TERLIPRESSINA SUN 5F 8,5ML
160,18 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 02/07/2013
Terlipressina è indicata per il trattamento delle varici esofagee emorragiche.
Una fiala contiene 1 mg di terlipressina acetato in 8,5 ml di soluzione iniettabile, equivalente a 0,85 mg di terlipressina. Ogni ml contiene 0,12 mg di terlipressina acetato, equivalente a 0,1 mg di terlipressina. Eccipiente(i) con effetti noti: Sodio Una fiala contiene 1,142 mmol (26,272 mg) di sodio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- • Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Posologia
- La somministrazione di terlipressina è indicata nel trattamento di emergenza delle varici esofagee emorragiche in fase acuta in attesa della terapia endoscopica.
Successivamente la terlipressina viene somministrata per il trattamento delle varici esofagee di norma come terapia adiuvante all’emostasi endoscopica.
Adulti La dose iniziale raccomandata è di 1–2 mg di terlipressina acetato#(equivalente a 8,5–17 ml di soluzione),somministrata per iniezione intravenosa per un periodo di tempo.
# 1–2 mg di terlipressina acetato corrispondenti a 0,85–1,7 mg di terlipressina Sulla base del peso corporeo del paziente, la dose può essera aggiustata nel modo seguente: • peso inferiore a 50 kg: 1 mg di terlipressina acetato (8,5 ml) • peso incluso tra 50 kg e 70 kg: 1,5 mg di terlipressina acetato (12,75 ml) • peso superiore a 70 kg: 2 mg di terlipressina acetato (17 ml) Dopo l’iniezione iniziale, la dose può essere ridotta a 1 mg di terlipressina acetato ogni 4–6 ore.
La dose massima giornaliera di Terlipressina SUN è approssimativamente pari a 120 mcg di terlipressina acetato per kg di peso corporeo.
La terapia deve essere limitata a 2–3 giorni a seconda del decorso della malattia.
Anziani Terlipressina deve essere usata con cautela nei pazienti di età superiore a 70 anni (vedere paragrafo 4.4).
Popolazione pediatrica L’uso di terlipressina non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti a causa dell’insufficiente esperienza sulla sicurezza ed efficacia (vedere paragrafo 4.4).
Insufficienza renale Terlipressina deve essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza renale cronica (vedere paragrafo 4.4).
Insufficienza epatica Nei pazienti con insufficienza epatica non è richiesto alcun aggiustamento della dose. Avvertenze e precauzioni
- Nei seguenti casi, terlipressina deve essere usata solo con cautela e sotto la stretta sorveglianza del paziente: • shock settico • asma bronchiale, insufficienza respiratoria • ipertensione non controllata • malattie vascolari cerebrali o periferiche • aritmie cardiache • sindrome coronarica acuta, insufficienza coronarica o precedente infarto del miocardio • insufficienza renale cronica • pazienti anziani di età > 70 anni, in quanto l’esperienza è limitata in questo gruppo di pazienti • gravidanza (vedere paragrafo 4.6).
Anche i pazienti ipovolemici reagiscono spesso con un aumento della vasocostrizione e con reazioni cardiache atipiche.
A causa del debole effetto antidiuretico di terlipressina (solo il 3% dell’effetto antidiuretico della vasopressina nativa), i pazienti con precedenti alterazioni del metabolismo elettrolitico devono essere monitorati in modo particolare per una possibile iponatriemia e ipocaliemia.
In principio, l’uso del prodotto deve essere limitato ai casi in cui è disponibile la supervisione dello specialista in unità dotate di attrezzature per il monitoraggio regolare del sistema cardiovascolare, ematologico e degli elettroliti.
In situazioni di emergenza che richiedono un trattamento immediato prima del ricovero del paziente in ospedale è necessario prendere in considerazione i sintomi di ipovolemia.
Terlipressina non ha alcun effetto sul sanguinamento arterioso.
Al fine di evitare necrosi locale al sito di iniezione, l’iniezione dovrà essere praticata per via endovenosa.
Necrosi cutanea Nell’esperienza post–marketing sono stati riportati diversi casi di ischemia cutanea e necrosi, non correlati al sito di iniezione (vedere paragrafo 4.8).
I pazienti con ipertensione venosa periferica o obesità patologica sembrano avere una maggior tendenza a questa reazione.
Di conseguenza, prestare estrema cautela nella somministrazione di terlipressina a questi pazienti.
Torsione di punta Nel corso di studi clinici e nell’esperienza successiva alla commercializzazione, sono stati riportati diversi casi di prolungamento dell’intervallo QT e di aritmie ventricolari, compresa "Torsione di punta" (vedere paragrafo 4.8).
Nella maggior parte dei casi, i pazienti presentavano fattori predisponenti, quali un prolungamento basale dell’intervallo QT, anomalie elettrolitiche (ipocaliemia, ipomagnesiemia) o un trattamento con medicinali aventi un effetto concomitante sul prolungamento del QT.
Di conseguenza è necessario prestare particolare cautela nell’uso di terlipressina nei pazienti con storia di prolungamento dell’intervallo QT, anomalie elettrolitiche e trattamento concomitante con medicinali che possono prolungare l’intervallo QT, quali gli antiaritmici di classe IA e III, eritromicina, alcuni antistaminici e antidepressivi triciclici oppure medicinali che possono provocare ipocaliemia o ipomagnesiemia (ad esempio alcuni diuretici) (vedere paragrafo 4.5).
Si deve prestare particolare attenzione al trattamento dei bambini, adolescenti e anziani, in quanto l’esperienza in questi gruppi speciali di pazienti è limitata e non sono disponibili raccomandazioni sul dosaggio.
Ogni dose singola massima di questo medicinale contiene 15,7 mmol (ovvero 361 mg) di sodio.
Tenere in considerazione questo dato nei pazienti che assumono una dieta con apporto controllato di sodio. Interazioni
- Terlipressina aumenta l’effetto ipotensivo dei b–bloccanti non selettivi sulla vena porta.
La riduzione della frequenza e della gittata cardiaca provocata dal trattamento può essere attribuita all’inibizione dell’attività reflessogenica del cuore attraverso il nervo vago, quale risultato dell’aumentata pressione sanguigna.
Il trattamento concomitante con farmaci noti per indurre bradicardia (ad esempio propofol, sufentanil) può provocare grave bradicardia.
Terlipressina può scatenare aritmie ventricolari, tra cui "Torsione di punta" (vedere paragrafo 4.4 e 4.8).
Di conseguenza, prestare estrema cautela nella somministrazione di terlipressina ai pazienti sottoposti a trattamento concomitante con medicinali che possono prolungare l’intervallo QT, Come gli antiaritmici di classe IA e III, eritromicina, alcuni antistaminici e antidepressivi triciclici ovvero con medicinali che possono provocare ipocaliemia o ipomagnesiemia (ad esempio alcuni diuretici). Effetti indesiderati
- La valutazione degli effetti indesiderati si basa sulle seguenti frequenze: molto comune ≥1/10 comune da ≥1/100 a <1/10 non comune da ≥1/1.000 a <1/100 raro da ≥1/10.000 a <1/1.000 molto raro <1/10.000 frequenza non nota (non può essere stimata sulla base dei dati disponibili).
Il trattamento con terlipressina delle varici esofagee emorragiche (1 mg endovena e dosi superiori) può essere accompagnato dalle seguenti reazioni avverse: Disturbi del metabolismo e della nutrizione Non comune: iponatriemia Molto raro: iperglicemia Patologie del sistema nervoso Comune: cefalea Non comune: scatenare disordini convulsivi Molto raro: ictus Patologie cardiache Comune: aritmia ventricolare e sopra–ventricolare, bradicardia, segni di ischemia nell’ECG Non comune: angina pectoris, incremento acuto dell’ipertensione, soprattutto nei pazienti già affetti da ipertensione (generalmente si riduce spontaneamente), fibrillazione atriale, extrasistoli ventricolari, tachicardia, dolore toracico, infarto del miocardio, sovraccarico di liquidi con edema polmonare Molto raro: ischemia del miocardio Frequenza non nota: insufficienza cardiaca, Torsione di punta Patologie vascolari Comune: ipertensione, ipotensione, ischemia periferica, vasocostrizione periferica, pallore del volto Non comune: ischemia intestinale, cianosi periferica, vampate Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Non comune: dolore al torace, broncospasmo, sofferenza respiratoria, insufficienza respiratoria Raro: dispnea Patologie gastrointestinali Comune: crampi addominali transitori, diarrea transitoria Non comune: nausea transitoria, vomito transitorio Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Comune: pallore Non comune: linfangite Frequenza non nota: necrosi cutanea non correlata al sito di somministrazione Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Comune: crampi addominali (nelle donne) Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali Frequenza non nota: contrazioni uterine, ridotto flusso ematico uterino Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Non comune: necrosi cutanea locale.
Nel corso di studi clinici e durante l’esperienza successiva alla commercializzazione sono stati riportati alcuni casi di prolungamento dell’intervallo QT e di aritmie ventricolari, inclusa " Torsione di punta" (vedere paragrafo 4.4 e 4.5).
Durante l’esperienza successiva alla commercializzazione sono stati riportati alcuni casi di ischemia cutanea e necrosi, non correlati al sito di iniezione (vedere paragrafo 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite Agenzia Italiana del Farmaco, sito web: http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza L’uso di terlipressina non è raccomandato in gravidanza, in quanto è stato dimostrato provocare contrazioni uterine ed un aumento della pressione endouterina nelle prime fasi della gravidanza e può determinare la riduzione del flusso sanguigno uterino.
Terlipressina può avere effetti dannosi sulla gravidanza e sul feto.
Nei conigli trattati con terlipressina sono stati osservati aborto spontaneo e malformazioni (vedere paragrafo 5.3).
Terlipressina deve quindi essere usata solo come indicazione vitale in base a decisioni relative al singolo caso, soprattutto durante il primo trimestre di gravidanza, quando un sanguinamento non può essere controllato mediante terapia endoscopia.
Allattamento Non è noto se terlipressina viene secreta nel latte umano.
La secrezione di terlipressina nel latte non è stata studiata negli animali.
Non è possibile escludere un rischio per il lattante.
La decisione di continuare/interrompere l’allattamento al seno durante la terapia con terlipressina deve basarsi sulla valutazione del beneficio derivante al lattante dall’allattamento al seno e del beneficio che la madre trae dal trattamento con terlipressina. Conservazione
- Conservare in frigorifero (2–8°C).
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.