associazione.
Prolungamento dell'intervallo QTc (vedere paragrafi 4.2, 4.4 e 4.5) Nello studio AG120-C-009, nei 72 pazienti con nuova diagnosi di LMA trattati con ivosidenib in associazione con azacitidina, è stato riscontrato il prolungamento del QT all'elettrocardiogramma nel 21%; l'11% ha manifestato reazioni di grado 3 o superiore.
In base all'analisi degli ECG, nel 15% dei pazienti trattati con ivosidenib in associazione con azacitidina che hanno effettuato almeno una valutazione ECG post-basale, è stato riscontrato un intervallo QTc > 500 msec, mentre nel 24% un aumento del QTc > 60 msec dal basale.
L'uno per cento (1%) dei pazienti ha interrotto il trattamento con ivosidenib a causa del prolungamento del QT all'elettrocardiogramma; l'interruzione e la riduzione della dose sono state necessarie rispettivamente nel 7% e nel 10% dei pazienti.
Il tempo medio di comparsa del prolungamento dell'intervallo QT nei pazienti trattati con ivosidenib è stato di 29 giorni.
Il prolungamento del QT all'elettrocardiogramma si è manifestato già al 1° giorno e fino a 18 mesi dopo l'inizio del trattamento.Nello studio AG120-C-005, nei 123 pazienti con colangiocarcinoma localmente avanzato o metastatico trattati con la monoterapia con ivosidenib è stato riscontrato il prolungamento dell'intervallo QT nel 10%; il 2% ha manifestato reazioni di grado 3 o superiori.
In base all'analisi degli ECG, nel 2% dei pazienti è stato riscontrato un intervallo QTc > 500 msec e nel 5% un prolungamento dell'intervallo QTc > 60 msec dal basale.
La riduzione della dose volta a ridurre i segni/sintomi è stata necessaria nel 3% dei pazienti.
Il tempo medio di comparsa del prolungamento dell'intervallo QT nei pazienti trattati con la monoterapia con ivosidenib è stato di 28 giorni.
Il prolungamento del QT all'elettrocardiogramma si è manifestato già al 1° giorno e fino a 23 mesi dopo l'inizio del trattamento.
Popolazioni speciali Compromissione epatica Non sono state determinate la sicurezza e l'efficacia di ivosidenib nei pazienti con compromissione epatica moderata e grave (classi B e C di Child Pugh).
È stata riscontrata una tendenza a una maggiore incidenza di reazioni avverse nei pazienti con compromissione epatica lieve (classe A di Child Pugh ) (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco all’ indirizzo: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Donne in età fertile/metodi contraccettivi Prima di iniziare il trattamento con Tibsovo, le donne in età fertile devono sottoporsi a un test di gravidanza e devono evitare una gravidanza durante la terapia (vedere paragrafo 4.4).
Le donne in età fertile e gli uomini con compagne in età fertile devono utilizzare metodi contraccettivi efficaci durante il trattamento con Tibsovo e per almeno 1 mese dopo la somministrazione dell'ultima dose.
Ivosidenib può ridurre la concentrazione sistemica di contraccettivi ormonali, pertanto è raccomandato l'uso concomitante di un metodo contraccettivo alternativo, come ad esempio i contraccettivi di barriera (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
Gravidanza Non vi sono dati adeguati sull'uso di ivosidenib nelle donne in gravidanza.
Studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Tibsovo non è raccomandato per l’utilizzo durante la gravidanza e nelle donne in età fertile che non utilizzano un metodo contraccettivo efficace.
Le pazienti devono essere informate in merito al potenziale rischio per il feto se il medicinale viene usato durante la gravidanza o se una paziente (o la partner di un paziente trattato) rimane incinta durante il trattamento o nel mese successivo alla somministrazione dell'ultima dose.
Allattamento Non è noto se ivosidenib o i suoi metaboliti vengano escreti nel latte materno.
Non sono stati condotti studi su animali per valutare l'escrezione di ivosidenib e dei suoi metaboliti nel latte.
Non è possibile escludere un rischio per i neonati/lattanti.
L'allattamento-deve essere interrotto durante il trattamento con Tibsovo e per almeno 1 mese dopo la somministrazione dell'ultima dose.
Fertilità Non vi sono dati sull'effetto di ivosidenib sulla fertilità umana.
Non sono stati condotti studi sulla fertilità negli animali per valutare l'effetto di ivosidenib.
In uno studio di tossicità a dose-ripetuta della durata di 28-giorni, sono stati riscontrati effetti indesiderati sugli organi riproduttivi (vedere paragrafo 5.3).
La rilevanza clinica di questi effetti è sconosciuta. Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione a temperatura.
Tenere il flacone ermeticamente chiuso per proteggerlo dall'umidità.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.